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domenica 25 ottobre 2015

EXPO E CODE


Sto continuando a non andare all’Expo.

Mi congratulo con il successo organizzativo e l’imponente afflusso, nonché con la contestuale brillante vivacità di Milano.

Tuttavia mi sembra che non sia redimibile il peccato originale di sacrificare un chilometro quadrato di residuo verde agricolo proprio per celebrare il tema della nutrizione del pianeta.

Tema che risulta sia stato affrontato ed approfondito anche correttamente in parte dei padiglioni e delle manifestazioni connesse all’Expo (penso ad esempio all’iniziativa di Carlin Petrini), ma che complessivamente ne esce sfuocato e slabbrato, sia per le ambiguità e genericità della “Carta di Milano” (come ha puntualmente criticato la Caritas), sia per il prevalente carattere di fiera&mercato della manifestazione nel suo insieme.

D’altronde non mi commuove l’insediamento seriale di una accozzaglia di capannoni variamente personalizzati come esempio di urbanistica o di architettura per il futuro delle città.

L’esperienza mi è sembrata invece valida sotto il profilo della ”gestione grandi eventi”, ammesso che di grandi eventi ci sia bisogno e concesso che comunque se ne faranno ancora (Expo, Olimpiadi, Fiere, Giubilei).

In particolare mi ha colpito l’enorme dimensione, disciplina ed efficienza delle code, sopportate da gran parte dei visitatori per riuscite ad entrare (chi poi ci riesce) oltre che nell’area Expo, anche nei padiglioni più prestigiosi.

Buon motivo di riflessione antropologica: chi accetta le code mi appare assai diverso dagli automobilisti sempre più nevrotici che incontro assai spesso, dalle piazze incazzate dei servizi giornalistici televisivi, dall’anti-politica che sprizza dai sondaggi; chissà se chi aspetta disciplinato il suo turno fuori dal padiglione Italia pensa anche, come il compianto ministro Padoa Schioppa, che pagare le tasse sia bello?

Le code sono un altro buon motivo, per me, per continuare a non andare all’Expo.

Malgrado possano essere occasione per interessanti indagini sociologiche.

Perché comunque non mi piace stare in coda per ore (mentre sono tra quelli che pagherebbero volentieri ancora la TASI).

7 commenti:


  1. Come in tutto l'Italia è sempre divisa in guelfi e ghibellini, nemmeno io sono andato e mai andrò all'ex po' però plaudo all'iniziativa.

    PERVENUTO VIA FACE-BOOK
    Come in tutto l'Italia è sempre divisa in guelfi e ghibellini, nemmeno io sono andato e mai andrò all'ex po' però plaudo all'iniziativa.
    W.A.







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  2. PERVENUTO VIA E-MAIL
    a proposito di expo, io ci sono andato 6 volte e lo trovato, molto bello e interessante.
    a proposito del tuo appunto risponderei con le parole di una canzone del compianto Rino Gaetano.
    -mio fratello e figlio unico perché non ha mai criticato un film senza prima vederlo -
    con affetto T.C.

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    1. ... ancora sulle divergenze tra il compagno T. e lo scrivente....

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  3. PERVENUTA VIA E-MAIL
    --- anch'io pur abitando a poca distanza non ci sono andato…sarò irrilevante rispetto ai 20 milioni di ingressi… ma per coerenza…

    Le associazioni ambientaliste si sono arroccate intorno al contentino della cascina Triulza, con tanto di fondazione etc. una sorta di Fort Alamo e di avamposto circondato dal cemento…

    Rispetto al business e agli interessi in gioco e al supporto mediatico e politico a sostegno che c’era negli anni scorsi, (malgrado le numerose notizie di corruzione e tangenti…) probabilmente non c’erano molte alternative che cercare in qualche modo di esserci. Tra le offerte di panini Mc Donald con tanto di endorsement ufficiale di Maroni e Coca Cola, quanto meno alla Triulza nei sei mesi sono state organizzate numerose iniziative di promozione di pratiche sostenibili con una discreta visibilità mediatica.

    Anche se penso che queste iniziative hanno forse giocato il ruolo di specchietti per allodole per giustificare e coprire le varie manovre di lobby per spingere il TTIP con l’ambasciatore americano che si è presentato all’USA Day facendo un discorso di promozione degli OGM degno di un venditore di aspirapolveri o di materassi in qualche televisione di provincia.

    Quanto poi possa pesare nei processi decisionali globali l’ambasciatore americano e le multinazionali dell’agroalimentare che ci stanno dietro rispetto a Carlo Petrini e Slow Food o il renziano Oscar Farinetti di Eataly ? Boh? Sull’agro-alimentare è in corso una battaglia geo-politica ed economica a livello globale molto complessa e senza esclusione di colpi….non ultime le vicende di questi giorni tra carni rosse, insaccati, insetti e alghe..

    Ora vedremo cosa resterà in quell’area dopo Expo. Diciamo che tra Baranzate e Rho non è certo un territorio pregiato come ormai la maggior parte della Padania…anche se al peggio non c’è mai fine.

    Speriamo che non faccia la fine della maggior parte delle opere olimpiche di Torino.

    Quanto ho tempo tornerò con delle riflessioni sulle strutture fieristiche e congressuali sovradimensionate di Milano tra polo fieristico di Rho (8 padiglioni enormi con 24 saloni espositivi per 345.000 mq coperti), Fiera Milanocity, (i nuovi padiglioni che sono rimasti al Portello), il nuovo centro congressi MiCo feudo di Maurizio Lupi e CL e qualcosa che forse rimarrà di Expo, strutture che tutte insieme presentano un‘offerta complessiva di spazi esagerata rispetto alla domanda. A mio avviso superiore persino alla fiera di Hannover (già sede di un Expo), superiore ai poli fieristici e congressuali di Parigi (Defense, La Villette, Villepinte etc ) e al polo fieristico di Barcellona, uno dei principali centri europei di eventi fieristici e congressuali.

    Saluti
    rs

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  4. PERVENUTO VIA E-MAIL, IN RISPOSTA AD UN MIO SUPPLEMENTO DI POST, DIFFUSO VIA E-MAIL, CON FOTO AEREE DELL'AREA EXPO, PRIMA E DOPO (1 MILONE M2 AREA AGRICOLA CONSUMATA), TRATTO DAL RAPPORTO SUL CONSUMO DI SUOLO 2015 DI I.S.P.R.A.
    troppo facile e banale Aldo, allora perché non mettiamo anche le foto aere della distruzione del territorio, a Castelletto Ticino, Parruzzaro, dove lo scempio e lo stravolgimento del territorio, operato da amministratori e geniali professionisti, a distrutto quanto e forse peggio di expo.

    Preciso il mio pensiero a scanso di equivoci, se uno non e andato ad expo, per scelta sua, qualunque sia la sua motivazione,io la rispetto, come rispetto chi fa la coda per Gardaland piuttosto che per gli outlet di Vicolungo, o la mostra degli inpressionisti.

    Il problema e un altro.

    Io L... e V......, abbiamo amato expo, adesso che è finito lo si può dire liberamente, perché e stata un esperienza che resterà nella memoria del nostro vissuto, perché ci ha fatto vedere cose che non immaginavamo, ci ha fatto vedere pezzi di mondo che mai avrei visto dal vivo, volti di uomini e donne di tutte le razze, odori sapori colori abitudini, di altri mondi e culture, perché ci ha fatto sentire orgogliosi di essere italiani, quado in un caldo pomeriggio di settembre migliaia di persone italiani e stranieri con la mano sul cuore hanno cantato l inno d Italia insieme alla fanfara dei bersaglieri, o quando hanno acceso l albero di pomeriggio sulle note della canzone - napoli è - di pino daniele e avevamo tutti le lacrime agli occhi.

    Perché quado col buio si accendeva l albero della vita rimanevamo col naso all insù con gli occhi pieni di meraviglia.

    Perché siamo andati a saldare i conti con la nostra gioventù, volevamo capire se ne era valsa la pena, angola, Vietnam, monzabico, laos, cuba, palestina, algeria.

    Perché abbiamo mangiato , pizza fritta napoletana, tacos messicani, patate fritte belghe, kebab palestinese, cannoli siciliani, panini wustel e senape tedeschi, panini con le aringhe lettoni, birre belghe, slovacche, polacche, taillandesi, the dei paesi orientali, dolci ebraici e turchi. mi dirai, oggi li trovi ovunque, puo essere, ma erano tutte li.

    Perché abbiamo conosciuto, incrociato, sorriso, condiviso tutto questo con centinaia di persone normali come noi.
    come vedi la coda per il giappone era l ultilmo dei nostri pensieri
    con rinnovato affetto T.C.

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    1. Confesso che talvolta compro qualcosa a MediaWordl, Decathlon, Esselunga, e perfino a Paruzzaro.
      Ciononostante mi sembra di aver denunciato quanto più possibile i relativi scempi di territorio.

      Però 1 milione di m2 in un colpo solo per Expo hanno fatto notizia anche per l'istituto di ricerca del ministero dell'Ambiente.

      Ciao

      Aldo

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