La divinizzazione
di Silvio, garantita finora da milioni di elettori, e facilitata in qualche
misura dal possesso di reti televisive, giornali e giornalisti (e – pare - dal
temporaneo noleggio di alcuni magistrati e senatori, nonché - di certo - dalla
formazione di fondi neri all’estero grazie alla frode fiscale), tende infine
all’immortalità del suddetto Silvio, e limita così il sacrificio degli adepti,
per ora, alle sole dimissioni dagli scranni parlamentari.
Nell’antico
Egitto e nell’antica Cina, dove l’immortalità agognata era purtroppo sfuggita a
quei grandi imperatori, agli adepti succedeva di peggio.
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