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domenica 10 luglio 2022

UTOPIA21 - LUGLIO 2022: IL RAPPORTO B.E.S. 2021

 

IL RAPPORTO B.E.S. 2021

di Aldo Vecchi

 

Il rapporto ISTAT “BES 2021”, attraverso gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile, tende ad inquadrare gli effetti della crisi pandemica sull’Italia, nel contesto europeo.

 

Sommario:

-       premessa

-       innovazioni e conferme

-       pandemia, mortalità e occupazione

-       il disagio giovanile


PREMESSA

 

Nell’affrontare l’edizione relativa al 2021 del rapporto ISTAT sul “Benessere Equo e Sostenibile” 1, confermo le mie valutazioni generali su questo tipo di ricerche multifattoriali – all’inseguimento del “PIL” - e sulle correlazioni con i “Goals ONU 2030” (rapporti ASviS), valutazioni che ho espresso in particolare in un precedente articolo del maggio 20212 (ed in altri attinenti all’ASviS3).

 

Per riepilogare cos’è il Rapporto BES, riporto altresì il brano iniziale della “Presentazione”, a cura del Presidente Giancarlo Blangiardo:

“Il Rapporto Bes è un ritratto in profondità dello stato del Paese, disegnato con cura dalla statistica ufficiale attraverso la lente del benessere dei cittadini.

Il benessere è, o dovrebbe essere, l’obiettivo finale delle politiche.

Un traguardo impegnativo, a volte arduo, soprattutto quando le circostanze sono avverse: per una pandemia devastante, per la crisi ambientale, per le minacce alla pace in Europa.

Nato in continuità con le esperienze dell’autorevole Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi del 2009, dei programmi Beyond GDP di Eurostat e Better Life Index dell’OCSE, come progetto largamente partecipato, il Bes, con i suoi indicatori sull’Italia, oggi arrivati alla considerevole cifra di 153, rappresenta uno strumento fine ed esaustivo di misurazione del grado con cui le politiche producono, in concreto, cambiamenti sulla vita delle persone.

I dati sono organizzati nei grandi domini della salute, dell’istruzione e formazione, del lavoro, del benessere economico, delle relazioni sociali, della politica e delle istituzioni, della sicurezza, del benessere soggettivo, del paesaggio e del patrimonio culturale, dell’ambiente, dell’innovazione, ricerca e creatività, della qualità dei servizi.

Il progetto Bes, che ha portato il Paese a disporre di un sistema di misure del progresso reale in continua evoluzione, articolate per fasce di età, per genere, per territori sempre più dettagliati, per titolo di studio, permette di dare risposte puntuali e di insieme alla domanda, semplice e al tempo stesso difficilissima, “Come va la vita, in Italia?”.

Soprattutto, permette di mettere in luce le aree dove si manifestano diseguaglianze e consente di individuare i gruppi più svantaggiati, indirizzando su solide evidenze la domanda di politiche mirate.”

 

 

INNOVAZIONI E CONFERME

 

Le principali innovazioni metodologiche dell’edizione “2021” riguardano l’introduzione di alcuni nuovi indicatori, quali la Didattica-a-Distanza ed il Lavoro-da-Casa, l’incidenza di prestiti ed aiuti nei bilanci familiari, la fiducia verso medici e scienziati (introdotti con la cautela necessaria, perché gli indicatori nuovi sono per ciò stesso privi di confronti storici e spesso anche di riscontri europei ed internazionali).

Nel contempo l’ISTAT ha comunicato che – a decorrere dal 2022 – il monitoraggio di tutti gli indicatori del BES assumeranno cadenza trimestrale, con la consueta articolazione territoriale (regioni e provincie autonome; grandi ripartizioni geografiche), mentre alcune componenti più ‘soggettive’ relative ai comportamenti, al benessere e alla sicurezza (ad esempio “persone su cui si può contare”, oppure uso di Internet) saranno incluse anche nel Censimento ordinario della Popolazione (che da decennale diventa annuale e da ‘universale a tappeto’ si trasforma in ampia verifica campionaria delle banche dati statistiche permanenti).

 

La relazione introduttiva del Rapporto 2021, intitolata “L’Italia e il contesto europeo nei due anni di pandemia” focalizza gli andamenti degli indicatori maggiormente scossi dalla Pandemia Covid19: mortalità ed occupazione. Seguono poi i singoli capitoli: salute, istruzione, ecc. (vedi sopra nella citazione dal prof. Blangiardo).

 

 

PANDEMIA, MORTALITA’ ED OCCUPAZIONE

 

Mortalità e speranza di vita, in confronto con l’Europa e con i principali paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Polonia), vengono calcolate soprattutto sulla eccedenza di mortalità rispetto ai precedenti anni non-pandemici (ciò sia per superare le disparità di valutazione nelle classificazioni delle “cause di morte”, sia per prendere in carico comunque i flussi di ‘mortalità pandemica indiretta’ quali le altre malattie meno curate per gli ingorghi ospedalieri) e tenendo anche conto della ‘mortalità relativa all’età’ (una popolazione più anziana, come quella italiana, è oggettivamente più vulnerabile): i successivi titoli di paragrafi della Relazione (e la seguente “Figura 2”) sintetizzano i risultati di tali calcoli e confronti (al di là dei dettagli numerici):

-       “Nel 2020 cala la speranza di vita in gran parte dei paesi europei, l’Italia rimane ai vertici della graduatoria ma perde qualche posizione”

-       “Nel 2020 la mortalità in Italia è tra le più elevate in Europa, ma risulta tra le più basse a parità di età”

-       “Con la pandemia l’Italia perde parte del preesistente vantaggio nella mortalità”

-       “L’Italia ha sofferto di più la prima ondata della pandemia”

-       “Anche sotto i 65 anni eccessi di mortalità molto elevati in Italia nel 2020 e nel resto d’Europa nei 2 anni”

-       “Nel 2021 l’eccesso di mortalità diminuisce in Italia ma cresce fortemente nei paesi dell’est Europa”

-       “In Italia copertura vaccinale elevata e in linea con i principali Paesi europei, restano indietro i Paesi dell’Est”.

 

Figura 2. Variazione percentuale del tasso di mortalità settimanale standardizzato per età in alcuni paesi europei e nella media UE27 rispetto alla media settimanale dei decessi 2015-2019 (a). Anni 2020 e 2021. Valori percentuali - VEDI SU www.universauser.it/utopia21.html

 

 

 

Anche per il capitolo sull’occupazione, o meglio “Pandemia e partecipazione al mercato del lavoro”, mi avvalgo dei titoli dei paragrafi per sintetizzare la Relazione,

-       “L’Italia perde più occupazione dell’Europa e recupera più lentamente nel periodo pre-pandemia”

-       “L’arrivo della pandemia determina un ulteriore allontanamento dell’Italia dall’Europa”

-       “Non in tutti i paesi la pandemia ha colpito di più le donne, ma in Italia sì”

-       “La situazione dei giovani prima della pandemia penalizzava già l’Italia e la Spagna”

-       “Italia e Spagna paesi più colpiti nell’occupazione giovanile anche dalla pandemia. Solo in Italia più colpite le giovani”

-       “Italia al primo posto per presenza di NEET [1] in Europa” (vedi seguente figura 15).

 

Figura 15. Giovani di 15-29 anni che risultano non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione (NEET) in una selezione di paesi UE27 per genere. Medie annuali 2008-2020 (a). Valori percentuali -VEDI SU www.universauser.it/utopia21.html 

 

 IL DISAGIO GIOVANILE

 

Il Rapporto è preceduto dalla Presentazione da parte del Presidente Blangiardo,[2] che – oltre a tratteggiare quanto sopra – pone all’attenzione specificamente, nel biennio Covid, il peggioramento della condizione giovanile, sia nei suoi aspetti oggettivi (disoccupazione, de-scolarizzazione, migrazioni) sia in quelli soggettivi (disagio mentale, insoddisfazione) e comportamentali (sedentarietà, consumo di alcool):

“Tra i giovani, per i quali le relazioni tra pari sono della massima importanza per uno sviluppo armonico, è diminuita in modo tangibile anche la soddisfazione per le relazioni con gli amici. La quota dei ragazzi di 14-19 anni molto soddisfatti ha perso, in due anni, 6,5 punti.

Tra il 2019 e il 2021, la percentuale di giovani di 14-24 anni che dichiarano di incontrarsi con gli amici almeno una volta a settimana è crollata dall’89,8% al 73,8%. In questa fascia di età è anche calata la percentuale di chi si dichiara molto soddisfatto delle proprie relazioni familiari (-4 punti).

Non è difficile intuire le ragioni di questa disaffezione: nel 2021, il protrarsi delle difficoltà per genitori e figli nel condividere gli spazi domestici anche per lavorare e seguire le lezioni, le ridotte possibilità di frequentare i compagni di studi dovute all’alternanza della didattica in presenza e a distanza per buona parte dell’anno scolastico o accademico, le limitazioni nella possibilità di praticare attività sportive e ricreative hanno contribuito a una sorta di desertificazione degli affetti, che ha eroso le basi della soddisfazione dei giovani.

Colpisce e avvilisce la diminuzione (dall’86,1% al 78,3%) della quota di ragazzi tra 14 e 19 anni nelle regioni del Mezzogiorno che dichiarano di avere parenti, amici o vicini su cui contare. Soprattutto, per i ragazzi di questa fascia di età, a diminuire (dal 78,4% al 74,8%) è la possibilità di contare sugli amici.

L’attività di volontariato, che era rimasta stabile nel primo anno di pandemia, nel 2021 registra una contrazione di quasi 5 punti tra i giovani di 14-19 anni. Tra il 2019 e il 2021, anche la partecipazione sociale diminuisce molto, di circa 11 punti, nella fascia 14-24 anni.”

 

Prima di passare all’Appendice, in cui riproduco i grafici che mi sono sembrati più interessanti nei vari capitoli “ordinari” del Rapporto VEDI SU www.universauser.it/utopia21.html, vorrei esprimere qualche rapida impressione sull’incontro di presentazione del Rapporto in data 21 aprile 6:

-       Attenzione specifica agli aspetti soggettivi del benessere, pur presenti da tempo nei Rapporti-BES

-       Evidente ruolo del personale femminile in tutti i livelli delle elaborazioni ISTAT

-       Dialogo con esperti esterni e intensi rapporti con gli omologhi Istituti europei

-       Scarsa attenzione del mondo politico (è intervenuto solo il Ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti [3]) e – guardando gli effetti sui media generalisti – anche da parte dei giornalisti: ciò benché le indagini statistiche risultino molto mirate alle correzioni da apportare negli assetti socio-politici della realtà italiana.

 

aldovecchi@hotmail.it

 

 

 

Fonti:

1.    Istituto Nazionale di Statistica – RAPPORTO BES 2021: IL BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE IN ITALIA - https://www.istat.it/it/archivio/269316

2.    Aldo Vecchi – IL B.E.S. COMPIE 10 ANNI (MA PASSA INOSSERVATO) – su Utopia21, maggio 2021 - https://drive.google.com/file/d/1BBIzX56j7zfpCfH_W6aYVJFLUPrvFjGK/view?usp=sharing

3.    Aldo Vecchi -  I RAPPORTI ASVIS 2020 E I TERRITORI – su UTOPIA21, marzo 2021 – https://drive.google.com/file/d/1ah-wVbDE_u-1DBMIet-ouSfLvoZnCB6-/view.

4.    https://www.facebook.com/SGDNAT/videos/-la-relazione-del-presidente-dellistat-gian-carlo-blangiardo-agli-stati-generali/577778949855389/

5.    https://www.youtube.com/watch?v=7izFWMTCahc

 

 

 



[1] segmento dei giovani tra 15 e 29 anni che non sono più inseriti in un percorso scolastico o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa, noti come NEET, Not in Employment, Education or Training.

[2] al di fuori del BES, analoga attenzione e chiarezza il professor Blangiardo ha dedicato recentemente al tema della Natalità/De-natalità, in particolare agli “Stati generali della Natalità” in data 12 maggio 2022 4, evidenziandone la criticità, ma al contempo delineando - in termini sociali, ma anche matematici - le possibilità di rimedio. Con proposte forse diverse da quelle delineate nel convegno ASviS del 20 giugno 5, che puntano molto invece sulla possibile componente migratoria programmata (convegno cui pure l’ISTAT ha partecipato).  

[3] Dell’intervento del Ministro Giorgetti mi ha favorevolmente colpito l’elogio post-mortem verso un collega parlamentare del Partito Democratico, che si era battuto per l’inserimento del BES nella contabilità nazionale ufficiale

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