Negli stessi giorni in cui il prof. Berdini è prossimo a dimettersi da assessore all’urbanistica di Roma dopo aver affermato e smentito, a mezza bocca ed a mezzo Stampa, come e quanto quella Sindaca non funziona ed accenni di gossip su fatti privati della Sindaca, l’ex consigliere torinese del M5Stelle Bertola esprimeva una precisa e preoccupante analisi sulla deriva del Movimento, meritoriamente riportata da “Il Fatto – quotidiano” del 11.02-2017, che allego perché ne ritengo utile la conoscenza e diffusione.
Perla sua decorosa carriera di urbanista, avrei preferito che fosse stato Berdini a formulare le dichiarazioni di Bertola (dopo aver avuto l’occasione di osservare il M5Stelle da vicino per diversi mesi, dall’osservatorio privilegiato dell’intellettuale-assessore “esterno”); ed avrei preferito anche che altri famosi urbanisti, come Cervellati e De Lucia, si fossero dissociati, come ha fatto Asor Rosa, dall’umiliante appello (allegato) di un gruppo di intellettuali (tra cui anche Emiliani, La Regina, Tomaso Montanari) imploranti la suddetta Sindaca Raggi di tenersi l’Assessore Berdini dalle stupefacenti dichiarazioni.
In realtà del prestigio degli urbanisti mi interessa assai poco. Mi preoccupano assai di più le sorti dell’Italia e del mondo in questa difficile fase: l’imperturbabile elettorato del M5Stelle non aiuta a sperare bene, e la piaggeria nei suoi confronti da parte del fior fiore degli intellettuali già-di-sinistra ancor di meno.
Quanto aiuti lo “spigoloso” dibattito in corso nel PD ed alla sua sinistra temo sia assai poco, e mi riservo di tornarci (per ora il fatto che il tentativo di rilancio di Renzi passi comunque attraverso un qualche congresso, lento o rock che sia, mi sembra rappresenti il minimo della decenza, già da me reclamato; se poi Renzi si prendesse uno o più anni sabbatici, impiegandoli a studiare il finanz-capitallsmo e dintorni, sarebbe ancora meglio).
M5s, il dissidente Bertola: “Temo Ventennio grillista,
Movimento cambi registro”
POLITICA
L'ex consigliere comunale, tra i
fondatori del meetup di Torino, scampato pochi mesi fa a una richiesta di
espulsione, pubblica un duro post sul suo blog personale. In cui se la prende
con "vip televisivi" e "politici in carriera", ma anche con
lo "squadrismo diffuso nella base"
Cambiare il registro per evitare la
deriva autoritaria di un movimento fatto di “Vip televisivi” e di “politici in
carriera”. Vittorio Bertola, uno dei primi esponenti grillini, tra
i fondatori del meetup a Torino e per cinque
anni consigliere del Movimento 5 Stelle al fianco dell’attuale
sindaca Chiara Appendino, teme un “ventennio grillista“. Lo
scrive in un lungo post sul suo blog, evidenziando alcuni “segnali
preoccupanti” da cambiare: “Se il M5S vuole governare il Paese, è il momento
che i suoi eletti e i suoi sostenitori cambino registro – se
ne sono capaci”.
La sua riflessione parte dalle reazioni
e dai commenti molto violenti letti dopo la vicenda delle polizze vita intestate alla sindaca di Roma Virginia
Raggi dal suo capo di gabinetto Salvatore
Romeo. Reazioni violente che non hanno risparmiato neanche lui, attivista
dissidente verso la nuova direzione cinquestelle, già una volta a rischio
espulsione. A dicembre la proposta formulata da alcuni grillini ortodossi venne
ritirata e ora lui resta formalmente nel M5s, in cui non milita più per ragioni
di lavoro, ma soprattutto perché “non condivido la direzione che ha preso il
movimento e non c’è modo di metterla in discussione – ci spiega -, quindi
partecipare è inutile”.
Secondo l’ex consigliere “preoccupante
non è soltanto lo squadrismo diffuso della base”, ma anche la
condotta di eletti e vertici che “non si dissociano mai da questi
comportamenti, ma stanno zitti o peggio aizzano la folla contro chi dissente,
contro i giornali, contro i giudici”.
Prima, questi atteggiamenti “squadristi”
venivano minimizzati: “Dall’interno noi abbiamo sempre, credo a ragione,
derubricato la cosa a folklore marginale di pochi idioti”. E questo avveninva
anche perché il M5s aveva un’altra attitudine: “Brulicava di partecipazione, di
riflessioni sulla democrazia, di assemblee, di decisioni collettive – che,
ricorda – bilanciava ampiamente il ruolo e il tono forte dei due capi politici,
e il seguito personale carismatico di Beppe Grillo nella
pancia del Paese”.
Ora la situazione gli sembra
profondamente cambiata. Sulla partecipazione prevalgono le decisioni dei
vertici e il ruolo di “Vip televisivi o comunque politici in carriera”:
“Nessuna decisione è più presa dal basso; le discussioni avvengono tra
eletti, in stanze chiuse, e vengono poi trasformate in propaganda con cui
indottrinare la base e l’elettorato, o al massimo in qualche plebiscito
online dall’esito già scritto”.
Questo modus operandi diventa più grave
nel contesto attuale, fatto di discussioni politiche molto dure, di una crisi
economica ancora forte e di una forte frattura sociale, condizioni che Bertola
ritiene simili a quelle precedenti al Ventennio fascista: “Ricorda davvero il
periodo di cent’anni fa che precedette il fascismo, peggiorato ulteriormente
dalla novità della pressione socioculturale dovuta a flussi migratori non
gestiti e probabilmente ingestibili”.
CORRIERE DELLA SERA, 09 FEB 17
L’appello degli intellettuali pro-Berdini
Nel
frattempo, mentre il destino di Berdini era appeso un filo (ma già da mesi in
Campidoglio più di qualcuno lo definiva un dead man walking)
ieri pomeriggio un gruppo di intellettuali ha inviato una lettera alla Raggi
per chiederle di ripensarci: «Non per amicizia ma perché stimiamo profondamente
Paolo Berdini quale urbanista competente, coraggioso, schierato da sempre a
favore degli interessi generali contro la piaga della speculazione,
dell’urbanistica contrattata, dei peggiori abusi - è l’appello rivolto
all’inquilina di Palazzo Senatorio - chiediamo a lei, sindaca di Roma, di
cancellare la “riserva” e respingere in modo netto le dimissioni presentate da
Berdini dal ruolo-chiave di assessore capitolino. Sarebbe un gesto di grande
intelligenza politica». Tra i firmatari: Alberto Asor Rosa, Alessandro Bianchi,
Pier Luigi Cervellati, Nino Criscenti, Vezio De Lucia, Andrea e Vittorio
Emiliani, Maria Pia Guermandi, Adriano La Regina, Elisabetta Kelescian, Eugenio
Lo Sardo, Paolo Maddalena, Cristiana Mancinelli Scotti, Tomaso Montanari, Gaia
Pallottino, Fulco Pratesi, Vittorio Roidi, Bernardo Rossi Doria, Carla Sepe.
«Quanti credono che a Roma, dopo tanti, troppi anni di governo del territorio
realizzato con l’assenso dei principali detentori di aree, dei maggiori
costruttori e immobiliaristi, si debba risolutamente voltare pagine -
aggiungono - la chiamata di Paolo Berdini da parte dell’attuale maggioranza
rappresenta un atto di radicale novità e una garanzia di storica discontinuità
rispetto ai pesanti fardelli e ai guasti speculativi del passato che hanno
sfigurato Roma e cementificato l’Agro. Un incidente frutto di una desolante
smania di «scoop» ad ogni costo non può, non deve bloccare un processo di
riforma dell’urbanistica romana che può risultare davvero epocale. Si farebbe
ancora una volta il gioco dei cementificatori e dei distruttori di Roma».
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RispondiEliminaAvrei preferito che un luminare come il Prof. Berdini non facesse quella figura barbina..... Che la fama non fosse poi tanto meritata?
C.C.
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RispondiEliminaE pur vero che molte delle riflessioni brulicanti in questi giorni sui Fivestars sono spinte , di volta a volta, da risentimenti, piaggerie personali e raramente corredate da analisi politiche su comportamenti che non siano individuali. Se non si considera che il movimento dei Fivestars non ha storia, non ha cultura , e tanto meno quella del dibattito politico o quella esprimibile attraverso esperienze di governo consolidata, risulta difficile uscire dalla logica del gossip politico che lascia indifferente il quadro. D'altra parte, la missione auto definita non è il governo alternativo (come poteva esserlo per una proposta di sinistra del secolo scorso) ma solo una protesta verso il presente senza indicazione per il futuro salvo un generico ricambio della casta...in fondo non c'è molta differenza tra il pd renziano e il movimento grillino, entrambi sanno quello che non vogliono, ma non sono interessati a sapere cosa vogliono gli italiani.
g.p.
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RispondiEliminaGrazie aldo, la riflessione sui 5stelle è importante e condivisibile anche se il parallelismo con il fascismo è un po' troppo..
ciao
U.M.
In precedenza pensavo anch'io così, ma incomincio a preoccuaparmi dipiù.
EliminaCiao
Aldo
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RispondiEliminaAldo, Berdini sarà anche un buon urbanista ma come uomo è una nullità. Se io paro male di una persona ho il coraggio di sostenere le mie dichiarazioni e non di chiedere umilmente scusa. Dato che a pensar male ... ecc. mi può venire il sospetto che Berdini abbia interessi a rimanere lì. La dignità non alberga quasi mai nei politici. Comunque il M5S ora mi preoccupa.
A.R.
Comincia a preoccuparmi anche il PD .....
EliminaCiao
Aldo
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RispondiEliminanon capisco perché meravigliarsi, i cinque stelle sono la nuova destra parafascista, e non lo dico da adesso, ma dal loro primo apparire, se ben ricordi, io li conosco non dai social, ma dai loro uomini in carne ed ossa che lavorano sul territorio e ti assicuro che i ragazzi del fronte della gioventù, dei nostri tempi, erano delle mammolette, questi sono inquietanti, sono un misto tra lo squadrismo fascista, e il peggior stalinismo, solo che invece di affrontarti in piazza si nascondono dietro le loro masturbazioni mentali di un computer, molto probabilmente come si dice non hanno le palle, per adesso.
ciao T.C.
Continuo a non essere convinto dell'analogia, pur vedendo del bel totalitarismo, anche di più di quel che mi aspettavo; però mi fa impressione quanto detto da Bertola, perchè viene da dentro e non mi sembra uno puramente rancoroso (tipo Muraro).
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