martedì 21 maggio 2024

UTOPIA21 - MAGGIO 2024 - ELEZIONI: I REMOTI PROGRAMMI DEI PARTITI EUROPEI

 

Assai lontano dalla contesa elettorale sulla scena italiana, si svolge l’effettivo confronto programmatico tra i principali raggruppamenti politici continentali

 

Sommario:

-       cercando, tra testi solo in inglese e manifesti irreperibili in rete

-       un mio raffronto tra i principali programmi

-       qualche estratto e qualche commento a partire dai singoli manifesti e programmi

 

 

CERCANDO, TRA TESTI SOLO IN INGLESE E MANIFESTI IRREPERIBILI IN RETE

 

“L’Europa si trova a un bivio storico: alle prossime elezioni europee i cittadini dell’Unione potranno scegliere se plasmare tutti insieme un futuro luminoso o guardare indietro, paralizzati dalla rabbia. Noi del PPE vogliamo un futuro luminoso perché conosciamo il passato e intendiamo farne tesoro. Siamo fieri degli obiettivi raggiunti dai nostri Padri Fondatori europei e vogliamo rafforzarli ulteriormente.”

Stavo leggendo e quasi apprezzando questo ambizioso inizio del “Manifesto del Partito Popolare Europeo, reperibile alla prima voce di Google cercando “programma PPE elezioni europee 2024”, quando poi mi sono accorto, da alcuni riferimenti temporali nel testo, che si trattava del Manifesto per le elezioni del 2019 1.

Malgrado successive ricerche, non sono riuscito a reperire su Internet – né in inglese né in italiano - il Manifesto PPE 2024, che pure risulta approvato al congresso di Bucarest nello scorso marzo.

Da ultimo ho comunque appreso i contenuti di tale manifesto dalla rassegna dell’ASviS, contenuta da pag. 85 a pag. 95 del suo “Rapporto di Primavera” 2 [1], rassegna cui rimando come valida integrazione a questo mio più agile testo.

È comunque utile confrontare, restando ai testi reperibili in italiano, le differenti versioni del Manifesto PPE che ne danno la lista di Forza Italia 3 e quella di Alternativa Popolare4 (raggruppamento centrista già di Alfano e oggi di Bandecchi), ad esempio sulla frenata al Green Deal, che solo per Forza Italia deve essere netta e specificamente commisurata ad alcuni interessi localistici italiani, in questi termini: “Tutela della filiera dell’automotive.

Sostenere le nostre imprese che hanno visto smantellata la rete di fornitori italiani dedicati al nostro settore di punta dopo le follie ideologiche sostenute dalla sinistra.”

 

Questo evidente schermo del localismo nazionale nella conduzione della campagna elettorale si ripete però (almeno fino a metà maggio) per gran parte delle liste in competizione in Italia il prossimo 8 e 9 giugno, con le sole eccezioni:

-       del Partito Socialista Europeo, il cui testo del programma ufficiale a scala europea è ben evidente e leggibile in lingua italiana 5 (e – pur con qualche fatica - rintracciabile anche dal sito del Partito Democratico, ove ora campeggia la più recente e sintetica “Dichiarazione” dei leader del PSE a Berlino del 6 maggio 2024)

-       del programma, anche in italiano, del Partito Democratico Europeo 6  (socio “minore” dei liberal-democratici di ALDE nel gruppo parlamentare “Renew”), cui in Italia aderisce “Italia Viva” di Matteo Renzi; con le seguenti particolarità: Italia Viva si presenta nella lista “Stati Uniti di Europa”, con “Più Europa” di Emma Bonino (e con la famiglia Lonardo-Mastella), “Più Europa” che aderisce invece ad ALDE, come la lista “Azione” di Carlo Calenda; né Stati Uniti d’Europa” né “Azione” (né “Italia Viva”) fanno alcuna menzione dei programmi europei, né di ALDE né del PDE

Invece i testi di tutte le altre famiglie politiche europee sono reperibili solo in inglese, con le seguenti declinazioni:

-       Liberali (vedi sopra) 7

-       Sinistra europea: al raggruppamento “Left – Sinistra Europea” in Italia aderisce il solo partito della Rifondazione Comunista, che però parteciperà alle elezioni di giugno all’interno della lista “PACE, TERRA e DIGNITÀ” (con Michele Santoro); il Partito Rifondazione Comunista in data 15 maggio ha editato una sua versione del Manifesto Left 2024 8, il cui testo inglese 9 è anche rintracciabile dal medesimo sito.

-       Verdi: benché la componente verde dell’Alleanza Verdi-Sinistra (di Bonelli e Fratoianni) esibisca il simbolo dei Verdi Europei, sul sito di AVS solo dal 13 maggio è comparso un programma, ma senza alcun cenno al manifesto dei Verdi Europei,10

-       Conservatori: anche nel sito di Fratelli d’Italia, che (come altri) non ha un motore per libera ricerca nel sito stesso, non vi sono riferimenti al programma europeo del raggruppamento conservatore, ma solo un tastino “ECR”, dove, in inglese, si fatica a cercare il suddetto ‘programma’ (per altro assai succinto, e denominato solo “priorità”).11

Infine l’estrema destra di Identità e Democrazia (tra cui LePen, Salvini, AFD tedesca) esprime in comune – anche in lingua italiana 12 - solo alcune priorità, i cui esempi mostrano un sostanziale disinteresse per la stessa Unione Europea:

-  “Identità. Per il Gruppo ID, le identità nazionali devono essere abbracciate, rispettate e preservate. Per questo motivo si oppone all'immigrazione di massa incontrollata e alla possibile adesione all'UE di un Paese non europeo come la Turchia….

- Sovranità. Ogni nazione europea dovrebbe avere il diritto di determinare le proprie politiche, secondo le proprie esigenze. L'UE dovrebbe smettere di interferire negli affari interni dei suoi Stati membri.”

 

Ancora privo di accasamento europeo è il Movimento 5 Stelle, malgrado i passati legami con i Brexiter di Nigel Farage e i successivi flirt con i Verdi e con i Socialisti: non entra quindi nell’ambito di interesse di questo articolo.

 

 

UN MIO RAFFRONTO TRA I PRINCIPALI PROGRAMMI

 

Anche se è probabile che il significato politico della competizione di giugno in Italia sarà in prevalenza centrato sui risvolti nazionali (dal tentativo di plebiscito per “Giorgia Meloni Detta Giorgia” ai rapporti governo/opposizione, dal posizionamento dei singoli partiti alla sorte personale di alcuni leaders, fino al successo/insuccesso di nuovi attori [2]), penso che l’interesse di Utopia21 sia invece piuttosto indirizzato verso quello che poi succederà in Europa: cosa che dipende in sostanza dal peso e dagli orientamenti che assumeranno i principali raggruppamenti, e cioè Popolari, Socialisti, Liberali, Verdi ed i due schieramenti di destra (di cui non sono esclusi futuri rimescolamenti, includendo anche gli ungheresi di Orban, al momento isolati); e molto meno dai pochi seggi nell’Euro-parlamento dispersi tra Renzi o Calenda, Conte o Santoro.

 

Pertanto, rinviando ai successivi paragrafi alcuni rapidi commenti ai singoli testi programmatici europei, propongo di seguito in forma tabellare un mio raffronto sintetico su quelli che mi sembrano i temi nodali della prossima legislatura (per gran parte dei contenuti problematici rimando all’editoriale di Fulvio Fagiani in questo numero di Utopia21). Sempre avvertendo, naturalmente, che un conto sono le enunciazioni ed un conto le concrete prassi non solo dei gruppi all’Euro-parlamento ma ancor più ai vertici dei singoli governi nazionali.


 


 

VERDI

SOCIALISTI

LIBERALI [3]

POPOLARI

CONSERVATORI

Governance dell’Unione: superamento dei veti nazionali, più potere al Parlamento

Si

Si

Si

Si, con prudenza

No

Difesa comune

Si, senza eccessivo entusiasmo

Si

Si

Si

No: solo NATO

Finanza comune

per investimenti

nelle transizioni verde e digitale

e nella sanità

Si

Si

Si, unione bancaria e mobilitazione risparmio privato

Si, unione bancaria e mobilitazione risparmio privato

No: solo mercato

Nuove entrate

comunitarie

Si, da carbonio e da patrimoni

Si, da capitale e da patrimoni

Si, da carbonio e da multinazionali

Qualcosa da multinazionali ed elusione

No: solo maggior efficienza

Politica industriale comune

Si

Si

Si

Si

Solo come incentivi alle imprese

Flussi migratori

Legali

Si

Si

Ni

No

No

Proseguire la svolta verde

Si

Si

Si, ma con nucleare e deregulation

Frenata (soprattutto da Forza Italia)

Forte frenata

Sviluppare il pilastro sociale

Si

Si

Solo mantenere welfare

No

No: libertà di impresa

Aiuti ai paesi poveri per clima ed energia verde

Si

Si, non approfondito

Cenni

Piano Marshall per l’Africa

No (nemmeno un Piano Mattei…)

 

 

Per praticità, mi sono permesso di trascurare nella seguente tabella non solo Identità e Democrazia – in quanto non esprime un organico programma, né si interessa di Europa -, ma anche il programma della Sinistra Europea, sia perché obiettivamente poco confrontabile nei contenuti, sia perché il raggruppamento difficilmente entrerà nel gioco delle alleanze (diversamente, purtroppo, da possibili segmenti delle destre), sia ancora perché di fatto è l’unica famiglia politica europea che non sarà rappresentata dalle liste in competizione in Italia.

 

Da questo raffronto a mio avviso emerge una forte omogeneità su alcuni temi strategici tra i raggruppamenti Verde e Socialista, che si estende ai Liberali (di più) ed ai Popolari (di meno) solo per le grandi questioni istituzionali e sulla politica industriale, mentre emerge una assonanza tra Popolari e Conservatori sui temi ambientali e migratori. Gli orientamenti che assumerà la politica europea dipenderanno quindi in gran parte, oltre che dal mero riflesso degli esiti quantitativi delle votazioni, dagli equilibri interni che si determineranno in seno al Partito Popolare Europeo, determinante probabilmente per la sua centralità e per la sua stessa ambivalenza programmatica.

Tra i commentatori emerge un giudizio comparativo, rispetto alle precedenti elezioni, che porta a compiacersi per la scomparsa, alle ali estreme, di espliciti propositi di fuoriuscita dall’Unione, mentre a mio avviso quanto emerge dalle intenzioni dei vari componenti dei due raggruppamenti di destra può essere comunque esiziale per le sorti dell’Europa unita, anche senza secessioni nazionali tipo Brexit.

 

 

QUALCHE ESTRATTO E QUALCHE COMMENTO A PARTIRE DAI SINGOLI MANIFESTI E PROGRAMMI

 

Traggo infatti dal testo dell’ASviS 2 il seguente riassunto del Manifesto dei Conservatori: “…gli Stati-nazione … sono i garanti della libertà e della prosperità del continente. L’UE va riformata affinché faccia meno e meglio. Viene quindi detto “no al superstato europeo” di Bruxelles, alla riforma dei Trattati e, in particolare, all’estensione del voto a maggioranza. Il bilancio comunitario deve diventare “smart” ed essere riformato, senza ricorso a nuove risorse proprie. Il Manifesto indica poi la necessità di rafforzare sia l’industria della difesa e il suo finanziamento, sia la cooperazione con la NATO, che deve essere attore primario della sicurezza europea. L’ECR è infatti “contro un’Unione europea della Difesa”, perché forze armate e approntamento militare debbono restare di competenza nazionale. L’ECR propone poi una strategia europea contro l’immigrazione fatta di sicurezza e infrastrutture per proteggere le frontiere, siano essere aeree, marittime o terrestri. Si deve cercare collaborazione con i Paesi terzi per esternalizzare i controlli, Frontex e Europol vanno rafforzate e il blocco delle partenze illegali va realizzato con “missioni navali comuni”. Per

chi entra (l’asilo è solo per i rifugiati “genuini”) si impone l’integrazione effettiva basata su valori e “stili di vita” europei.”

E traggo direttamente dal programma ECR 11 la successiva fideistica contrapposizione al supposto ‘ideologismo ambientalista’: “Rimaniamo fermi nella nostra convinzione che il motore a combustione interna, testimonianza della potenza della creatività e dell’ingegno europeo, possa rimanere commercialmente sostenibile negli anni a venire adottando tecnologie all’avanguardia e investendo nella ricerca innovativa su carburanti alternativi a basse emissioni.”

 

Il testo del Partito Popolare Europeo (che qui di seguito riporto dalla versione di Forza Italia 3)  punta sulla storica centralità dello stesso PPE nella costruzione dell’unità europea, per prospettare una evoluzione tranquilla di un percorso da completare: “L'Europa è la nostra casa. Abbiamo costruito un 'Europa con al centro la libertà, la sicurezza e la dignità delle persone. Abbiamo unito le nostre identità nazionali. Nel PPE con la nostra storia, le nostre radici giudaico-cristiane e liberali, la nostra cultura abbiamo reso possibile la pace e la prosperità per la maggior parte degli Europei. Abbiamo il miglior sistema di protezione sociale. Siamo il secondo blocco economico al mondo e l’unica grande unione di Stati ad avere abolito la pena di morte. Per questo non vogliamo subire strategie e regole imposte da potenze che non condividono le conquiste di civiltà di cui i Paesi membri dell’UE rappresentano un esempio per tutti. La grande scommessa per il futuro dell’Unione europea è continuare a essere la forza che promuove la libertà dei popoli e la cooperazione come motori della crescita e dello sviluppo sociale.” In questo quadro, in cui diritti socialità e ambiente sono già valori acquisiti, il PPE propone di procedere con cautela, rafforzando le istituzioni europee (e la protezione delle frontiere dalla pressione migratoria), ma alleggerendone l’articolazione normativa, in favore di una rinnovata economia di mercato.

 

Il programma dei liberal-democratici dell’ALDE 7, con un piglio più dinamico (soprattutto sui diritti individuali) ed una netta drammatizzazione del conflitto ucraino, si destreggia tra simili cautele (migrazioni, eccessi burocratici) ed un maggior coraggio riformatore sia riguardo alle istituzioni europee (a partire dalla difesa comune) sia riguardo al rafforzamento della politica industriale europea e dei meccanismi finanziari di sostegno (leggi agenda Draghi): “Mantieni l’Europa libera, sicura e democratica: aiuta l’Ucraina a vincere la guerra, rafforza la nostra difesa capacità e sicurezza economica per una maggiore indipendenza dell’Europa Promuovi la crescita economica per la tua libertà: investi nelle tue competenze, nel digitale e nella sostenibilità …tecnologie per creare posti di lavoro, ridurre le nostre dipendenze e dissociare la crescita dall’uso di risorse naturali, … crescenti impatti negativi sul clima e sulla salute.….”

 

Nei programmi di Socialisti, Democratici-PDE e Verdi, che pure descrivono sommariamente le criticità da superare ed i rischi da affrontare, ho osservato però, come caratteristica comune, una scarsa attenzione argomentativa ‘strategica’ (del tipo occorre fare questo per evitare quello) ed invece un prevalente tono ‘propagandistico-militante’, del tipo:

“Scegliamo il cambiamento. Passare da una crisi all’altra non dovrebbe essere dato per scontato. Le soluzioni esistono. Abbiamo solo bisogno il coraggio di fare quello che serve. Per questo, tra l’incertezza e l’ansia, alziamo uno striscione di speranza e determinazione.” (Verdi 10), “Siamo determinati ad avvicinare le istituzioni europee alle persone … Crediamo fermamente nella sovranità europea” (PDE  6),

“Vogliamo un’Europa democratica libera, giusta e sicura. Crediamo nell’Europa in quanto forza per garantire i diritti per tutte e tutti e con tutte e tutti. Scegliamo di lavorare insieme per mantenere il nostro pianeta vivibile, per realizzare la giustizia sociale e per offrire nuove opportunità a tutte e tutti. Stiamo costruendo un’Europa di sostenibilità e democrazia. Un’Europa femminista. Un’Europa inclusiva fondata sui diritti umani universali. Un’Europa in cui il progresso sociale, economico e ambientale vanno di pari passo…” (Socialisti 5)

 

Pur rilevando, come già dicevo, ampie convergenze tra Verdi 6 e Socialisti, i primi dettagliano maggiormente, come ci si può d’altronde aspettare, le tematiche ambientali: “La crisi climatica è la sfida della nostra generazione… costruendo …una società più verde, … risponderemo anche all’ingiustizia e alle disuguaglianze che polarizzano le nostre società. A differenza dei conservatori e dell’estrema destra, che vogliono ritardare e negare i problemi … agiremo con tutta l’urgenza … Il peso dell’inazione diventa ogni giorno più pesante. Perché semplicemente quando sapremo che le energie rinnovabili ridurranno le bollette energetiche, continuiamo a pagare il prezzo della costosa energia fossile. Proprio quando conosciamo gli effetti dell’inquinamento tossico sui nostri corpi, continuiamo a bloccare l’aria pulita e un ambiente sicuro. Proprio quando sappiamo che il cibo sano dovrebbe essere accessibile per tutti, resta un lusso riservato a pochi. Proprio quando stiamo vivendo incendi e inondazioni, il clima continua a surriscaldarsi e gli ecosistemi vacillano sull’orlo del baratro e del collasso. Con noi il sonnambulismo si ferma. Scegliamo il cambiamento.” Segnalo anche, come rilevato anche dall’ASviS, che solo i Verdi richiamano le proposte della Conferenza sul Futuro dell’Europa sulla democratizzazione delle istituzioni europee, a partire da maggiori poteri al Parlamento Europeo (questi ultimi però evocati anche da Socialisti, Liberali-PDE e Popolari.

 

Il programma del Partito Socialista Europeo 5, approvato nel Congresso di Roma dello scorso marzo, a mio avviso, è interessante da analizzare anche confrontandolo con il documento che annunciava la ‘grande svolta’ , da me commentato nel gennaio 2022 14, rispetto al quale le posizioni ora assunte ufficialmente del PSE (e allora invece anticipate da un gruppo di studio per il gruppo S&D all’euro-parlamento) hanno perso qualche ambizione, ma guadagnato in concretezza e praticabilità.

Riproduco di seguito i 20 punti programmatici, ed il dettaglio dei punti relativi al Fisco ed alla Salute:

“• Il diritto al lavoro di qualità e alla giusta retribuzione, garantendo i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, rafforzando la contrattazione collettiva, la democrazia sul lavoro e sostenendo le lavoratrici e i lavoratori autonomi.

• Un nuovo patto verde e sociale per una transizione giusta, attraverso energia pulita, sicura ed economicamente accessibile, nuovi posti di lavoro di qualità in un’economia circolare verde a emissioni zero, e un pianeta vivibile.

• Una democrazia forte, dove lo Stato di diritto viene da tutte e tutti rispettato e difeso.

• Un’economia europea forte e competitiva che prepara le proprie industrie e piccole e medie imprese al futuro.

• Un’Europa protettiva che difende le persone dal carovita, difende i loro posti di lavoro dalla concorrenza sleale e difende la loro salute e il loro ambiente.

• Un’Europa femminista che promuove la parità dei diritti, il controllo delle donne sulle proprie vite e i propri corpi, e la fine della violenza e della discriminazione di genere.

• Un’Europa per le giovani e i giovani che garantisce progresso, autonomia, opportunità e sradica la precarietà nel lavoro.

• Il diritto a un alloggio adeguato ed economicamente accessibile per tutte e tutti.

• Un’Europa strategicamente indipendente che difende la propria libertà, sicurezza e integrità territoriale.

• Un’Europa forte nel mondo che promuove la pace, la sicurezza, la cooperazione, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile.”

 “… GIUSTIZIA FISCALE PER LA GIUSTIZIA SOCIALE

Il nostro impegno per la giustizia fiscale è un impegno per società eque. Un sistema fiscale giusto rafforza il nostro modello sociale europeo e sostiene gli investimenti nelle nostre economie, nei nostri servizi pubblici e nella nostra sicurezza.

• Le grandi aziende, i grandi inquinatori e i super ricchi devono pagare la loro giusta quota, in Europa e nel mondo, attraverso imposte efficaci sulle società, sugli extraprofitti, sui capitali, sulle transazioni finanziarie e a carico dei più ricchi.

• Ci battiamo per assicurare che le tasse siano pagate dove i profitti sono realizzati, come con successo ci siamo battuti e abbiamo ottenuto l’introduzione dell’aliquota minima globale d’imposta sulle imprese.

• Contrastiamo la frode fiscale e i paradisi fiscali fuori e dentro l’UE e vogliamo procedere verso l’estensione del voto a maggioranza qualificata su specifiche questioni fiscali.

• I sistemi fiscali devono essere privi di ogni discriminazione di genere.”

“.. ACCESSO ALLA SALUTE, ALLE CURE E AI FARMACI

L’accesso universale a un’assistenza sanitaria e sociale di qualità è un diritto fondamentale. Il COVID-19 ha dimostrato il contributo essenziale del settore della sanità e dei lavori di cura alla società, a cominciare dal lavoro del personale medico e infermieristico, nonché l’importanza della cooperazione europea contro i rischi sanitari.

• Difenderemo una sanità pubblica che crea posti di lavoro di qualità.

• Vogliamo un’Unione europea della salute che gestisce le risposte transnazionali alle pandemie, sostiene e rispetta i sistemi sanitari pubblici a livello nazionale.

• Vogliamo una forte strategia europea per la salute mentale.

• Implementeremo una tariffazione giusta e trasparente dei farmaci per prevenire le carenze e sostenere l’accesso tempestivo ai medicinali e l’innovazione, anche per le malattie rare.

• Sosteniamo le iniziative di ricerca pubblica comune europea in materia di vaccini, medicinali salvavita e resistenza antimicrobica.”

 

Il consolidamento del PSE su posizioni nettamente progressiste, rispetto ai passati ondeggiamenti “blairiani” (vedi sopra sul fisco) si è accompagnato però con l’abbandono di alcune (vaghe) suggestioni di superamento del capitalismo presenti nel suddetto documento del 2021, lasciando quindi il monopolio del linguaggio esplicitamente anti-capitalista alla sola Sinistra Europea/Left 9: “La Sinistra intende contribuire alla nascita di un movimento progressista con la vocazione primaria di superare il neoliberismo e un sistema capitalista che sfrutta la natura, le donne e gli uomini.”

Nel riassunto dell’ASviS 2, per Left “le priorità sono l’antifascismo e la lotta al capitalismo ordo-liberale, la difesa dei servizi pubblici e la loro proprietà pubblica, l’ecologia integrale, la Pace e il disarmo.” … “La Sinistra è per una trasformazione sociale integrale attraverso un quadro giuridico di coinvolgimento dei lavoratori nella transizione e per la “clausola di progresso sociale” che sancisca il primato dei diritti sociali sugli interessi economici.

Chiede piani europei di investimenti ingenti per creare nuova occupazione e formazione dei mestieri della transizione, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e una direttiva per un reddito di base.” … “la Sinistra chiede l’abolizione del Patto di Stabilità e di rendere permanente il NGEU, un’incisiva tassazione dei super-ricchi e degli extraprofitti delle compagnie energetiche, la lotta ai paradisi fiscali e l’armonizzazione fiscale. La BCE deve avere fra le sue missioni il finanziamento dei servizi pubblici (con finanziamenti diretti agli Stati a tasso zero) e l’occupazione. Va poi prevista la ristrutturazione “post-Covid” del debito dei Paesi, mentre i 460 miliardi di spesa militare vanno dirottati a favore di investimenti per la transizione sostenibile.”

 

aldovecchi@hotmail.it

 

 

Fonti:

1.    https://www.epp.eu/files/uploads/2019/05/EPP-MANIFESTO-2019-IT.pdf

2.    https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/Rapporto_di_Primavera/Rapporto_ASviS_Primavera_2024_Scenari_Italia.pdf

3.    https://forzaitalia.it/con-noi-al-centro-delleuropa-le-nostre-priorita/

4.    https://www.alternativapopolare.it/programma-alternativa-popolare-ppe-europee-2024/

5.    https://pes.eu/wp-content/uploads/2024/03/2024_PES_Manifesto_IT.pdf

6.    https://democrats.eu/it/le-nostre-idee/il-manifesto/

7.    https://www.aldeparty.eu/manifesto2024

8.    http://www.rifondazione.it/esteri/index.php/2024/05/15/principi-e-programma-elettorale-del-partito-della-sinistra-europea/

9.    https://www.european-left.org/2024-eu-election-manifesto/

10. https://europeangreens.eu/2024-manifesto/

11. https://ecrgroup.eu/priorities

12. https://it.idgroup.eu/priorities

13. Gruppo parlamentare europeo S&D /Commissione Indipendente per l’Uguaglianza Sostenibile (ICSE, Indipendent Commission for Sustainable Equality) - LA GRANDE SVOLTA – DA UN MONDO GUASTO AD UN BENESSERE SOSTENIBILE – settembre 2021 https://www.socialistsanddemocrats.eu/it/newsroom/la-grande-svolta-proposte-politiche-trasformative-una-societa-del-benessere-sostenibile

in calce al comunicato il LINK al testo del documento

14. Aldo Vecchi - LA GRANDE SVOLTA (QUASI) ANNUNCIATA DAI SOCIALISTI E DEMOCRATICI EUROPEI – su Utopia21, gennaio 2022 https://drive.google.com/file/d/1yBkWm43n1rFMF92-Gp8D3-xiSGUzha7z/view?usp=sharing



[1] https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/Rapporto_di_Primavera/Rapporto_ASviS_Primavera_2024_Scenari_Italia.pdf

[2] Le liste ammesse, oltre ai principali partiti rappresentarti nel parlamento italiano, sono: “Libertà” di Cateno de Luca (che raggruppa 17 simboli, tra cui Italexit); “Pace, terra, dignità” di Michele Santoro (pacifisti); “Alternativa popolare” di Stefano Bandecchi (affiliata la Partito Popolare Europeo; nonché “Stati Uniti d’Europa che aggrega “Italia Viva” di Matteo Renzi con “Più Europa” di Emma Bonino (con famiglia Lonardo-Mastella ed altri)

[3] Il manifesto programmatico del Partito Democratico Europeo, come già detto ‘socio minore’ di ALDE nel gruppo parlamentare “Renew”, differisce dalle posizioni dei Liberali su diverse questioni non trascurabili, come i flussi migratori regolari e gli investimenti pubblici

 

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