E’ stato inaugurato da alcuni
giorni il “nuovo centro commerciale” di Castelletto sopra Ticino, in sostanza
il completamento sul fronte nord della “strada mercato” del Sempione,
nell’unico segmento significativo finora rimasto “verde” lungo l’asta della Strada
Statale 33 dal Ponte sul Ticino fino ad Arona (circa 8 chilometri, nei comuni
di Castelletto e Dormelletto: fa eccezione ormai solo la villa Tesio).
L’operazione ha comportato un
notevole consumo di suolo già agricolo e boschivo, per una estensione di circa
10 ettari (100 mila metri quadrati), mentre lungo l’asse del Sempione e nei
dintorni non mancano edifici abbandonati, non solo industriali, perché nella
realtà ormai avanza già anche il “commerciale dismesso” (vedi ad esempio a
Dormelletto le aree Liolà ed ex-coin/carrefour ecc.), segnali di crisi non solo
congiunturale di un modello consumistico forse non più “sostenibile”.
Tuttavia questa scelta,
fortemente voluta dalle Giunte di “sinistra” che governano il Comune di
Castelletto negli ultimi 2 decenni, ed accettata con qualche torcicollo dalla
Regione (ove destra e sinistra si sono alternate), risulta conforme:
-
alla lettera, più volte riscritta in peggio,
della Legge Regionale varata dal prof. Astengo nel 1977 (ma non certo conforme
allo spirito iniziale della legge e allo spirito del povero Astengo, che
avevano ben chiaro già allora l’obiettivo della “tutela del suolo” e
soprattutto di quello agro-forestale)
-
al Piano Territoriale Provinciale, che ha
facilitato gli insediamenti vagamente “produttivi” e più largamente commerciali
in prossimità dei caselli autostradali, con disastrosi esiti paesaggistici
(oltre a Castelletto e Arona/Paruzzaro, Borgomanero-sud, Biandrate, Agognate e
Galliate: ilmeno peggio è forse l’outlet di Vicolungo, malgrado gli immensi
parcheggi solo a raso), senza per questo riuscire a risparmiare da analogo
scempio altri assi stradali, come la SS 32 a Pombia/Varallo Pombia, oppure la
SS 629 a Caltignaga)
-
al Piano Regolatore comunale, a tal fine
appositamente modificato dagli anni ’90 in questa specifica area, già destinata
in precedenza come “zona F” ad un mai precisato progetto di parco di rilievo
sovracomunale, e orientato in favore della “strada mercato” a partire dagli
anni ’70, con indubbi successi sotto il profilo occupazionale (degli esordi della vicenda sono stato personalmente testimone ed anche
attore-non-protagonista, o forse vittima di effetti collaterali) .
Premesso quanto sopra circa il
“peccato originale” dell’intervento, è interessante osservare che il Comune ed i
Promotori si vantano dei contenuti ecologici del nuovo “parco commerciale”,
evidenziando:
-
le coperture ricche di pannelli foto-voltaici
(su cui non ho nulla da ridire, visto che in questo caso almeno si evita di
spalmare i pannelli sul suolo coltivabile)
-
il sistema del verde, progettato niente meno che
da Andreas Kipar, con la piantumazione di numerosi alberi ed arbusti (non si
menziona invece il numero di piante preesistenti abbattute …), confezionando
anche in mezzo agli empori un mini-bosco in memoria del vero bosco che qui
prima tranquillamente abitava (sembra un po’ la gabbia del panda allo zoo, con
la implicita didascalia “habitat in via di estinzione, XXI secolo”).
Indubbiamente la presenza di un
po’di verde (probabilmente i primi parcheggi alberati su 8 chilometri di
strada-mercato) e dei pannelli foto-voltaici, nonché la progettazione organica
dell’insieme dei 10 ettari rappresentano qualche passo avanti rispetto a gran
parte dei precedenti episodi di insediamento commerciale sul Sempione (guardando
anche ai pessimi precedenti lungo lo stesso asse in Lombardia, da Vergiate a
Somma Lombardo/Arsago/Casorate e poi peggiorando da Gallarate a Milano).
Ma, come diceva Lenin in altra
occasione, è opportuno misurare con i passi avanti anche i passi indietro
(oltre al suddetto peccato originale); ad esempio, anche rispetto al recente
intervento di Esselunga, BriKo &C alle “Tre Strade” (innesto tra S33 e SS
32):
-
il marciapiede antistante agli ingressi dei vari
negozi poteva essere un “boulevard” (senza andare lontano, si guardi al
notevole calibro stradale della parte pedonale di viale Repubblica ad Arona,
progettato a metà Ottocento), invece è assai più stretto di quello di
Esselunga-Briko&C, e come quello privo di alberature o porticati o altra
ombreggiatura e/o riparo dalla pioggia (che qui da noi è frequente e
fastidiosa, ora anche d’estate),
-
tale percorso è interrotto sia da rami di
viabilità forse non indispensabili, sia dagli accessi ai pochi parcheggi
interrati (che sono separati e non connessi a sistema, come avrebbe potuto
essere se avessero avuto accesso da Nord, sfruttando il naturale dislivello che
avrebbe reso superflue le rampe),
-
gli snodi viabilistici di accesso e deflusso
risultano di rango decisamente inferiore a quelli imposti a suo tempo a Esselunga&C
(ed anche a Bennet); soprattutto risulta incomprensibile lo scarico di una
delle uscite sulla preesistente via Cicognola, che ha un calibro del tutto
inadeguato per una circolazione a doppio senso con i nuovi carichi di traffico
derivanti dal nuovo “parco” commerciale.
Inoltre l’immagine complessiva
dell’insediamento, sia pure più ordinata del caos dilagante lungo l’asse del
Sempione (e peggio ancora, volendo vedere, a Ghemme/Romagnano e tra Oleggio
Castello e Borgomanero), non va oltre l’assemblamento casuale di banali
capannoni pre-fabbricati, dipinti con i colori dei vari marchi aziendali.
PERVENUTO TRAMITE FACE-BOOK
RispondiEliminaA Dormelleto la ex Coin/Vela diventa Gigante. In apertura a Novembre. Ex dismessa. E si fa fatica a crederci.
M.P.