Superato l’aspetto penale e
accantonata la difficile questione dei limiti alla libertà di espressione,
poiché Erri De Luca ha tirato in ballo, per difendersi lessicalmente, Mandela e
Ghandi, sul tema del “sabotaggio”, mi
permetterei di porre all’attenzione un problema di sostanza politica.
Mi pare di ricordare che per
Ghandi (da sempre) e per Mandela (da una sua svolta politica in poi) fosse
discriminante la non-violenza come necessario metodo di lotta, anche arrivando
al “sabotaggio” contro il potere avverso.
Non mi sembra invece che tale
discriminante sia considerata né da Erri De Luca (da sempre), né dalla parte
più combattiva del movimento NoTav.
Conservo qualche dubbio
sull’efficacia della non-violenza di fronte a poteri assolutistici quali il
Nazismo e l’odierno Califfato Islamico.
Ma se ha funzionato contro il
colonialismo inglese e contro l’apartheid sudafricana, dovrebbe a maggior
ragione essere applicabile nei confronti di “democrazie occidentali”, seppur dedite a grandi opere
ferroviarie invise a parte della popolazione di una valle (la stessa valle dove
tra l’altro si sta pacificamente concludendo il raddoppio di un traforo
autostradale).
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