domenica 23 giugno 2013

P.D.: TAM-TAM - 4 VERSIONI DELLA VITTORIA MUTILATA

DA TAM TAM DEMOCRATICO n° 15 – maggio giugno 2013, MIA SINTESI del “FOCUS” sulla “VITTORIA MUTILATA”

CARLO GALLI:
Oltre ad insufficienza della comunicazione e candidato-premier forse non ottimale:
-          Inadeguata analisi della crisi
-          Eccesso di realismo e subordinazione da agenda Monti/patti europei
-          Assenza di messaggi simbolici forti
-          Debolezza della forma-partito
-          Difficoltà nella individuazione dell’avversario principale
Come il PCI fu travolto dalla fine del socialismo reale, il PD rischia di subire la crisi del neo-liberismo.

MICHELE NICOLETTI (eletto a Trento):
Dall’esperienza di volantinaggio in luoghi popolari, come i supermarket, la consapevolezza di essere effettivamente percepiti come “casta”: “i volantini ve li paga lo stato, mentre noi pensionati non arriviamo alla 4^ settimana”
Analogamente gli imprenditori: “i nostri crediti non vengono pagati, i rimborsi elettorali invece sì”
Risentimento contro i “politici”, casta privilegiata senza più credibilità (come aristocrazia alla vigilia della Rivoluzione Francese).
Viene accettato molto di più il privilegio dei miliardari, che non quello del “rappresentante del popolo”.

GIORGIO TONINI (eletto in Val Sugana)
Il sorpasso perdendo meno voti degli altri è comunque una sconfitta.
La sconfitta era prevista per:
-          Rinuncia a cercare consensi al centro e delega ai “moderati” (abbandono della “vocazione maggioritaria”)
-          Arroccamento nella cittadella dei “progressisti” (compagni e bandiere rosse) e non più “riformisti”
-          Mancanza di un proposta di governo credibile: timidamente Montini, si è perso a sinistra, senza guadagnare al centro
In Val Sugana si è conquistato il collegio per la prima volta, dialogando con i montiani, e avvicinando albergatori, artigiani, ecc.

CLAUDIO MARTINI:
Errori da ultimo per campagna elettorale fiacca e con la presunzione di avere già vinto, guardando ai sondaggi ingannevoli e subendo le “agende” altrui, con:
-          Debolezza e reticenza sui costi della politica
-          Vaghezza sui temi sociali
Da considerare i 4 milioni i voti già perse tra 2008 ed europee del 2009, le difficoltà nelle primarie delle grandi città e la faticosa rincorsa sui referendum
Al fondo:
-          Debolezza di analisi ed inerzia politica sulla crisi del turbo-capitalismo
-          Subordinazione a diktat europei 2011
-          Mancanza di capacità di lettura sui poteri effettivi; occorre un Partito che studi di più la realtà sociale e sviluppi una nuova radicalità

(Interessanti anche i contributi di Franco Cassano sul ristretto insediamento sociale del PD – suoi temi già recensiti in un mio  POST del 10-05-13 - e sul divario tra produzione  e sapere come specificità della crisi italiana e di Massimo Muchetti su tutta la gamma delle incertezze del PD tra linea liberale e linea socialdemocratica)

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