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domenica 3 novembre 2013

LEGGENDO LE MOZIONI CONGRESSUALI


Mi ero permesso di criticare i giornali che avevano trattato solo come riti&colore&folclore le mozioni congressuali del PD, e mi ripromettevo invece di leggerle con attenzione per capire il senso del confronto congressuale.
Adesso che le ho lette (compresa quella di Vendola per il parallelo e divergente congresso di SEL), ho capito solo una cosa, e cioè che il confronto avviene ed avverrà su tutt’altro che sui testi delle mozioni: sulle emozioni mediatiche (dalle dichiarazioni quotidiane al probabile confronto diretto televisivo), sullo scandalo dei pacchetti di tessere, sulla residua credibilità complessiva dei candidati e dei rispettivi entourage, “a prescindere”.
Infatti, anche se una parte dei testi non è priva di qualità letterarie, e parzialmente di contenuti interessanti (in particolare Cuperlo e Civati hanno meglio specificato le loro posizioni su diversi temi, rispetto ai testi che ho in precedenza recensito), l’insieme risulta poco leggibile e per nulla confrontabile, sia per la  mancanza di indici e di schede sintetiche, sia per i toni spesso retorici, dal versante pletorico di Civati (70 pagine: ricorda il programma dell’Unione di Prodi 2006) al versante stringato ma vacuo di Renzi (15 pagine: vedi POST seguente).
Sembrano scritte ognuna per confortare i seguaci già acquisiti e non per convincere altre persone.
L’impressione complessiva è di una valanga di parole (il formato digitale ha perso i freni del costo della stampa) poco collegabili ai fatti, ai concreti comportamenti del PD (dal governo Monti al governo Letta, passando per i 101 congiurati ai danni della candidatura di Prodi al Quirinale, che qualche candidato stigmatizza, ma nessuno tuttora spiega, a partire dagli ignoti 101): anche quando i testi si sforzano di parlare di  tali governi e dei problemi sociali connessi, e della stessa scarsa credibilità del PD.

Non avendo molte speranze che il segretario uscente o altri soggetti neutrali (come il gruppo “Costituente delle idee”) o i giornali, anche di partito, provvedano a rendere confrontabili nel merito le 4 posizioni congressuali (ad esempio riassumendo ognuna in 1 cartella - formato A4, corpo 12 - di “filosofia a tema libero” + 2 cartelle di risposte a specifici quesiti), mi limito, per parte mia ad un assaggio critico analitico sulla sola mozione di Renzi, perché continua ad essere il favorito (vedi POST seguente), assaggio da cui ricavo un grande sconforto: potrò forse un giorno votare Renzi come male minore (penso ancora purtroppo a Berlusconi, ma anche  ad Alfano&C, a Grillo&Casaleggio e purtroppo a molti parlamentari del M5S), ma nel Renzismo non mi ci riconosco per nulla, né nello stile né nei contenuti.
E – malgrado mozioni migliori - non vedo al momento alternative attendibili, né tra i suoi concorrenti nel PD né in SEL:
-          su Cuperlo già ho detto abbastanza male in passato: parla e scrive bene, ma non riesce tuttora a dissolvere l’ombra della conservazione di un vecchio apparato, per altro alquanto a brandelli; come tutti, non sa indicare la via di uscita dalla palude delle larghe intese, però sembra leale verso Letta e perciò non si giova degli slogan sul cambiamento immediato;
-          anche su Civati ho già detto abbastanza male in passato, e tenderei a confermare il giudizio di carenza di visione strategica, non colmato dalla raccolta di (fin troppe) buone parole d’ordine su singole tematiche, dal recupero di vecchi bastian contrari e dall’esile appoggio dell’esile movimento “Occupy PD” (bisognerebbe domandarsi il perché dell’esilità di molti movimenti, in particolare se iniziano per “Occupy”, vedi anche “Occupy Wall Street”): nel PD la crisi post-elezioni ha generato più disaffezione che rivolta, e Civati catalizza poco di tutt’e due
-          su Pittella non so che dire, perché continua a sembrare un out-sider, almeno a sud di Bruxelles ed  nord di Eboli: le sue posizioni sembrano coerentemente di sinistra riformista, ma si fa fatica a comprenderne il bisogno, rispetto alle non distanti espressioni di Cuperlo e Civati
-          su Vendola, si è costretti innanzitutto a parlare di Vendola, della sua personalistica insostituibilità come leader nazionale, mentre continua a governare la Puglia a part-time e a Roma è attorniato da un gruppo dirigente che non riesce a far dimenticare le colpe di Bertinotti verso i governi Prodi 1 e 2; le proposte di riformismo europeista radical/roosveltiano del documento di SEL (che mi piacerebbe molto veder messe alla prova) necessiterebbero di una sinistra di governo italiana ed europea che passa per l’area del PD e del  PSE, ma – dopo la fase Bersani – non si capisce come costruirla, prima ancora di egemonizzarla, eventualmente,  da sinistra e “dal basso”: dubito che siano utili in tale prospettiva parole d’ordine puramente agitatorie come la caduta immediata del governo Letta oppure la difesa a priori della 2^ parte della Costituzione      

Pertanto, se questa è l’aria che tira non so se andrò a votare per queste primarie: il mio comportamento non ha importanza , e non mi preoccupa “se mi si nota di più se sto in disparte”, o viceversa.
Quello che mi preoccupa, oltre i congressi, è che cresce lo sconcerto di fondo, in chi come me si è riconosciuto quale simpatizzante del centro-sinistra (e malgrado tutto anche del PD), per la speranza che una sinistra europea possa porre qualche rimedio ai problemi del mondo, agendo anche a livello dei poteri governativi ed inter-governativi, e non solo al livello locale e molecolare dove bene possono operare anche i movimenti ed i singoli.

2 commenti:

  1. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    aldo, invidio la tua perseveranza, nel tentare di capire il caravanserraglio babelico, che passa per dibattito congressuale, di quel partito che si chiama pd, e che a loro dire dovrebbe essere lerede della più schietta tradizione, del cattolicesimo democratico, della parte migliore del pci, delle forze laiche e progressiste, e chi più ne a più ne metta.
    Francamente a me sembra un pollaio con tanti galli che si azzuffano tra loro.
    Ma questi si ricordano cosa erano icongressi quelli veri, del pci o anche solo della dc, o anche i nostri in cui uomini in carne e ossa si facevano portatori di istanze idee, interessi veri, e non sempre giusti, vedi quelli della dc, ma che avevasno almeno la dignita di parlare di cose vere.
    Ri-citando il grande toto, ma mi faccia il piacere.
    hasta T.

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  2. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    Ti ho seguito fin dalla nascita del blog, seguito in un percorso, a volte, talmente asceso e settoriale da rinunciare solo dopo pochi passi… a tenere il passo :-)
    Ma questa tua riflessione porta dritto alla questione che più mi interessa: perché ancora votare e per chi.
    Io ho viaggiato molto in questi ultimi anni, visitato tutte le più grandi capitali europee; ultima in ordine di tempo: Amsterdam.
    Sono “tornato” da questi viaggi con la convinzione che veramente l’Italia è vent’anni indietro all’Europa: a Parigi come a Londra, a Stoccolma come a Amsterdam
    Vent’anni o forse 10 o magari 30; e altro tempo ci vorrà per recuperare questo gap.
    Ma non è colpa di B. e neanche del berlusconismo: è colpa nostra, colpa di un popolo che non ha la minima consapevolezza civica. Forse l’esempio sbagliato, di comportamenti non certo virtuosi (sono umile), ci proviene dall’alto: ma quasi tutti noi, se ne avessimo la possibilità imiteremmo i nostri politici: lo fa il pediatra, l’oculista e il ginecologo che non ti rilascia la fattura, lo fa il carrozziere che si prende in nero 4000 euro.
    Cosa chiedere allora oggi allo Stato?
    Io mi accontento di uno Stato che mi garantisca i servizi: che investa su ospedali, scuole, trasporti (che treni ad Amsterdam: moderni, tecnologici e puntuali!); mi accontento di un Governo che faccia la riforma della giustizia, che finanzi la ricerca e la cultura.
    A chi dare il voto? Al partito o movimento che mi garantisca la massima “rottura" con l’ancien regime. Il candidato del PD meno imbrigliato nell’apparato mi sembra Renzi.
    Per dirla come il dott. Pangloss: non è il candidato migliore, ma è il migliore candidato disponibile oggi. E lo dico sapendo che, neanche un anno fa, quando Le Scienze fece le classiche 10 domande sui valori di fondo (staminali, testamento biologico, OGM, diritti delle coppie di fatto, matrimoni gay), nell’80% delle risposte mi trovavo d’accordo con Bersani non certo con Renzi.
    Ma se qualche fatto potrà seguire al fiume di parole del sindaco di Firenze… allora io lo voterò.
    E non escludo neppure il M5S, anche se dopo la vexato questio del negazionismo, capisco che questi “ragazzi” hanno bisogno di una guida diversa.
    Ciao Aldo
    CC

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