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domenica 3 novembre 2013

UN ASSAGGIO DELLA MOZIONE DI RENZI

Come campione del documento congressuale presentato da Matteo Renzi, prendo il tema del Lavoro, sia perché qui era atteso il nuovo Renzi, rispetto a quello schierato con Pietro Ichino (&C) nel 2012 (Ichino che si è poi schierato con Monti) e quindi contro l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (ad esempio), sia perché tutto sommato è un tema trattato in modo abbastanza compatto nel testo Renzi 2.0 in esame (però nel capitolo “Noi vogliamo cambiare verso al PD”), mentre altri temi sono sbocconcellati qua e là (la giustizia, ad esempio, ove la questione della custodia cautelare e solo accennata, e la responsabilità civile dei giudici per nulla, salvo diventare improvvisamente centrale nel successivo comizio di chiusura alla Leopolda); riassumo le proposte:
-          Vanno cambiati i centri per l’impiego
-          Va rivoluzionata la formazione professionale
-          Troppe norme: ridurre a poche, tradotte in inglese
-          Troppi sindacati e troppi sindacalisti (però il sindacato ha ruolo insostituibile): occorre legge sulla rappresentanza e certificare i bilanci dei sindacati
-          Viva Internet come fonte di sviluppo
-          Piano del lavoro: da scrivere per il prossimo 1° maggio, aggregando idee come
    o   Sgravi fiscali triennali per le assunzioni di giovani
          o   Investimento necessario per chi si trova all’improvviso a 50 anni senza lavoro.
Mi pare un elenco senza capo né coda, un po’ cerchiobottista, e privo sia di chiari orientamenti politico-sociali (ha ragione Marchionne oppure Landini?) sia di solidi orizzonti economici (come si esce dalla crisi?) sia di contenuti riconoscibili (troppe norme: quali tagliare?) ed operativi (sugli incentivi alle assunzioni, cosa cambiare rispetto al flop della legge “Giovannini” che ha raccolto circa 10.000 adesioni contro 100.000 finanziate e previste? quale investimento per i disoccupati cinquantenni?).

In tutto il documento, poi, non ho capito chi sia il soggetto “noi” (“Noi vogliamo cambiare verso al PD”):
-          non è il PD (complemento oggetto del cambiamento),
-          non dovrebbero essere i “renziani”, perché “non esistono” (si è contro le correnti):
-          che sia il plurale maiestatis di “IO”?
-          oppure l’insieme simpatetico di “Voi, elettori che mi amate e seguite, ed IO che Vi guido”?
Penso si possa cogliere un vago sentore di populismo.
Però piace a molti.

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