IL RAPPORTO ASVIS 2024
di Aldo
Vecchi
Nel rapporto annuale sul percorso verso gli Obiettivi ONU 2030, l’ASviS (Associazione per lo Sviluppo Sostenibile) segnala gli scarsi risultati raggiunti, fa il punto sui risultati raggiunti, nel mondo ed in Italia (meglio in Europa) e avanza proposte per una possibile accelerazione.
Sommario:
-
premessa
-
si esaurisce la benevolenza
dell’ASviS?
-
l’evento di
presentazione
-
i nodi di svolta,
ovvero “game changer”
-
appendice: il
comunicato stampa dell’ASviS:
o
presentato il nono
rapporto ASviS “coltivare ora il nostro futuro”
o
le proposte dell’ASviS per
mettere la sostenibilità al centro delle politiche
o
i quattro “game
changer” da cui dipende il futuro dell’Italia
o
l’agenda 2030 nel mondo
o
la presentazione del
rapporto
In corsivo i commenti più personali
PREMESSA
Il Rapporto ASviS 2024 1 “Coltivare ora il nostro futuro L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” offre, come negli anni precedenti, una impietosa lettura sulle tendenze e carenze in campo ambientale e sociale per l’Italia e per l’intero mondo, con qualche speranza in più per gli orizzonti europei.
Il bilancio insoddisfacente sui
risultati raggiunti e tendenziali sull’insieme dei 18 Obiettivi ONU (SDGs) porta l’ASviS, in sintonia con il Patto per il Futuro 2
sottoscritto (a parole) dai capi di Governo delle Nazioni Unite, a rivendicare
uno sforzo di accelerazione da parte di tutti i soggetti responsabili.
Il Rapporto può essere recepito (passando da un unico Link
1) nella sua forma integrale di 205 pagine, nella sintesi di 12
pagine del Direttore Scientifico Enrico Giovannini, nelle 16 pagine di “pillole
infografiche” ed ancora nel sintetico “Comunicato Stampa”, che riproduco in
appendice a questo mio breve commento, a titolo di riassunto; è inoltre
disponibile on-line la video-registrazione della Presentazione del Rapporto 3,
avvenuta a Roma il 17 ottobre.
Il recente Rapporto di Primavera
dell’ASviS, mirato al confronto elettorale per l’Europarlamento, era in parte focalizzato sul confronto tra i
costi della “giusta transizione” ed i costi dell’inazione, con il supporto di
Oxford Economics; il rapporto in esame conta invece sulla collaborazione di
Prometeia nel proiettare al 2030, per l’Italia, 37 indicatori quantitativi,
particolarmente rappresentativi dell’insieme
dei ritardi accumulati e difficilmente recuperabili o addirittura impossibili
da recuperare.
Tuttavia il panorama mostrato dal
Rapporto non è totalmente negativo, in particolare riguardo all’Unione Europea,
non solo per la minor lontananza dell’Europa dai traguardi al 2030, ma anche perché l’ASviS ha riscontrato nell’articolazione del
programma di mandato della nuova Commissione Europea, ed in particolare nella
rispondenza tra i 18 Obiettivi ONU e le “lettere di missione” affidate dalla
presidente Von der Leyen ai singoli commissari (commissari che in queste settimane sono sottoposti al vaglio del
Parlamento Europeo): per parte mia rilevo anche come l’ASviS tenda a
sottolineare la completezza di tali propositi sul versante sociale, a
complemento del ‘rapporto Draghi’, molto limitato alla questione della
competività produttiva.
SI ESAURISCE LA BENEVOLENZA DELL’ASVIS?
Confermo su questo aspetto le mie perplessità
sull’abitudine dell’ASviS a ‘prendere per buone le buone intenzioni’ (a partire
dal suddetto Patto ONU per il Futuro), curandosi solo dopo di quanto spesso finiscano
per ‘lastricare’ l’inferno della realtà: nel concreto delle istituzioni europee
come ignorare il ‘destro scricchiolio’ (una volta esistevano i ‘sinistri
scricchiolii’) che avvolge il Partito Popolare Europeo, perno centrale dello
schieramento della maggioranza euro-parlamentare (con Socialisti, Liberali e
Verdi) e sovra-rappresentato nella Commissione (in quanto espressione dei Governi
dei 27 Paesi), ma oscillante appena può a dialogare con i Conservatori e
addirittura con i Patrioti?
Tale storica benevolenza, applicata dall’ASviS fino al 2023
[1]
anche a livello nazionale, in favore del Governo Meloni, in virtù della
Stategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, ereditata dal precedente
Governo ed approvata in sordina nel settembre 2023, è (finalmente) venuta meno,
a fronte sia del pessimo Piano Nazionale
Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) 4, sia dell’insieme di
inadempienze rispetto alla stessa SNSV evidenziate dalle Leggi di Stabilità e
dall’inazione governativa su diversi fronti, frammista all’azione esplicita di
freno rispetto alle tappe della transizione ecologica europea.
L’EVENTO DI PRESENTAZIONE
Significativo in tal senso, nell’evento di presentazine
del Rapporto, l’intervento pre-registrato del Ministro Adolfo Urso che – pur
con toni civili e apparentemente dialoganti – ha espresso in sostanza
l’orientamento del Governo verso un rallentamento del Green Deal (avviso cui ha
fatto seguito dopo pochi giorni il drastico taglio del fondo per l’automotive).
Il messaggio del Ministro è stato inserito nella ‘tavola
rotonda’ di confronto sul Rapporto tra il sindacalista Christian Ferrari della
CGIL, l’esponente di Confindustira Lara Ponti (ambedue poco teneri verso il
Governo) e il segretario generale del CNEL Massimiliano Monnanni che – pur nei
limiti del suo ruolo istituzionale – non ha taciuto le condizioni deficitarie
del sistema sanitario nazionale, nell’ambito del Rapporto CNEL sui servizi, in
corso di elaborazione.
Sulla Presentazione non indugio qui sugli interventi dei
vertici dell’ASviS (Mallen,Stefanini e Giovannini), in quanto già ben riassunti
nel Comunicato-stampa, né sui saluti da remoto delle Vice-Presidenti del
Parlamento Europeo Pina Picierno (PD) e Antonella Sberna (Fratelli d’Italia),
allineato al Rapporto la prima, e genericamente ‘frenante’ la seconda, mentre
ho trovato elementi originali nell’intervista (registrata) di Enrico Giovannini
a Enrico Letta, sia per gli accenni al ‘Rapporto Letta’ sui problemi di
unificazione dei mercati nell’Unione Europea, che mostra più attenzioni sociali
del più noto ‘Rapporto Draghi’, sia per alcune riflessioni dello stesso Letta
sul successo inatteso dell’Euro (che quasi nessuno propone di abbandonare,
diversamente da pochi anni addietro) e sulle difficoltà nel rendere popolare
l’idea di Europa, soprattutto nelle ‘aree interne’, dove l’ex segretario del PD
ritiene necessario rifondare, in nome ed a spese dell’Unione Europea, un
efficiente rete di servizi sociali, a partire da sanità e istruzione.
I NODI DI SVOLTA, OVVERO “GAME CHANGER”
Nel merito del Rapporto mi permetto di avanzare qualche
dubbio sulla selezione ed aggregazione dei ‘nodi di svolta’ sui destini
ambientali dell’Italia che l’ASviS
denomina “game changer” e cioè:
-
rischi di frammentazione della programmazione di
importanti settori a causa delle nuove Autonomie Regionali
-
possibili benefici effetti
o della Direttiva
Europea sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese 5
o dell’attuazione
del Regolamento Europeo sul ripristino della natura 6
o della applicazione
delle modifiche agli artt. 9 e 42 della Costituzione 7.
Mi sembrano processi assai difformi per modalità e tempi
di concretizzazione (soprattutto le verifiche di costituzionalità, che sono
sempre potenzialmente incombenti ma certo non prevedibili; e nel futuro si
profilano soggette a possibili depotenziamenti in relazione all’influsso del
Governo di Destra su nomine e contesto legislativo), e a mio avviso non più
rilevanti di altri nodi politici e socio-economici di portata internazionale
(guerre guerreggiate e guerre commerciali; elezioni già svolte in USA, e
prossime in Germania e Francia) e nazionale (dai referendum indetti per il 2025
– Autonomie Regionali, Lavoro, Cittadinanza - a quello probabile sul
‘premierato’ nel 2026, fino alle elezioni politiche del 2027).
Ometto, per scaramanzia, possibili pandemie.
APPENDICE: IL COMUNICATO STAMPA
DELL’ASVIS
COMUNICATO
STAMPA SUL RAPPORTO ASVIS 2024:
PRESENTATO IL NONO RAPPORTO ASVIS “COLTIVARE ORA IL
NOSTRO FUTURO”
ASviS: l’Italia è su un sentiero di sviluppo
insostenibile, gli Obiettivi dell’Agenda 2030 sono lontani
Enrico
Giovannini, “Serve un cambio di passo immediato e convinto, con riforme e
investimenti finalizzati a cogliere le opportunità dello sviluppo sostenibile e
a ridurre le disuguaglianze. Il Governo superi le contraddizioni tra le parole
e le azioni, e rispetti gli impegni che ha sottoscritto a livello
internazionale ed europeo, a partire dal ‘Patto sul Futuro’ del 22 settembre
scorso”
Roma, 17 ottobre
2024 – L'Italia procede su un sentiero
di sviluppo insostenibile e, nonostante gli impegni presi a livello
internazionale anche con la firma del Patto sul Futuro, le scelte del Paese
risultano insufficienti per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
dell’Agenda 2030. Dei 37 obiettivi quantitativi legati a impegni europei e
nazionali, solo otto sono raggiungibili entro la scadenza del 2030, 22 non lo
sono e per altri sette il risultato è incerto. È urgente e necessario un profondo cambiamento di approccio e di passo,
mettendo lo sviluppo sostenibile al centro di tutte le politiche, accelerando
(non ritardando) le transizioni ecologica e digitale, lottando efficacemente
contro le disuguaglianze, anche territoriali, sfruttando le opportunità
derivanti dalle nuove normative europee sulla sostenibilità nelle imprese e
sulla rigenerazione dei territori, e dalla modifica della Costituzione del 2022
per tutelare i diritti delle nuove e future generazioni. È quanto emerge dal
nono Rapporto ASviS, “Coltivare ora il nostro futuro. L’Italia e gli Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile” presentato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo
Sostenibile (ASviS).
"La sostenibilità non è semplicemente una
questione legata all'energia o al clima, risolvibile con interventi marginali o
piccoli aggiustamenti nelle politiche pubbliche presentati come trasformazioni
epocali, mentre sono spesso espedienti di green-washing e social-washing - afferma
il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini. - La costruzione
dello sviluppo sostenibile richiede una visione sistemica e la consapevolezza
che ogni ritardo aumenta la portata delle crisi e i costi della transizione. Il
titolo del Rapporto di quest’anno, ‘Coltivare ora il nostro futuro’, esprime l’urgenza
di operare adesso, nonostante le difficoltà, per prenderci cura gli uni degli
altri e del pianeta di cui facciamo parte attraverso azioni concrete e
trasformative, pubbliche e private, orientate ad uno sviluppo pienamente
sostenibile. Per riuscirci dobbiamo prendere sul serio gli impegni che
sottoscriviamo a livello internazionale ed europeo, gli avvertimenti della
scienza, i principi della Costituzione, le aspirazioni delle persone e dobbiamo
agire di conseguenza, senza esitazioni, con il senso di urgenza che l’attuale
condizione impone”.
I dati del Rapporto descrivono con chiarezza l’enorme
ritardo dell'Italia nel percorso per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile dell’Agenda 2030 (Sustainable Development Goals - SDGs).
Tra il 2010 e il 2023, il Paese ha registrato peggioramenti per cinque Goal:
povertà, disuguaglianze, qualità degli ecosistemi terrestri, governance e
partnership. Limitati miglioramenti si rilevano per sei Goal: cibo, energia
pulita, lavoro e crescita economica, città sostenibili, lotta al cambiamento
climatico e qualità degli ecosistemi marini. Miglioramenti più consistenti
riguardano cinque Goal: salute, educazione, uguaglianza di genere, acqua e
igiene, innovazione. Unico miglioramento molto consistente interessa l’economia
circolare.
La situazione appare ancora più grave se si considera
il divario tra le preoccupazioni della popolazione e l’azione politica. Secondo recenti sondaggi, nove italiani su dieci sono
preoccupati per lo stato degli ecosistemi e il 62% è convinto che il pianeta
stia raggiungendo pericolosi "punti di rottura" e chiede una
transizione ecologica più rapida e incisiva, mentre il 93% ritiene che l’Italia
debba rafforzare i propri impegni nella lotta al cambiamento climatico. A
queste preoccupazioni si aggiunge il fatto che solo il 25% crede che le
decisioni del Governo siano prese a beneficio della maggioranza del Paese
(contro una media del 39% nei Paesi G20) e solo il 21% pensa che il Governo
stia operando pensando alle prospettive del Paese a lungo termine (37% nei
Paesi G20).
LE PROPOSTE DELL’ASVIS PER METTERE LA SOSTENIBILITÀ AL
CENTRO DELLE POLITICHE
L’ASviS avanza
numerose proposte e interventi “di sistema” per migliorare le politiche
nazionali ed europee. L’Italia in particolare deve attuare con urgenza la Strategia Nazionale di Sviluppo
Sostenibile, approvata dal Governo nel settembre 2023 e poi dimenticata, e un
Programma per la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile,
mettendo l’attuazione dell’Agenda 2030 al centro delle decisioni politiche. In
un’epoca segnata dalla crisi climatica e dalla crescente perdita di
biodiversità è inoltre essenziale rispettare gli accordi internazionali e
garantire una gestione sostenibile degli
ecosistemi. In questo contesto si inserisce la necessità di approvare una Legge sul Clima, per guidare il Paese
verso la neutralità carbonica entro il 2050. È essenziale poi dare priorità
all’attuazione della Dichiarazione sulle
Future Generazioni approvata in sede Onu il 23 settembre: un impegno che
dovrebbe coinvolgere maggiormente i giovani nella vita democratica e
decisionale del Paese: non solo un atto di giustizia ma una scelta
indispensabile per garantire un futuro inclusivo e sostenibile.
"L’Italia deve definire un Piano d’accelerazione
nazionale per conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, affidandone la
responsabilità direttamente alla Presidenza del Consiglio - dichiara la
presidente dell’ASviS, Marcella Mallen -
Sul fronte sociale, per ridurre le disuguaglianze è essenziale contrastare la
povertà e la precarietà del lavoro, garantire l’assistenza agli anziani non
autosufficienti e redistribuire il carico fiscale. Occorre poi ottimizzare le
risorse e l’organizzazione dei servizi sanitari, mitigare l’impatto della crisi
climatica sulla salute e affrontare problemi interconnessi come il disagio
psichico, le dipendenze e le violenze familiari e di genere. Di pari passo
occorre promuovere l’inclusione, potenziare i servizi per l’infanzia. È
necessario inoltre aumentare l’occupazione femminile e prevenire le
discriminazioni multiple, oltre a ridurre la fragilità sul mercato del lavoro
di donne, giovani e immigrati”.
Anche l'Unione Europea, nonostante l’integrazione
degli SDGs nelle politiche comunitarie nella legislatura 2019- 2024, stenta a
rispettare la tabella di marcia per raggiungere l’Agenda 2030. Secondo l’analisi dell’ASviS, tra il 2010 e il 2022
gli indici sintetici registrano una crescita molto consistente solo nel caso
dell’uguaglianza di genere, aumenti significativi per energia pulita, lavoro e
crescita economica, e innovazione, dinamiche moderatamente positive per dieci
Goal, e peggioramenti per la qualità degli ecosistemi terrestri e la
partnership. Al contrario di ciò che accade per l’Italia, su 17 obiettivi quantitativi definiti ufficialmente dall’UE, dieci
sono raggiungibili entro il 2030, solo cinque non sono raggiungibili e per due
il giudizio resta sospeso. Positivo è il fatto che la Presidente Ursula von
der Leyen abbia riaffermato l'impegno per realizzare politiche ambientali,
economiche e sociali nella direzione dello sviluppo sostenibile, nonostante il
difficile contesto geopolitico, e che abbia inserito nelle lettere di missione dei nuovi Commissari l’obiettivo di
raggiungere gli SDGs di propria competenza.
"Valutiamo positivamente che gli Orientamenti
politici per la legislatura 2024-2029 siano in linea con il Manifesto che l’ASviS
aveva pubblicato a maggio scorso, prima delle elezioni europee - sottolinea il presidente dell’ASviS, Pierluigi
Stefanini - e riteniamo che il programma
2025 delle attività della Commissione debba essere strutturato come un vero e
proprio 'Piano di accelerazione trasformativa' per il raggiungimento degli
Obiettivi dell’Agenda 2030, come richiesto dal vertice ONU del settembre 2023 a
tutti i Paesi. Il Green Deal europeo rappresenta un elemento irrinunciabile
delle politiche dell'Unione, così come il Pilastro dei diritti sociali.
L’Italia deve contribuire positivamente alle riforme istituzionali dell’Unione
europea verso una maggiore integrazione e il rafforzamento del bilancio
europeo, condizioni necessarie per attuare quanto proposto anche nei Rapporti di
Enrico Letta e Mario Draghi”.
I QUATTRO “GAME CHANGER” DA CUI DIPENDE IL FUTURO
DELL’ITALIA
Secondo l’ASviS le
scelte dell’Italia sono segnate da
quattro possibili “game changer” che potrebbero influenzare profondamente
il futuro del Paese. Il primo è legato
alla Legge sull’autonomia differenziata che rischia di aggravare le
disuguaglianze tra territori, compromettendo la sostenibilità dei conti
pubblici e il coordinamento delle politiche necessarie per raggiungere gli SDGs. Per questo è essenziale limitare
le sovrapposizioni tra Stato e Regioni, assegnando al primo la gestione
esclusiva di settori strategici come infrastrutture ed energia. Il secondo dipende dalle Direttive europee
sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese: una svolta per il
sistema produttivo, chiamato a garantire maggiore trasparenza e ad assumere
nuove responsabilità in ambito sociale e ambientale. Il terzo deriva dal nuovo Regolamento europeo sul ripristino della
natura, che vincola gli Stati membri a ripristinare gli ecosistemi
degradati, innescando non solo miglioramenti ambientali ma anche generando
nuova e qualificata occupazione, specialmente nelle aree urbane, dove si impone
tra l’altro lo stop al consumo di suolo. Il
quarto scaturisce dalla riforma della Costituzione, avvenuta nel 2022
grazie anche all’iniziativa dell’ASviS, che introduce tra i principi
costituzionali quello di tutelare l’ambiente, gli ecosistemi e la biodiversità
anche nell’interesse delle future generazioni, e stabilisce che l’attività
economica non può svolgersi a danno della salute e dell’ambiente. La recente
sentenza della Corte Costituzionale (n. 105/2024) rafforza questo principio,
affermando che la tutela dell’ambiente è un valore assoluto. In questa logica,
ASviS propone che la futura legislazione sia sottoposta a una “valutazione d’impatto generazionale”.
L’opportunità unica di trasformare il modello di sviluppo dell’Italia in una
direzione più equa e sostenibile dipende dalla capacità di agire rapidamente e con decisione oggi.
L’AGENDA 2030 NEL MONDO
Come emerge dal
primo capitolo del Rapporto, anche a livello globale il percorso per attuare
l’Agenda 2030 è drammaticamente incerto. A
soli sei anni dalla fine del 2030, solo il 17% dei Target globali monitorati
sembra destinato a essere raggiunto, mentre per almeno un terzo dei Target si
registra un arresto o addirittura un peggioramento. Motivo per cui, le
Nazioni Unite, attraverso il “Patto sul
Futuro” firmato il 22 settembre, hanno individuato 56 azioni su cui i
leader mondiali di sono impegnati, riguardanti cinque aree prioritarie:
sviluppo sostenibile, finanza, pace e sicurezza, cooperazione tecnologica e
rafforzamento della governance globale. Molte delle azioni sono finalizzate a
migliorare la governance mondiale, riformando l’ONU (compreso il Consiglio di
Sicurezza), l’Organizzazione mondiale del commercio e le grandi istituzioni
internazionali, e riconoscendo il diritto dei Paesi emergenti e in via di
sviluppo ad assumere ruoli maggiori in esse.
LA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO
Il Rapporto ASviS
2024 è stato presentato presso l’Acquario Romano durante un evento cui sono
intervenuti i presidenti dell’Alleanza Marcella
Mallen e Pierluigi Stefanini, il
direttore scientifico Enrico Giovannini,
il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, le vicepresidenti del Parlamento europeo, Pina Picierno e Antonella Sberna, il segretario generale del Cnel, Massimiliano Monnanni, il segretario
confederale della Cgil, Christian
Ferrari, [la presidente della Crui, Giovanna
Iannantuoni, INTERVENTO MANCATO] il presidente del Jacques Delors
Institute, Enrico Letta, la
vicepresidente della Confindustria, Lara
Ponti, con la moderazione della vicedirettrice del TG1, Elisa Anzaldo.
Fonti:
1.
https://asvis.it/rapporto-asvis-2024/F
2.
Fulvio Fagiani - IL PATTO PER IL
FUTURO DELLE NAZIONI UNITE – su questo numero di Utopia21
3.
https://www.youtube.com/watch?v=3w1lP5nLyU0
4.
Fulvio
Fagiani - IL PIANO NAZIONALE INTEGRATO ENERGIA E CLIMA: L’ITALIA VUOL TORNARE A
CANDELA E CALESSE? – su Utopia21, settembre 2024 https://drive.google.com/file/d/1PyIKNI7jItE1fp6E_maOVhxylXdb99FS/view?usp=drive_link
5.
Fulvio
Fagiani - L’EUROPA E LE IMPRESE: TRE DIRETTIVE APRONO NUOVE STRADE – su Utopia21,
luglio 2024 https://drive.google.com/file/d/1PLjPV-UyLGK0Fu_RJ_Ku8Okr5tCyq6iu/view?usp=drive_link
6.
Fulvio
Fagiani – LA RESTORATION LAW E IL ‘PUZZLE’ DELLE BIOMASSE – Pubblicato su
UTOPIA21 di gennaio 2024 - https://drive.google.com/file/d/1OicU_g7ek0kG9eB2Nsi2sbwinbipadGM/view?usp=drive_link.
7.
Aldo
Vecchi – L’AMBIENTE IN COSTITUZIONE – su Utopia21, marzo 2022 - https://drive.google.com/file/d/1p7L80Wraps7CcJotTx--UlN5oaL5lRBj/view?usp=sharing
[1]
ed anche oltre: si veda nella
presentazione del ‘Rapporto di Primavera’ la cordiale intervista di Enrico
Giovannini al Ministro Raffaele Fitto
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