A metà del cammino tra il 2015, anno di elaborazione degli Obiettivi ONU 2030, ed il traguardo per l’appunto del 2030, l’ASviS (Associazione per lo Sviluppo Sostenibile) fa il punto sui risultati raggiunti, soprattutto in Europa ed in Italia, e sulle tendenze in atto (e non) verso un difficile recupero dei ritardi accumulati, formulando proposte (ma forse senza eccesive speranze) per la necessaria accelerazione; glissando, per ora, sulle scarse aspettative che offre in tal senso il governo italiano
Sommario:
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breve commento
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appendice: il
comunicato stampa dell’ASviS
In corsivo i commenti più personali
In carattere Colibri 12, i brani riportati dal Rapporto ASviS: Le parti evidenziate in grassetto e quelle
riquadrate sono scelte dallo scrivente
BREVE COMMENTO
Anche se talvolta limitata dalla
peculiarità un po’ capricciosa degli indicatori prescelti, la panoramica del
Rapporto ASviS 2023 1 consente, ancor più che negli anni precedenti,
una lettura sulle tendenze e carenze in campo ambientale e sociale a scala
nazionale ed europea, ed in parte mondiale.
Il bilancio insoddisfacente sui
risultati raggiunti e tendenziali sull’insieme dei 18 Obiettivi ONU (SDGs) porta l’ASviS, in assonanza con autorità
morali quali il Segretario Generale dell’ONU Guterres 2 e Papa
Francesco 3, a rivendicare uno sforzo di accelerazione da parte sia
delle istituzioni che degli altri soggetti economici e sociali.
Il Rapporto (che non presenta i
grafici iper-sintetici a forma di freccia del precedente Rapporto 2022 4)
può essere recepito nella sua forma integrale di 230 pagine 1, nella
sintesi di 12 pagine 5 del nuovo Direttore Scientifico Enrico
Giovannini (ed ex-Portavoce della stessa ASviS, poi temporaneamente Ministro),
nella “Guida” 6, con schede tematiche, di 35 pagine, ed ancora nel
sintetico “Comunicato Stampa”, che riproduco in appendice a questo mio breve
commento, a titolo di riassunto.
Il Rapporto integrale ha un andamento
“a spirale”, in cui i 17 Obiettivi e i rispettivi indicatori sono percorsi più
volte, per l’Europa e per l’Italia, illustrandone gli andamenti pregressi, le
problematiche condizioni – in correlazione con gli interventi politici e
legislativi volti a conseguirli - , gli scenari tendenziali e, da ultimo, le
connesse proposte dell’ASviS.
Il fitto elenco delle nuove normative varate dal 2019
dall’Unione Europea (da quando è operante la Commissione presieduta da Ursula
Von der Leyen), in buona parte corrispondenti alle aspettative insite nei 17
Obiettivi ONU 2030, non risulta però aver influito ancora in modo determinante
sui risultati dell’insieme dei paesi europei su molti aspetti della transizione
ecologica e sociale sperata. A maggior ragione sulla situazione italiana
influisce una attuazione parziale e discontinua di tali politiche.
L’evento di presentazione, la cui
registrazione video-audio è disponibile sul web 7, contiene la
suddetta sintesi di Giovannini, i brevi interventi introduttivi e conclusivi
dei co-Presidenti Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, due interessanti
interventi del giudice costituzionale Giulio Prosperetti e del Governatore (uscente) della Banca d’Italia
Ignazio Visco ed una succinta “tavola rotonda” tra Giovannini e due giornaliste,
Marcella Aprile e Agnese Pini, nonché un intervento pre-registrato della
Ministra Marina Elvira Calderone:
-
Segnalo in particolare,
nell’intervento del giudice Prosperetti, che ha ripreso complessivamente il
tema della modifica costituzionale sulla “sostenibilità ambientale”, approvata
nel 2022 8, la considerazione della prospettiva che tale riforma
apre non solo per il controllo delle future normative ma anche sulla
“ripulitura” di numerosi aspetti della legislazione pre-vigente, nazionale e
regionale.
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Il contributo del Governatore Visco
ha spaziato sui rapporti tra finanza e transizione ecologica, evidenziando –
anche a beneficio dei mercati e dei risparmiatori – la necessità di una razionale
programmazione delle decisioni politiche nonché di un miglior flusso informativo,
sia riguardo alle comunicazioni aziendali delle imprese obbligate alla
rendicontazione ESG - Environmental (ambiente), Social (società) e Governance –
sia soprattutto riguardo al vasto mondo delle medie e piccole imprese ancora
non obbligate; ha infine illustrato il percorso della stessa Banca d’Italia
verso la neutralità carbonica, che diviene più difficile più si avvicina alla
meta.
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Il confronto tra Giovannini e le
giornaliste Aprile e Pini ha ruotato attorno al deficit di approfondimento nel
dibattito pubblico italiano – politico e mediatico – sull’insieme dei temi
ecologici/climatici/energetici, rilevando quanto risulti subordinato al
battibecco delle contrapposte ideologie e/o all’emozione cronachistica del
momento; significativa mi è sembrata
l’ammissione della Direttrice Pini (Quotidiano nazionale, ovvero Il Giorno+La
Nazione+Il Resto del Carlino) sull’assenza, nelle sue redazioni, di un
giornalista specializzato che sia stabilmente dedicato alle suddette questioni.
L’intervento della Ministra del
Lavoro e delle Politiche Sociali – significativamene limitato alle competenze
del suo dicastero che, seppur rilevanti in campo sociale, includono solo uno
spicchio dei 17 SDGs – mi è sembrato
assai indicativo sull’atteggiamento del governo Meloni, perché la Ministra
si è limitata ad illustrare i capisaldi delle sue intenzioni politiche riguardo
al mercato del lavoro ed all’assistenza sociale, dichiarandole a-priori
“sostenibili” in quanto derivanti da un approccio scientifico e “non
ideologico” (approccio cui tendeva ad associare la stessa ASviS) ed orientate a
valorizzare i talenti soggettivi latenti dei disoccupati, per farli incontrare
con la domanda insoddisfatta di competenze da parte delle imprese: tacendo
invece sulla portata complessiva del Rapporto ASviS e degli Obiettivi ONU 2030.
L’accoglienza diplomatica del consesso ASviS verso tale
intervento è a mio avviso un significativo tasselllo di un più ampio
atteggiamento ambiguo dell’Associazione verso il governo Meloni, oscillante tra
le critiche puntuali disseminate nei singoli capitoli del Rapporto 2023 (vedi
ad esempio reddito di cittadinanza, riforma fiscale, PNRR) ed il credito invece
accordato al Governo, soprattutto per due passaggi istituzionali:
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L’impegno formale assunto alla recente Assemblea Generale
dell’ONU per un “piano di accelerazione”
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Il varo, in
settembre, della seconda edizione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo
Sostenibile, testo che è riassunto ed elogiato nel Rapporto ASviS 2023 (ma che
è stata pubblicato solo all’inizio di novembre).
Tuttavia l’ASviS non potrà eludere una verifica di quanto
tali enunciazioni vengono tradotte in pratica politica, ad esempio nel concreto
varo della Legge Finanziaria (e Bilancio dello Stato) per il 2024, quando
l’Associazione stessa perverrà al suo annuale rapporto specifico su tale legge:
rimarrà nei termini del “confronto”, enunciato da Donato Speroni nella
news-letter della stessa ASviS, o dovrà sconfinare sul terreno di un
sostanziale “scontro”?
APPENDICE: IL COMUNICATO STAMPA
DELL’ASVIS
COMUNICATO
STAMPA SUL RAPPORTO ASVIS 2023:
IN
ITALIA LO SVILUPPO SOSTENIBILE ARRETRA E SOLO UN PROFONDO CAMBIAMENTO DELLE
POLITICHE PUBBLICHE PUÒ INVERTIRE QUESTA TENDENZA.
IL
PUNTO A METÀ DEL PERCORSO DELL’AGENDA 2030: I DATI E LE PROPOSTE PER CAMBIARE PASSO
L’Italia è lontana dal raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda
2030. Solo un deciso e rapido cambio delle politiche pubbliche consentirebbe di
recuperare il terreno perduto, ridurre le povertà e le disuguaglianze,
migliorare la qualità dell’ambiente e accompagnare le imprese per cogliere i
vantaggi della transizione ecologica e digitale. Nei prossimi 12 mesi Onu e
Unione europea assumeranno importanti decisioni, ma Governo e Parlamento devono
scegliere urgentemente quale posizione assumere. L’ASviS avanza proposte
“trasformative”, a partire dalla legge per il clima, per determinare
l’accelerazione verso lo sviluppo sostenibile che il Governo Meloni si è
impegnato a realizzare in sede Onu e UE.
A metà del percorso verso l’attuazione
dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’Italia mostra forti ritardi e rischia di non rispettare gli
impegni assunti nel 2015 in sede Onu: rispetto al 2010, per otto dei 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs) si
registrano contenuti miglioramenti, per sei la situazione è peggiorata e per
tre è stabile. Guardando ai 33 Target valutabili con indicatori quantitativi,
solo per otto si raggiungerà presumibilmente il valore fissato per il 2030, per
quattordici sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per nove si
registrano andamenti contraddittori, per due la mancanza di dati impedisce di
esprimere un giudizio. I ritardi accumulati potrebbero essere in parte
recuperati, ma bisogna attuare con urgenza e incisività una serie di interventi
e di riforme, come peraltro l’Italia si è impegnata a fare nel corso del Summit
Onu del 18-19 settembre scorso. È ora di trasformare le promesse in atti
concreti, ma il tempo a disposizione è molto limitato. È quanto emerge
dall’ottavo Rapporto “L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”,
realizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). …
“Il Rapporto di quest’anno, dedicato
all’analisi di quanto accaduto a livello globale, europeo e italiano da quando
è stata sottoscritta l’Agenda 2030, mostra chiaramente che il nostro Paese, al contrario dell’Unione Europea, non ha imboccato in
modo convinto e concreto la strada dello sviluppo sostenibile e non ha
maturato una visione d’insieme delle diverse politiche pubbliche (ambientali,
sociali, economiche e istituzionali) per la sostenibilità – afferma il
direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini. – Ciò non vuol dire che
non si siano fatti alcuni passi avanti o che non si siano assunte decisioni che
vanno nella giusta direzione, ma la
mancanza di un impegno esplicito, corale e coerente da parte della società,
delle imprese e delle forze politiche ci ha condotto su un sentiero di sviluppo
insostenibile che è sotto gli occhi di tutti, come confermano anche le
analisi dell’opinione pubblica italiana contenute nel Rapporto”.
I
DATI PER L’ITALIA, L’EUROPA E IL MONDO
Gli
indicatori compositi elaborati dall’ASviS per l’Italia mostrano peggioramenti
rispetto al 2010 per la povertà (Goal 1), i sistemi idrici e sociosanitari
(Goal 6), la qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), la
governance (Goal 16) e la partnership (Goal 17), una sostanziale stabilità per
gli aspetti legati al cibo (Goal 2), alle disuguaglianze (Goal 10) e alle città
sostenibili (Goal 11), mentre per gli altri otto Goal i miglioramenti sono
inferiori al 10% in 12 anni, eccetto che per la salute (Goal 3) e l’economia
circolare (Goal 12), per i quali l’aumento è leggermente superiore. In termini
di disuguaglianze territoriali, sui quattordici Goal per cui sono disponibili
dati regionali solo per due (Goal 10 e 16) si evidenzia una loro riduzione, per
tre (2, 9 e 12) una stabilità e per i restanti nove un aumento, in totale
contraddizione con il principio chiave dell’Agenda 2030 di “non lasciare
nessuno indietro”. Purtroppo, il nostro Paese è in buona
compagnia. Secondo l’Onu, guardando ai Target dell’Agenda 2030 per cui sono
disponibili dati affidabili, solo nel 12% dei casi si è sulla buona strada per
raggiungere i valori obiettivo. Più della metà, invece, nonostante qualche
progresso, sono “moderatamente o gravemente fuori strada” e circa il 30% non ha
fatto registrare alcun avanzamento o si trova oggi in una condizione peggiore
di quella del 2015.
A
livello di Unione Europea, gli indicatori dell’ASviS mostrano come dal 2010 in
avanti ci siano stati progressi per gran parte degli Obiettivi, ma in vari casi
si tratta di miglioramenti contenuti e ancora insufficienti per centrare i
Target dell’Agenda 2030 entro questa decade. Inoltre, si nota una riduzione
delle disuguaglianze tra Paesi nel conseguimento degli Obiettivi solo per otto
di essi, mentre per tre le distanze sono rimaste costanti e per cinque sono
addirittura aumentate.
PANORAMICA
SULLE QUATTRO DIMENSIONI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE IN ITALIA
Per quanto riguarda la dimensione sociale dello sviluppo
sostenibile si segnala che, tra il 2015 e il 2021, la quota di famiglie in
condizione di povertà assoluta è salita dal 6,1% al 7,5% e riguarda quasi 2
milioni di famiglie, dove vivono 1,4 milioni di minori; continua ad allargarsi
la disuguaglianza tra ricchi e poveri; la spesa pubblica per sanità e
istruzione dell’Italia è nettamente inferiore a quella media europea;
l’abbandono scolastico è pari all’11,5% (36,5% tra gli stranieri) e la
disoccupazione giovanile è al 23,7%; inoltre, 1,7 milioni di giovani non
studiano e non lavorano.
Per la dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile l’Italia
registra il 42% di perdite dai sistemi idrici; solo il 21,7% delle aree
terrestri e solo l’11,2% di quelle marine sono protette; lo stato ecologico
delle acque superficiali è ‘buono’ o ‘superiore’ solo per il 43% dei fiumi e
dei laghi; il degrado del suolo interessa il 17% del territorio nazionale;
l’80,4% degli stock ittici è sovrasfruttato; le energie rinnovabili
rappresentano solo il 19,2% del totale, quota che non consente di intraprendere
il processo di netta riduzione delle emissioni su cui il Paese si è impegnato a
livello UE.
Nell’ambito della dimensione economica dello sviluppo sostenibile, dopo la ripresa
del biennio 2021-2022 seguita alla pandemia, l’Italia presenta ancora alcuni
segnali di crescita debole che hanno caratterizzato il decennio precedente;
l’occupazione cresce, ma resta forte la componente di lavoro irregolare (3
milioni di unità); passi avanti sono stati compiuti per l’economia circolare
(il consumo materiale pro-capite si è ridotto del 33% in dieci anni) ed è
cresciuto il tasso di innovazione (+21% tra il 2010 e il 2018), ma molte
imprese mostrano resistenze ad investire nella trasformazione digitale ed
ecologica; il Paese necessita di forti investimenti, anche per rendere le
infrastrutture più resilienti di fronte alla crisi climatica; la finanza sta
muovendosi nella direzione della sostenibilità, accompagnando il mutamento
delle preferenze dei risparmiatori. Per la dimensione istituzionale dello
sviluppo sostenibile emerge che, nell’ultimo decennio, sono drasticamente
diminuiti omicidi volontari e criminalità predatoria, ma sono cresciuti alcuni
reati contro la persona, come le violenze sessuali (+12,5%) e le estorsioni
(+55,2%). Forte è anche l’aumento di tutti i reati informatici, quali truffe e
frodi (+152,3% rispetto al 2012). Il sovraffollamento carcerario, ridottosi nel
decennio 2010-2019, ha ripreso a salire nell’ultimo biennio.
LE
PROPOSTE DELL’ASVIS PER METTERE LA SOSTENIBILITÀ AL CENTRO DELLE POLITICHE E
ACCELERARE IL CAMMINO DELL’AGENDA 2030
“Per recuperare il terreno perduto è
indispensabile adottare un approccio politico e culturale che consideri la
sostenibilità il fulcro di tutte le scelte, pubbliche e private. È questo
l’approccio alla base della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo
Sostenibile, approvata dal Governo esattamente un mese fa – sostiene il
presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini. – Negli stessi giorni, il Governo
si è impegnato all’Assemblea Generale dell’Onu a predisporre un ‘Piano di
accelerazione’ per il conseguimento degli Obiettivi su cui siamo più indietro,
quasi tutti. Le nostre proposte possono servire per definire contenuti,
tempistiche e metodologie per realizzare questo Piano”. A tale proposito, l’ASviS avanza al Governo tre proposte
concrete: assegnare alla Presidenza del Consiglio il compito di predisporre il
Piano; predisporlo entro marzo 2024, affinché esso contribuisca alla preparazione
del prossimo Documento di Economia e Finanza; coinvolgere la società civile e
gli enti territoriali attraverso il Forum per lo sviluppo sostenibile esistente
presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).
Parallelamente, occorre dare attuazione alla nuova Strategia Nazionale,
costruendo in primo luogo un serio sistema di valutazione ex ante delle
politiche rispetto ai diversi Obiettivi dell’Agenda 2030, al cui interno trovi
spazio anche lo Youth Check, cioè la verifica del rispetto del criterio di
giustizia intergenerazionale recentemente introdotto nella Costituzione, idea
presente anche nel programma elettorale dell’attuale maggioranza. La
valutazione d’impatto va applicata anche con riferimento alle politiche degli
enti territoriali, a partire dai progetti finanziati dai nuovi fondi europei e
nazionali di coesione, al fine di valutare il contributo di questi ultimi al
raggiungimento dei 17 Obiettivi. Le bozze del Piano Nazionale Integrato
Energia-Clima (PNIEC) e del Piano Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti
Climatici (PNACC) devono essere rafforzate e finalizzate il prima possibile per
guidare un ampio insieme di politiche economiche, sociali e ambientali da
sostenere con adeguati finanziamenti. L’Italia deve poi dotarsi di una Legge
per il clima, come già fatto dagli altri grandi Paesi europei, la quale
sancisca l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 e gli obiettivi
intermedi coerenti con esso, fissi un budget totale di carbonio e budget
settoriali che traccino per i diversi comparti economici un percorso di
azzeramento delle emissioni di gas serra, istituisca un Consiglio Scientifico
per il Clima per assistere i decisori pubblici nella predisposizione degli
interventi e monitorare i risultati via via ottenuti.
“Alla constatazione che l’Italia
procede a rilento sul cammino dello sviluppo sostenibile non deve corrispondere
un sentimento di disfattismo. È ancora
possibile cambiare passo, consolidando la crescente consapevolezza
dell’opinione pubblica, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche sul
fatto che, nonostante i negazionisti, la scelta della sostenibilità conviene
tanto dal punto di vista sociale e ambientale, quanto da quello economico –
dichiara la presidente dell’ASviS, Marcella Mallen. –
Le numerose proposte dell’Alleanza
contenute nel Rapporto rappresentano il contributo della società civile
italiana per realizzare ciò che il Governo si è impegnato a fare. Allo scopo di
ingaggiare sempre più l’opinione pubblica sull’importanza di perseguire uno sviluppo
sostenibile e di rispettare i diritti delle future generazioni, l’ASviS propone
di istituire la ‘Giornata nazionale dello sviluppo sostenibile’, da celebrare
il 22 febbraio, data di pubblicazione della Legge costituzionale n. 1/2022, che
ha modificato gli artt. 9 e 41 della Costituzione”.
LE
PRIORITÀ PER ACCELERARE LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN ITALIA
L’attuazione delle proposte avanzate
dall’ASviS si articola in 13 linee di
intervento prioritarie determinanti per consentire all’Italia di fare un balzo
in avanti verso l’attuazione dell’Agenda 2030. Si tratta di: contrastare la
povertà, la precarietà e il lavoro povero, assicurare l’assistenza agli anziani
non autosufficienti, redistribuire il carico fiscale per ridurre le
disuguaglianze, gestire i flussi migratori e promuovere l’integrazione degli
immigrati; accelerare l’innovazione tecnologica, organizzativa e sociale del
settore agricolo, potenziare la responsabilità sociale delle aziende agricole;
ottimizzare le risorse e l’organizzazione dei servizi sanitari, mitigare
l’impatto della crisi climatica sulla salute, combattere il disagio psichico,
le dipendenze e la violenza familiare e sociale; migliorare la qualità degli
apprendimenti, contrastare la dispersione, assicurare l’inclusione, potenziare
i servizi per l’infanzia, educare allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza
globale; aumentare l’occupazione femminile, assicurare servizi e condivisione
del lavoro di cura, prevenire e combattere le discriminazioni multiple; mettere
la protezione e il ripristino della natura al centro delle politiche,
rispettare gli accordi internazionali, assicurare la tutela e la gestione
sostenibile degli ecosistemi; aumentare al massimo la produzione di energia
elettrica rinnovabile e rendere più ambizioso il PNIEC; ridurre la fragilità
sul mercato del lavoro di donne, giovani e immigrati, potenziare le politiche
attive e migliorare le condizioni di lavoro; investire in infrastrutture
sostenibili, orientare il sistema produttivo verso l’Industria 5.0, potenziare
la ricerca e l’innovazione; migliorare il governo del territorio, investire
nella rigenerazione urbana e nella transizione ecologica delle città e delle
altre aree territoriali; promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nella
Pubblica amministrazione, coinvolgere maggiormente i consumatori nell’adozione
di comportamenti virtuosi; migliorare il sistema giudiziario, sviluppare
un’etica dell’Intelligenza Artificiale, rafforzare la partecipazione
democratica; promuovere la pace, rafforzare la coerenza delle politiche di
assistenza allo sviluppo e migliorarne l’efficacia, assicurando la
partecipazione della società civile alle scelte. “Alcune delle proposte
implicano risorse finanziarie significative, altre sono a ‘costo zero’ o quasi
– conclude Enrico Giovannini. – Molti interventi, peraltro, sono in linea con
le Raccomandazioni specifiche rivolte all’Italia dal Consiglio europeo a luglio
scorso e potrebbero essere quindi integrati nella prossima Legge di bilancio e
dei provvedimenti collegati, nonché nelle riforme previste dal PNRR”.
Fonti:
1.
https://asvis.it/rapporto-2023/
2.
Fulvio
Fagiani - SPECIALE ONU - su questo numero di Utopia21
3.
Aldo
Vecchi - L’ESORTAZIONE PAPALE “LAUDATE
DEUM” - su questo numero di Utopia21
4.
Aldo
Vecchi – IL RAPPORTO ASVIS 2022 – su Utopia21, novembre 2022 - https://drive.google.com/file/d/1ooDZUpALGMenTrpzGRTPUGEkg86yMdaN/view?usp=share_link
8.
Aldo
Vecchi – L’AMBIENTE IN COSTITUZIONE – su Utopia21, marzo 2022 - https://drive.google.com/file/d/1p7L80Wraps7CcJotTx--UlN5oaL5lRBj/view?usp=sharing
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