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martedì 2 dicembre 2014

PUBBLICO IMPIEGO

C’è un argomento che mi pare non venga sollevato dai sindacati, in favore della vertenza del pubblico impiego, forse per pudore di tipo confederale: il privilegio relativo degli scatti di anzianità, che permangono in varie forme per gli insegnanti, come anche per  magistrati e forze dell’ordine; ed agli insegnanti precari (o meglio a gran parte di essi) la legge di stabilità ed il progetto “la buona scuola” promettono l’immissione in ruolo con la “ricostruzione della carriera (cioè il riconoscimento dell’anzianità pregressa), e – per il futuro- scatti “meritocratici”, ma comunque garantiti a 2/3 degli insegnanti.

Invece i dipendenti ordinari del settore pubblico (ministeri, INPS, enti locali ed enti vari), esaurite probabilmente le facoltà di “progressioni orizzontali” previste dai vecchi contratti, ed esaurite quasi certamente le risorse disponibili, sono di fatto privi di ogni adeguamento automatico in assenza dei rinnovi contrattuali.
(Per cui paradossalmente, la mia pensione del 2007, malgrado qualche stop di Monti e l’incidenza delle addizionali IRPEF comunali e regionali, è riuscita almeno nominalmente ad aumentare, più degli stipendi dei miei colleghi rimasti al lavoro in Comune, dove un laureato “semplice” credo difficilmente raggiunga i 1500 € mensili netti).

E’ vero che il governo Renzi ha assegnato gli 80 Euro ai lavoratori dipendenti, giusto fino alla fascia dei 1500 € circa; però a tutti, e nei settori privati, pur colpiti da riduzioni di organico e licenziamenti, almeno non sono congelati i contratti da oltre 8 anni.

Il blocco dei contratti è una ingiustizia che i pubblici dipendenti devono subire perché i loro posti di lavoro continuano a essere mediamente più sicuri di quelli privati?
Oppure perché nelle loro file si annidano i “fannulloni”, e comunque i lavoratori pubblici devono pagare per la conclamata (e talora veritiera) inefficienza della pubblica amministrazione?
(Una bella gara tra ingiustizie..).
Oppure l’Italia potrà tornare un paese normale (come anche pare lo “spread” sui titoli del debito pubblico si vada normalizzando) in cui i contratti collettivi di lavoro, quando scadono, vengono rinnovati?

E, se c’è crisi e scarsità di risorse, i sacrifici vengono distribuiti nel modo più equo possibile (cioè un po’ meno “casual” di così)? 

3 commenti:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    Caro Aldo, Ti segnalo che i docenti universitari, cioè personale non contrattualizzato, non hanno più la ricostruzione di carriera e non hanno né scatti né adeguamento istat da quattro anni (mi pare); il blocco pare che sia ulteriormente confermato.
    L.C.

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    1. Grazie.
      Avevo dei dubbi, ma ora ho controllato che il blocco per l'Università è stato anche confermato dalla Corte Costituzionale.
      Ciao
      Aldo

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  2. PERVENUTO VIA E-MAIL
    Il contratto degli artigiani non interessa a nessuno, le associazioni di categoria continuano a chiedere incontri al sindacato per il rinnovo e questi non partecipa (la fetta è piccola e il titolare solitamente non fa cartello quindi poco potere...)
    boh........
    U.M.

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