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martedì 15 ottobre 2013

DIVERSAMENTE RENZIANI

Talvolta mi chiedo se siano più pericolosi i "renziani della prima ora" (esempio Ichino e Zingales) o quelli dell'ultima (Nicola LaTorre, Franceschini, Fassino...). O forse peggio quelli che ancora non sono renziani, ma saliranno poi sul carro del vincitore in pectore?

7 commenti:

  1. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    Se il riferimento è allo spessore politico, allo statista, allora posso esse d'accordo con te sul senso del tuo post ma, con pensiero libero, sono convinto che Renzi non è meglio/peggio dei politici di ieri e non sarà meglio /peggio di quelli di domani.
    Per me l'alternativa oggi è "stare a guardare" e le "accuse" di superficialità neanche mi sfiorano...
    CC

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  2. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    mi piace e condivido
    RC

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  3. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    Tutti pericolosi, ma gli ultimi di più!!
    R.T.

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  4. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    Io da deluso ed ignorante mi chiedo se sia l'ultima possibilità.
    Ma probabilmente sono pico sognatore.
    E spero che i renziani siano comunque peggio che renzi.
    Bo. A Firenze Ha tolto le macchine e i bus che lambivano il battistero.
    M.P.

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  5. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    renziani, civatiani, dalemiani, bersaniani ecc ecc., il pd e il suo dibattito congressuale, mi fanno venirte in mente quei film western, in cui in un saloon tutti urlano, sparano, se le danno di santa ragione, mentre il pianista inperterrito continua ha suonare il piano .
    ma questi signori del pd, ci sono o lo fanno?
    sono sconsolato
    hasta T.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. IL POST E' STATO PUBBLICATO COME "LETTERA" SU "L'UNITA'" DEL 21-10-2013, CON IL SEGUENTE COMMENTO DI LUIGI CANCLINI:
    Personalmente non ho simpatia per
    termini del tipo «renziani» o
    «cuperliani». Penso, infatti, che i
    candidati alla segreteria del Pd
    dovranno (dovrebbero) confrontarsi sui
    contenuti della loro iniziativa politica e
    che chi vince dovrà considerarsi ed
    essere il leader (e dunque il
    rappresentante) di tutto il partito. Il che
    non vuol dire, ovviamente, che la storia
    personale non conti e che l’origine
    «popolare» di Renzi non debba essere
    contrapposta a quella «diessina» di
    Cuperlo ma solo che va ormai accettata
    l’idea per cui i due partiti che si sono
    uniti per dar vita al Partito democratico
    ha confluito in una direzione ormai
    probabilmente irreversibile in quello che
    è il grande fiume della socialdemocrazia
    europea e di una forza politica dunque
    del centrosinistra: la cui finalità
    dichiarata è quella di migliorare, a
    favore dei ceti oggi più deboli, il
    compromesso storico - sociale
    (l’espressione è di Pietro Ingrao) cui la
    società italiana era arrivata nel corso del
    secondo dopoguerra e che vent’anni di
    berlusconismo hanno sbilanciato di
    nuovo a favore di chi ha di più.
    Scegliendo fra Renzi, Cuperlo, Civati e
    Pittella l’iscritto e l’elettore del Pd
    dovrebbero pensare che in questa
    finalità comune tutti i candidati si
    riconoscono e si riconosceranno e che
    tocca a loro scegliere chi può farlo
    meglio. In questo momento e in questa
    fase. Indipendentemente dalla sua storia
    e dalla sua tradizione politica.
    LUIGI CANCLINI

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