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martedì 30 settembre 2014

CASTEL-VEGAS

E’ stato inaugurato da alcuni giorni il “nuovo centro commerciale” di Castelletto sopra Ticino, in sostanza il completamento sul fronte nord della “strada mercato” del Sempione, nell’unico segmento significativo finora rimasto “verde” lungo l’asta della Strada Statale 33 dal Ponte sul Ticino fino ad Arona (circa 8 chilometri, nei comuni di Castelletto e Dormelletto: fa eccezione ormai solo la villa Tesio).
L’operazione ha comportato un notevole consumo di suolo già agricolo e boschivo, per una estensione di circa 10 ettari (100 mila metri quadrati), mentre lungo l’asse del Sempione e nei dintorni non mancano edifici abbandonati, non solo industriali, perché nella realtà ormai avanza già anche il “commerciale dismesso” (vedi ad esempio a Dormelletto le aree Liolà ed ex-coin/carrefour ecc.), segnali di crisi non solo congiunturale di un modello consumistico forse non più “sostenibile”.
Tuttavia questa scelta, fortemente voluta dalle Giunte di “sinistra” che governano il Comune di Castelletto negli ultimi 2 decenni, ed accettata con qualche torcicollo dalla Regione (ove destra e sinistra si sono alternate), risulta conforme:
-          alla lettera, più volte riscritta in peggio, della Legge Regionale varata dal prof. Astengo nel 1977 (ma non certo conforme allo spirito iniziale della legge e allo spirito del povero Astengo, che avevano ben chiaro già allora l’obiettivo della “tutela del suolo” e soprattutto di quello agro-forestale)
-          al Piano Territoriale Provinciale, che ha facilitato gli insediamenti vagamente “produttivi” e più largamente commerciali in prossimità dei caselli autostradali, con disastrosi esiti paesaggistici (oltre a Castelletto e Arona/Paruzzaro, Borgomanero-sud, Biandrate, Agognate e Galliate: ilmeno peggio è forse l’outlet di Vicolungo, malgrado gli immensi parcheggi solo a raso), senza per questo riuscire a risparmiare da analogo scempio altri assi stradali, come la SS 32 a Pombia/Varallo Pombia, oppure la SS 629 a Caltignaga) 
-          al Piano Regolatore comunale, a tal fine appositamente modificato dagli anni ’90 in questa specifica area, già destinata in precedenza come “zona F” ad un mai precisato progetto di parco di rilievo sovracomunale, e orientato in favore della “strada mercato” a partire dagli anni ’70, con indubbi successi sotto il profilo occupazionale (degli esordi della vicenda  sono stato personalmente testimone ed anche attore-non-protagonista, o forse vittima di effetti collaterali) .

Premesso quanto sopra circa il “peccato originale” dell’intervento, è interessante osservare che il Comune ed i Promotori si vantano dei contenuti ecologici del nuovo “parco commerciale”, evidenziando:
-          le coperture ricche di pannelli foto-voltaici (su cui non ho nulla da ridire, visto che in questo caso almeno si evita di spalmare i pannelli sul suolo coltivabile)
-          il sistema del verde, progettato niente meno che da Andreas Kipar, con la piantumazione di numerosi alberi ed arbusti (non si menziona invece il numero di piante preesistenti abbattute …), confezionando anche in mezzo agli empori un mini-bosco in memoria del vero bosco che qui prima tranquillamente abitava (sembra un po’ la gabbia del panda allo zoo, con la implicita didascalia “habitat in via di estinzione, XXI secolo”).
Indubbiamente la presenza di un po’di verde (probabilmente i primi parcheggi alberati su 8 chilometri di strada-mercato) e dei pannelli foto-voltaici, nonché la progettazione organica dell’insieme dei 10 ettari rappresentano qualche passo avanti rispetto a gran parte dei precedenti episodi di insediamento commerciale sul Sempione (guardando anche ai pessimi precedenti lungo lo stesso asse in Lombardia, da Vergiate a Somma Lombardo/Arsago/Casorate e poi peggiorando da Gallarate a Milano).
Ma, come diceva Lenin in altra occasione, è opportuno misurare con i passi avanti anche i passi indietro (oltre al suddetto peccato originale); ad esempio, anche rispetto al recente intervento di Esselunga, BriKo &C alle “Tre Strade” (innesto tra S33 e SS 32):
-          il marciapiede antistante agli ingressi dei vari negozi poteva essere un “boulevard” (senza andare lontano, si guardi al notevole calibro stradale della parte pedonale di viale Repubblica ad Arona, progettato a metà Ottocento), invece è assai più stretto di quello di Esselunga-Briko&C, e come quello privo di alberature o porticati o altra ombreggiatura e/o riparo dalla pioggia (che qui da noi è frequente e fastidiosa, ora anche d’estate),
-          tale percorso è interrotto sia da rami di viabilità forse non indispensabili, sia dagli accessi ai pochi parcheggi interrati (che sono separati e non connessi a sistema, come avrebbe potuto essere se avessero avuto accesso da Nord, sfruttando il naturale dislivello che avrebbe reso superflue le rampe),
-          gli snodi viabilistici di accesso e deflusso risultano di rango decisamente inferiore a quelli imposti a suo tempo a Esselunga&C (ed anche a Bennet); soprattutto risulta incomprensibile lo scarico di una delle uscite sulla preesistente via Cicognola, che ha un calibro del tutto inadeguato per una circolazione a doppio senso con i nuovi carichi di traffico derivanti dal nuovo “parco” commerciale.

Inoltre l’immagine complessiva dell’insediamento, sia pure più ordinata del caos dilagante lungo l’asse del Sempione (e peggio ancora, volendo vedere, a Ghemme/Romagnano e tra Oleggio Castello e Borgomanero), non va oltre l’assemblamento casuale di banali capannoni pre-fabbricati, dipinti con i colori dei vari marchi aziendali.

1 commento:

  1. PERVENUTO TRAMITE FACE-BOOK
    A Dormelleto la ex Coin/Vela diventa Gigante. In apertura a Novembre. Ex dismessa. E si fa fatica a crederci.
    M.P.

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