(questa nota, datata 2012, mi è tornata attuale dialogando
con l’amico e collega Marino Ferrari, autore de “LA CARTA AMBIENTALE”, Maggioli
2015, ed è riferita sia alla classificazione dei fabbricati più o meno eco-compatibili,
sia alla Valutazione Ambientale Strategica dei piani comunali)
I sistemi di valutazione articolati come sommatorie di
punteggi “ingegneristicamente” analitici divengono più efficaci quanto più è
completa la gamma degli indicatori e più trasparenti se includono punteggi
potenzialmente negativi (almeno per una parte dei “capitoli”); occorre inoltre
contemperare il riferimento a valori assoluti (es. quantità di CO2 emessa) o
relativi (miglioramento o peggioramento rispetto alla situazione iniziale
oppure a valori-obiettivo derivati dalle migliori pratiche).
Comportano però sempre il rischio di non rappresentare
l’insieme OLISTICO e COMPLESSO della sostenibilità, che stiamo abituandoci a
pensare almeno come “tri-polare” (ambientale, sociale, economica: potrebbero
essere 3 assi x-y-z, su cui collocare i giudizi di valore, positivi e/o
negativi) e che deve sempre confrontarsi con i fattori
- SPAZIO - il luogo ed il contesto: ciò che è
buono qui può non esserlo là – la storia e la peculiare insostituibilità di
ogni luogo (Vedi Norberg-Schulz, Ferraro, Marson)
-
TEMPO – il ciclo di vita e smaltimento; il
monitoraggio della variazione di comportamento di materiali e impianti; la
storia futura e quindi il mutamento dei contesti, dei bisogni e dei
comportamenti, in gran parte non ponderabile a priori.
Occorre inoltre non nascondere, ma valorizzare, la
pluralità e contradditorietà (o anche conflitto) tra i possibili punti di
vista, interessi, sistemi di valore, che possono influire sulle priorità e
sulle scale di giudizio delle valutazioni: esempi
-
Città compatta o rada; verde privato o pubblico,
distribuito o concentrato;
-
Pannello solare venduto nel deposito sotto casa,
ma di marca tedesca e costruito in Cina, con modalità energivore e sfruttamento
del lavoro minorile, e di ignoti costi ambientali di smaltimento finale
-
Indice di biopotenzialità positivo per
estensione dei boschi e dell’edificato, entrambi a scapito del verde agricolo e
dei suoi valori paesaggistici e di autosufficienza alimentare con bassi costi
di trasporto (vedi ad esempio la VAS del Piano Regolatore di Arona).
NOTA PARTICOLARE SULLA
CERTIFICAZIONE LEED PER I FABBRICATI:
Pregi (rispetto a CasaClima ED
ALTRI): cerca di coinvolgere tutti gli aspetti della sostenibilità
Difetti:
-
Metodo:
o
Scarsa trasparenza e accessibilità (gratuita) al
protocollo
o
Impressione di struttura lobbistico/privatistica
(tipo Agenza di Rating), con scarsa apertura all’esterno, molto lucro,
affidabilità effettiva da verificare perché affidata a “mezzi di persuasione”
pubblicitari e non al confronto scientifico
-
Merito:
o
Sistema di punteggio con variabili solo positive,
che può far conseguire un totale elevato anche con alcuni aspetti formalmente
“a zero” ma in realtà negativi (per paradosso, potrebbe essere impiegato
Eternit)
Complessività solo per sommatoria, senza vera
dialettica olistica
Nessun commento:
Posta un commento