sabato 4 novembre 2017

MA ALLORA LA PADANIA ESISTE DAVVERO?


Proprio nei giorni in cui la “Lega Nord – Indipendenza per la Padania” toglie dal simbolo sia il Nord che la Padania, ed i referendum regionali autonomistici di Veneto e Lombardia confinano le ambizioni centrifughe del mondo leghista a prospettive delle singole regioni (tal quali, e nemmeno “macro-regioni” come teorizzava tempo addietro il presidente lombardo Maroni), veniamo a scoprire dalle foto satellitari dell’astronauta Nespoli che invece la Padania esiste davvero, non come unità di popoli e lingue (che non è mai esistita), ma come territorio uniformemente coperto da una coltre di “nebbia o smog”, pesantemente inquinata da polveri sottili e gas climalteranti (con pesanti conseguenze sulla salute attuale e futura della popolazione).
Drammatica situazione, da tempo conosciuta e prevista, ma pochissimo scalfita dalla blanda azione di contrasto da parte dei poteri locali, e in particolare dalle singole Regioni, blandamente coordinate dal Ministero per l’Ambiente, tanto nelle decisioni emergenziali (quali i blocchi del traffico), quanto più in quelle strategiche (largamente carenti).
Forse non collima con la parola d’ordine “abbassare le tasse” che raccoglie vasti consensi tra forze politiche ed elettori, ma a mio avviso una simile problematica (come quelle delle prevenzioni sismica ed idrogeologica)  dovrebbe indurre a concentrare forti programmi di investimento, pubblici&privati, per ridurre in pochi anni le emissioni in atmosfera da case, aziende e trasporti in tutte le zone (anche non padane) che determinano le criticità, anticipando così quanto comunque dovrà essere fatto per rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima (la questione dell’inquinamento atmosferico non coincide con quella della concentrazione di anidride carbonica, ma in buona parte si sovrappone).