Il 32° Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, aggiornando
le riflessioni sull'evoluzione della disciplina, ha riaffermato l’utilità
della pianificazione; ma in pochi se ne sono accorti: i riscontri nella
Rassegna-Stampa. Restano aperte le battaglie sui territori e contro
nuovi peggioramenti legislativi, in un contesto non favorevole:
l’appello INU per Milano e l’appello dei 200 professori.
Sommario:
- il 32° Congresso INU nella rassegna stampa
- lo svolgimento del Congresso: impostazione; l'assemblea dei soci
- riepilogo della precedente puntata: sintesi della proposta di legge INU
- svolgimento del Congresso: mattina
- svolgimento del Congresso: pomeriggio
- alcune mie (amare) considerazioni
- i capisaldi dell’appello per Milano della sezione INU regionale
- l’appello su Milano, e non solo, dei “200 professori”
Appendice 1: La mozione unanime dell’Assemblea dei Soci sulle tendenze
legislative (24 maggio 2025)
Appendice 2: L’appello per Milano della Sezione Regionale Lombarda (27 luglio
2025)
Appendice 3: L’appello dei “200 professori” per una radicale svolta urbanistica
a Milano e in Italia (28 agosto 2025)
IL 32° CONGRESSO I.N.U. NELLA RASSEGNA STAMPA
Si è svolto a Roma in maggio il 32° Congresso dell’INU, con il titolo “Il piano utile” A, volto a
confermare la proposta dell’Istituto per una nuova legge urbanistica nazionale (già delineata
nel precedente congresso del novembre 2022 B e successivamente definita anche come
“articolato” C) ed a sostenere le motivazioni della stessa pianificazione urbanistica e
territoriale di fronte alle crescenti tendenze alla “de-regolazione”, ben esemplificate dal
cosiddetto “modello Milano” ed incombenti nelle poche proposte legislative che affiorano in
materia da Parlamento e Governo.
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 2
La rassegna stampa dedicata al Congresso dallo stesso sito dell’INU A testimonia della
scarsa attenzione che i media (e quindi il vasto mondo esterno ai 200 soci dell’INU) hanno
prestato al Congresso: il comunicato preliminare emanato dall’INU è stato riportato dal solo
supplemento “Norme e Tributi” del quotidiano nazionale “Il sole-24 ore” e da 7 testate on-
line destinate agli addetti ai lavori (tra cui “Il giornale dell’architettura.com, EdilPortale,
Lavori Pubblici); nessun organo di comunicazione ha riferito sull’andamento e sugli esiti del
Congresso.
LO SVOLGIMENTO DEL CONGRESSO: IMPOSTAZIONE. L'ASSEMBLEA DEI SOCI
D’altronde le stesse modalità di svolgimento della giornata di confronto (preceduta dalla
Rassegna Urbanistica Regionale del Lazio, cogestita con l'Ordine degli Architetti di Roma,
che ha anche ospitato il Congresso INU), impostata sostanzialmente su una serie di ‘tavole
rotonde’ di approfondimento, e senza alcun dibattito tra posizioni divergenti (anche perché,
almeno in apparenza, i soci INU sono concordi sulla stessa linea, fatte salve divergenze
sotto traccia1
) non erano fatte per attirare le attenzioni mediatiche (che prediligono invece
l’accapigliamento da talk show); la riconferma, con alcune integrazioni, del gruppo dirigente
uscente dell’Istituto è stata sancita il giorno successivo dalla apposita assemblea, che ha
anche approvato all’unanimità una mozione critica verso il testo-base del disegno di legge
sulla rigenerazione urbana, in discussione in Commissione al Senato (allora “testo
Gasparri”) D.
RIEPILOGO DELLA PRECEDENTE PUNTATA: SINTESI DELLA PROPOSTA DI LEGGE
INU (dal mio articolo del gennaio 2023) B
- “la promozione – anche a livello nazionale – di un sistema di quadri conoscitivi
e di indicatori socio-ambientali che faciliti il dialogo tra programmazione
economica (in particolare per la spesa pubblica) e la pianificazione territoriale a tutte
le scale, privilegiando criteri di razionalità fondati sul concreto monitoraggio delle
condizioni iniziali e degli effetti delle scelte;
- la conferma dell’attuale stratificazione scalare di piani territoriali/paesaggistici
e urbanistici ai tre livelli delle Regioni, delle Province o Città Metropolitane, dei
Comuni o Unioni-di-Comuni;
- la tendenziale unificazione in un unico Piano (al livello comunale/unionale) di
una componente strutturale/strategica, vigente a tempo indeterminato così
come la componente regolativa per i territori consolidati, e di una (eventuale)
componente operativa per le aree da trasformare, con durata di cinque/dieci anni,
valevole sia per gli interventi pubblici (con vincoli per potenziali espropri) sia per gli
1 Una qualche sfasatura mi è parso di rilevarla riguardo al disegno di legge cosiddetto “Salva Milano”, in
generale deprecato dai relatori, con una più ambigua posizione di Marco Engel presidente della Sezione
regionale lombarda, come già da me registrato ai tempi della discussione del provvedimento che ora pare
tramontato. La parziale indulgenza di INU Lombardia verso le interpretazioni milanesi del complesso quadro
normativo vigente (quasi giustificabili proprio a causa di tale complessità e contraddittorietà), pare comunque
pienamente superata dalla recente presa di posizione della stessa Sezione regionale riguardo al nuovo PGT
come necessaria svolta per Milano (e area metropolitana), “Appello” che riporto in Appendice 2.
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 3
interventi privati ed i connessi diritti edificatori; cercando anche di integrare i vari piani
specialistici di settore;
- il passaggio dalle verifiche di “conformità” alle verifiche di “coerenza” (con i
quadri conoscitivi e le opzioni strategiche), sia nella concertazione tra i livelli
istituzionali per l’approvazione dei piani e per la localizzazione dei programmi di
intervento settoriali, sia per i successivi adeguamenti dei piani a condizioni e
domande mutate, limitando le procedure di complessiva variante ai casi di effettiva
modifica degli elementi strutturali;
- la codificazione dei principi perequativi, attribuendo i diritti edificatori derivanti dai
progetti di trasformazione urbana in proporzione ai valori catastali (ovviamente
aggiornati, anche tenendo conto delle diverse qualità ambientali degli immobili), ed
applicando su di essi una conseguente tassazione immobiliare;
- una nuova definizione a livello nazionale degli standard minimi di spazi ad uso
pubblico, tenendo conto dei nuovi bisogni sociali e della necessità dei “servizi eco-
sistemici”, e lasciando alle leggi regionali ed ai piani intermedi e locali una
implementazione flessibile di tale complessa riformulazione della “città pubblica”, che
contempli anche l’offerta di servizi alle persone derivante dal volontariato e dal terzo
settore;
- ricerca di nuove modalità di partecipazione popolare nella formazione dei piani,
a partire dalla fase conoscitiva, che deve divenire interattiva tra istituzioni e cittadini.”
Nel mio articolo del gennaio 2023 B evidenziavo i limiti, ai miei occhi, di tali impostazioni.
SVOLGIMENTO DEL CONGRESSO: MATTINA
In attesa della pubblicazione degli atti (in gran parte anticipati nella raccolta di contributi
pubblicata nel n° 320/S.I. di Urbanistica Informazioni" E), ho potuto seguire integralmente la
giornata di confronto congressuale nella registrazione disponibile su Youtube F e scelgo di
riferire brevemente quanto segue, perché - come già ho detto - i contenuti sostanziali della
proposta INU restano quelli del precedente congresso, da me riassunti e commentati nel
gennaio 2023:
- relazioni introduttive: il presidente Michele Talia e Carlo Alberto Barbieri (decano del
Consiglio Direttivo Nazionale e di fatto ‘padre putativo’ della proposta di legge, che
da anni ne rivendica la necessità, con la costanza con cui Catone insisteva sulla
distruzione di Cartagine), come poi altri relatori nella giornata, hanno insistito sulle
‘buone ragioni’ della pianificazione e sulle ‘cattive ragioni’ della opposta tendenza ad
inficiarla con ogni sorta di scorciatoia (dai vari decreti e leggine sull’edilizia alla
pessima proposta Gasparri sulla rigenerazione urbana 2
, che di fatto apre agli
incrementi volumetrici sui singoli lotti, senza alcun coordinamento urbanistico,
andando anche oltre gli effetti del mancato condono “salva-Milano”): ma non mi pare
2 Nelle settimane successive al Congresso INU, la 8^ Commissione del Senato ha elaborato ulteriormente la
proposta di legge, pervenendo all’inizio di agosto ad una nuova versione-base, a cura del Relatore, Senatore
Roberto Rosso, anch’egli di Forza Italia (come Gasparri), con l'intendimento di discutere gli emendamenti
entro dicembre per portare quindi il testo alla votazione dell’Aula senatoriale. A fronte di questa accelerazione
da parte del Legislatore, mi prefiggo di studiare testo ed emendamenti in vista dei prossimi numeri di
UTOPIA21.
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 4
che abbiano affrontato il nodo politico delle forze in campo tra i due schieramenti,
anzi di fatto con uno schieramento solo, quello contrario agli auspici dell’INU (vedi
più avanti sulle ‘alleanze’); sempre interessante la relazione di Simone Ombuen sul
“Rapporto” annuale dell’INU sul territorio, che integra i dati oggettivi sulle
trasformazioni dei suoli (richiamando dati ISTAT e ISPRA, con attenzione alle nuove
geografie di fatto che modificano di fatto le armature urbane) con le informazioni
relative all’aggiornamento dei diversi strumenti di pianificazione ai vari livelli delle
gerarchie istituzionali (evidenziando come sempre i ritardi delle regioni meridionali);
mentre Roberto Mascarucci ha rinverdito l’attenzione al ‘piano di area vasta’, oltre gli
ormai abituali ristretti confini comunali;
- il successivo confronto “tra 3 punti di vista” si è ridotto ad uno, quello di Walter Tocci
(vedi il suo intervento anche sul sito Casa della Cultura di Milano), che ha richiamato
i temi fondamentali dello Spazio, del Valore (cioè della rendita immobiliare) e della
Forma, per l’assenza forzata di Carlo Gasparrini e di Ines Tinagli (quest’ultima
presente on-line, ma esclusa dai ritardi nella gestione del Congresso): ciò ha portato
Patrizia Gabellini a trasformarsi da moderatrice a voce critica, con richiami storici ad
altre fasi in cui l’INU si impegnò a difendere l’utilità del Piano e con semina di vari
dubbi come sempre stimolanti.
SVOLGIMENTO DEL CONGRESSO: POMERIGGIO
Nel pomeriggio si sono svolte le due “tavole rotonde”:
- - la prima - introdotta da Andrea Arcidiacono che ha riassunto le tematiche della
transizione urbanistica a fronte della ‘policrisi’ (politica, economia, società, ambiente)
- ha raccolto il sostegno esterno di soggetti quali l’ASviS, Legambiente,
l’Associazione Centri Storici (ANCSA)3
, nonché dell'avvocato Emanuele Boscolo in
veste di presidente AIDU (docenti di diritto urbanistico)4 e di due ‘schegge impazzite’
del sistema istituzionale, quali Michele Munafò di ISPRA5
(di cui dirige le ricerche sul
consumo di suolo) e Daniele Vetritto, dirigente del progetto “Italiae” presso la
Presidenza del Consiglio (il quale dava l'impressione di essere lui stesso a cercare
conforto presso gli astanti, stante l’isolamento di cui soffre nel contesto governativo,
dove - in collaborazione con l’INU - sviluppa ricerche sulle ‘nuove geografie' e cerca
invano di caldeggiare la necessità di una riorganizzazione dei poteri locali alla scala
degli attuali problemi territoriali): la marginalità oggettiva di tali ospiti, esponenti dello
Stato, probabilmente mal sopportati negli ambiti decisionali, mostrano a mio avviso
la marginalità attuale dello stesso INU, la cui proposta di legge, pur presentata presso
3 Stefano Storchi, penso riferendosi all’applicazione della legge urbanistica regionale dell’Emilia Romagna, ha
definito “Piani dell’evanescenza” quelli che esprimono obiettivi altisonanti ma generici, riscontrando poi
“coerenza” in qualunque proposta dei privati
4
l’avvocato Boscolo, però, quale socio INU ha avuto un ruolo rilevante nella stesura del progetto di legge dello
stesso INU in particolare riguardo alla definizione giuridica di “coerenza” in alternativa a “conformità”)
5 Michele Munafò in particolare ha dato atto che finalmente tutte le regioni e le province autonome hanno
variamente inserito nella loro legislazione il principio del risparmio del consumo di suolo, ma ha sottolineato e
deprecato il fatto che in ciascuna di queste norme compare una definizione diversa dello stesso “consumo di
suolo”, e che nessuna di queste coincide con la definizione data dall’ISPRA (e coerente con la direttiva
europea), così che diviene impraticabile una sistematica verifica della efficacia dei provvedimenti di ciascuna
singola regione
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 5
il Senato (per invito di alcuni senatori dell’opposizione) non è stata degnata della
minima attenzione da parte dei partiti della maggioranza (e francamente, mi pare,
neanche troppo dagli altri partiti);
- - la seconda, guidata da Carolina Giaimo (direttrice di Urbanistica Informazioni), ha
alternato, a mio avviso con un ritmo un po’ affrettato, i rappresentanti di alcune tra le
due forme di articolazione organizzativa dell’INU, le ‘community’ (cioè i gruppi di
lavoro tematici) e le sezioni territoriali regionali:
- tra le ‘community’ è emersa chiaramente la problematica espressa da
Bertrando Bonfantini della nuova ‘community’ sulla formazione (già “riforma
dei saperi”), sia riguardo ai rischi che la pianificazione nel mondo universitario
resti schiacciata tra le discipline territoriali ‘non progettuali’ (geografia,
antropologia, ecc.) e quelle progettuali ma ‘non territoriali’ (ingegneria e
architettura), sia riguardo alla inadeguatezza dell’attuale offerta formativa
rispetto ai nuovi bisogni operativi (policrisi e transizioni) per chi agisce come
dipendente o incaricato dagli enti pubblici, mentre gli interventi dei gruppi
relativi al meridione ed al paesaggio hanno soprattutto mostrato - senza
dipanarlo - il notevole accavallamento di temi e di iniziative che l’INU affronta
e sviluppa (e con ben altre 16 community, se ho ben contato) malgrado il
ridotto numero di soci;
- dalle tre sezioni territoriali invitate a relazionare - Toscana, Puglia ed Emilia
Romagna - sono pervenute sistematiche relazioni sia sullo stato della
legislazione che del processo di pianificazione (e di controllo sul consumo di
suolo) nelle singole regioni, che risulta assai differenziato 6
, ed anche, per
quanto riguarda Toscana e Puglia, divergente rispetto al modello delineato dal
progetto di legge nazionale dell’INU (più coerente l'ultima legge regionale
6 Francesco Rotondo, presidente della Sezione Puglia, ha esposto in sintesi un situazione regionale di stallo
decennale riguardo alla pianificazione urbanistica, dopo gli slanci all’inizio della attuazione del Piano
Paesaggistico Regionale (slanci meno sostenuti dalla Giunte regionali presiedute da Michele Emiliano), ed in
attesa di una nuova Legge Urbanistica Regionale, ora in fase di elaborazione; tale stallo urbanistico risulta
contrappuntato da una vivacità edilizia connessa alla normativa regionale sulla riqualificazione edilizia,
allargata dalle modifiche nazionali del 2020 alla disciplina della "ristrutturazione edilizia”, e soprattutto dalle
devastanti deroghe derivanti dalla estensione all’intero territorio di tutte le regioni meridionali del regime delle
“Zone Economiche Speciali", inizialmente previsto solo per le aree prossime ad 8 città portuali, regime
particolarmente largo per tutte le imprese, anche piccole, e con decisioni finali affidate al Commissario che
presiede le Conferenze dei Servizi.
Per quanto riguarda gli assetti legislativi ed operativi di Toscana ed Emilia Romagna, rimando al mio articolo
del gennaio 2024 G, segnalando quanto segue per gli aggiornamenti evidenziati nella giornata congressuale:
- Toscana: mentre si riscontra una consistente adesione dei Comuni, singoli od aggregati, al rinnovo
dei rispettivi Piani e conseguentemente alla progressiva restrizione dei restanti margini di consumo
del suolo extraurbano, la Sezione regionale, tramite la Presidente Camilla Cerrina Feroni, segnala
lentezze e difficoltà nella interpretazione concreta di alcuni aspetti del Piano Paesaggistico Regionale,
e le carenze di tale Piano rispetto ai paesaggi più urbani e più contemporanei
- Emilia Romagna: l'intervento del Presidente Vittorio Emanuele Bianchi, abbastanza compiaciuto circa
i risultati del rinnovamento dei Piani Urbanistici Comunali o Intercomunali in attuazione della Legge
Regionale del 2017 ad in particolare della conseguita estinzione della “edificabilità pregressa”
accumulata nei precedenti piani, ha evidenziato la flessibilità di applicazione del nuovo assetto (ad
esempio per le scelte di delocalizzazione a fronte delle recenti alluvioni) e lo spostamento dagli aspetti
quantitativi a quelli qualitativi in materia di spazi pubblici, essendo generalizzata una media acquisita
di oltre 30 m2 per abitante nell’intera regione; tale abbondanza ha suscitato invidie da parte dei
congressisti di altre regioni, soprattutto meridionali, mentre i toni ottimistici dell'intervento hanno
rasserenato gli animi del convegno, dato il contesto generale assai più cupo.
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 6
emiliana), il che ne renderebbe anche più difficile l’approvazione e attuazione
nell’auspicabile ma improbabile eventualità del suo incardinamento in un
procedimento legislativo.
Al termine della giornata, nell’imminenza dell’aperitivo serale, il presidente Talia ha passato
la parola per gli interventi conclusivi a Valeria Lingua ed a Paolo La Greca, il primo di
carattere riassuntivo ed ecumenico ed il secondo soprattutto di testimonianza della sua
attività come Assessore e Vice-Sindaco a Catania, ‘tecnico’ in una giunta di Centro-Destra.
ALCUNE MIE (AMARE) CONSIDERAZIONI
La mia impressione è che le attività dell’INU e di gran parte del mondo urbanistico, dentro e
fuori dagli ambiti accademici, a fronte della crisi di un modello ‘classico’ di pianificazione,
del quale sono venuti meno i presupposti ideologici, sociali ed economici, prima ancora che
politici ed istituzionali, mostrino una notevole ricchezza di ricerche e di sperimentazioni, per
fronteggiare la transizione ambientale (energia, clima, biodiversità) e quella digitale.
Però mi sembra che tali raffinatezze di analisi e proposte non siano sufficienti a colmare la
sostanziale debolezza non solo della “pianificazione’ territoriale ed urbanistica, ma
dell’intero assetto progressivo dello ‘stato sociale ed inclusivo’. Ne sopravvivono le norme e
gli istituti, a scala europea e nazionale (molto meno a scala planetaria: vedi ONU e
Organizzazione Internazionale per il Commercio): ma con la sensazione che i 'barbari alle
porte’ siano pronti a sbarazzarsene, passando, ad esempio, dal puntuale sabotaggio in atto
in Italia verso la transizione energetica, pur condito da ipocrite adesione agli obiettivi ONU
2030, all’esplicito negazionismo dei problemi climatici già esplicitato negli USA
dall'amministrazione Trump (purtroppo vi sono molti altri esempi di soppressione dei principi
della ‘vecchia democrazia’, a partire dalla indipendenza degli organismi di ricerca statistica).
Tali ‘barbari’ non vengono solo dall’esterno (USA), ma sono tra noi, insediati negli
schieramenti elettorali sovranisti che incalzano e condizionano il quadro politico di molti
paesi europei, quando già non li governano.
Pertanto tutti gli sforzi di declinare le buone ragioni della pianificazione e dei servizi
ecosistemici del suolo, ricercando anche un qualche consenso ‘popolare’, sono senz’altro
meritevoli, ma rischiano di assomigliare all'orchestra del Titanic mentre si approssima
all’iceberg.
Mi guardo dall’immaginare consigli, ma non mi stupisco se il disegno di legge dell’INU non
riesce a bucare la disattenzione dell'opinione pubblica.
Opinione pubblica invece abbastanza attiva sul ‘caso Milano’ H, con il rischio di non capirci
molto, stante il chiasso mediatico/giudiziario.
Non riesco ad ipotizzare come evolverà la gestione urbanistica milanese nei prossimi ed
ultimi due anni della Giunta Sala, tuttavia sono lieto che l’appello recentemente lanciato
dall’Inu Lombardia I
(che riporto qui sotto per caposaldi e per esteso in Appendice 2 e che
supera le precedenti ambiguità della Sezione regionale INU) indichi una chiara e
condivisibile linea di svolta rispetto al ‘modello Milano’ (un modello di resa anticipata agli
interessi immobiliari ipercapitalistici, senza bisogno che vincano formalmente i nuovi
barbari).
Il confronto non solo disciplinare, ma politico e sociale sui problemi concreti della casa e
della città, nei singoli territori, anche per confermare che il piano è davvero utile, non è certo
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 7
di più facile vittoria rispetto al livello legislativo nazionale: però mi appare nei fatti più
praticabile. J
I CAPISALDI DELL’APPELLO PER MILANO DELLA SEZIONE INU REGIONALE (27
luglio 2025 - testo completo in Appendice 2). K
1. Costruire il piano in un'ottica metropolitana...
2. Governare la distribuzione e l'entità del carico urbanistico...
3. Ripristinare un rapporto equilibrato fra interessi privati e utilità pubbliche. È indispensabile
adeguare gli strumenti di prelievo di quote della rendita urbana, amplificata dalla strabiliante
crescita del mercato immobiliare milanese, da investire nell'armatura pubblica della città e
nell'attivazione di politiche di welfare urbano con l'obiettivo di incrementare e qualificare gli
spazi ed i servizi pubblici, allo scopo limitando il ricorso, oggi troppo diffuso, della
monetizzazione delle dotazioni di servizi e di quote di edilizia sociale.
4. Porre al centro le strategie di risposta al fabbisogno di alloggi a basso costo...
5. Assumere il tema dell'adattamento ai cambiamenti climatici come matrice del disegno
dell'armatura pubblica della città...
L’APPELLO SU MILANO, E NON SOLO, DEI “200 PROFESSORI”
Sul finire della pausa estiva, il dibattito politico-disciplinare sul Caso Milano è stato rilanciato
- a livello nazionale - da un appello L firmato da oltre 200 intellettuali, non solo urbanisti, tra
cui i più noti sono Salvatore Settis, Tomaso Montanari e Paolo Maddalena, il cui testo
riproduco in Appendice 3, e che è così riassunto dalla redazione di “Salviamo il paesaggio”
: “Dopo le inchieste e lo scandalo di questi mesi, si chiede di fermare i progetti in corso a
Milano, di modificare le politiche che guidano l’urbanistica in base a un quadro strategico di
gestione pubblica e di riformare le leggi nazionali al fine di tutelare l’interesse degli abitanti
e la qualità ambientale e sociale dei luoghi dall’eccessiva rapacità degli investitori,
ripristinando l’effettiva capacità delle istituzioni di governare i processi di trasformazione dei
territori”.
Al di là della puntualizzazione sugli specifici progetti da “fermare” a Milano, a partire dalla
cessione dello stadio di S.Siro, i contenuti in apparenza non divergono molto da quelli
emersi in ambito INU (vedi sopra ed in appendice 1 e 2), motivo per cui mi pare rilevante
osservare:
- che tra i “200” non compare nessuno del gruppo dirigente INU, né milanese né
nazionale,7
- che i “200” - pur auspicando una “riforma organica della legge nazionale” - non
accennano minimamente agli sforzi compiuti dall’INU per formulare la sua proposta
di legge.
7 Dalla lettura delle firme del documento, in particolare, tra i circa 30 firmatari orbitanti sul Politecnico di Milano
ed altre istituzioni milanesi - di cui nessuno figura tra i soci della Sezione Lombardia dell’INU - si notano non
solo i più precoci e tenaci critici del ‘modello Milano’, già menzionati nell’articolo “E’ così che si salva Milano”,
su UTOPIA21 del gennaio 2025 - come Giancarlo Consonni, Sergio Brenna, Arturo Lanzani, Elena Granata,
Paolo Pileri - ma anche alcuni professori che in qualche misura si potrebbero invece riconoscere quali
precursori dello stesso modello, come Giorgio Goggi, già assessore nella Giunta Albertini, e Maria Cristina
Treu, interlocutrice dell’Assessore Moneta nel varo della Legge Regionale n° 12 del 2005.
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 8
Ritengo che questa assenza di dialogo, senza approfondimento sui contenuti delle
divergenze esplicite ed implicite, indebolisca complessivamente l’area “progressista” e non
solo le sue componenti più moderate o più radicali.
aldovecchi@hotmali.it
Fonti:
A. https://www.inu.it/xxxii-il-piano-utile/
B. Aldo Vecchi - RIFORMARE L’URBANISTICA? - su UTOPIA21, gennaio 2023 -
https://drive.google.com/file/d/1-
hRvpegM2DZGt55SJpfIACeqUuX07z63/view?usp=share_link
C. http://www.inu.it/wp-content/uploads/appendice-ui-313-legge-principi-def.pdf
D. https://www.senato.it/leggi-e-documenti/disegni-di-legge/scheda-ddl?did=57192
E. https://www.inuedizioni.com/en/prodotti/rivista/n-320-special-issue-urbanistica-
informazioni-marzo-aprile-2025
F. https://www.youtube.com/watch?v=sSX7wfmk3nM
G. Aldo Vecchi - NON SI FERMA IL CONSUMO DI SUOLO - su UTOPIA21, gennaio
2024 -
https://drive.google.com/file/d/1zOz4i3IekmCXguXLpc3mcoS_EhdvhAYY/view?usp
=drive_link
H. Anna Maria Vailati e Aldo Vecchi - È COSÌ CHE SI SALVA MILANO? - su
UTOPIA21, gennaio 2025 https://drive.google.com/file/d/1-mFBTsYEiA42q2V9GZ-
FUCZGnJSVrKwE/view?usp=drive_link
I. http://www.inu.it/news/inu-lombardia-rivolge-all-amministrazione-un-appello-per-
milano/
J. Aldo Vecchi - ANCORA SULL’UTOPIA DELL’URBANITÀ DI GIANCARLO
CONSONNI - su UTOPIA21, 2024 -
https://drive.google.com/file/d/1spWyZmlaHhwMQpgdTEsDGaOuoNsIu3x7/view?us
p=drive_link
K. http://www.inu.it/wp-content/uploads/allegato-4-inu-mozione-rigenerazione-
urbana.pdf
L. https://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/08/appello-per-una-radicale-svolta-
urbanistica-a-milano-e-in-italia/
NELLE PAGINE SEGUENTI LE APPENDICI 1-2-3
Appendice 1: La mozione unanime dell’Assemblea dei Soci sulle tendenze
legislative (24 maggio 2025)
Appendice 2: L’appello per Milano della Sezione Regionale Lombarda (27 luglio
2025)
Appendice 3: L’appello dei “200 professori” per una radicale svolta urbanistica
a Milano e in Italia (28 agosto 2025)
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 9
APPENDICE 1 - LA MOZIONE UNANIME DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI SULLE
TENDENZE LEGISLATIVE M
Assemblea dei soci INU del 24 maggio 2025
Mozione sulla Rigenerazione urbana approvata all’unanimità:
Per l’INU è assodato che la rigenerazione urbana è concetto multidimensionale e funzionale,
che riguarda gli aspetti ambientali, sociali ed economici della città congiuntamente a quelli
abitativi e urbanistici.
Con riferimento al campo di interesse individuato dal XXXII Congresso dell’INU, la
rigenerazione territoriale e urbana è in grado di rappresentare un importante sviluppo delle
potenzialità dell’agire urbanistico mediante l’individuazione di un più ampio, aggiornato e
sostenibile ventaglio di obiettivi ed esiti attesi per le politiche pubbliche e il governo del
territorio. Al tempo stesso la rigenerazione può imprimere un impulso significativo alla
innovazione del processo di pianificazione, migliorando la capacità di quest’ultima di
adattarsi alla molteplicità dei contesti di intervento, e di dimostrare con chiarezza la fattibilità,
la condivisione e l’utilità delle procedure di cui dovrà dotarsi.
In relazione alle caratteristiche delle aree urbanizzate e del territorio in cui viene perseguita,
la rigenerazione urbana e territoriale aggrega un insieme coordinato di interventi inerenti il
recupero, la riqualificazione e il rinnovo del patrimonio edilizio, il riuso temporaneo o
permanente degli edifici dismessi o sottoutilizzati, la realizzazione di alloggi sociali,
l’incremento e la qualificazione degli spazi pubblici, le misure di adattamento ai cambiamenti
climatici e di sostenibilità energetica, il potenziamento dei servizi pubblici e privati anche
attraverso idonee attrezzature e infrastrutture, la cura della salute e della sicurezza, lo
sviluppo di forme di mobilità sostenibile, la rimozione dei detrattori ambientali e dei manufatti
incongrui.
La rigenerazione urbana così concepita e perseguita è finalità fondamentale del governo
del territorio e dei relativi strumenti di pianificazione urbanistica, nei quali si integra con gli
obiettivi del contenimento del consumo di suolo e di messa in sicurezza del territorio.
Pertanto l’INU, mentre condivide le iniziative legislative di quelle Regioni che si prefiggono
di innovare gli strumenti di pianificazione così da porli in grado di realizzare il governo del
territorio nella transizione dalla espansione alla rigenerazione urbana, dissente dai tentativi
legislativi settoriali sia di giustapporre (o sottrarre) la rigenerazione urbana alla
pianificazione generale, con la prospettazione di un ulteriore nuovo strumento urbanistico di
carattere speciale e il ripetuto ricorso a norme sostitutive e derogatorie dal Piano urbanistico
generale; sia un approccio riduzionistico della rigenerazione urbana ad un ambito normativo
prevalentemente di tipo edilizio.
Pertanto l’Assemblea dei Soci impegna il Consiglio Direttivo Nazionale e gli organi dirigenti
dell’Istituto ad affermare in ogni occasione le seguenti posizioni:
- compete al Piano urbanistico generale la funzione di individuare gli ambiti che, per
le loro condizioni di degrado, necessitano di essere rigenerati attraverso Piani,
Programmi e la progettualità di iniziativa privata o pubblica. Per tali ambiti, spetta agli
strumenti urbanistici la funzione di stabilire il sistema di incentivi (es. riduzione del contributo
di costruzione, incremento di superficie o di volume, mixitè di destinazioni d’uso, flessibilità
progettuale, semplificazioni procedurali, ecc.) utili per innescare il processo di
rigenerazione;
- gli interventi di rilievo urbanistico necessitano di essere disciplinati in modo diverso
dagli interventi edilizi. Gli interventi di trasformazione che determinano un significativo
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 10
incremento del carico urbanistico - vuoi con l’aumento dei volumi o delle superfici lorde, vuoi
con i cambi delle destinazioni d’uso - necessitano di essere valutati dalle amministrazioni
comunali. Per gli interventi di maggiore dimensione e complessità, si rende indispensabile
il ricorso ad un Piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica o privata convenzionati,
ovvero ad accordi operativi pubblico-privato di cui alla L 241/2001. Il Permesso di costruire
convenzionato si attaglia agli interventi di minore dimensione e complessità, ma comunque
generatori di un incremento del carico urbanistico di un qualche rilievo. La gestione degli
interventi confermativi del preesistente carico urbanistico, o modificativi di esso per effetto
di specifiche premialità stabilite da leggi o da norme urbanistiche, potrà essere affidata, a
seconda dei casi, alla Segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA) o al Permesso di
costruire. Il quadro appena delineato comporta la radicale revisione dell’art. 3, c. 1, e dall’art.
10 del Dpr 380/2001, in cui nel 2020, e cioè in epoca post-Covid, venne stravolta la
definizione di “ristrutturazione edilizia”, e quindi impropriamente dilatato il campo di
operatività della Scia.
- l’INU auspica che un provvedimento legislativo dello Stato in materia di
rigenerazione urbana e territoriale introduca misure finanziarie atte ad attivare un
flusso di risorse continuo nel tempo, in grado di consentire una programmazione
degli interventi pubblici e privati nel medio periodo. Un altro importante contenuto di
tale provvedimento è l’alleggerimento del carico fiscale per tutte le attività preordinate alla
rigenerazione urbana.
- l’INU dissente dalla soppressione delle norme che disciplinano la densità edilizia e
le dotazioni pubbliche degli insediamenti, nonché le relazioni (distanze dai confini e
altre) fra proprietà private senza un intervento organico di riforma del DM 1444/68,
peraltro da lungo tempo auspicato dall’Istituto e trattato nella sua proposta di Legge di
Principi del governo del territorio;
- l’INU sostiene che il trasferimento delle quantità edificatorie di varia origine
(perequazione, crediti edilizi, premialità, compensazioni) che si staccano dal suolo di
origine per localizzarsi altrove, deve essere funzionale alla realizzazione di processi
di rigenerazione urbana e territoriale, e in quanto tale trovare cornice di riferimento e
disciplina nel Piano urbanistico generale nella sua innovativa forma, nonché in
adeguati istituti giuridici.
APPENDICE 2 - L’APPELLO PER MILANO DELLA SEZIONE REGIONALE LOMBARDA
(27 LUGLIO 2025) I
“Un appello PER MILANO:
Serve un nuovo piano consapevole del rango internazionale acquisito dalla metropoli
milanese, rispettoso della cultura e della memoria della città e dei diritti dei suoi cittadini.
È molto cambiata Milano nei dieci anni appena trascorsi dall'apertura di EXPO 2015 e, sotto
molti profili, ma non tutti, è cambiata in meglio.
Sono stati dieci anni di sviluppo accelerato che hanno portato Milano ad acquisire un ruolo
fra le metropoli che competono nell'economia globale. Dieci anni caratterizzati da una spinta
crescente del mercato immobiliare sostenuta da uno straordinario afflusso di capitali, non
adeguatamente governata da una strumentazione urbanistica ideata in una fase di
stagnazione con l'obiettivo di restituire slancio alla città promuovendone la densificazione
tramite la crescita in altezza.
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 11
Il piano attualmente vigente contiene scelte di strategia e di gestione dello sviluppo urbano
che si sono rivelate insufficienti a governare la potentissima e perdurante spinta del mercato
immobiliare: una condizione riconducibile principalmente alla dilatazione dei margini di
flessibilità introdotti nel piano, col conseguente rinvio alla fase attuativa di decisioni rilevanti,
comprese, in alcuni casi, quelle relative all'entità della volumetria edificabile.
Gli esiti delle trasformazioni realizzate in applicazione delle regole del piano sono ora sotto
gli occhi di tutti: il progressivo cambiamento della composizione sociale degli abitanti che
orienta la città a qualificarsi sempre più come residenza per soli ricchi, la modesta entità
delle risorse recuperate dalla rendita urbana a favore delle politiche pubbliche, la diffusione
di singoli interventi fortemente impattanti sul contesto urbano e scarsamente rispettosi delle
attese dei cittadini, per non citare che gli effetti più vistosi.
Giunti a questo punto risulta improcrastinabile l'approvazione di un nuovo Piano di Governo
del Territorio per evitare che la città rimanga, per molti anni a venire, ancorata ad un sistema
di regole che ha ormai dimostrato la propria inadeguatezza.
La formazione del nuovo PGT deve avere una direzione politica ed una guida culturale e
tecnica riconoscibili in modo da rendere trasparente il processo di formazione delle scelte e
la loro traduzione nel sistema delle decisioni e delle regole. È anche necessario riattivare il
confronto con la società milanese e coi suoi organismi rappresentativi, a partire dal Consiglio
Comunale, e mantenerlo con costanza lungo tutta la fase di formazione delle decisioni al
fine di sviluppare una salda condivisione dei temi e degli obiettivi centrali del Piano, ponendo
anzitutto in discussione la scelta della densificazione della città centrale, ossia di Milano
racchiusa nei suoi confini comunali.
Per rilanciare il confronto sul nuovo piano per Milano proponiamo 5 temi, già segnalati in
precedenti prese di posizione di INU Lombardia, che riteniamo centrali per risolvere le
criticità fin qui emerse ed affrontare con rinnovata energia le sfide di una nuova fase di
sviluppo.
1. Costruire il piano in un'ottica metropolitana. Milano ha bisogno di una strategia
metropolitana che non può essere solo annunciata ma deve essere sostenuta da visioni e
atti concreti. Il PGT di Milano riguarda solo formalmente il territorio entro i confini comunali
poiché i suoi effetti si ripercuotono su tutta la vasta regione metropolitana in termini di
ridistribuzione della popolazione residente, di delocalizzazione e nuovo insediamento delle
attività produttive, di distribuzione dei servizi, compresi quelli di trasporto, ecc.
2. Governare la distribuzione e l'entità del carico urbanistico. Il piano deve assumere le
decisioni che gli competono per legge relativamente alla distribuzione ed alle condizioni di
ammissibilità dei carichi urbanistici, ossia del volume edificabile sui suoli urbani. Si tratta di
un compito esplicitamente assegnato dalla legge al Consiglio Comunale, che non può
essere demandato all'elaborazione di studi e progetti sviluppati da soggetti privati, ancorché
patrocinati del Comune.
3. Ripristinare un rapporto equilibrato fra interessi privati e utilità pubbliche. È indispensabile
adeguare gli strumenti di prelievo di quote della rendita urbana, amplificata dalla strabiliante
crescita del mercato immobiliare milanese, da investire nell'armatura pubblica della città e
nell'attivazione di politiche di welfare urbano con l'obiettivo di incrementare e qualificare gli
spazi ed i servizi pubblici, allo scopo limitando il ricorso, oggi troppo diffuso, della
monetizzazione delle dotazioni di servizi e di quote di edilizia sociale. Il riequilibrio delle
utilità pubbliche e private in Milano può inoltre contribuire a ridurre la distanza fra il
rendimento degli investimenti nella città e nel territorio metropolitano con conseguenti effetti
di riequilibrio fra le parti.
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 12
4. Porre al centro le strategie di risposta al fabbisogno di alloggi a basso costo. Quello della
casa a costi accessibili è l'unico fabbisogno ancora drammaticamente presente nell'area
urbana milanese, aggravato dall’emergere di nuove domande, come la residenza
universitaria. In assenza di iniziative statali continuative di sostegno all'edilizia sociale, il
piano urbanistico comunale rimane oggi l'unico strumento attraverso il quale acquisire aree
da destinare alla realizzazione dell'edilizia sociale e promuovere la realizzazione di alloggi
da cedere in affitto a prezzi effettivamente calmierati, anche mettendo a punto un sistema
di sgravi nel contesto della fiscalità comunale. Azioni da sviluppare nella consapevolezza
che una politica efficace per l'edilizia sociale richiede strumenti di governo di scala
metropolitana associati ad investimenti sulle infrastrutture e sui servizi.
5. Assumere il tema dell'adattamento ai cambiamenti climatici come matrice del disegno
dell'armatura pubblica della città. Milano può giovarsi di un patrimonio estremamente ricco
di proposte, studi e progetti per una città nella quale il verde svolga un ruolo centrale. È
giunto il momento di utilizzare questo patrimonio per costruire programmi e attivare
interventi in grado di migliorare le condizioni del microclima, combattere il fenomeno
dell'isola di calore e rispondere alle nuove esigenze del drenaggio urbano contribuendo al
miglioramento generale dell'ambiente e del paesaggio e all'incremento della biodiversità.
Il Piano urbanistico è lo strumento fondamentale di governo delle trasformazioni urbane, è
la sintesi di strategie ed obbiettivi democraticamente decisi: non è un contenitore burocratico
da adattare alle imprevedibili mutazioni del mercato. Mentre scriviamo prosegue,
dirompente, lo sviluppo della nuova città che ha investito le aree dell'antica periferia operaia
ed anche quelle più esterne affacciate sulla campagna. È questa che stiamo vivendo una
grande opportunità di riqualificazione per l'intera compagine urbana ed anche,
potenzialmente, per una parte rilevante dell'area metropolitana. Dobbiamo assolutamente
dotarci degli strumenti necessari a sfruttare questa opportunità nell'interesse di tutti i
milanesi.”
INU Lombardia
Milano, 24 luglio 2025
APPENDICE 3: L’APPELLO DEI “200 PROFESSORI” PER UNA RADICALE SVOLTA
URBANISTICA A MILANO E IN ITALIA (28 AGOSTO 2025)
I fatti gravissimi emersi dalle indagini della Procura di Milano sullo sviluppo urbano degli
ultimi anni sono preoccupanti sia per le fattispecie emerse sia per le reazioni della politica e
delle istituzioni milanesi e nazionali.
Quali che siano le responsabilità civili e penali dei molti indagati, che saranno accertate nel
corso dei processi, e fatti salvi eventuali altri fatti che potranno emergere, è sempre più
evidente che la trasformazione della città è stata governata in modo opaco, al di fuori delle
regole democratiche e forzando le leggi urbanistiche.
A questo esito si è arrivati sia attraverso il depotenziamento delle norme a garanzia
dell’interesse pubblico – che avrebbero potuto ostacolare la rapida realizzazione degli
interventi e il massimo profitto degli investitori – sia attraverso l’aggiramento delle Leggi
stesse e la creazione di norme ad hoc.
Nonostante le evidenze scaturite dalle inchieste, il Sindaco di Milano, la Giunta e una grande
parte della classe dirigente locale e nazionale hanno espresso la sostanziale volontà di
assicurare il proseguimento delle operazioni immobiliari e urbanistiche nate in questo
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 13
contesto, sottoposte a procedure di approvazione nella migliore delle ipotesi poco
ortodosse, in alcuni forse addirittura illegali. Ancora una volta si ribadisce che “Milano non
si ferma”, e che il modello di sviluppo che rappresenta è immodificabile ed è giusto
estenderlo all’intero territorio italiano.
Una continuità che non solo compromette il rispetto della legalità, il corretto funzionamento
delle istituzioni democratiche e la redistribuzione della ricchezza, ma danneggia l’ambiente,
la qualità urbana e la vita degli abitanti.
A Milano si è considerato normale trasformare la città per frammenti, senza un quadro
strategico di visione e gestione pubblica (al di fuori della visione d’insieme della città che
spetterebbe al Piano): si è costruito all’interno degli isolati e nei cortili edifici di dimensioni
incongrue, spesso al posto di laboratori, parcheggi, piccole residenze, giardini o aree che la
natura aveva riconquistato. Si è rinunciato a una larga parte degli oneri di urbanizzazione e
dei servizi dovuti (gli standard), che tali interventi avrebbero richiesto, e
contemporaneamente è stata attuata una privatizzazione strisciante dei servizi e delle
strutture pubbliche, come case, piscine e centri sportivi. Anche le grandi aree di
trasformazione – come gli scali ferroviari e le aree industriali di Bovisa e Rogoredo – stanno
prendendo forma al di fuori della visione d’insieme della città che spetterebbe al Piano. Nel
frattempo, il consumo di suolo verde e agricolo continua, come dimostrano ogni anno i dati
ISPRA.
Molti studi e ricerche, con analisi rigorose e documentate, dimostrano come la sostituzione
dell’urbanistica con queste forme improprie di rigenerazione urbana – praticate a Milano e
imitate in molte altre città italiane – abbia prodotto un’economia sproporzionatamente
favorevole alla rendita e alla concentrazione della ricchezza. Questo processo ha aggravato
le disuguaglianze sociali e i divari territoriali, ha indebolito la capacità di intervenire sui gravi
e urgenti problemi della città, compromettendo sensibilmente la qualità della vita, a partire
dal diritto all’abitare e dalla salute dei cittadini.
Alla luce di tali considerazioni proponiamo che questa sia l’occasione per un serio riesame
delle scelte politiche e tecniche che guidano l’urbanistica milanese e, sempre più
frequentemente, l’urbanistica del paese.
Per tali ragioni chiediamo all’amministrazione milanese e alle istituzioni politiche e di
governo di fermare i grandi e medi progetti in corso per imprimere una direzione diversa,
trasparente e democratica, alla trasformazione di quelle aree e della città in generale: da
quelli dichiarati prioritari come la vendita dello stadio Meazza a San Siro, allo sviluppo per
parti incoerenti degli ex scali ferroviari, a quelli avviati e controversi come la BEIC-Biblioteca
Europea, la Goccia della Bovisa, il nuovo centro commerciale in piazzale Loreto e
l’edificazione di grandi volumi sui binari della stazione Cadorna (FILI). È urgente e
necessario aprire una discussione effettiva e democratica che tenga conto delle critiche
politiche e civili, dei bisogni abitativi, sociali e ambientali espressi dalla popolazione
milanese in questi anni, sin qui del tutto elusi, per decidere quali di questi progetti debbano
andare avanti e in che modo.
Nello specifico, chiediamo che il Piano Casa sia radicalmente rivisto favorendo l’Edilizia
Residenziale Pubblica piuttosto che quella Sociale (che a Milano si configura come una
fascia dell’edilizia di mercato), la realizzazione di studentati pubblici e davvero accessibili, e
che il Piano di Governo del Territorio in corso di elaborazione sia elaborato secondo priorità,
obiettivi e principi di equità e redistribuzione materiale delle risorse.
Chiediamo, soprattutto, che le pressioni per deregolamentare la normativa urbanistica
nazionale e il Testo unico dell’Edilizia attraverso la legge sulla Rigenerazione urbana e il
nuovo Testo Unico siano respinte: crediamo, infatti, che esista attualmente una grande
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 14
necessità di adeguare le regole al nuovo contesto globale, ma nel senso opposto a quello
auspicato e formalizzato nelle bozze di legge elaborate in questi anni. Bisogna proporre
nuove forme di pianificazione in grado di far fronte agli effetti del cambiamento climatico e
del degrado ambientale, di tutelare l’interesse degli abitanti e la qualità ambientale e sociale
dei luoghi dall’eccessiva rapacità degli investitori. Occorre ripristinare l’effettiva capacità
degli enti pubblici di governare i processi di trasformazione dei territori e di vincolare le
istituzioni pubbliche alla trasparenza e al mandato degli elettori.
È fondamentale una riforma organica della legge nazionale per bloccare il consumo di suolo
e per rimuovere dai piani le previsioni non attuate o senza inizio delle procedure da cinque
anni.
Serve una nuova urbanistica tesa alla giustizia spaziale e al riequilibrio territoriale, una
nuova cultura civile e una vera sensibilità ambientale, per Milano, per le città e i territori del
Paese.
Le firme:
Ilaria Agostini – Università di Bologna
Alfredo Alietti- Università di Ferrara
Luca Alteri, Università di Roma, Sapienza
Mariella Annese – Politecnico di Bari
Pierpaolo Ascari, Università di Bologna
Arianna Azzellino – Politecnico di Milano
Daniele Balicco – Università Roma Tre
Angela Barbanente – Politecnico di Bari
Filippo Barbera – Università di Torino
Alessandro Barile – Università di Roma
Matteo Basso – Università Iuav di Venezia
Emanuela Beacco – avvocato
Luca Beltrami Gadola – direttore Arcipelago Milano
Auretta Benedetti – università Bicocca
Tomà Berlanda – università di Torino
Alessandro Bertante NABA Milano
Paolo Berdini – Università Tor Vergata di Roma
Alberto Bertagna – università di Genova
Piero Bevilacqua – Università La Sapienza di Roma
Roberto Biscardini – Politecnico di Milano
Stefano Bocchi – Università degli studi di Milano
Paola Bonora – Università di Bologna
Paolo Borioni – Università La Sapienza di Roma
Gianni Bottalico – già presidente ACLI
Sergio Brenna – Politecnico di Milano
Paola Giuseppina Briata – Politecnico di Milano
Grazia Brunetta – Politecnico di Torino
Emma Buondonno – Università Federico II di Napoli
Roberto Budini Gattai – Università di Firenze
Alberto Budoni – Università la Sapienza di Roma
Ilaria Bussoni – Università di Padova
Francesca Cangelli – Università di Foggia
Michel Carlana – Università IUAV di Venezia
Davide Caselli – Università di Bergamo
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 15
Mimmo Cangiano – Università di Venezia
Renato Capozzi – Università Federico II di Napoli
Giovanni Carrosio – Università di Trieste
Gianfranco Cartei – Università di Firenze
Arianna Catenacci – Politecnico di Milano
Giovanni Caudo – Università di Roma Tre
Bibo Cecchini – Università di Sassari
Filippo Celata – Università di Roma La Sapienza
Carlo Cellamare – Università La Sapienza di Roma
Floriana Cerniglia – Università Cattolica di Milano
Claudia Cassatella – Politecnico di Torino
Francesco Chiodelli – Università di Torino
Francesca Cognetti – Politecnico di Milano
Laura Colini – Università IUAV di Venezia
Andrea Comboni – Università di Trento
Grazia Concilio – Politecnico di Milano
Giancarlo Consonni, Politecnico di Milano
Francesca Conti- Università di Roma La Sapienza
Alessandro Coppola – Politecnico di Milano
Giorgiomaria Cornelio Università Iuav di Venezia
Elisa Cristiana Cattaneo – Politecnico di Milano
Pierre Alain Croset, Politecnico di Milano
Joselle Dagnes – Università di Torino
Senzio Sergio D’Agata, Università Bicocca
Concetta D’Angeli – Università di Pisa
Alessandro Dama – Politecnico di Milano
Lidia De Candia – Università di Sassari
Francesco De Cristofaro – Università di Napoli Federico II
Silvia De Laude – Università di Roma La Sapienza
Sabina De Luca – Forum Uguaglianze e Diversità
Vezio De Lucia – Università la Sapienza di Roma
Antonio De Rossi – Politecnico di Torino
Lorenzo degli Esposti – Università di Genova
Alessandro Del Piano – urbanista
Antonio Di Gennaro – agronomo
Veronica Dini – avvocato
Martino Doimo, Università Iuav di Venezia
Luigi de Falco – Presidente Italia Nostra Napoli
Paula de Jesus – LABUR – Laboratorio Urbanistica
Paolo De Nardis – Università La Sapienza- Roma
Giuseppe Episcopo – Università Roma Tre
Antonio Esposito – Università di Bologna
Romeo Farinella – Università di Ferrara
Davide Tommaso Ferrando – Università di Bolzano
Francesco Saverio Fera – Università di Bologna
Marco Ferrari – Università Iuav di Venezia
Cristiana Fiamingo – Università degli Studi di Milano
Pierfrancesco Fiore – Università di Salerno
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 16
Daniel Andrew Finch-Race – Università di Bologna
Mattia Fiore – Università di Bologna
Gianfranco Franz -Università di Ferrara
Alessia Franzese – Università Iuav di Venezia
Laura Fregolent – Università Iuav di Venezia
Emanuele Frixa – Università di Bologna
Andrea Fumagalli – Università di Pavia
Sara Gandini – IEO
Emanuele Garbin, Università Iuav di Venezia
Giuseppe Garzia – Università di Bologna
Francesco Gastaldi – Università Iuav di Venezia
Dario Gentili – Università Roma Tre
Maria Cristina Gibelli – Politecnico di Milano
Daniele Giglioli – Università di Trento
Roberto Gigliotti – Università di Bolzano
Corrado Giuliano – avvocato
Simone Gobbo, Università Iuav di Venezia
Giorgio Goggi – Politecnico di Milano
Paolo Gomarasca – Università Cattolica di Milano
Francesca Governa – Politecnico di Torino
Elena Granata – Politecnico di Milano
Claudio Greppi – Università di Siena
Massimiliano Guareschi – Università Bicocca
Giovanna Iacovone – Università della Basilicata
Carlo Iannello – Università di Napoli Federico II
Giovanni Laino – Università di Napoli Federico II
Arturo Sergio Lanzani – Politecnico di Milano
Tommaso Listo – Politecnico di Torino
Antonio Longo – Politecnico di Milano
Francesca Leder – Università di Ferrara
Alberto Lucarelli – Università di Napoli Federico II
Sabrina Lucarelli – Direttivo Riabitare l’Italia
Stefano Lucarelli – Università di Bergamo
Giovanni Maciocco – Università di Sassari
Paolo Maddalena – Vicepresidente emerito della Corte Costituzionale
Roberto Mancini – Università di Macerata
Sara Marini – Università Iuav di Venezia
Costanza Margiotta – Università di Padova
Sergio Marotta – Università Suor Orsola Benincasa
Anna Marson- Università Iuav di Venezia
Gianni Mastrolonardo – Università di Firenze
Alfio Mastropaolo – Università di Torino
Clara Mattei – New School for Social Research, NY
Ugo Mattei, Università di Torino
Arturo Mazzarella – università di Roma
Eugenio Mazzarella – Università di Napoli Federico II
Francesco Memo – scrittore
Livia Mercati- Università di Perugia
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 17
Carlo Moccia – Politecnico di Bari
Tomaso Montanari – università per stranieri di Siena
Raul Mordenti (Università di Roma Tor Vergata)
Cristina Morini – Effimera
Andrea Morniroli – Economia Fondamentale
Stefano Munarin – Università Iuav di Venezia
Francesco Musco – Università Iuav di Venezia
Mario Angelo Neve – Università di Bologna
Elena Ostanel – Università Iuav di Venezia
Sergio Pace – Politecnico di Torino
Daniela Padoan – Presidente di Giustizia e Libertà
Francesco Pallante – Università di Torino
Pancho Pardi – Università di Firenze
Marco Parisi – Università del Molise
Rita Paris- direttore Parco Archeologico dell’Appia Antica
Rossano Pazzagli – Università del Molise
Agostino Petrillo – Politecnico di Milano
Marco Peverini – Politecnico di Milano
Massimo Pica Ciamarra – Università di Napoli Federico II, International Academy of
Architecture,
Emanuele Piccardo – Università di Genova
Vanessa Pietrantonio – Università di Bologna
Paolo Pileri- Politecnico di Milano
Valeria Pinto – Università di Napoli Federico II
Michelangelo Pivetta, Università di Firenze
Pierluigi Portaluri – Università del Salento
Alessandro Portelli – Università di Roma La Sapienza
Stefano Portelli – Università di Roma Tre
Geminello Preterossi – Università di Salerno
Matteo Proto- Università di Bologna
Gabriella Pultrone – Università Mediterranea di Reggio Calabria
Carlo Quintelli – Università di Parma
Federico Rahola – Università di Genova
Gundula Rakowitz – Università Iuav di Venezia
Cristina Renzoni – Politecnico di Milano
Laura Rescia – Università di Torino
Francesco Rispoli – Università di Napoli Federico II
Aurora Riviezzo – Politecnico di Torino
Luisa Rossi – Università degli studi di Parma
Ugo Rossi – Gran Sasso Science Institute dell’Aquila
Renzo Luigi Rosso – CNR – IRPI, Politecnico di Milano
Luca Ruali – Università Iuav di Venezia
Lorenzo Sacconi – Università Statale di Milano
Laura Saija – Università di Catania
Angelo Salento – Università del Salento
Isaia Sales – Università Suor Orsola Benincasa
Carlo Salone – Università di Torino
Battista Sangineto – Università della Calabria
Utopia21 – settembre 2025 A.Vecchi: IL PIANO UTILE? 18
Giuseppe Scaglione – Università di Trento
Enzo Scandurra – Università di Roma
Giuseppe Scandurra – Università di Ferrara
Andrea Schiavone – LABUR – Laboratorio Urbanistica
Rocco Sciarrone – università di Torino
Giovanni Semi – Politecnico di Torino
Salvatore Settis – Scuola Normale Superiore, Università di Pisa
Luca Skansi – Politecnico di Milano
Paolo Sordi (Università eCampus; Università di Roma Tor Vergata)
Laura Tedesco – Università Iuav di Venezia
Fabio Terribile – Università di Napoli Federico II
Vincenzo Tondi della Mura – Università del Salento
Graziella Tonon – Politecnico di Milano
Simone Tosi – Università Bicocca
Lucia Tozzi – Università di Bologna
Francesco Trane – Università di Ferrara
Maria Cristina Treu, Politecnico di Milano
Simone Tulumello – università di Lisbona
Paolo Urbani – Università La Sapienza di Roma
Sergio Vacca – Università di Sassari
Giorgio Vacchiano – Università Statale Milano
Pietro Valle – Politecnico di Milano
Francesco Vallerani – Università Ca Foscari di Venezia
Daniele Vannetiello – Università di Bologna
Mauro Varotto – Università di Padova
Matteo Vegetti – Università di Mendrisio
Sergio Vellante – Università della Campania Luigi Vanvitelli
Massimo Venturi Ferriolo – Politecnico di Milano
Gianfranco Viesti – Università di Bari
Marco Vigliotti – Università La Sapienza di Roma
Tiziana Villani – Università La Sapienza di Roma
Federica Visconti – Università di Napoli
Chiara Visintin – Biblioteca Arcivio Emilio Sereni
Daniele Vitale – Politecnico di Milano
Alessandro Volpi- Università di Pisa
Federico Zanfi – Politecnico di Milano
Alberto Ziparo – università di Firenze
Iacopo Zetti – università di Firenze
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