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domenica 28 gennaio 2024

UTOPIA21 - GENNAIO 2024: IL RAPPORTO ASVIS TERRITORI 2023

 


Se l’Italia nel suo insieme rimane lontana dagli Obiettivi ONU 2030, anche i singoli territori regionali e provinciali mostrano ritardi ed arretramenti, con poche eccezioni, e nel contempo le divaricazioni tra situazioni migliori e peggiori aumentano su diversi fronti oppure restano stazionarie (mostrando così i limiti delle politiche di coesione). Il rapporto ASviS Territori integra il Rapporto nazionale non solo con dati sistematici sulle realtà locali, ma anche con articolate proposte operative, destinate probabilmente ad uno scarso ascolto.

 

 

Sommario:

-       premessa; aspetti emergenti: le valutazioni sui programmi di coesione e le proposte di accelerazione dell’AsviS

-       le analisi a scala regionale e provinciale: gli estratti per la Lombardia

-       una mia comparazione tra cinque province campione

-       altri contenuti del rapporto: le mappe dei rischi…

-       … e le buone pratiche locali

appendice I: il comunicato stampa dell’ASviS

appendice II: commenti e grafici dal rapporto ASviS, relativi alla Lombardia

In corsivo i commenti più personali

 

 

 

PREMESSA; ASPETTI EMERGENTI: LE VALUTAZIONI SUI PROGRAMMI DI COESIONE E LE PROPOSTE DI ACCELERAZIONE DELL’AsviS

 

 

Pubblicata a breve distanza dal “Rapporto ASviS 2023” 1,2, la quarta edizione del “Rapporto ASviS territori” 3 ne riprende ed integra le valutazioni complessive sulle difficoltà dell’Italia nel cammino incerto verso gli obiettivi ONU 2030, e rinnova, con qualche modifica metodologica, l’analisi dell’andamento delle singole Regioni e Province autonome lungo tali percorsi, con qualche approfondimento anche sui risultati per le singole Province e Città Metropolitane.

Si rileva anche lo spostamento dal Rapporto “nazionale” a quello “territori” (nel capitolo 2) dei “grafici iper-sintetici a forma di freccia”, con i colori “semaforici”, relativi all’andamento dell’intera Italia.

Il Rapporto Territori 3 può essere recepito nella sua forma integrale di oltre 300 pagine, nella sintesi di 14 pagine, nelle “Schede” per le singole Regioni e Provincie autonome, ed ancora nel sintetico “Comunicato Stampa”, che riproduco in appendice a questo mio breve commento, a titolo di riassunto.

 

A mio avviso, oltre alla notevole massa dei dati ed alla sistematicità dei confronti (capitoli 2 e 5), che risulta costante nelle successive edizioni dei Rapporti, nel Rapporto Territori 2023 emergono soprattutto:

-       (nel capitolo 3) la valutazione sulla efficacia e soprattutto sulla diffusa inefficacia dei diversi programmi europei e nazionali finalizzati negli ultimi anni e decenni al riequilibrio territoriale, a partire dalla “coesione territoriale europea” e comprendenti inoltre la Strategia Nazionale Aree Interne, le politiche per la montagna, il programma nazionale Metro plus e le città medie del Sud, nonché la Strategia per lo Sviluppo urbano sostenibile (SUS) nei Programmi regionali, parte dei quali rifluiti nel P.N.R.R., il quale rischia però di ripeterne i motivi di fallimento, tra i quali lo scarso coordinamento degli interventi [1];

-       (nel capitolo 6) la riformulazione, più organica che in passato, delle proposte dell’ASviS, di metodo e di contenuto, per una effettiva “strategia” di accelerazione verso gli obiettivi ONU 2030, articolate come segue:

o   Governo del territorio (con nuova legge generale) e rigenerazione urbana contro il consumo di suolo [2]

o   Politiche abitative

o   Decarbonizzazione dei trasporti

o   Servizi ecosistemici

o   Qualità dell’aria

o   Infrastrutture verdi nelle città

o   Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, a partire dagli insediamenti urbani

o   Prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico.

 

Si tratta di proposte che l’ASviS tende ad attuare, con alterni risultati - vedi capitolo 1 - anche nella collaborazione diretta con singole regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Veneto), che come altre si sono già dotate di “strategie regionali” verso gli obiettivi ONU 2030, e che vorrebbe proporre anche al Governo, in spirito di servizio, ricavandone finora – a mio avviso - generiche promesse e sostanziale disattenzione: anche perché  l’insieme delle proposte corrisponde nei fatti ad un programma alternativo alle politiche governative, come l’ASviS stessa talora conferma nel testo del Rapporto, vedi ad esempio la questione del Reddito di Cittadinanza oppure quella dei biocarburanti.

Tale discrasia è risultata però attenuata ed ovattata nell’evento di presentazione 4 del Rapporto Territori 2023 il 13 dicembre presso la sede del CNEL, sia per il saluto encomiastico del Presidente del CNEL Renato Brunetta, sia per l’intervista registrata del professor Giovannini al ministro Fitto, cui sono state rivolte domande solo sul metodo, soprattutto riguardo al coordinamento dei Fondi di Coesione Europei (in corso di assegnazione alle Regioni) con il PNRR e con la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, e senza rimarcare – ad esempio – la mancata riconvocazione del Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane; e nessuna domanda nel merito delle risorse assegnate – e soprattutto NON assegnate - dalla Legge di Stabilità.

Essendo invece chiaro, dai testi dell’ASviS, che le risorse ordinarie, pur incrementate dal PNRR, non risultano sufficienti per i propositi di “grande accelerazione” verso gli obiettivi ONU 2030.

 

 

LE ANALISI A SCALA REGIONALE E PROVINCIALE: GLI ESTRATTI PER LA LOMBARDIA

 

Confermando ancora una volta, e risparmiando ai lettori, le mie perplessità sulla scelta di alcuni indicatori e sull’utilizzo degli “indicatori compositi” [3] 5, riproduco in Appendice II, dal capitolo 5, alcuni estratti di tali analisi, a titolo di esempio, relativi alla Regione Lombardia, e più precisamente:

-       il commento per esteso sull’andamento pregresso degli indici compositi per l’intera regione

-       i grafici relativi alle tendenze - più o meno convergenti a breve ed a lungo termine - di alcuni “target” verso i “traguardi 2030” (raggruppati in “sociali”, “ambientali”, “economici” e “istituzionali”): tendenze rappresentate da frecce verdi o rosse, con diverse inclinazioni (e come si può constatare, prevalgono le tendenze rosse, ovvero negative).

 

In rapida sintesi, in Lombardia tra il 2010 e il 2022 si registra un leggero miglioramento per otto Goal, ovvero “SDG” (salute, istruzione, parità di genere, energia, lavoro e crescita economica, infrastrutture e innovazione, città e comunità, consumo e produzione responsabili), un peggioramento in tre (povertà, vita sulla terra, giustizia e istituzioni) e andamento stazionario per i restanti tre (agricoltura e alimentazione, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, disuguaglianze).

 

Di seguito invece espongo il grafico sulla situazione, riferita solo all’ultimo anno rilevato, per le singole Province Lombarde (inclusa la Città Metropolitana – CM – di Milano).

 

 

UNA MIA COMPARAZIONE TRA CINQUE PROVINCE CAMPIONE

 

Per facilitare un raffronto sintetico sulle situazioni a livello provinciale, come già avevo elaborato a partire dal Rapporto ASviS Territori 2020 5,6, propongo una tabella (vedi a pagina 5), derivata dal Rapporto Territori 2023 e concentrata sulle medesime 5 provincie, e cioè Milano (Città Metropolitana) con Varese e Novara come “campioni” del Nord (più prossime geograficamente alla redazione di Utopia21) e con Bari e Siracusa come rappresentanti delle condizioni relativamente migliori e peggiori nell’ambito del Sud.

Come indica la successiva Legenda, i colori rappresentano la posizione di ogni singolo territorio provinciale rispetto alla media italiana, per ognuno dei 12 Obiettivi ONU 2030 calcolati dall’ASviS a scala provinciale, distribuendo le provincie in 5 casistiche “posizionali”:

 

Per rendere possibile un confronto diacronico con i risultati del 2022 ho trasformato, in fondo alla tabella, i “colori posizionali” in valori relativi da 1 (rosso) a 5 (verde scuro), esplicitando il punteggio complessivo del Rapporto 2023 e quello del 2022, traducendoli in percentuali e calcolando poi lo scarto tra tali percentuali.

 

Tali scarti (derivanti dalla sommatoria dei “passaggi di posizione” sui singoli “obiettivi” e nei fatti limitati a +1 o -1, perché avvenuti tra “colori” contigui), mostrano una totale stabilità per Milano, Novara, Varese, Bari ed invece un ulteriore peggioramento per Siracusa (come già tra 2020 e 2022, quando il peggioramento riguardava però anche Bari e Varese).

 

 

OBIETTIVO

Varese

Novara

Milano

Bari

Siracusa

3 - SALUTE E BENESSERE

 

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4 - ISTRUZIONE DI QUALITÀ

 

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5 - PARITÀ DI GENERE

 

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6 - ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI

 

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7 - ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE

 

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8 - LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA

 

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9 - IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE

 

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10 - RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

 

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11 - CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

 

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12 – ECONOMIA CIRCOLARE

 

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15 - VITA SULLA TERRA

 

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16 - PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE

 

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PUNTEGGIO POSIZIONALE – RAPPORTO 2022

 

35/60 = 58%

38/60 = 63%

45/60 = 75%

30/60 = 50%

17/60 = 28%

PUNTEGGIO POSIZIONALE – RAPPORTO 2023

 

35/60 = 58%

38/60 = 63%

45/60 = 75%

30/60 = 50%

15/60 = 25%

VARIAZIONE PERCENTUALE DEL PUNTEGGIO POSIZIONALE – 2022 - 2023

 

ZERO

ZERO

ZERO

ZERO

-       3%

 

LEGENDA COLORI: SOPRA = MIA RIELABORAZIONE; SOTTO = ORIGINALE ASVIS

 

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ALTRI CONTENUTI DEL RAPPORTO: LE MAPPE DEI RISCHI …

 

Come negli anni precedenti, le analisi territoriali del Rapporto sono integrate anche da un insieme sistematico di “mappe del rischio” (capitolo 4), redatto da un’equipe dell’I.S.P.R.A. e fondato su dati di fonte I.S.P.R.A. ed altri Enti (per lo più già noti), riferito a

- Rischio sismico e vulcanico

- Rischio idrogeologico (Alluvioni, Frane)

- Rischio siccità e desertificazione

- Rischio incendi e ondate di calore 

- Rischio stabilimenti pericolosi.

Da tale materiale ritengo significativo, in quanto molto preoccupante, riprodurre la seguente nuova tabella, relativa alla disponibilità nazionale di risorse idriche, riferita agli ultimi decenni:

 

 

…E LE BUONE PRATICHE LOCALI

 

La parte finale del Rapporto (capitolo 7) è invece destinata alla raccolta di “buone pratiche dei territori”, segnalate dagli aderenti all’ASviS e selezionate (31 su 66 candidature) da una apposita Commissione Giudicatrice, descritte in altrettante schede sistematiche, nonché dagli esiti del “premio Giusta transizione” promosso da ASviS e giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Il premio è destinato alla persona, associazione o impresa capace di favorire in modo significativo l’evoluzione verso un’economia ambientale sostenibile, tenendo conto dell’impatto sociale”, che ha selezionato 1 vincitore e 3 menzioni su 30 partecipanti.

 

Tra le 31 “buone pratiche”, 3 sono state illustrate durante la “Presentazione” del 13 dicembre e mi sembra utile accennare qui alle seguenti due, su cui – pur apprezzandole – manifesterei qualche perplessità:

-       Smart co-working in Pontremoli: l’iniziativa, sviluppata da alcuni giovani a cavallo del periodo pandemico e poi recepita dal Comune, prevede una offerta integrata di servizi materiali ed immateriali per facilitare l’insediamento, temporaneo o permanente, di lavoratori a distanza in un piccolo centro urbano in declino demografico (che però a mio avviso non è un borgo disperso, ma uno dei capoluoghi della Lunigiana, con accesso all’autostrada Parma-Spezia, a mezzora dal Mar Tirreno). Il risultato è di 200 lavoratori coinvolti nel giro di qualche anno, di cui una ventina divenuti o in procinto di divenire cittadini di Pontremoli (non mi sembra molto su 7.000 abitanti).

-       “Percorsi”, un intervento nel torinese a cura del Fondo Pio della Fondazione Sanpaolo a favore di studenti del 4° e 5° anno delle scuole superiori ed incentivati a laurearsi con contributi per un massimo di 6.000 € (per tasse scolastiche, libri e strumenti informatici, trasporti, ecc.): anche se la Fondazione ha rilevato un effettivo successo dell’operazione, mi chiedo quanto un importo simile possa essere decisivo a fronte dei costi di mantenimento e di alloggio (vedi anche le mie osservazioni sulla proposta di dote ai diciottenni del Forum Disuguaglianze).

 

aldovecchi@hotmail.it

 

NELLE PAGINE SEGUENTI LE APPENDICI I E II

 

 

 

 

Fonti:

1.    https://asvis.it/rapporto-2023/

2.    Aldo Vecchi - IL RAPPORTO ASVIS 2023 - su Utopia21, novembre 2023 https://drive.google.com/file/d/1CE2KjFA0yIsyVFsm1I8L_bcG3S07l_9c/view?usp=drive_link

3.    https://asvis.it/rapporto-territori-2023-/

4.    https://www.youtube.com/watch?v=P6SpGGI85RY

5.    Aldo Vecchi - I RAPPORTI ASVIS 2020 E I TERRITORI – su Utopia21, maggio 2021 - https://drive.google.com/file/d/1ah-wVbDE_u-1DBMIet-ouSfLvoZnCB6-/view?usp=sharing

6.    Aldo Vecchi - IL RAPPORTO ASVIS 2022 E I TERRITORI - su Utopia21, gennaio 2023 - https://drive.google.com/file/d/1UvETvT5Ov_SEuZoKe_FzCcn4qAPX7HNK/view?usp=share_link

 

 


 

APPENDICE I:

IL COMUNICATO STAMPA DI ASVIS

 

ASVIS: IL RAPPORTO TERRITORI 2023 PRESENTATO OGGI MOSTRA LE CATTIVE PERFORMANCE DI QUASI TUTTE LE REGIONI RISPETTO AGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE E UN AUMENTO DELLE DISUGUAGLIANZE TERRITORIALI. OCCORRE INTERVENIRE CON URGENZA PER RIDURRE I DANNI DOVUTI AL CAMBIAMENTO CLIMATICO, RIVEDERE IN PROFONDITÀ LA POLITICA DI COESIONE E DARE COERENZA AGLI INTERVENTI PER LE CITTÀ, LE AREE INTERNE E LA MONTAGNA, UTILIZZANDO L’AGENDA 2030 COME QUADRO DI RIFERIMENTO COMUNE PER TUTTE LE POLITICHE PUBBLICHE.

 

Tra il 2010 e il 2022 gran parte delle Regioni italiane non hanno fatto passi avanti soddisfacenti rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) dell’Agenda 2030 dell’Onu …. : solo per due Obiettivi, salute ed economia circolare, si registra un miglioramento generalizzato, mentre peggiorano le condizioni di quasi tutte le Regioni per quattro Obiettivi (povertà, qualità degli ecosistemi terrestri, risorse idriche e istituzioni), a fronte di una sostanziale stabilità per gli altri. Rappresentano una eccezione positiva la Valle d’Aosta e la Toscana, mentre tra quelle che mostrano le peggiori performance si segnalano il Molise e la Basilicata, che presentano arretramenti rispetto al 2010 per ben sei Obiettivi. Aumentano anche le disuguaglianze territoriali: complessivamente, le differenze di performance tra territori crescono per sette Obiettivi …. , diminuiscono solo per due e restano invariate per cinque. È quanto emerge dal quarto Rapporto sui Territori, pubblicato …. dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che contiene numerose analisi su diversi fenomeni rilevanti per la condizione delle diverse aree del Paese - il governo del territorio e la rigenerazione urbana, le politiche abitative, la decarbonizzazione dei trasporti, il potenziamento dei servizi ecosistemici, il miglioramento della qualità dell’aria le infrastrutture verdi, l’adattamento dei centri urbani al cambiamento climatico e la prevenzione del dissesto idrogeologico - e avanza varie proposte per realizzare politiche territoriali orientate allo sviluppo sostenibile e al superamento delle forti e crescenti disuguaglianze che caratterizzano l’Italia.

….

“Con il Rapporto Territori 2023 l’ASviS illustra cosa è successo in Regioni e Province autonome, Province e Città Metropolitane nella prima metà del percorso trascorso dalla firma dell’Agenda 2030 nel 2015 e indica cosa dovrebbe succedere per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile riducendo le gravi disuguaglianze territoriali esistenti - ha dichiarato il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini. – In base alla dichiarazione politica approvata al Summit dell’Onu del 18-19 settembre dedicato allo stato dell’Agenda 2030, il Governo italiano deve predisporre urgentemente un ‘Piano nazionale di accelerazione’ in grado di migliorare decisamente i risultati, molto insoddisfacenti, conseguiti finora dall’Italia, anche per contrastare l’aumento delle disuguaglianze territoriali che il Rapporto evidenzia. Per questo, l’ASviS propone di definire il Piano entro marzo 2024, in modo da poter influenzare la predisposizione del prossimo Documento di Economia e Finanza. Su questi argomenti portiamo oggi all’attenzione delle forze politiche numerose proposte”.

Insieme all’analisi quantitativa e qualitativa dei diversi Obiettivi dell’Agenda 2030 …. , il Rapporto affronta diverse questioni da cui dipende la possibilità di migliorare significativamente la sostenibilità dei territori italiani dal punto di vista economico, sociale e ambientale, colmare le fortissime disuguaglianze che li caratterizzano e affrontare i numerosi rischi che insistono su persone e imprese, tra cui quelli sismici, vulcanici, idrogeologici, siccità e desertificazione, incendi e ondate di calore, incidenti in impianti industriali.

Ad esempio, sono oltre 621mila le frane censite sul territorio italiano, il 66% di quelle complessivamente rilevate in Europa, mentre gli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante sono 970, molti dei quali si trovano in zone sismiche e di fragilità idrogeologica.

 

“L’attenzione ai rischi naturali e antropici deve diventare centrale nel disegno delle politiche e l’allocazione degli investimenti, a ogni livello, dando coerenza alle decisioni prese su scala nazionale e a quelle degli enti territoriali - afferma il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini. – La politica di coesione va reimpostata con l’obiettivo di ridurre drasticamente i divari del Mezzogiorno e raggiungere chiari traguardi al 2030, utilizzando l’Agenda 2030 come riferimento comune. La scelta del Governo di unificare la programmazione del PNRR e quella dei fondi europei e nazionali del ciclo 2021-2027 va nella giusta direzione ma deve assumere in modo esplicito, come quadro di riferimento, le Strategie nazionale e regionali per lo sviluppo sostenibile elaborate in questi anni dalle Regioni, anche con l’assistenza dell’ASviS, e superare i suoi tre limiti atavici e ben noti: la mancanza di complementarità con le politiche ordinarie, la polverizzazione degli interventi e la cattiva qualità delle strutture di governo nazionali e regionali”.

 

Il Rapporto dedica particolare attenzione anche alle Strategie per lo sviluppo urbano sostenibile, inserite nei Programmi regionali delle politiche di coesione, e agli altri programmi dedicati alle città, finanziati complessivamente con più di 8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Si tratta di un’occasione unica per integrare tutti i finanziamenti (PNRR, politiche ordinarie) attraverso l’elaborazione di una Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile, di cui quella elaborata nel 2022 dal ministero delle Infrastrutture e la mobilità sostenibili costituisce un primo esempio.

A tal fine, va finalmente attivato il Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU) ricostituito nel 2021 e finalizzato a rappresentare la dimensione urbana della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

 

“Le analisi e le proposte che l’ASviS porta oggi all’attenzione del Paese confermano il persistente malfunzionamento dei tanti piani di intervento adottati per colmare le distanze tra i territori, un prerequisito per affermare uno sviluppo equo e sostenibile dell’Italia - ha affermato la presidente dell’ASviS, Marcella Mallen. “Invitiamo il Governo ad attuare subito

la nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS), approvata a settembre, che si pone l’obiettivo di migliorare la coerenza delle politiche, sia a livello nazionale, sia tra quest’ultimo e quello territoriale, attraverso un modello di governance multilivello. Un modello alla cui realizzazione l’ASviS contribuisce, insieme alle reti della società civile, mettendo a disposizione anche la propria esperienza, maturata anche nell’assistenza fornita in questi anni a diverse Regioni e Città Metropolitane, tra cui Emilia-Romagna, Lombardia, Valle d’Aosta, Veneto e Bologna”.

 

Senza un deciso cambiamento delle politiche, molti degli Obiettivi dell’Agenda 2030 non saranno raggiunti, come mostra il confronto, per 24 obiettivi quantitativi, tra i risultati dell’Italia e quelli delle singole Regioni e Province autonome. In estrema sintesi:

• tra quelli a carattere sociale, 14 Regioni e Province autonome hanno la possibilità di ridurre sotto il 9% la dispersione scolastica e 15 di fornire servizi per l’infanzia per il 33% degli aventi diritto. Di contro, in 12 territori la quota di laureati sta diminuendo, allontanandosi dall’obiettivo del 50% di laureati (in età 30-34 anni);

• per quelli a carattere ambientale, il 25% di SAU destinata a coltivazioni biologiche è raggiungibile da 11 territori su 21. Tra gli obiettivi con forti criticità, si segnalano l’efficienza idrica, la riduzione del 20% dell’energia consumata e l’azzeramento del consumo di suolo, per i quali in circa due terzi dei territori la situazione sta peggiorando, fermo restando che nessuna Regione o Provincia autonoma sembra avere la possibilità di raggiungerli entro il 2030;

• per quelli a orientamento economico, la copertura della rete Gigabit per tutte le famiglie appare raggiungibile da 18 territori. Al contrario, una situazione critica per la riduzione di rifiuti urbani: in 15 territori, infatti, tale produzione sta aumentando e in nessuna area si registrano miglioramenti significativi;

• per i temi a carattere istituzionale, si segnala che, nonostante l’obiettivo di ridurre del 40% la durata dei procedimenti civili, in 12 territori su 21 essa sta aumentando, il che rende irraggiungibile l’obiettivo.

 

 


 

APPENDICE II

COMMENTI E GRAFICI DAL RAPPORTO ASVIS, RELATIVI ALLA LOMBARDIA

 

Regione Lombardia - Indici compositi della regione

 

In Lombardia tra il 2010 e il 2022 si registra un leggero miglioramento per otto Goal (3, 4, 5, 7, 8,9, 11 e 12):

• per la salute (Goal 3) diminuiscono le persone che fanno uso abituale di alcol (-5,0 punti percentuali) e si riduce la probabilità di morire per malattie non trasmissibili (-1,9 punti percentuali tra il 2010 e il 2020);

• per l’istruzione (Goal 4) aumentano gli alunni con disabilità nella scuola secondaria di primo

grado (+1,6 punti percentuali tra il 2010 e il 2021) e la quota di laureati (+8,4 punti percentuali);

• per la parità di genere (Goal 5) l’incremento delle donne nel Consiglio regionale (+15,9 punti percentuali tra il 2012 e il 2022) non è seguito da analoghi progressi degli altri indicatori elementari;

• per l’energia (Goal 7) aumenta l’efficienza energetica (+14,1% tra il 2012 e il 2021), mentre rimane stabile l’uso di energia rinnovabile (pari a 14,2 punti percentuali nel 2021);

• per il lavoro e la crescita economica (Goal 8) si incrementa il reddito pro-capite (+10,8% tra il 2010 e il 2021), ma anche la quota di part time involontario (+2,1 punti percentuali);

• per le infrastrutture e l’innovazione (Goal 9) aumentano la copertura delle famiglie con banda larga (+36,6 punti percentuali) e le imprese con attività innovative (+16,5 punti percentuali tra il 2010 e il 2020);

• per le città e le comunità (Goal 11), la riduzione del superamento del valore limite giornaliero di PM10 (-25 giorni) è accompagnata dall’aumento dell’offerta del trasporto pubblico locale (+22,1%);

• per il consumo e la produzione responsabili (Goal 12) aumenta la raccolta differenziata dei

rifiuti (+24,5 punti percentuali), mentre rimane stabile la produzione dei rifiuti (pari a 479,9 kg nel 2021).

Assenza di crescita per tre Goal (2, 6 e 10):

• per l’agricoltura e l’alimentazione (Goal 2) l’aumento della quota di superficie per agricoltura biologica (+3,4 punti percentuali tra il 2010 e il 2021) è compensato dall’aumento dei fertilizzanti usati per ettaro coltivato (+21,1% tra il 2010 e il 2021);

• per l’acqua pulita e i servizi igienico sanitari (Goal 6) la riduzione delle famiglie che non si

fidano di bere l’acqua del rubinetto (-4,4 punti percentuali) è neutralizzata dalla riduzione

dell’efficienza idrica (-3,8 punti percentuali tra il 2012 e il 2020);

• per le disuguaglianze (Goal 10) aumenta la quota di cittadini non comunitari con un permesso di soggiorno (+13,8 punti percentuali tra il 2011 e il 2022), ma aumenta anche la disuguaglianza del reddito (+1,0 punti tra il 2010 e il 2021).

Un peggioramento per tre Goal (1, 15 e 16):

• per la povertà (Goal 1) peggiora la povertà assoluta a livello di ripartizione Nord-Ovest (pari all’8,5% nel 2022) e la povertà relativa familiare (pari al 5,9% nel 2022);

• per la vita sulla Terra (Goal 15) aumenta la percentuale di suolo consumato (dal 11,9% nel

2012 al 12,1% punti nel 2022), attestandosi al valore più alto d’Italia;

• per la giustizia e le istituzioni (Goal 16) aumentano le truffe e frodi informatiche (+231,4% tra il 2010 e il 2021) e si riduce la partecipazione sociale (-8,7 punti percentuali tra il 2013 e il 2022).

 

 



[1] A dire il vero lo scarso coordinamento è l’unico motivo di fallimento ben esplicitato nelle analisi di ASviS, mentre forse andrebbero approfonditi anche cause più strutturali, dall’entità delle risorse alla qualità delle governance

[2] su questi argomenti vedi anche il mio articolo su questo numero di Utopia21 “Non si ferma il consumo di suolo”

[3] Per rendere concrete le perplessità sugli indicatori, riporto di seguito gli “Indicatori statistici elementari utilizzati per il calcolo degli indici compositi” assumendo ad esempio il Goal 3 relativo alla Sanità:

“Speranza di vita alla nascita Mortalità per tumore (20-64 anni) Mortalità infantile Mortalità evitabile (0-74 anni) Posti letto per specialità ad elevata assistenza Medici specialisti” applicando i quali la situazione in Lombardia (in tempi medio-lunghi: 2010-2022) sembra positiva, perché non si misurano invece la durata delle liste di attesa né i tempi di soggiorno in barella nei Pronto Soccorso e altre grandezze facilmente constatabili dagli utenti.

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