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domenica 8 ottobre 2023

UTOPIA21: RAPPORTO ISTAT 2023

Una rassegna di estratti dal “Rapporto”, mirato alle trasformazioni sociali in atto.

 

Sommario:

 

-       premessa

-       estratti dal “rapporto ISTAT 2023” 1

o   l’introduzione dei 4 capitoli

o   approfondimenti su:

§  calo demografico

§  istruzione e occupazione, occupazione femminile

§  abbandono scolastico

§  livelli di apprendimento

 

PREMESSA

 

Richiamando i precedenti articoli sul “Rapporto ISTAT 2022” 2 e sui rapporti annuali dello stesso ISTAT (ma anche dell’ASviS) sul B.E.S. ,“Benessere Equo e Solidale” 3, presento di seguito alcuni estratti dal “Rapporto ISTAT 2023” 1, scegliendo argomenti attigui ma non coincidenti a quelli in precedenze da me evidenziati, e finalizzati anche ad offrire un utile sfondo ad altri interventi su questo numero di ”Utopia21” (aggiornamento della ricerca “tra-i-laghi” e recensione su Luca Ricolfi).

 

Prima di passare alla rassegna degli estratti, confermo brevemente due considerazioni generali che avevo formulato a proposito del Rapporto 2022 2, e cioè

-       la “… emancipazione della statistica … dallo stereotipo del ‘Mezzo Pollo di Trilussa’ (ovvero i dati medi che nascondono le disuguaglianze), perché le indagini mirate ai fronti specifici del disagio sociale … si affiancano alla sofistica articolazione dei dati in classi dimensionali, sottogruppi, ‘cluster’ ”, con “una elevata attenzione a differenze, disuguaglianze e divari (cioè alla sostanza dei conflitti che pervadono il tessuto sociale) e non solo ai dati complessivi del ‘PIL’ e dell’andamento dell’economia nazionale”

-       l’ideologia sottesa … mi sembra che assomigli a quella che … ho chiamato ‘ideologia Ursula’ (cioè, europeista, inclusiva, ambientalista, ecc.), cioè ben lontana sia dal neo-liberismo selvaggio, sia dalle forme di sovranismo xenofobo che vanno per la maggiore nei favori degli elettori … .

 

 

ESTRATTI DAL “RAPPORTO ISTAT 2023”

 

INTRODUZIONI DEI 4 CAPITOLI

 

CAPITOLO 1 L’ITALIA TRA EREDITÀ DEL PASSATO E INVESTIMENTI PER IL FUTURO

CAPITOLO 2 CAMBIAMENTI NEL MERCATO DEL LAVORO E INVESTIMENTI IN CAPITALE UMANO

CAPITOLO 3 CRITICITÀ AMBIENTALI E TRANSIZIONE ECOLOGICA

CAPITOLO 4 IL SISTEMA PRODUTTIVO TRA RESILIENZA E INNOVAZIONE

 

CAPITOLO 1 L’ITALIA TRA EREDITÀ DEL PASSATO E INVESTIMENTI PER IL FUTURO

Terminato nel primo trimestre 2022 lo stato di emergenza sanitaria nazionale, sono emersi nuovi elementi di criticità. Il forte rincaro dei prezzi dell’energia e delle materie prime, accentuato dal conflitto in Ucraina, ha condizionato l’evoluzione dell’economia, con rilevanti aumenti dei costi di produzione per le imprese e dei prezzi al consumo per le famiglie. Nonostante l’attenuarsi della fase più critica della crisi energetica nel primo trimestre 2023, l’andamento dell’inflazione condizionerà l’evoluzione dei consumi e dei salari reali nel prossimo futuro. Non mancano, tuttavia, segnali favorevoli. Nel 2022 è proseguita la fase di recupero dell’attività produttiva iniziata nel primo trimestre 2021. A fine anno, il saldo commerciale è tornato in attivo. Dati incoraggianti arrivano dal mercato del lavoro, dove all’aumento degli occupati si è associata la diminuzione dei disoccupati e degli inattivi. Nel primo trimestre 2023, si registra una dinamica congiunturale positiva per il Pil, superiore a quella delle maggiori economie dell’Unione europea, trainata soprattutto dal settore dei servizi. La manifattura mostra invece segnali di rallentamento. Sul fronte demografico, gli effetti dell’invecchiamento della popolazione si fanno sempre più evidenti: il consistente calo delle nascite registrato nel 2022, rispetto al 2019, è dovuto per l’80 per cento alla diminuzione delle donne tra 15 e 49 anni di età e per il restante 20 per cento al calo della fecondità. L’invecchiamento è destinato ad accentuarsi nei prossimi anni, con effetti negativi sul tasso di crescita del Pil pro capite. Investendo sulle nuove generazioni, si può fare in modo che l’insufficiente ricambio generazionale sia in parte compensato dalla loro maggiore valorizzazione. Gli indicatori che riguardano il benessere dei giovani in Italia sono ai livelli più bassi in Europa. Le notevoli risorse finanziarie messe in campo per uscire dalla crisi dovrebbero supportare investimenti che accompagnino e rafforzino il benessere e le competenze dei giovani nelle diverse fasi dei loro percorsi, intervenendo fin dai primi anni di vita.

 

CAPITOLO 2 CAMBIAMENTI NEL MERCATO DEL LAVORO E INVESTIMENTI IN CAPITALE UMANO

Gli scenari demografici più recenti mettono in luce come entro i prossimi venti anni in Italia vi sarà una riduzione consistente della popolazione in età di studio e di lavoro. Tuttavia, la contrazione della platea di studenti può essere mitigata dalla diminuzione degli abbandoni nelle scuole secondarie superiori e da un aumento dei tassi di partecipazione all’istruzione universitaria. In entrambi i casi si sono registrati progressi significativi già nell’ultimo decennio, ma la distanza dai paesi più virtuosi dell’Unione europea è ancora ampia, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Inoltre, le maggiori criticità di queste ultime riguardano anche le competenze dei diplomati, che risultano in media più basse rispetto a quelle misurate al Centro-Nord. Quasi un quinto dei giovani tra 15 e 29 anni in Italia non lavora e non studia (il dato più elevato tra i paesi Ue dopo la Romania), e fino a un terzo in Sicilia. Favorirne l’ingresso nel sistema formativo e nel mercato del lavoro potrebbe contribuire a ridurre la dissipazione del capitale umano dei giovani, risorsa sempre più scarsa nel prossimo futuro. Gli effetti del calo della popolazione in età da lavoro e dell’invecchiamento sono apprezzabili già oggi. Nonostante il recente andamento favorevole dell’occupazione, l’Italia si colloca ancora all’ultimo posto in ambito europeo e, al tempo stesso, detiene il primato (dopo la Bulgaria) per l’elevata età media degli occupati. L’aumento dei tassi di occupazione, in particolare per i giovani e le donne, potrebbe compensare la perdita prevista nel numero di occupati per effetto della dinamica demografica. Gli effetti delle tendenze demografiche sul mercato del lavoro non vanno intese dunque come un destino ineluttabile. Il nostro Paese può conseguire ampi margini di contenimento degli effetti sfavorevoli della dinamica demografica agendo sul recupero dei ritardi strutturali. In questa prospettiva, per competere nella società della conoscenza, è fondamentale l’investimento in capitale umano e l’impiego di professionalità qualificate, unitamente alla modernizzazione del sistema produttivo.

 

CAPITOLO 3 CRITICITÀ AMBIENTALI E TRANSIZIONE ECOLOGICA

Vivere senza depauperare i sistemi naturali da cui traiamo risorse e senza oltrepassare le loro capacità di rigenerazione sono i presupposti per la sostenibilità dello sviluppo. Sempre maggiore attenzione e consapevolezza dei problemi ambientali è espressa dalla popolazione del nostro Paese che nel 2022 per oltre il 70 per cento considera il cambiamento climatico o l’aumento dell’effetto serra tra le preoccupazioni prioritarie. L’attenzione per i bisogni presenti e per quelli delle future generazioni dovrebbe permeare l’azione degli operatori economici e la progettazione delle politiche pubbliche a livello nazionale e locale, anche in considerazione dei cambiamenti normativi e delle opportunità già disponibili (Green Deal, Recovery Fund, RePower Eu). Tra le maggiori criticità dell’ambiente italiano, il capitolo dedica attenzione alla scarsità delle risorse naturali, con particolare riguardo all’acqua. Nel 2022 la riduzione delle precipitazioni contestualmente all’aumento delle temperature ha fatto registrare una riduzione della disponibilità idrica nazionale che ha raggiunto il suo minimo storico, quasi il 50 per cento in meno rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020. Alcune delle azioni messe in campo per attenuare l’impatto dell’uomo sull’ambiente hanno avuto esiti positivi. In particolare il calo delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento dell'aria e l’espansione dei boschi e delle aree protette, sia terrestri sia marine. Altre, come lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e la gestione dei rifiuti urbani, nonostante i progressi fatti, richiedono di intensificare gli sforzi per accelerare la transizione verso un’economia circolare. Il capitolo analizza gli effetti prodotti sulla capacità di spesa delle famiglie dalla forte crescita dei prezzi dei prodotti energetici per poi ampliare lo sguardo sul tema più generale della povertà energetica in un contesto di transizione ecologica giusta e sostenibile (Just Transition).

 

CAPITOLO 4 IL SISTEMA PRODUTTIVO TRA RESILIENZA E INNOVAZIONE

Nei primi mesi del 2022, all’uscita dall’emergenza sanitaria, il sistema produttivo italiano ha dovuto fare fronte, senza soluzione di continuità, all’emergere di nuovi fattori di crisi di natura politica, economica e ambientale. Il mondo delle imprese italiane ha mostrato una notevole capacità di resilienza agli shock originati dall’incremento dei prezzi dei beni importati, e in particolare dai prodotti energetici: ha trasferito sui prezzi di vendita l’aumento dei prezzi degli input produttivi, ma al contempo ha avviato anche strategie più complesse per rafforzare la competitività e incrementare l’efficienza energetica. Nel corso del 2022 si è registrato un ampio recupero delle esportazioni, fortemente penalizzate durante la fase più acuta della pandemia. La partecipazione alle catene globali del valore si accompagna a una maggiore competitività sui mercati internazionali, ove quest’ultima è strettamente legata anche alla capacità di innovare e di investire in conoscenza. Le imprese innovative godono di significativi vantaggi nelle performance economiche e nella propensione all’export, anche a parità di dimensione media di impresa. Gli incentivi pubblici alla R&S, con il meccanismo del credito di imposta, sono uno stimolo efficace, ma selettivo, alla crescita della produttività totale dei fattori, in particolare per le imprese esportatrici manifatturiere e multinazionali. Alcuni segnali di evoluzione digitale si rilevano per le istituzioni non profit, un settore che negli anni della crisi economica e dell’emergenza sanitaria ha avuto un ruolo centrale nel cogliere le esigenze dei territori e nel rispondere tempestivamente ai bisogni sociali, anche adottando modalità innovative. Nei primi mesi del 2023, e quindi appena fuori dalla fase più acuta della crisi energetica, una quota rilevante di imprese italiane nella manifattura e nei servizi di mercato ha dichiarato di aver intrapreso o pianificato l’adozione di strategie di sviluppo sostenibile. Ulteriori evidenze descrivono comportamenti virtuosi nel campo dell’innovazione eco-sostenibile. Tuttavia, sul sistema produttivo italiano pesano, oltre agli scenari economici globali incerti e instabili, la sua elevata frammentazione e la sua scarsa propensione a investire, soprattutto da parte delle imprese piccole e micro.

PER GLI APPROFONDIMENTI SI RIMANDA AL SITO universauser 

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