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mercoledì 15 giugno 2016

ASPETTANDO I BALLOTTAGGI


L’andamento del primo turno delle elezioni amministrative è stato ampiamente analizzato, e poco mi pare di poter aggiungere, aspettando i ballottaggi per vedere se prevale qualche linea di tendenza nazionale, oltre alla crescita dell’astensionismo ed alle non-vittorie finora collezionate da tutte le forze in campo:

-          ha non-vinto il PD, pur mantenendo numerosi sindaci e molte poll-position per i ballottaggi, ma non a Roma (e Napoli) e nemmeno in diverse città dove ripresentava il sindaco uscente (non solo Trieste: ad esempio qua attorno a Gallarate, Novara, Domodossola, Trecate);

-          anche se oggi Renzi intende festeggiare la soppressione della tassa sulla prima casa, non ha guadagnato al centro (dove abitano tra l’altro anche i cattolici contrari alle “unioni civili”) i voti persi a sinistra (innanzitutto per la linea su pensioni e lavoro, dal governo Monti in poi), e finiti innanzitutto nell’astensione (anche per la fine di ogni prospettive di centro-sinistra, al di fuori di Cagliari),

-          ha non-vinto la “sinistra di testimonianza” di fu-SEL e Fassina, che ora si candidano, in alcune città, come “testimoni” delle nozze elettorali tra Grillo e Salvini;

-          ha non-vinto il M5S, malgrado i successi di Roma e Torino, perché essere assenti in gran parte dei Comuni ed in calo quasi ovunque una loro lista era presente, non indica al momento alcuna consistenza di prospettiva nazionale;

-          hanno non-vinto pure i duellanti della destra, Salvini&C e Forza Italia, anche perché nessuna delle due versioni ha perso abbastanza da lasciare il campo libero all’altra, e nessuna ha vinto qualcosa di importante da sola, rinviando quindi ancora il difficile problema della ristrutturazione complessiva dello schieramento di centro-destra (se intende unirsi, come l’Italicum di fatto imporrebbe).

Diversi osservatori si sono esercitati in analisi socio-territoriali del voto, rilevando l’ulteriore indebolimento del PD nelle periferie e tra i ceti subalterni, e ricavandone anche qualche conferma alle teorie del superamento della polarizzazione destra/sinistra in favore di più moderne topologie, tipo sopra-sotto, dentro-fuori, cui si avvicina abbastanza la retorica del M5Stelle sul conflitto “Casta/Cittadini”.

A mio avviso la profonda crisi dell’offerta politica delle tradizionali sinistre europee può suggerire utilmente nuovi criteri di lettura delle contraddizioni sociali, ma non escluderei che la domanda di giustizia e di uguaglianza possa trovare nuove risposte ancorate a sinistra, come in parte appare in Spagna, Portogallo, Grecia (Francia?).

Comunque vadano i ballottaggi, dopo il primo turno delle comunali e dopo le regionali del 2015, almeno in Italia si potrà discuterne senza la fastidiosa cantilena sul successo renziano del 40% alle elezioni europee dell’ormai lontano 2014; e forse torneranno a ragionarne anche i sostenitori di Renzi, finora monolitici.

1 commento:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    ...ed è il motivo per il quale, se fossi a Roma o a Torino voterei il M5stelle, dirompente, dirimente.L'abitudine italica di prendere coscienza e forse consapevolezza sotto i riflettori di una slavina o di un movimento tellurico, è ormai "cultura acquisita". Del resto, cosa si ha da perdere? Ma, intendiamoci, potrei soffermarmi sull'ottimismo della realtà ed il pessimismo della ragione (perchè non viceversa?)
    M.F.

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