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lunedì 31 agosto 2015

MENTRE RENZI SBANDA NELLA SVOLTA SULLE TASSE PER LA CASA, C’E’ SPERANZA DI ALTERNATIVA?

A fronte dei ribaditi proclami di Renzi sul taglio delle tasse a partire da IMU/TASI su tutte le prime case (non pienamente replicati dai ministri né dai parlamentari filo-renziani), l’opposizione interna al PD ha espresso pacati ragionamenti alternativi e complementari, ben raccontati dall’ex-capogruppo alla Camera Roberto Speranza in un articolo su “Il Foglio” del 20 agosto (c’è da chiedersi, per inciso, se tale pubblicazione è casuale oppure la sinistra-dem è ormai costretta ad utilizzare “il Foglio” anziché “l’Unità” per manifestare i propri pensieri).

Speranza ben motiva le altre priorità in materia di fisco (lavoro, imprese, elusione fiscale delle multinazionali) ed alcuni aspetti di inefficacia della promessa soppressione della TASI su tutte le prime case rispetto alla crisi edilizia (Speranza suggerisce invece saggiamente l’annullamento delle imposte di registro)  e di iniquità sociale in favore dei ricchi proprietari di case di elevato valore.

Mi sembrano argomenti importanti e di potenziale incidenza sulle opinioni della base elettorale tradizionale del centro-sinistra, argomenti su cui sarebbe interessante vedere all’opera l’opposizione interna del PD non solo in parlamento, ma anche tra gli iscritti e simpatizzanti del PD, che Renzi sta coinvolgendo in questa rincorsa la programma berlusconiano sulla casa, senza che mai siano stati consultati in proposito (il tema non figurava nelle piattaforme di primarie e congresso).

La svolta programmatica mi sembra decisiva per dissipare la residua credibilità progressista del PD, come lo sono stati i risvolti peggiori della riforma del lavoro (con la bocciatura finale da parte del Governo degli emendamenti che Cesare Damiano era riuscito a far passare nella commissione parlamentare; in assenza però di iniziative politiche tra gli iscritti e gli elettori).

E certamente può coinvolgere i cittadini molto di più delle tecnicalità cui può apparire ridotto lo scontro in atto sulla riforma costituzionale (e molto di più della scivolosa questione delle preferenze nella legge elettorale ”Italicum”), anche se in realtà sono in gioco importanti nodi di equilibrio democratico (la elezione degli organi di garanzia – Presidente della repubblica, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura), ancor più che la mera elezione o nomina degli stessi Senatori.

Per questo ritengo utile rammentare che l’iniquità della (iper-)ventilata soppressione della TASI non si esaurisce nella moralistica constatazione che molti ricchi verrebbero inutilmente premiati (compresi molti evasori di IRPEF ed altre imposte, che almeno sugli immobili – quelli non-abusivi - meno riescono a scappare), ma si annida alla radice nella discriminazione (a mio avviso anche anti-costituzionale) verso:
- gli inquilini (anche quelli ricchi) che – per qualunque motivo – non possiedono la casa in cui abitano, e che già oggi, diversamente dai proprietari di prima casa, non si vedono riconosciuto alcuna deduzione fiscale per il canone di affitto che pagano (deduzione che sarebbe utile anche come “contrasto fiscale” rispetto agli affitti in nero, imboscati dai padroni di casa), né sistematici sussidi in favore degli inquilini poveri;
- gli sfrattati ed i senza-casa (gli ultimi di questo mondo, prossimi ai profughi ed ai poveri del resto del mondo), che in Italia ricevono qualche aiuto differenziato dai comuni e dalla benemerita carità cristiana (temo pochi aiuti  invece da carità laiche e socialiste), ma non sono riconosciuti come portatori del fondamentale “diritto alla casa”.
La fissazione di una equa soglia di esenzione dalla TASI (unita al recupero della abbandonata riforma del catasto) potrebbe essere la misura per un equivalente soglia di esenzione per la deduzione di quota parte degli affitti dall’IRPEF e per il sostegno al pagamento degli affitti per i non abbienti: finanziando in tutto o i parte tali provvedimenti in favore del DIRITTO ALLA CASA PER TUTTI con il mantenimento delle quote di  TASI per le prime case sopra-soglia.

Anche ai fini del rilancio dell’edilizia (risparmiandoci magari un ulteriore consumo di suolo), oltre alle proposte di Speranza &C. sulle imposte di registro ed affini, sarebbe necessario un programma specifico di recupero dei fabbricati esistenti, dalle industrie dismesse ai quartieri fatiscenti, fino ai singoli alloggi privati sfitti e da riqualificare, su cui potrebbero influire opportune facilitazioni fiscali (sull’IMU delle case locate e non sulla TASI delle prime case).

E se si tratta di “aiutare le famiglie”, perché non provvedere invece semplicemente ad un vigoroso aumento delle detrazioni fiscali per i figli  carico (e degli assegni famigliari per i più poveri)?

NB: chi scrive paga volentieri la TASI sulla prima casa, ed al momento non ha figli a  carico

1 commento:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    Grazie per i sempre interessanti e lucidi commenti.
    E.P.

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