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venerdì 26 giugno 2015

PERMAFROST ASTENSIONISTA

Il calo di consensi a Renzi ci risparmia una nuova cavalcata di opportunisti che convergono al centro, ma, purtroppo, toglie speranze riguardo ad una profonda ristrutturazione del centro-destra post Berlusconi, così come ad una effettiva maturazione del dibattito alla base del M5S, processi che un proseguire dei successi renziani forse avrebbe innescato: su entrambi i fronti viene premiata ancora la propaganda, con svariate aggravanti nel caso di Salvini.

Mentre la platea degli elettori attivi si restringe, e sul tendenziale 50% congelato nell’astensione inutilmente i vari pretendenti accampano diritti territoriali (come nelle mappe dell’Antartide, diviso a fette dalle potenze che non riescono nei fatti a possederlo), che spazio e prospettive restano per chi sta a sinistra di Renzi  (e ipotizza nuovi soggetti), oltre a far perdere Renzi?
Fatti salvi i tempi, a mio avviso necessariamente geologici, di una “coalizione sociale” (anche oltre Landini), che si traduca in un nuovo magma, capace di sciogliere anche il “permafrost”* astensionista.

*Da Wikipedia:  Il permafrost, o permagelo, è un terreno tipico delle regioni dell'estremo nord europa dove il suolo è perennemente ghiacciato (non necessariamente con presenza di masse di acqua congelata). Convenzionalmente con questo termine si indica un terreno ghiacciato da almeno due anni.


1 commento:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    il 50% astensionista merita un lavoro profondo, nostro, di analisi approfondita; forse i tempi possono non essere geologici, magari non per lo stato ma per nuclei (fochi) di resitenza riorganizzata,in europa, forse sì
    G.P.

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