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mercoledì 14 settembre 2016

ITALICUM 2.0

In attesa che sull’Italicum si pronunci la Corte Costituzionale (anche riguardo a importanti nodi come le liste bloccate e le candidature plurime) e si riaprano decisive discussioni in Parlamento, mi permetto di ricordare che, nel mio molto piccolo, mi ero permesso di dubitare della sproporzione tra voti di lista  e premio di maggioranza in caso (per ora teorico o potenziale) di forte frammentazione del quadro politico (ad esempio con ballottaggio tra due liste prime arrivate, ciascuna con meno del 20% dei voti al primo turno): diversi sono i possibili correttivi, che ora non riprendo.
Era però chiaro da subito, anche tra coloro che l’Italicum l’hanno approvato (magari perché “costretti”, fino ad un certo punto di costrizione però direi, dal voto di fiducia) che la situazione politica a cui si sarebbe applicata a breve la nuova legge non era affatto “bipolare”, ma quanto meno “tripolare”, quale era stato l’esito delle ultime elezioni parlamentari del 2013 (quelle “non-vinte” da Bersani, in competizione con M5Stelle, e centro-destra + Monti).
Ed in una situazione tripolare, con 3 proposte politiche attorno al 30% al primo turno, il ricorso al ballottaggio, con scelta finale affidata agli elettori, mi sembra tuttora meglio dell’obbligo ad innaturali “grandi coalizioni”.
Anche se il rischio è che vincano i 5Stelle, se agli elettori continueranno a piacere dopo i brillanti successi mostrati al Comune di Roma.

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