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venerdì 19 marzo 2021

UTOPIA21, MARZO 2021 - I RAPPORTI ASVIS 2020 E I TERRITORI

 

Nel 2020 l’Associazione per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), oltre a pubblicare il consueto rapporto annuale sulle distanze dell’Italia dagli obbiettivi socio-ambientali dell’ONU per il 2030, ha elaborato una analisi dei correlativi indicatori per Regioni, Province e Città Metropolitane: questo articolo ne propone una lettura selettiva ed in parte localizzata (e con qualche spunto critico)

 PER LE IMMAGINI ANDARE AL SITO UNIVERSAUSER/UTOPIA21

Sommario:

-       premessa

-       l’Italia e gli obiettivi ONU 2030, ad un terzo del cammino

-       regioni

-       province

-       politiche territoriali in atto

-       Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

 

In corsivo i commenti più personali; in corsivo-grassetto le mie valutazioni di sintesi

Riquadrati, In carattere Colibri 11, i brani riportati dai documenti ASviS; alcune tabelle sono riprodotte in allegato, come ‘assaggio’ per i lettori, data la scarsa qualità tecnica di riproduzione; per il resto rimando alla fonte https://asvis.it/rapporto-territori/    

 

 

 

PREMESSA

 

Sia Utopia21 (nel suo profilo locale) sia l’ASviS (Associazione per lo Sviluppo Sostenibile, rilevante a livello nazionale) hanno iniziato la propria attività nel 2016, e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’O.N.U. nel 2015 per il 2030 (Sustainable Developement Goals, in sigla SDGs) ne costituiscono orizzonte comune.

Utopia21 ed il connesso Festival dell’Utopia si sono già interfacciate con l’ASviS in diverse occasioni, dalla partecipazione di Enrico Giovannini nel Festival 20181,2,3,4, a quella di Donato Speroni e Gianni Bottalico nell’edizione 2019, e ancora Gianni Bottalico nella tavola rotonda conclusiva dell’edizione 2020, passando per diversi articoli di questa rivista 5,6.

In particolare nel maggio 2018 Fulvio Fagiani7 ha trattato ampiamente del Rapporto ASviS 2017, che misurava in quell’anno le distanze tra i dati socio-economici italiani e i suddetti SDGs (e del connesso saggio di Giovannini).

 

Oggetto di questo articolo è il documento dello scorso dicembre “I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” 8, che integra il precedente rapporto ordinario ASviS 2020 9,[1], articolando la ricerca svolta dall’Associazione alla scala delle Regioni e delle Province e Città Metropolitane, ed affronta nel contempo diversi aspetti delle politiche nazionali e locali di pianificazione territoriale, cimentandosi anche con la formazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (noto anche come Recovery Fund o Next Generation EU).

Si tratta infatti di un testo composito, che - oltre ad elaborare le posizioni e le tendenze dei territori rispetto agli SDGs - :

-       parte da esempi nel mondo di focalizzazione locale degli SDGs,

-       riprende la collocazione dell’Italia nei percorsi di avvicinamento/allontanamento verso tali obiettivi, aggiornandola ai primi effetti della pandemia Covid-19,

-       passa in rassegna critica le esperienze nazionali e locali in atto di “territorializzazione” delle strategie di sviluppo,

-       evidenzia le problematiche metodologiche relative alla individuazione degli indicatori statistici (nella direzione del BES)[2] ed alla gestione dei dati,

-       esplicita le proposte dell’ASviS, in parziale alternativa al PNRR in gestazione (l’Associazione è tornata sul tema con un convegno nel recente 9 marzo [3], mentre il suo portavoce Enrico Giovannini [4] ha accettato l’incarico di Ministro per le “Infrastrutture e la mobilità sostenibile” nel nuovo Governo presieduto da Mario Draghi”),

-       conclude con un’amplia raccolta di ‘esempi virtuosi’, provenienti da esperienze locali e da ricerche universitarie.

 

In questo articolo mi limiterò ad esaminare la questione delle differenze territoriali in Italia, sia nel merito che riguardo ai metodi di misurazione, assumendo i dati relativi alla Provincia di Varese, e dintorni, come finestra di riferimento concreto, con brevi cenni ad altri aspetti del Rapporto in oggetto.

Anteponendo però un riepilogo sulla posizione complessiva dell’Italia rispetto agli SDGs (secondo l’ASviS) come necessaria cornice.

 

 

L’ITALIA E GLI OBIETTIVI ONU 2030, AD UN TERZO DEL CAMMINO

 

Con riferimento all’era Pre-Covid, il Rapporto ASviS 2019 10 così riassumeva sinteticamente la situazione italiana:

 

Tra il 2010 e il 2017, … l’Italia mostra segni di miglioramento in nove aree: alimentazione e agricoltura sostenibile, salute, educazione, uguaglianza di genere, sistema energetico, innovazione, modelli sostenibili di produzione e di consumo, lotta al cambiamento climatico, cooperazione internazionale. Per sei aree, invece, la situazione peggiora: povertà, condizione economica e occupazionale, condizioni delle città, condizione dei mari, ecosistema terrestre e qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide, mentre per i restanti due Obiettivi (acqua e disuguaglianze) la condizione appare sostanzialmente invariata.

 

Situazione non dissimile da quella rilevata nel Rapporto ASviS 2017 (relativa agli anni precedenti, con dati fino al 2015), così riassunta nel citato articolo di Fulvio Fagiani  7: “…il quadro d’insieme non induce all’ottimismo: i ritardi del nostro paese coprono quasi tutte le aree d’interesse, con tendenze particolarmente allarmanti in povertà, rete idrica, disuguaglianza e risorse naturali (obiettivi 1, 6, 10, 15), e assenza di miglioramento in energia, occupazione, città e cooperazione (obiettivi 7, 8, 11, 17).”

 

(Si possono osservare, confrontando le parole evidenziate in grassetto nei due passi sopra riportati, alcune contraddizioni sia sincroniche – tra il 2010 e il 2017 peggiora la povertà ma non aumentano le disuguaglianze – sia diacroniche – il tema acqua/rete idrica risulta invariato tra 2010 e 2017 ed invece peggiorato tra 2010 e 2015 - : ciò dipende a mio avviso dalla ipersensibilità e/o scarsa rappresentatività di singoli indicatori assunti come parametri importanti nei rispettivi ‘panieri?; problema che emerge anche da altri aspetti dei Rapporti ASviS, come di seguito avrò occasione di segnalare).

 

Il Rapporto ASviS 2020 9, nell’inquadrare l’impatto della Pandemia Covid-19 a scala europea,

puntualizza il cammino compiuto finora dall’Italia rispetto agli Obiettivi SDGs per il 2030, nonché soprattutto ai ‘target’ quantitativi analitici specificati (o desumibili) per lo stesso anno 2020 e – denunciando la scarsa attenzione dei Governi che si sono succeduti (ma anche più in generale dell’intera classe dirigente) – sottolinea analiticamente il ritardo sui singoli sotto-obiettivi, alle pagine da 72 ad 82, del Rapporto, cui rimando.

 

Nel Rapporto 2020 ‘Territori’ 8,  l’ASviS riepiloga tali tendenze in atto in Italia, per i singoli Target, nella Tavola 2.2 a pag. 28  (qui ALLEGATO 1), individuando speranze di miglioramento, a breve o a medio termine per la salute (esclusi incidenti stradali), l’istruzione, le energie rinnovabili, le emissioni di gas serra e l’affollamento carcerario (e solo a breve termine per il tasso di ocuupazione), mentre prevede scnari peggiorativi, in varia misura, per tutti gli altri obiettivi.

 

Guardando invece al 2020, il Rapporto “Territori” 8 ipotizza le variazioni in atto nell’anno del Covid-19 con una tabella iconografica super-sintetica, dove le poche tendenze positive (inquinamento, consumi, delitti) sono tali solo perché la Pandemia ha obbligato a temporanei comportamenti ‘risparmiosi’. La tabella è seguita nel Rapporto dai commenti esplicativi che riproduco.

 

 

Considerata la rilevanza di quanto sta accadendo per l’emergenza da COVID-19, riteniamo utile riproporre in forma aggregata l’aggiornamento delle valutazioni dell’impatto della crisi sugli SDGs nel 2020 già illustrate nel capitolo 3 del Rapporto ASviS 2020 .

Nel 2020 l’Italia mostra segni di miglioramento per tre Goal:

• Goal 12 - Consumo e produzione responsabili, in quanto la grave diminuzione del PIL (-9,6%) ha comportato un decremento della produzione di rifiuti urbani che dovrebbe determinare un miglioramento del relativo indicatore.

• Goal 13 - Lotta contro il cambiamento climatico. Il miglioramento dell’indicatore nella media dell’anno si dovrebbe registrare per l’interruzione di parte delle attività produttive durante il lockdown e per la recessione economica, che sta portando ad una forte riduzione delle emissioni di CO2 (-7,5% secondo le stime dell’ISPRA).

• Goal 16 - Pace, giustizia e istituzioni solide, per la riduzione dei reati nei periodi in cui sono state implementate le restrizioni più dure. Secondo i dati del Ministero dell’Interno relativi al periodo 1° marzo - 10 maggio 2020, si assiste a una riduzione del 61% del totale dei reati commessi rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel 2020 è prevedibile un peggioramento per nove Goal:

• Goal 1 - Sconfiggere la povertà, per il crollo del PIL e la riduzione del reddito disponibile delle famiglie, stimata in oltre il 3% in termini reali.

• Goal 2 - Sconfiggere la fame, per gli effetti negativi della crisi sul settore agricolo e il peggioramento della qualità dell’alimentazione. Secondo l’Istat, nei primi due trimestri del 2020 l’agricoltura ha registrato diminuzioni del valore aggiunto rispetto al trimestre precedente rispettivamente pari all’1,9% e al 3,7% in termini reali. La riduzione delle unità di lavoro è stata dell’1,8% e del 3%, mentre la contrazione dei redditi da lavoro dipendente è stata pari allo 0,2% e allo 0,7%.

• Goal 3 - Salute e benessere. A causa della pandemia, da gennaio a settembre 2020 si è osservato a livello nazionale un aumento dei decessi per il complesso delle cause rispetto alla media del periodo 2015-2019, che corrisponde ad una variazione di +9%. L’eccesso di mortalità riscontrato in questi nove mesi ha riguardato principalmente il Nord Italia (+18,6%), con picchi di +35,6% in Lombardia, mentre il Centro (+1,1%) e il Mezzogiorno (+0,3%) hanno subito aumenti più contenuti.

• Goal 4 - Istruzione di qualità per tutti. L’Istat stima che durante i mesi del lockdown circa tre milioni di studenti di età compresa tra i 6 e i 17 anni hanno avuto difficoltà a seguire le lezioni nella modalità della didattica a distanza (DAD), soprattutto per carenza o inadeguatezza dei dispositivi informatici in famiglia. Tale situazione è particolarmente accentuata nel Sud, dove interessa circa il 20% dei minori. È un fenomeno particolarmente grave, che si è ripetuto parzialmente anche nel corso dei mesi recenti e che aumenta la probabilità di abbandono scolastico, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione, a cui si unisce il presumibile calo dei lavoratori che partecipano ad attività di istruzione e formazione.

• Goal 5 - Parità di genere. Il tasso di occupazione femminile nel secondo trimestre del 2020 è diminuito di 2,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019, contro la riduzione di 1,6 punti percentuali di quello maschile, evidenziando come la crisi stia svantaggiando maggiormente le donne, il che peggiora le disuguaglianze di genere.

• Goal 8 - Lavoro dignitoso e crescita economica. A causa della crisi sanitaria, nel secondo trimestre del 2020 si assiste a una drammatica diminuzione, rispetto allo stesso trimestre del 2019, del PIL (-17,7%), del reddito disponibile, delle ore lavorate (-20%) e dell’occupazione (- 1,9 punti percentuali). Si registra, invece, un aumento dell’1,5% rispetto al trimestre precedente per i redditi da lavoro dipendente procapite (+2% rispetto al secondo trimestre del 2019).

• Goal 9 - Imprese, innovazione e infrastrutture, a causa del peggioramento dell’intensità di emissioni di CO2 rispetto al valore aggiunto causato dalla chiusura, nei mesi del lockdown, delle attività con minore intensità emissiva.

• Goal 10 - Ridurre le disuguaglianze. La crisi sta ampliando drammaticamente le diseguaglianze 2. Il posizionamento dell’Italia rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile nel 2020 e in termini prospettici 25 sociali. Durante il lockdown, i lavoratori nei settori bloccati mostrano livelli medi dei salari decisamente inferiori rispetto agli occupati nei settori essenziali, una differenza spiegata dall’instabilità e l’inattività lavorativa nei primi. Inoltre, nel secondo semestre del 2020 si evidenzia il calo del tasso di occupazione giovanile tra i 15 e i 34 anni (-3,2 punti percentuali) e di quello degli stranieri (-5,5 punti percentuali) rispetto a una variazione media pari a -1,9 punti.

• Goal 17 - Partnership per gli Obiettivi. Nel 2020 si assiste ad un aumento straordinario del rapporto tra debito pubblico e PIL, indicatore che integra quello relativo all’Aiuto pubblico allo sviluppo (APS), il solo utilizzato fino allo scorso anno.

Infine, per cinque Obiettivi (6 - Acqua pulita e servizi igienico-sanitari, 7 - Energia pulita e accessibile, 11 - Città e comunità sostenibili, 14 - Vita sott’acqua e 15 - Vita sulla terra) non è stato possibile produrre una stima dell’andamento nel 2020 a causa della mancanza di informazioni aggiornate o dell’effetto contrastante dei fenomeni osservati all’interno dello stesso Goal.

 

REGIONI

 

In tale contesto si colloca il tentativo dell’ASviS di quantificare la posizione e la traiettoria verso gli SDGs per le ripartizioni amministrative del territorio italiano, con l’avvertenza che – scendendo di scala – non tutti i tipi di dati si presentano egualmente disponibili ed egualmente significativi, come correttamente il Rapporto avverte, con opportune esplicitazioni metodologiche (su cui qui non mi dilungo).

 

Il ‘Rapporto Territori’ 8(come già i rapporti annuali 2018 e 2019) fornisce per ogni regione due elaborazioni (pagg. 47-92):

-       andamento dell’indice composito per ogni Goal (escluso il 17) nel decennio 2010-2019, confrontato con la media italiana,

-       avvicinamento o allontanamento ai singoli Target, in atto e tendenziale.

 

Nel riprodurre negli ALLEGATI 2 e 3 e qui di seguito il commento ASViS – per concretezza e per suscitare la curiosità ‘localista’ di parte dei nostri lettori – le elaborazioni relative alla Lombardia (pag. 56-57), segnalo che dalla mia lettura sintetica degli ‘andamenti’ la dislocazione delle regioni si può così riepilogare, prendendo atto che i movimenti nel tempo assomigliano quasi sempre a quelli dei valori medi nazionali:

-       regioni con numerosi valori che si muovono in parallelo, ma più in alto, rispetto alla media nazionale:

o   Lombardia, Val d’Aosta e Nord-Est, compresa Emilia Romagna (con specifiche eccezioni: ad esempio la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna viaggiano sotto-media riguardo al suolo, dove invece Aosta Trento e Bolzano volano in alto);

-       regioni con maggioranza di valori assai vicini alla media nazionale:

o   Piemonte, Liguria e tutte le regioni dei Centro

-       regioni con numerosi e talora vistosi scostamenti al di sotto della media nazionale:

o   Sud e Isole.

 

Per la Lombardia i progressi più evidenti, rispetto al 2010, riguardano i Goal 4, 5, 9 e 12. Per l’Istruzione migliora la quota di laureati (+10,2 punti percentuali) e la partecipazione alla formazione continua. Con riferimento alla Parità di genere, nella regione aumentano le donne nel Consiglio regionale (+15,9 punti percentuali rispetto al 2012) e diminuisce la differenza tra maschi e femmine nella speranza di vita in buona salute alla nascita. Nel settore dell’Innovazione, il progresso è trainato dall’aumento, rispetto al 2010, delle famiglie con connessione a banda larga (+29,7 punti percentuali) e del numero di ricercatori ogni 10mila abitanti (+37,8%). Per la produzione e il consumo sostenibili, il miglioramento è funzione dell’incremento della raccolta differenziata (+22,2 punti percentuali) e della riduzione della produzione di rifiuti pro-capite (-4,3%).

I peggioramenti più evidenti riguardano invece i Goal 1, 6 e 15. Nell’ambito Povertà, si osserva un aumento della povertà relativa (+3,4 punti percentuali rispetto al 2010), mentre il peggioramento nel settore Acqua e servizi igienico-sanitari è dovuto alla ridotta efficienza idrica (-2,2 punti percentuali rispetto al 2012) e alla diminuzione delle famiglie che si fidano a bere l’acqua del rubinetto (-4,4 dal 2010). Infine, l’andamento negativo del Goal 15 è dovuto dall’aumento degli indici di frammentarietà (+2,8 punti percentuali dal 2012) e di copertura del suolo (+4.050 ettari consumati dal 2012 al 2019).

La regione ha raggiunto il Target relativo al rischio di povertà, all’occupazione e alla durata dei procedimenti civili e presenta andamenti promettenti nel Goal 2 (coltivazioni biologiche), 3 (mortalità per maggiori cause) e 4. Anche il Target sui posti-km offerti dal servizio pubblico risulta raggiungibile, ma solo se prevarrà l’andamento di lungo periodo. Allontanamenti significativi dai Target sono invece segnalati nell’uso di fertilizzanti (in costante aumento dal 2016), nell’efficienza idrica, nella disuguaglianza del reddito e nel consumo di suolo.

 

 

PROVINCE E CITTA’ METROPOLITANE

 

Scendendo alla scala delle ex-Province, ora in parte divenute “Città Metropolitane”, ed in parte variamente ri-nominate in alcune Regioni a Statuto Speciale (tra le quali 3, pur con autonomia regionale, hanno dimensione e/o denominazione di Province: Aosta, Bolzano e Trento), e quindi con una griglia di ripartizione territoriale dell’Italia in 103 ‘unità locali’, il rapporto ASviS ‘Territori’

-       da un lato si vede privato di alcuni indicatori (i Goal gestiti si riducono a 14) e di dati diacronici,

-       d’altro lato deve anche concentrare l’esposizione,

per cui si limita [5]  ad editare una ‘carta tematica’ per ognuno dei 14 SDGs esaminati, raggruppando i 103 ‘territori provinciali’ in una gamma di cinque tonalità cromatiche (dal verde al giallo e dal rosso, colori ‘semaforici’ e quindi auto-evidenti), corrispondenti alla distanza dalla media nazionale (giallo)  per il paniere di indicatori considerati; con uno specifico commento per ogni tavola (pagg. 93-112).

(Il procedimento assomiglia a quanto applicato annualmente, nel nostro piccolo, da Anna Maria Vailati e dallo scrivente nella esposizione dei risultati della ricerca locale ‘Tra-i-laghi’ 11, e quindi potrà sembrare familiare ai più affezionati tra i lettori di Utopia21).

Per facilitare un assaggio sintetico a tali elaborazioni, ho scelto di riprodurre integralmente tavola e commento relativi al Goal n° 1, a titolo di esempio (con una mia piccola annotazione specifica), mentre per i restanti 13 Goal propongo una mia tabella cromatica riepilogativa, mettendo a confronto i risultati di Varese, Novara e Milano con 2 province meridionali scelte come rappresentative dei divari interni allo stesso Sud: Bari (che presenta più spesso valori positivi) e Siracusa (che figura tra i territori con ricorrenti dati negativi).

Infatti, a differenza di quanto sopra rilevato nel mio racconto sintetico sulle regioni, le valutazioni riferite alle province (come si vede in parte già dalla carta tematica per il Goal 1) rivelano in molti casi una complessa divaricazione delle situazioni territoriali, senza costanza di omogeneità regionali (producendo di conseguenza immagini ‘arlecchino’ nelle correlative carte tematiche), pur nell’ambito di una prevalente polarizzazione lungo l’asse Nord-Sud.

 

 

 

 

GOAL 1 - SCONFIGGERE LA POVERTÀ PORRE FINE AD OGNI FORMA DI POVERTÀ NEL MONDO

 

 La mappa dell’indicatore composito relativo alla povertà, come per tutti i Goal più connessi ad una dimensione economica (Goal 8, 9 e 10), evidenzia le ben note differenze tra Nord e Sud del Paese. È poi presente una certa uniformità dei valori del composito nel Nord Italia, registrando quasi tutte le Province e Città metropolitane un valore dell’indice superiore a quello medio italiano.

Si distinguono in maniera positiva:

• le Province lungo il corso del fiume Adige - dalla Provincia autonoma di Bolzano alla Provincia di Padova - dove si hanno valori positivi del composito grazie agli indicatori sul tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie e sulla bassa intensità lavorativa;

• la parte ovest del Piemonte e la Valle d’Aosta, che si distinguono per un basso tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie;

• le Città metropolitane di Milano, Bologna e Torino, che si caratterizzano per basse quote di contribuenti IRPEF con un reddito inferiore ai 10mila euro e di anziani con pensioni di importo contenuto.

Si distinguono per un dato superiore alla media nazionale anche la gran parte delle Province della Toscana, la Città metropolitana di Firenze e la provincia di Ancona, grazie soprattutto agli indicatori sulla presenza di pensioni di basso importo e sulle famiglie a bassa intensità lavorativa.

Una situazione omogenea a quella media italiana si osserva nelle aree dell’alta Toscana (Lucca, Pistoia e Massa-Carrara, che evidenziano un alto tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie), in Umbria, nel resto delle Marche e nelle Città metropolitane di Roma, Bari, e Cagliari.

Inoltre, si distinguono i territori della Sardegna, dell’Abruzzo, della Basilicata e del resto della Puglia, che presentano valori inferiori alla media nazionale, ma con intensità decisamente minore rispetto alle altre aree del Mezzogiorno.

In particolare, valori migliori rispetto alla media di ripartizione si riscontrano per le Province abruzzesi relativamente ai due indicatori sulla bassa intensità lavorativa e sulla quota di contribuenti IRPEF con meno di 10mila euro, e per le Province lucane e pugliesi relativamente all’indicatore sul tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari. La situazione più grave si rileva in Campania, Molise, Calabria e Sicilia, dove le Province e le Città metropolitane riportano i valori minimi dell’intera distribuzione per tutti gli indicatori elementari considerati.

 

A margine delle valutazioni dell’ASviS sul Goal 1, mi permetterei di precisare, sulla scorta di precedenti esperienze, che i dati relativi al reddito (fonte: dichiarazioni IRPEF) ed alla occupazione (fonte: ISTAT) spesso nascondono consistenti fenomeni, come i redditi ed i posti di lavoro dei pendolari ‘frontalieri’, i quali raggiungono quotidianamente – ad esempio – la Francia o Montecarlo dall’estremo ovest della Liguria, oppure la Svizzera dai territori di VCO, Varese, Como, Sondrio; i dati della provincia di Varese sono ulteriormente decurtati di circa 2000 posti di lavoro (e conseguenti non trascurabili redditi) dei dipendenti del Centro di Ricerca Comunitario di Ispra.

 

Nella seguente tabella, frutto di mia rielaborazione sintetizzante, il colore FUCSIA sostituisce l’ARANCIONE, che non ho trovato nella versione di Word in uso.

 

 


 

OBIETTIVO

Varese

Novara

Milano

Bari

Siracusa

1 - SCONFIGGERE LA POVERTÀ

 

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3 - SALUTE E BENESSERE

 

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4 - ISTRUZIONE DI QUALITÀ

 

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5 - PARITÀ DI GENERE

 

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6 - ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI

 

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7 - ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE

 

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8 - LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA

 

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9 - IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE

 

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10 - RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

 

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11 - CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

 

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12 - CONSUMO E PRODUZIONE

 

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13 - LOTTA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

 

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14 - VITA SULLA TERRA

 

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16 - PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE

 

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Come si vede, se spesso il profondo Sud piange, anche il ricco Nord-Ovest non sempre se la passa molto bene, e non solo per gli aspetti ambientali: i dati elaborati dall’ASviS dovrebbero essere materia di profonde riflessioni per le classi dirigenti locali.

 

Per consentire una valutazione dei pregi e difetti del metodo di costruzione degli indicatori tramite ‘panieri’ di sub-indicatori più dettagliati, riproduco nell’ALLEGATO 4 anche due stralci della tabella 4.1 (indicatori a livello regionale, pag. 48).

 

 

POLITICHE TERRITORIALI IN ATTO

 

Un importante capitolo del ‘Rapporto Territori 2020’ 8 (pagg. 31-46) concerne l’analisi ed il commento delle principali politiche di riequilibrio territoriale avviate dallo Stato Italiano negli ultimi anni, con giudizi per lo più positivi ed anche con riserve (riserve che convergono con quanto da me rilevato a margine della lettura del PNRR).

Si tratta di progetti accomunati dal criterio di non solo distribuire sovvenzioni, ma stimolare autonomo sviluppo dei territori:

-       Strategia Nazionale Aree Interne, in atto dal 2014, che finora coinvolge in 72 “aree pilota” un migliaio di comuni sui 4.000 individuati come ‘interni’,

-       “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”, definito nel 2016 e finora attuato con un unico Bando,

-       Piano per il Sud 2030, varato solo nel febbraio 2020 (in concomitanza purtroppo con l’esplosione della Pandemia Covid-19), dopo un lungo periodo di abbandono delle politiche meridionalistiche, parzialmente temperato dalle esperienze frammentarie dei “Patti Territoriali” e simili; il nuovo Piano appare molto ambizioso ed anche ben dotato di risorse finanziarie: però è ovviamente prematuro esprimere valutazioni di risultato.

 

Lo ‘zoom’ statistico che – a titolo sperimentale, commentando la Strategia SNAI – l’ASviS  sviluppa per l’area del “Vallo di Diano”, all’estremo Sud-Est della provincia di Salerno mette a nudo a mio avviso l’astrattezza di alcuni criteri metodologici, perché più si scende di scala e si riducono gli indicatori inseriti nei ‘panieri’, più si scoprono incongruenze e contraddizioni: ad esempio in questo caso sui 17 indici considerati, l’area ‘interna’ del Vallo di Diano presenta in apparenza miglior salute in 9 casi sia rispetto alla media regionale, sia nel confronto con la Città Metropolitana di Napoli, in 2 casi (istruzione) figura in sostanziale parità, e solo in 6 casi si profila peggiore. Poiché però da quell’area si continua ad emigrare, occorre forse porre anche altri e diversi interrogativi.

 

Un altro capitolo del ‘Rapporto Territori’ (pagg. 14-22) espone invece i tentativi (frammentari e disuguali) di programmazione della transizione ecologica e sociale alla scala delle singole Regioni e delle Città Metropolitane.

 

 

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

 

Dopo che l’ASviS ha partecipato, con un proprio contributo, alle consultazioni promosse dal Governo Conte-2, denominate “Stati Generali’, nel giugno 2020, la pubblicazione del ‘Rapporto 2020’ (al Festival dello Sviluppo Sostenibile di ottobre) e del ‘Rapporto Territori’ (a inizio dicembre), si sono in parte sovrapposte con i passi iniziali della elaborazione del PNRR da parte del Governo, e cioè le Linee Guida di settembre e la prima bozza per il Consiglio dei Ministri dell’8 dicembre; talché solo il secondo Rapporto entra in dialettica con le Linee Guida (con un giudizio sospensivo), mentre espone una autonoma elaborazione, di metodo e di merito, ed anche quantitativa di quello che il PNRR dovrebbe essere (pagg.135-144).

Non avendo letto tale elaborazione in tempo utile per la redazione dei nostri commenti al PNRR (Utopia21 di gennaio), vi trovo tuttavia conforto per numerose delle nostre valutazioni.

 

 

Il testo ufficiale della proposta di PNRR, approvato dal Consiglio dei Ministri del 12 gennaio (su cui è poi caduto il Governo Conte-2), commentato su Utopia21 del gennaio scorso, è stato pertanto esaminato solo successivamente dall’ASviS, che il 9 marzo ha gestito in proposito un pubblico incontro, esponendo le sue valutazioni, in parte anticipate in febbraio nelle audizioni di Giovannini – in qualità di Portavoce (quando ancora non era tornato ministro) - e poi di Pierluigi Stefanini – in qualità di Presidente -  alle Commissioni di Camera e Senato. 12

 

Su tali contributi mi ripropongo di tornare nel numero di maggio di Utopia21, quando riesamineremo sotto vari aspetti il PNRR, che nel frattempo il Governo Draghi dovrebbe rettificare, completare e trasmettere a Bruxelles.

 

aldovecchi@hotmail.it

 


Fonti:

1.    DIALOGANDO CON PIZZINATO E BONOMI (E GIOVANNINI) SULLA METAMORFOSI DELLA SOCIETA’ di Aldo Vecchi su UTOPIA21, marzo 2019 - https://drive.google.com/file/d/1XVWmrwofhf6xG_RQ8FD2kx9RVEpdGI10/view.

2.    Enrico Giovannini SLIDES DI PRESENTAZIONE DELL’INTERVENTO AL FESTIVAL DELL’UTOPIA, VARESE, 01-10-2018

https://drive.google.com/file/d/1x8RnF2wIGLpQd6Cw85zLFs1UlvLcHB80/view?usp=sharing

3.    Enrico Giovannini REGISTRAZIONE VOCALE DELL’INTERVENTO AL FESTIVAL DELL’UTOPIA, VARESE, 01-10-2018 E DEL SEGUENTE DIBATTITO

4.    https://drive.google.com/file/d/1_8T0tOUbACvNyLa15K_7B_mtP-e-WYKd/view?usp=sharing

https://drive.google.com/file/d/1pM9-sof9RQ1JfybueKo-pIgqnzO5wwUG/view?usp=sharing

5.    Aldo Vecchi - LETTURA  E CRITICA DEI PROGRAMMI ELETTORALI PER IL 4 MARZO 2018 – su Utopia21, marzo 2018 - https://drive.google.com/file/d/1XVWmrwofhf6xG_RQ8FD2kx9RVEpdGI10/view

6.    Aldo Vecchi  - L’UTOPIA DEL RIFORMISMO? – su Utopia21, marzo 2020 - https://drive.google.com/file/d/1XVWmrwofhf6xG_RQ8FD2kx9RVEpdGI10/view.

7.    Fulvio Fagiani – PROGRAMMI- PER LA SOSTENIBILITA’ – su Utopia21, maggio 2018 - https://drive.google.com/file/d/1FnI_6zxUQrl_YqyzOFiFP4g5sPSrs6f0/view

8.    ASviS – I TERRITORI E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE - https://asvis.it/rapporto-territori/

9.    ASviS –  RAPPORTO 2020: L’ITALIA E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE – https://asvis.it/rapporto-asvis-2020/

10. ASviS –  RAPPORTO 2019: L’ITALIA E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE – https://asvis.it/rapporto-asvis-2019/

11. Anna Maria Vailati e Aldo Vecchi – RICERCA TRA-I-LAGHI http://www.agenda21laghi.it/vivere_tra_laghi.asp

12. https://asvis.it/home/10-9229/obiettivi-e-riforme-stefanini-anticipa-al-senato-le-proposte-dellasvis-sul-pnrr



[1] L’ASviS pubblica annualmente anche un commento sulla Legge di Stabilità, per verificarne la congruenza con gli obiettivi O.N.U.

[2] L’indice BES, Benessere Equo e Sostenibile, costruito dall’ISTAT (quando Presidente ne era lo stesso Enrico Giovannini) come ‘paniere di indicatori’, tende ad affiancare ed a correggere il più elementare PIL, Prodotto Interno Lordo, come criterio di valutazione del ‘progresso’ ed è stato anche introdotto ufficialmente nella contabilità nazionale a partire dalla Legge di Stabilità per il 2017, anche se in sostanza finora non ha influito sul dibattito pubblico italiano, tra media e partiti.

E’ invece approdata di recente all’ONU, come proposta operativa, l’estensione del PIL al ‘capitale naturale (annualmente) consumato’ , che dovrebbe superarne l’attuale distorsione di premiare le attività dissipatrici ed inquinanti: pur con la difficoltà di tradurre in valori monetari quei beni che sono fondamentali ma (fortunatamente) ancora fuori mercato, come cielo-mare-paesaggio-biodiversità, potrebbe essere usato più facilmente del BES (e simili), perché ricondotto ad un solo indicatore (il famoso denaro, equivalente universale) anziché essere costituito (come il BES) da astratti algoritmi di indicatori parametrici

[3] In tale occasione l’ASviS ha anche divulgato una sua ricerca di estensione comparativa dei percorsi verso glgli SDGs applicata ai paesi europei (argomento su cui mi riservo di occuparmi successivamente).

 

[4] Già Ministro del Lavoro nel Governo Letta del 2013-2014.

[5] Invece per le 12 Città metropolitane, cui il ‘Rapporto Territori’ dedica un approfondimento (pagg. 113-138), per quanto possibile, ai singoli Target raggiunti o non raggiunti, ed alle tendenze in atto, riproponendo le tabelle singole dedicate alle Regioni, seppur in ‘tono minore’. Inoltre il Rapporto propone (pagg. 129-134) una analisi complessiva delle tendenze positive/negative riferite all’insieme delle Aree Urbane, individuate sull’intero territorio nazionale e scorporate dai restanti ‘retro-terra’.

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