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mercoledì 17 luglio 2013

ANCORA SULLA SOVRANITA’


1 - La deportazione in Kazakistan di una mamma e una figlia innocenti, nella migliore delle ipotesi (ovvero “all’insaputa” del Ministro) indica una efficiente sudditanza degli organi della Polizia di Stato agli ordini dell’Ambasciatore Kazako.
2 – Il voto sugli F35 dei senatori  PD (esclusi Casson, Puppato, Mineo e pochi altri) esplicita la quasi totale assenza di sovranità degli elettori delle primarie del Centro-Sinistra, che a quanto pare avevano votato su linee programmatiche non coincidenti con l’intervento del Senatore Latorre, riassumibile all’incirca così: “il rancio è ottimo ed eccellente” (cioè la spesa per armamenti ci piace proprio, non è solo che accettiamo per tenere in piedi gli accordi di governo delle “larghe intese”).

Ciò non ostante, con abnegazione  e sprezzo del pericolo (mio e dei miei pochi lettori), proseguo la mia esplorazione su alcuni documenti politici pre-congressuali del PD, per i motivi e con i criteri che ho esposto il mese scorso (POST “Dopo le macerie”), pubblicando 2 post su REICHLIN e su CIWATI ED ALTRI.

4 commenti:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    "E la ns sudditanza ad Alfano cosa ti suggerisce?"
    C.C.

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    1. In questo governo la sovranità del PD è già dimezzata, per la logica stessa degli accordi parlamentari; la sovranità degli elettori quindi tende a zero.

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  2. PERVENUTO VIA E-MAIL
    Caro Aldo
    è strano che nonostante le nostre storie siano così diverse (LC versus ML) oggi mi trovo a condividere del tutto quello che dici. Anch'io ho letto Reichlin fino a poco fa, leggo Gallino e Latouche (quello non al pesto storpiato dai beoti grillini), trovo penoso il dibattito, si fa per dire, nella sinistra, ho simpatia per Vendola ma anche lui non ha grandi idee su cosa succede nel mondo, non mi sembra che le proposte di Barca siano anche lontanamente a livello del dibattito sulla forma partito come ai tempi del Manifesto di Rossanda e Pintor. Non vedo come se ne esca.
    Un abbraccio. L.C.

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    1. Caro L.,
      ho l’impressione che siamo in pochi, ma almeno ci sentiamo meno soli.

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