Assai lontano dalla contesa elettorale
sulla scena italiana, si svolge l’effettivo confronto programmatico tra i
principali raggruppamenti politici continentali
Sommario:
- cercando,
tra testi solo in inglese e manifesti irreperibili in rete
-
un mio raffronto tra i principali
programmi
- qualche
estratto e qualche commento a partire dai singoli manifesti e programmi
CERCANDO,
TRA TESTI SOLO IN INGLESE E MANIFESTI IRREPERIBILI IN RETE
“L’Europa si trova a un bivio storico: alle
prossime elezioni europee i cittadini dell’Unione potranno scegliere se
plasmare tutti insieme un futuro luminoso o guardare indietro, paralizzati
dalla rabbia. Noi del PPE vogliamo un futuro luminoso perché conosciamo il
passato e intendiamo farne tesoro. Siamo fieri degli obiettivi raggiunti dai
nostri Padri Fondatori europei e vogliamo rafforzarli ulteriormente.”
Stavo leggendo e quasi apprezzando questo ambizioso inizio del
“Manifesto del Partito Popolare Europeo, reperibile alla prima voce di Google
cercando “programma PPE elezioni europee 2024”, quando poi mi sono accorto, da
alcuni riferimenti temporali nel testo, che si trattava del Manifesto per le
elezioni del 2019 1.
Malgrado successive ricerche, non sono riuscito a reperire su Internet
– né in inglese né in italiano - il Manifesto PPE 2024, che pure risulta
approvato al congresso di Bucarest nello scorso marzo.
Da ultimo ho comunque appreso i contenuti di tale manifesto dalla
rassegna dell’ASviS, contenuta da pag. 85 a pag. 95 del suo “Rapporto di
Primavera” 2 [1],
rassegna cui rimando come valida integrazione a questo mio più agile testo.
È comunque utile confrontare, restando ai testi reperibili in
italiano, le differenti versioni del Manifesto PPE che ne danno la lista di
Forza Italia 3 e quella di Alternativa Popolare4 (raggruppamento
centrista già di Alfano e oggi di Bandecchi), ad esempio sulla frenata al Green
Deal, che solo per Forza Italia deve essere netta e specificamente commisurata
ad alcuni interessi localistici italiani, in questi termini: “Tutela della
filiera dell’automotive.
Sostenere le nostre imprese che hanno visto smantellata la rete di
fornitori italiani dedicati al nostro settore di punta dopo le follie
ideologiche sostenute dalla sinistra.”
Questo evidente schermo del localismo nazionale nella conduzione della
campagna elettorale si ripete però (almeno fino a metà maggio) per gran parte
delle liste in competizione in Italia il prossimo 8 e 9 giugno, con le sole
eccezioni:
-
del Partito Socialista Europeo, il cui testo del programma ufficiale a
scala europea è ben evidente e leggibile in lingua italiana 5 (e –
pur con qualche fatica - rintracciabile anche dal sito del Partito Democratico,
ove ora campeggia la più recente e sintetica “Dichiarazione” dei leader del PSE
a Berlino del 6 maggio 2024)
-
del programma, anche in italiano, del Partito Democratico Europeo 6
(socio “minore” dei liberal-democratici
di ALDE nel gruppo parlamentare “Renew”), cui in Italia aderisce “Italia Viva”
di Matteo Renzi; con le seguenti particolarità: Italia Viva si presenta nella
lista “Stati Uniti di Europa”, con “Più Europa” di Emma Bonino (e con la
famiglia Lonardo-Mastella), “Più Europa” che aderisce invece ad ALDE, come la
lista “Azione” di Carlo Calenda; né Stati Uniti d’Europa” né “Azione” (né
“Italia Viva”) fanno alcuna menzione dei programmi europei, né di ALDE né del
PDE
Invece i testi di tutte le altre famiglie politiche europee sono
reperibili solo in inglese, con le seguenti declinazioni:
-
Liberali (vedi sopra) 7
-
Sinistra europea: al raggruppamento “Left – Sinistra Europea” in
Italia aderisce il solo partito della Rifondazione Comunista, che però
parteciperà alle elezioni di giugno all’interno della lista “PACE, TERRA e
DIGNITÀ” (con Michele Santoro); il Partito Rifondazione Comunista in data 15
maggio ha editato una sua versione del Manifesto Left 2024 8, il cui
testo inglese 9 è anche rintracciabile dal medesimo sito.
-
Verdi: benché la componente verde dell’Alleanza Verdi-Sinistra (di
Bonelli e Fratoianni) esibisca il simbolo dei Verdi Europei, sul sito di AVS solo
dal 13 maggio è comparso un programma, ma senza alcun cenno al manifesto dei
Verdi Europei,10
-
Conservatori: anche nel sito di Fratelli d’Italia, che (come altri)
non ha un motore per libera ricerca nel sito stesso, non vi sono riferimenti al
programma europeo del raggruppamento conservatore, ma solo un tastino “ECR”,
dove, in inglese, si fatica a cercare il suddetto ‘programma’ (per altro assai
succinto, e denominato solo “priorità”).11
Infine l’estrema destra di Identità e Democrazia (tra cui LePen,
Salvini, AFD tedesca) esprime in comune – anche in lingua italiana 12 -
solo alcune priorità, i cui esempi mostrano un sostanziale disinteresse per la
stessa Unione Europea:
- “Identità. Per il Gruppo ID, le identità nazionali devono essere
abbracciate, rispettate e preservate. Per questo motivo si oppone
all'immigrazione di massa incontrollata e alla possibile adesione all'UE di un
Paese non europeo come la Turchia….
- Sovranità. Ogni nazione europea dovrebbe
avere il diritto di determinare le proprie politiche, secondo le proprie
esigenze. L'UE dovrebbe smettere di interferire negli affari interni dei suoi
Stati membri.”
Ancora privo di accasamento europeo è il Movimento 5 Stelle, malgrado
i passati legami con i Brexiter di Nigel Farage e i successivi flirt con i
Verdi e con i Socialisti: non entra quindi nell’ambito di interesse di questo
articolo.
UN MIO RAFFRONTO TRA I
PRINCIPALI PROGRAMMI
Anche se è probabile che il significato politico della competizione di
giugno in Italia sarà in prevalenza centrato sui risvolti nazionali (dal
tentativo di plebiscito per “Giorgia Meloni Detta Giorgia” ai rapporti
governo/opposizione, dal posizionamento dei singoli partiti alla sorte personale
di alcuni leaders, fino al successo/insuccesso di nuovi attori [2]),
penso che l’interesse di Utopia21 sia invece piuttosto indirizzato verso quello
che poi succederà in Europa: cosa che dipende in sostanza dal peso e dagli
orientamenti che assumeranno i principali raggruppamenti, e cioè Popolari,
Socialisti, Liberali, Verdi ed i due schieramenti di destra (di cui non sono
esclusi futuri rimescolamenti, includendo anche gli ungheresi di Orban, al
momento isolati); e molto meno dai pochi seggi nell’Euro-parlamento dispersi
tra Renzi o Calenda, Conte o Santoro.
Pertanto, rinviando ai successivi paragrafi alcuni rapidi commenti ai
singoli testi programmatici europei, propongo di seguito in forma tabellare un
mio raffronto sintetico su quelli che mi sembrano i temi nodali della prossima
legislatura (per gran parte dei contenuti problematici rimando all’editoriale di
Fulvio Fagiani in questo numero di Utopia21). Sempre avvertendo, naturalmente,
che un conto sono le enunciazioni ed un conto le concrete prassi non solo dei
gruppi all’Euro-parlamento ma ancor più ai vertici dei singoli governi
nazionali.
VERDI |
SOCIALISTI |
LIBERALI [3] |
POPOLARI |
CONSERVATORI |
|
Governance dell’Unione: superamento dei veti
nazionali, più potere al Parlamento |
Si |
Si |
Si |
Si, con prudenza |
No |
Difesa comune |
Si, senza eccessivo entusiasmo |
Si |
Si |
Si |
No: solo NATO |
Finanza comune per investimenti nelle transizioni verde e digitale e nella sanità |
Si |
Si |
Si, unione
bancaria e mobilitazione risparmio privato |
Si, unione bancaria e mobilitazione
risparmio privato |
No: solo mercato |
Nuove entrate comunitarie |
Si, da carbonio e da patrimoni |
Si, da capitale e da patrimoni |
Si, da carbonio e da multinazionali |
Qualcosa da multinazionali ed elusione |
No: solo maggior efficienza |
Politica industriale comune |
Si |
Si |
Si |
Si |
Solo come incentivi alle imprese |
Flussi migratori Legali |
Si |
Si |
Ni |
No |
No |
Proseguire la svolta verde |
Si |
Si |
Si, ma con nucleare e deregulation |
Frenata (soprattutto da Forza Italia) |
Forte frenata |
Sviluppare il pilastro sociale |
Si |
Si |
Solo mantenere welfare |
No |
No: libertà di impresa |
Aiuti ai paesi poveri per clima ed energia
verde |
Si |
Si, non approfondito |
Cenni |
Piano Marshall per l’Africa |
No (nemmeno un Piano Mattei…) |
Per praticità, mi sono permesso di trascurare nella seguente tabella
non solo Identità e Democrazia – in quanto non esprime un organico programma,
né si interessa di Europa -, ma anche il programma della Sinistra Europea, sia
perché obiettivamente poco confrontabile nei contenuti, sia perché il
raggruppamento difficilmente entrerà nel gioco delle alleanze (diversamente,
purtroppo, da possibili segmenti delle destre), sia ancora perché di fatto è
l’unica famiglia politica europea che non sarà rappresentata dalle liste in
competizione in Italia.
Da questo raffronto a mio avviso emerge una forte omogeneità su alcuni
temi strategici tra i raggruppamenti Verde e Socialista, che si estende ai Liberali
(di più) ed ai Popolari (di meno) solo per le grandi questioni istituzionali e
sulla politica industriale, mentre emerge una assonanza tra Popolari e
Conservatori sui temi ambientali e migratori. Gli orientamenti che assumerà la
politica europea dipenderanno quindi in gran parte, oltre che dal mero riflesso
degli esiti quantitativi delle votazioni, dagli equilibri interni che si
determineranno in seno al Partito Popolare Europeo, determinante probabilmente
per la sua centralità e per la sua stessa ambivalenza programmatica.
Tra i commentatori emerge un giudizio comparativo, rispetto alle
precedenti elezioni, che porta a compiacersi per la scomparsa, alle ali
estreme, di espliciti propositi di fuoriuscita dall’Unione, mentre a mio avviso
quanto emerge dalle intenzioni dei vari componenti dei due raggruppamenti di
destra può essere comunque esiziale per le sorti dell’Europa unita, anche senza
secessioni nazionali tipo Brexit.
QUALCHE ESTRATTO E QUALCHE COMMENTO
A PARTIRE DAI SINGOLI MANIFESTI E PROGRAMMI
Traggo infatti dal testo dell’ASviS 2 il seguente riassunto
del Manifesto dei Conservatori: “…gli Stati-nazione …
sono i garanti della libertà e della prosperità del continente. L’UE va
riformata affinché faccia meno e meglio. Viene quindi detto “no al superstato
europeo” di Bruxelles, alla riforma dei Trattati e, in particolare,
all’estensione del voto a maggioranza. Il bilancio comunitario deve diventare
“smart” ed essere riformato, senza ricorso a nuove risorse proprie. Il
Manifesto indica poi la necessità di rafforzare sia l’industria della difesa e
il suo finanziamento, sia la cooperazione con la NATO, che deve essere attore
primario della sicurezza europea. L’ECR è infatti “contro un’Unione europea
della Difesa”, perché forze armate e approntamento militare debbono restare di
competenza nazionale. L’ECR propone poi una strategia europea contro
l’immigrazione fatta di sicurezza e infrastrutture per proteggere le frontiere,
siano essere aeree, marittime o terrestri. Si deve cercare collaborazione con i
Paesi terzi per esternalizzare i controlli, Frontex e Europol vanno rafforzate
e il blocco delle partenze illegali va realizzato con “missioni navali comuni”.
Per
chi
entra (l’asilo è solo per i rifugiati “genuini”) si impone l’integrazione
effettiva basata su valori e “stili di vita” europei.”
E traggo direttamente
dal programma ECR 11 la successiva fideistica contrapposizione al
supposto ‘ideologismo ambientalista’: “Rimaniamo fermi
nella nostra convinzione che il motore a combustione interna, testimonianza
della potenza della creatività e dell’ingegno europeo, possa rimanere commercialmente
sostenibile negli anni a venire adottando tecnologie all’avanguardia e
investendo nella ricerca innovativa su carburanti alternativi a basse emissioni.”
Il testo del Partito Popolare
Europeo (che qui di seguito riporto dalla versione di Forza Italia 3)
punta sulla storica centralità dello
stesso PPE nella costruzione dell’unità europea, per prospettare una evoluzione
tranquilla di un percorso da completare: “L'Europa
è la nostra casa. Abbiamo costruito un 'Europa con al centro la libertà, la sicurezza
e la dignità delle persone. Abbiamo unito le nostre identità nazionali. Nel PPE
con la nostra storia, le nostre radici giudaico-cristiane e liberali, la nostra
cultura abbiamo reso possibile la pace e la prosperità per la maggior parte
degli Europei. Abbiamo il miglior sistema di protezione sociale. Siamo il
secondo blocco economico al mondo e l’unica grande unione di Stati ad avere
abolito la pena di morte. Per questo non vogliamo subire strategie e regole
imposte da potenze che non condividono le conquiste di civiltà di cui i Paesi
membri dell’UE rappresentano un esempio per tutti. La grande scommessa per il
futuro dell’Unione europea è continuare a essere la forza che promuove la
libertà dei popoli e la cooperazione come motori della crescita e dello sviluppo
sociale.” In questo quadro, in cui
diritti socialità e ambiente sono già valori acquisiti, il PPE propone di
procedere con cautela, rafforzando le istituzioni europee (e la protezione
delle frontiere dalla pressione migratoria), ma alleggerendone l’articolazione
normativa, in favore di una rinnovata economia di mercato.
Il programma dei liberal-democratici
dell’ALDE 7, con un piglio più dinamico (soprattutto sui diritti
individuali) ed una netta drammatizzazione del conflitto ucraino, si destreggia
tra simili cautele (migrazioni, eccessi burocratici) ed un maggior coraggio
riformatore sia riguardo alle istituzioni europee (a partire dalla difesa
comune) sia riguardo al rafforzamento della politica industriale europea e dei
meccanismi finanziari di sostegno (leggi agenda Draghi): “Mantieni l’Europa libera, sicura e democratica: aiuta l’Ucraina a
vincere la guerra, rafforza la nostra difesa capacità e sicurezza economica per
una maggiore indipendenza dell’Europa Promuovi la
crescita economica per la tua libertà: investi nelle tue competenze, nel
digitale e nella sostenibilità …tecnologie per creare posti di lavoro, ridurre
le nostre dipendenze e dissociare la crescita dall’uso di risorse naturali, …
crescenti impatti negativi sul clima e sulla salute.….”
Nei programmi di Socialisti, Democratici-PDE e Verdi, che pure
descrivono sommariamente le criticità da superare ed i rischi da affrontare, ho
osservato però, come caratteristica comune, una scarsa attenzione argomentativa
‘strategica’ (del tipo occorre fare questo per evitare quello) ed invece un
prevalente tono ‘propagandistico-militante’, del tipo:
“Scegliamo
il cambiamento. Passare da una crisi all’altra non dovrebbe essere dato per scontato.
Le soluzioni esistono. Abbiamo solo bisogno il coraggio di fare quello che
serve. Per questo, tra l’incertezza e l’ansia, alziamo uno striscione di
speranza e determinazione.” (Verdi 10),
“Siamo determinati ad avvicinare le istituzioni europee alle persone …
Crediamo
fermamente nella sovranità europea” (PDE 6),
“Vogliamo
un’Europa democratica libera, giusta e sicura. Crediamo nell’Europa in quanto
forza per garantire i diritti per tutte e tutti e con tutte e tutti. Scegliamo
di lavorare insieme per mantenere il nostro pianeta vivibile, per realizzare la
giustizia sociale e per offrire nuove opportunità a tutte e tutti. Stiamo
costruendo un’Europa di sostenibilità e democrazia. Un’Europa femminista.
Un’Europa inclusiva fondata sui diritti umani universali. Un’Europa in cui il
progresso sociale, economico e ambientale vanno di pari passo…” (Socialisti 5)
Pur rilevando, come già
dicevo, ampie convergenze tra Verdi 6 e Socialisti, i primi dettagliano
maggiormente, come ci si può d’altronde aspettare, le tematiche ambientali: “La crisi climatica è
la sfida della nostra generazione… costruendo …una società più verde, … risponderemo
anche all’ingiustizia e alle disuguaglianze che polarizzano le nostre società.
A differenza dei conservatori e dell’estrema destra, che vogliono ritardare e
negare i problemi … agiremo con tutta l’urgenza … Il peso dell’inazione diventa
ogni giorno più pesante. Perché semplicemente quando sapremo che le energie
rinnovabili ridurranno le bollette energetiche, continuiamo a pagare il prezzo
della costosa energia fossile. Proprio quando conosciamo gli effetti
dell’inquinamento tossico sui nostri corpi, continuiamo a bloccare l’aria
pulita e un ambiente sicuro. Proprio quando sappiamo che il cibo sano dovrebbe
essere accessibile per tutti, resta un lusso riservato a pochi. Proprio quando
stiamo vivendo incendi e inondazioni, il clima continua a surriscaldarsi e gli
ecosistemi vacillano sull’orlo del baratro e del collasso. Con noi il
sonnambulismo si ferma. Scegliamo il cambiamento.” Segnalo anche, come rilevato anche dall’ASviS, che solo i Verdi
richiamano le proposte della Conferenza sul Futuro dell’Europa sulla
democratizzazione delle istituzioni europee, a partire da maggiori poteri al
Parlamento Europeo (questi ultimi però evocati anche da Socialisti,
Liberali-PDE e Popolari.
Il programma del Partito Socialista Europeo 5,
approvato nel Congresso di Roma dello scorso marzo, a mio avviso, è
interessante da analizzare anche confrontandolo con il documento che annunciava
la ‘grande svolta’ , da me commentato nel gennaio 2022 14, rispetto
al quale le posizioni ora assunte ufficialmente del PSE (e allora invece
anticipate da un gruppo di studio per il gruppo S&D all’euro-parlamento)
hanno perso qualche ambizione, ma guadagnato in concretezza e praticabilità.
Riproduco di seguito i
20 punti programmatici, ed il dettaglio dei punti relativi al Fisco ed alla
Salute:
“•
Il diritto al lavoro di qualità e alla giusta retribuzione, garantendo i
diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, rafforzando la contrattazione
collettiva, la democrazia sul lavoro e sostenendo le lavoratrici e i lavoratori
autonomi.
•
Un nuovo patto verde e sociale per una transizione giusta, attraverso energia
pulita, sicura ed economicamente accessibile, nuovi posti di lavoro di qualità
in un’economia circolare verde a emissioni zero, e un pianeta vivibile.
•
Una democrazia forte, dove lo Stato di diritto viene da tutte e tutti
rispettato e difeso.
•
Un’economia europea forte e competitiva che prepara le proprie industrie e
piccole e medie imprese al futuro.
•
Un’Europa protettiva che difende le persone dal carovita, difende i loro posti
di lavoro dalla concorrenza sleale e difende la loro salute e il loro ambiente.
•
Un’Europa femminista che promuove la parità dei diritti, il controllo delle
donne sulle proprie vite e i propri corpi, e la fine della violenza e della
discriminazione di genere.
•
Un’Europa per le giovani e i giovani che garantisce progresso, autonomia,
opportunità e sradica la precarietà nel lavoro.
•
Il diritto a un alloggio adeguato ed economicamente accessibile per tutte e
tutti.
•
Un’Europa strategicamente indipendente che difende la propria libertà,
sicurezza e integrità territoriale.
•
Un’Europa forte nel mondo che promuove la pace, la sicurezza, la cooperazione,
i diritti umani e lo sviluppo sostenibile.”
“… GIUSTIZIA FISCALE PER
LA GIUSTIZIA SOCIALE
Il
nostro impegno per la giustizia fiscale è un impegno per società eque. Un
sistema fiscale giusto rafforza il nostro modello sociale europeo e sostiene
gli investimenti nelle nostre economie, nei nostri servizi pubblici e nella
nostra sicurezza.
•
Le grandi aziende, i grandi inquinatori e i super ricchi devono pagare la loro
giusta quota, in Europa e nel mondo, attraverso imposte efficaci sulle società,
sugli extraprofitti, sui capitali, sulle transazioni finanziarie e a carico dei
più ricchi.
•
Ci battiamo per assicurare che le tasse siano pagate dove i profitti sono
realizzati, come con successo ci siamo battuti e abbiamo ottenuto
l’introduzione dell’aliquota minima globale d’imposta sulle imprese.
•
Contrastiamo la frode fiscale e i paradisi fiscali fuori e dentro l’UE e vogliamo
procedere verso l’estensione del voto a maggioranza qualificata su specifiche
questioni fiscali.
•
I sistemi fiscali devono essere privi di ogni discriminazione di genere.”
“..
ACCESSO ALLA SALUTE, ALLE CURE E AI FARMACI
L’accesso
universale a un’assistenza sanitaria e sociale di qualità è un diritto
fondamentale. Il COVID-19 ha dimostrato il contributo essenziale del settore
della sanità e dei lavori di cura alla società, a cominciare dal lavoro del
personale medico e infermieristico, nonché l’importanza della cooperazione
europea contro i rischi sanitari.
•
Difenderemo una sanità pubblica che crea posti di lavoro di qualità.
•
Vogliamo un’Unione europea della salute che gestisce le risposte transnazionali
alle pandemie, sostiene e rispetta i sistemi sanitari pubblici a livello
nazionale.
•
Vogliamo una forte strategia europea per la salute mentale.
•
Implementeremo una tariffazione giusta e trasparente dei farmaci per prevenire
le carenze e sostenere l’accesso tempestivo ai medicinali e l’innovazione,
anche per le malattie rare.
•
Sosteniamo le iniziative di ricerca pubblica comune europea in materia di
vaccini, medicinali salvavita e resistenza antimicrobica.”
Il consolidamento del
PSE su posizioni nettamente progressiste, rispetto ai passati ondeggiamenti
“blairiani” (vedi sopra sul fisco) si è accompagnato però con l’abbandono di
alcune (vaghe) suggestioni di superamento del capitalismo presenti nel suddetto
documento del 2021, lasciando quindi il monopolio del linguaggio esplicitamente
anti-capitalista alla sola Sinistra
Europea/Left 9: “La Sinistra intende contribuire alla nascita di
un movimento progressista con la vocazione primaria di superare il neoliberismo
e un sistema capitalista che sfrutta la natura, le donne e gli uomini.”
Nel riassunto
dell’ASviS 2, per Left “le priorità sono l’antifascismo e la lotta al
capitalismo ordo-liberale, la difesa dei servizi pubblici e la loro proprietà
pubblica, l’ecologia integrale, la Pace e il disarmo.” … “La Sinistra è per una trasformazione sociale integrale attraverso un
quadro giuridico di coinvolgimento dei lavoratori nella transizione e per la “clausola
di progresso sociale” che sancisca il primato dei diritti sociali sugli
interessi economici.
Chiede piani europei di investimenti ingenti
per creare nuova occupazione e formazione dei mestieri della transizione, la
riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e una direttiva per un reddito
di base.” … “la Sinistra chiede l’abolizione del Patto di Stabilità e di rendere
permanente il NGEU, un’incisiva tassazione dei super-ricchi e degli extraprofitti
delle compagnie energetiche, la lotta ai paradisi fiscali e l’armonizzazione
fiscale. La BCE deve avere fra le sue missioni il finanziamento dei servizi
pubblici (con finanziamenti diretti agli Stati a tasso zero) e l’occupazione.
Va poi prevista la ristrutturazione “post-Covid” del debito dei Paesi, mentre i
460 miliardi di spesa militare vanno dirottati a favore di investimenti per la transizione
sostenibile.”
aldovecchi@hotmail.it
Fonti:
1.
https://www.epp.eu/files/uploads/2019/05/EPP-MANIFESTO-2019-IT.pdf
3.
https://forzaitalia.it/con-noi-al-centro-delleuropa-le-nostre-priorita/
4.
https://www.alternativapopolare.it/programma-alternativa-popolare-ppe-europee-2024/
5.
https://pes.eu/wp-content/uploads/2024/03/2024_PES_Manifesto_IT.pdf
6.
https://democrats.eu/it/le-nostre-idee/il-manifesto/
7.
https://www.aldeparty.eu/manifesto2024
9.
https://www.european-left.org/2024-eu-election-manifesto/
10. https://europeangreens.eu/2024-manifesto/
11. https://ecrgroup.eu/priorities
12. https://it.idgroup.eu/priorities
13. Gruppo parlamentare europeo S&D /Commissione Indipendente per
l’Uguaglianza Sostenibile (ICSE, Indipendent Commission for Sustainable
Equality) - LA GRANDE SVOLTA – DA UN MONDO GUASTO AD UN BENESSERE SOSTENIBILE –
settembre 2021 https://www.socialistsanddemocrats.eu/it/newsroom/la-grande-svolta-proposte-politiche-trasformative-una-societa-del-benessere-sostenibile
in calce al comunicato il LINK al testo del documento
14. Aldo Vecchi - LA GRANDE SVOLTA (QUASI) ANNUNCIATA DAI SOCIALISTI E DEMOCRATICI
EUROPEI – su Utopia21, gennaio 2022 https://drive.google.com/file/d/1yBkWm43n1rFMF92-Gp8D3-xiSGUzha7z/view?usp=sharing
[1]
https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/Rapporto_di_Primavera/Rapporto_ASviS_Primavera_2024_Scenari_Italia.pdf
[2]
Le liste ammesse, oltre ai principali
partiti rappresentarti nel parlamento italiano, sono: “Libertà” di Cateno de
Luca (che raggruppa 17 simboli, tra cui Italexit); “Pace, terra, dignità” di
Michele Santoro (pacifisti); “Alternativa popolare” di Stefano Bandecchi
(affiliata la Partito Popolare Europeo; nonché “Stati Uniti d’Europa che
aggrega “Italia Viva” di Matteo Renzi con “Più Europa” di Emma Bonino (con
famiglia Lonardo-Mastella ed altri)
[3]
Il manifesto programmatico del
Partito Democratico Europeo, come già detto ‘socio minore’ di ALDE nel gruppo
parlamentare “Renew”, differisce dalle posizioni dei Liberali su diverse
questioni non trascurabili, come i flussi migratori regolari e gli investimenti
pubblici
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