Primarie: scusate il
ritardo…
Ho letto le mozioni di
Martina e di Zingaretti (saltando Giachetti, perchè mi pare troppo preso con le
orologerie del babbo Renzi..)
Credibilità complessiva
della combriccola a parte, i testi delle 2 mozioni non sono poi così male.
Ci ritrovo anche
alcuni miei temi abituali, visto che si parla di IVA ecologica, detrazioni
IRPEF per affitti, investimenti anti-sismici e addirittura stop al consumo di
suolo (più su Zingaretti rispetto a Martina, il cui testo sembra uno Zingaretti
un po' diluito da scorie renziane, tipo separazione delle carriere giudiziarie
oppure rilanciare - ora? - le riforme di Senato e legge
elettorale).
Però restano dei buchi
enormi, dall'art.18 alla patrimoniale, immobiliare e non, e soprattutto sulle misure
demagogiche governative su reddito di cittadinanza e quota 100, che ormai
esistono e vanno pagate oppure abrogate...
E sulle vaghe speranze di
un continuo sviluppo, sia pure green ed "egualitario"...
Tuttavia, malgrado
qualche perplessità sulla figura politica di Zingaretti (tra l’altro - dovendo
finire il mandato alla Regione Lazio - ripropone ancora l'errore del cumulo
delle cariche e del Segretario a Part Time) mi pare che vada fatto questo
ragionamento politico: [av1]
-
votare alle
primarie domenica è un'importante manifestazione contro il SalviMaio
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l'alternativa
al sovranismo xenofobo va costruita superando l'attuale PD, ma non credo che
intanto giovi distruggerlo più di quanto già è diroccato
-
non vedo
altri nuclei aggregativi potenziali (né Della Vedova, né Pizzarotti, né gli
attuali Verdi, né i frammenti a sinistra del PD)
-
ho pensato di
votare scheda bianca, ma in Martina (oltre che in Giachetti) riscontro residui
di renzismo (dai personaggi ad alcuni elementi programmatici, fino al ricatto
"unità con Martina sennò Renzi esce": direi: “se vuole, se ne esca”);
mentre Zingaretti quanto meno ha scritto buoni propositi sia su uguaglianza e
ambiente, sia sulla necessaria riforma (e superamento) dello stesso PD (dalle
primarie allo statuto, dal ruolo dei circoli alle consultazioni on-line)
-
ho incontrato
sentimenti convergenti in qualche altro compagno vagante a sinistra del PD
(così come nello stesso Enrico Rossi)
-
viceversa la
scelta legittima di non-votare mi sembra che al momento non esprima più di un
generico e giustificato disincanto degli elettori; inadeguato alle tragiche
prospettive che si profilano per l’Italia e per l’Europa.