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giovedì 16 maggio 2013

IMU E MERCATO IMMOBILIARE

Secondo lo statista Silvio Berlusconi e l’economista Renato Brunetta, l‘eliminazione dell’IMU sulla prima casa rilancerebbe il mercato immobiliare ed il settore edilizio.
Più preoccupante che echeggino in qualche modo questa tesi anche altri soggetti, tra cui “LA STAMPA” del 15 maggio, con un servizio a pag.5 – con richiamo in prima pagina – di Sandra Riccio e Luca Fornovo, supportati l’una da una dichiarazione del presidente dell’ANCE Buzzetti (“la nuova tassa sulla casa è risultata una patrimoniale che ha provocato un enorme choc psicologico in un mercato che era già in difficoltà”) e l’altro da una specifica ricerca della Fondazione Hume (diretta tra gli altri da Luca Ricolfi e Giampiero Ostellino), il cui testo non risulta facilmente reperibile sul web (pertanto devo accontentarmi del riassunto su La Stampa).
In realtà sia Buzzetti che la Fondazione Hume  non si riferiscono esclusivamente all’IMU sulla prima casa, bensì all’IMU in genere (anche se il governo Monti per le case “non prime” si è limitato a consentire ai Comuni di aumentare le aliquote della preesistente ICI).
Buzzetti rimanda alla psiche, che nei mercati è un bel problema, difficilmente misurabile, ma che senz’altro viene influenzata anche da dichiarazioni e articoli del tipo di quelli in esame, così come dalla propaganda politica interessata (dall’ANCE mi aspettavo atteggiamenti più equilibrati ed in sintonia con le ragionevoli posizioni assunte di recente su molte questioni, in coerenza con la linea Squinzi della Confindustria sul fisco).
La Fondazione Hume invece ha fatto dei conti, ragionando però con il criterio “post hoc = propter hoc” (da Wikopedia: “locuzione latina che alla lettera significa dopo di questo, quindi a causa di questo”): ha scoperto che dal 2012 la crisi del mercato immobiliare si è aggravata, rispetto agli anni precedenti, quando la crisi già c’era, ma non c’era la nuova IMU; nessun dubbio invece sul fatto che la crisi, accumulandosi, sega sempre più le gambe ai potenziali acquirenti (con salti anche qualitativi) e che il credito effettivamente disponibile per i mutui fondiari si è ulteriormente ridotto nel 2012 (così come il credito alle imprese), malgrado i ribassi dei tassi  BCE ed i prestiti agevolati della stessa BCE alle banche (cose note e conclamate, ma ignorate dai seguaci di David Hume).
Guardando alla domanda di prima casa (perché è su questa IMU che si agita la metà di destra del governo , Letta), vorrei capire quale sia il ”padre di famiglia” che – disponendo del capitale e/o dell’accesso a un mutuo, per un valore medio, poniamo, di 200.000 € e non avendo una casa in proprietà – scelga di continuare a vivere in affitto (pagando un canone dell’ordine di grandezza di 500-1000 € al mese, anzichè impiegarlo per pagare il possibile mutuo – deducendone così l’importo dall’IRPEF -) anziché acquistare la propria potenziale prima casa, solo perché su di essa dovrà pagare un’imposta dell’ordine di grandezza di 500 € l’anno (considerando i valori catastali e le franchigie).
La psiche (di Buzzetti) gli giocherebbe invero brutti scherzi.
Più credibile (forse) che l’innalzamento delle aliquote IMU freni il mercato delle seconde case (non certo se destinate all’affitto, perché nel frattempo già premiate dalla cosiddetta “cedolare secca” : ma questo mi sembra più bene che male, e comunque non verrebbe scalfito (forse) neanche dal duo Berlusconi-Brunetta.

4 commenti:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    Mi permetto aggiungere una nota: mi pare che gli gli italiani in possesso di prima casa siano superiori all'83/85 % quindi la quantità di persone in cerca di prima casa non dovrebbero essere poi un così grande numero, se teniamo pure conto di una pur piccola quantità di persone che possono non "ambire" al possesso di casa comunque!

    Temo molto che il cavallo di troia della IMU prima casa voglia allontanare la paura della giusta tassazione di seconde ecc, case, che quelle si sono sintomo vero di capacità patrimoniale e quindi di giusta tassazione (cui gli italiani sono congenitamente allergici !) Non fosse mai che questi beni siano frutto di evasione fiscale !
    L.B.

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  2. PERVENUTO VIA E-MAIL
    Sono d'accordo con il governicchio attuale secondo il quale la casa e la relativa tassazione vadano completamente rivisti ma ritengo che la questione sia abbastanza complicata e come insegna la storia per risolvere un nodo gordiano a volte l'unica soluzione é utilizzare lo spadone.

    Come genitore con esperienza bancaria, nella situazione economica attuale di incertezza del reddito (per svariate cause), diffiderei un figlio, ma anche un amico, da indebitarsi con un mutuo. Potrei dilungarmi sull'argomento ma sarei alquanto noioso, esprimo soltanto un principio: nulla é più letale per l'economia dell'incertezza. Siccome il motore di ultima istanza dell'economia é l'individuo che in questo momento é alquanto incerto bisogna restituirgli un minimo chiarezza e logicità applicando criteri nuovi.

    Per i singoli cittadini.

    La casa é un diritto? Se sì, quantifichiamo questo diritto (chissa perché nessuno lo ha mai fatto), ovverosia a quanti mq ha diritto un individuo ? La somma dei mq. per il numero degli abitanti di una casa darà la soglia di esenzione. La parte eccedente andrà a rappresentare una forma di investimento finanziario e come tale andrà tassato. Mi pare semplice, giusto, lineare e facilmente accertabile per i comuni che hanno virtuosamente aggiornato le rendite catastali (ma nessuno vuol dare quattro soldi ai giovani architetti disoccupati ?).

    A coloro che sono in affitto darei in esenzione dal reddito la percetuale pari al tasso medio dei mutui in relazione all'affitto pagato.

    Per le Società adotterei un criterio analogo con le seguenti modifiche: poiché nello scopo sociale c'é l'attività economica e non certamente quella della proprietà dei muri, sostituirei al diritto d'abitazione un altro diritto d'interesse sociale, ovverosia il diritto al lavoro e quindi la quota esente sarà pari allo standard mq di ogni lavoratore a contratto indeterminato secondo certificazione INPS.
    Ovviamente é uno schema ma sembra che proprio gli schemi manchino.
    FdR

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  3. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL:
    Sono d'accordo con Te anche su questo scritto.
    La cosa mi preoccupa e mi chiedo:
    sono io che mi avvicino alle tue idee o tu ti avvicini alle mie idee?
    Ciao
    A.

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    1. Mi sembra più vera la prima che hai detto; ma non ne trai le conseguenze ...

      Ciao

      Aldo

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