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mercoledì 14 gennaio 2015

EUROPA, CI SEI?

Qualche volta gli eventi mi sembrano troppo grandi per un mio commento, o comunque già troppo commentati per aggiungere ulteriori commenti.
Così è per gli attacchi terroristici jihadisti di Parigi e per la massiccia risposta dei cittadini francesi (ed europei e dintorni) a fianco delle loro istituzioni repubblicane.

Mi pare però che sia stata poco approfondita la contraddizione tra la forte presenza nei media (ed anche probabilmente in non poca parte del sentire comune) della linea forcaiola di LePen e Salvini (contro tutti gli islamici e gli immigrati, con inni alla guerra e alla pena di morte) ed la assai debole presenza di tali proposte nelle piazze di Francia ed Italia:
-          Il Front National ridotto a manifestare a Beaucaire (un po’ come manifestare a Vercelli, con rispetto parlando di tale benemerita cittadina, a fronte di eventi di luogo e portata capitale)
-          Salvini auto-esiliato a volantinare contro il progetto di una moschea al Palasharp di Milano (tra l’altro un vero e proprio non-luogo, tra parchi, svincoli, bus-terminal  e parcheggi di interscambio, in cui gli islamici non potranno comunque disturbare alcun vicinato).

Non so se i leader della destra xenofoba hanno scelto di defilarsi per la fisica codardia (dei leaders o del loro seguito) per nuovi attentati jihadisti o per la consapevolezza di non essere all’altezza di confrontarsi con la mobilitazione democratica, laica ed interreligiosa ormai lanciata con tempistica iniziativa al centro della Francia e di cento città  (anche se in Italia con deboli proporzioni numeriche).


Per certo questo confronto peserà, e resterà come importante punto a favore dell’Europa civile e comunitaria, proprio addentro al “comune sentire”: c’è un’alternativa morale al populismo becero.

Altra cosa sarà misurare gli effetti in termini di consenso elettorale, perché – come hanno rilevato alcuni protagonisti e molti commentatori, tra cui ad esempio Prodi e Ben Jelloun – c’è ancora troppo da fare per tradurre la novità di questi buoni sentimenti in serie politiche: in materia di immigrazione ed integrazione, di ordine democratico e soprattutto di nuovo ordine economico (a partire dalle scelte che stanno sul tavolo europeo in queste settimane, dalle caute aperture di Juncker sull’austerità alle caute manovre monetarie di Draghi, fino al duro scontro tra l’incauta linea della Troika in Grecia e la giustamente incauta potenziale risposta di Siryza e dei suoi elettori), nonché in materia di politica estera (e  militare?).  

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