martedì 28 gennaio 2025

UTOPIA21 - GENNAIO 2025: È COSI’ CHE SI SALVA MILANO?

 È COSI’ CHE SI SALVA MILANO? 

di Anna Maria Vailati e Aldo Vecchi


La maggioranza governativa, con il sostegno del Partito Democratico, ha approvato alla Camera il disegno di legge n° 1987 per risolvere i guai giudiziari in cui si trova parte dell’attività edilizia in Milano, a seguito di una discutibile prassi interpretativa delle norme urbanistiche, riguardo alle ‘torri’ ed alle ‘ristrutturazioni edilizie’ più disinvolte. Il provvedimento, oltre alle questioni specifiche, coinvolge le prospettive della ‘rigenerazione urbana’, in direzione più o meno democratica, e rischia di divenire un cavallo di Troia in favore della “deregulation” sempre perseguita dalle forze politiche di destra.   


Sommario:

  • Premessa

  • Sfondo socioeconomico

  • Quadro normativo storico:

    • 1 – “torri”

    • 2 – demolizioni/ricostruzioni

    • 3 - La riforma regionalista della Costituzione (2001) e la legge urbanistica regionale lombarda del 2005

  • Il (nuovo) rito ambrosiano

  • Grimaldello parlamentare: una “interpretazione autentica” che “Non è un condono”, ma peggio: effetti incerti, perversi e pervasivi

  • I principali commenti

Appendice: principali norme e provvedimenti richiamati in questo articolo



PREMESSA


Negli ultimi anni, a fronte di un quadro normativo oggettivamente complicato, gli uffici urbanistici del Comune di Milano hanno assunto procedure di facilitazione nei confronti di interventi edilizi privati, in particolare riguardo alle demolizioni con ricostruzione, anche con nuove altezze superiori agli edifici circostanti e talora oltre i 25 metri.

Tali procedure, in atto da oltre un decennio, sono anche state formalizzate nel 2023 con una Circolare dai dirigenti degli uffici urbanistici comunali (che più avanti riprenderemo nel dettaglio).

A seguito di proteste e ricorsi, la magistratura penale ha avviato diverse inchieste che hanno portato al sequestro di alcuni cantieri e più in generale hanno messo in discussione le linee interpretative adottate dal Comune, anche per altre pratiche non ancora oggetto di indagine:

con varie conseguenze sia sulle iniziative imprenditoriali, sia in taluni casi a danno di terzi ignari, come gli acquirenti di singole unità immobiliari.

La soluzione politica e amministrativa a questa situazione di paralisi e incertezza sembra concretizzata in un Disegno di legge, approvato alla Camera dei Deputati, con la convergenza tra la maggioranza governativa di Destra-Centro ed il Partito Democratico (che sta in Giunta a Milano), denominato giornalisticamente “Salva-Milano”.

In questo articolo cercheremo di chiarire, per quanto ci riesce, alcuni aspetti tecnici e politici di tale soluzione, e di porre alcuni interrogativi sulle conseguenze, con un inquadramento storico che comporta talora un linguaggio un po’ specialistico: un tentativo di ricomprendere gli elementi salienti di un quadro così complesso, senza pretesa di dirimere le questioni penali e amministrative.

E tanto meno di valutare nell’insieme la validità delle Giunte Comunali succedutesi alla guida di Milano



SFONDO SOCIOECONOMICO


Sullo sfondo, che non intendiamo qui approfondire perché già ampiamente dibattuto , anche sui media generalisti, sta la crisi dell’insediamento sociale di Milano, con il caro-affitti educatamente ed efficacemente denunciato nell’estate 2023 dagli studenti accampati davanti al Politecnico (ed in precedenza anche dall’Arcivescovo Delpini): caro-affitti e caro-case accentuato dal boom degli ‘affitti brevi’ e che colpisce non solo gli studenti ma in generale i ceti meno-abbienti (compresi i lavoratori-poveri di cui il sistema urbano si avvale), espellendoli verso altri Comuni, tanto da determinare nel 2024 l’arresto della crescita demografica complessiva del Comune di Milano, che perdurava sostanzialmente dall’inizio del secolo (a parte il biennio del Covid e le rettifiche per i censimenti).

Anche se l’Associazione dei Costruttori, e per essi anche il prof. Cottarelli, indica come soluzione aumentare ulteriormente la produzione edilizia, l’esperienza degli ultimi anni, generosa in apertura di cantieri (fino alla recente botta d’arresto determinata dalle procedure giudiziarie) mostra che quel tipo di offerta non incontra la ‘domanda povera’, ma trova soddisfazione in altri segmenti, superiori, del mercato, tra cui i ‘city users’ che abitano temporaneamente in città (dai ‘creativi’ in transito agli studenti ricchi), e probabilmente anche una quota di investimenti speculativi che mirano al valore immobiliare comunque in aumento (salvo rischio di esplosione della ‘bolla’, per l’appunto speculativa).


Alla narrazione del successo di Milano ‘città attrattiva’, esemplificato dall’Expo 2015 (con il suo milione di metri quadri sottratto all’agricoltura per meglio discutere sul cibo nel mondo), alla contro-narrazione sulla ”Invenzione di Milano”, brillante saggio di Lucia Tozzi (2023) 5, che ha sdoganato tale critica sociale al di fuori della consolidata cerchia dei ‘comitati’ di opposizione.

La consapevolezza del problema del caro-casa non era estranea all’Amministrazione Comunale, che nel Documento di Sintesi del Piano di Governo del Territorio del 2019 includeva tra i tre obiettivi principali “Diritto alla casa e affitti calmierati” : ma, come ha ben puntualizzato l’architetto Angelo Rabuffetti 7, gli strumenti individuati erano insufficienti oppure non sono stati perseguiti  ; tanto che la Giunta tenta di riparare con più energia nella variante al Piano in corso di elaborazione.



QUADRO NORMATIVO STORICO:


Riassumiamo di seguito brevemente il quadro normativo esistente, relativo alle questioni aperte sul ‘caso Milano’ e cioè le ‘torri’ e le demolizioni/ricostruzioni. 

Riportiamo in appendice l’elenco di tutte le fonti legislative da noi considerate, con i relativi ‘link’.


1 – ‘Torri’


Mentre la propaganda a favore della leggina ‘Salva-Milano’ tende a presentarla come un atteso aggiornamento della Legge Urbanistica del 1942 (legge richiamata quale reperto fossile di un Italia ancora fascista ed in guerra), come ha giustamente rammentato su “La Repubblica” Alessandro Delpiano 8 (urbanista dirigente del Comune di Bologna), le norme reinterpretate dalla Camera dei Deputati (ed in attesa del vaglio del Senato) risalgono in parte al 1967 ed in parte al 1978 ed oltre.

Delpiano esagera forse nel dipingere la legge del 1967 come un faro del riformismo: fu chiamata ‘Legge Ponte’ perché intesa dai progressisti come una tappa intermedia verso una vera e complessiva riforma urbanistica, dopo che la Democrazia Cristiana aveva affossato il precedente tentativo di riforma del suo ministro Sullo; ed il ‘ponte’ rimase sospeso nel vuoto perché la riforma complessiva ipotizzata dai governi di centro-sinistra non venne mai fatta; Ne resta però che la suddetta Legge Ponte, divenuta necessaria dopo lo scandalo dei crolli dei palazzi di Agrigento, costituiva comunque una significativa svolta contro la dilagante speculazione edilizia, perché imponeva, in sintesi:

  • una severa limitazione transitoria delle attività edilizie fino alla approvazione dei piani urbanistici generali, per i Comuni che ne erano sprovvisti (cioè la stragrande maggioranza dei Comuni)

  • quantità massime di densità edilizia e quantità minime di aree per servizi pubblici.

E per questo, stanti i rapporti di forza tra progressisti e reazionari (nel Parlamento e nel Paese), fu in parte vanificata da una moratoria di un anno, con una scorpacciata di licenze edilizie che hanno cementificato ampie zone d’Italia (ed in parte poi ammorbidita con leggine e circolari, vedi oltre).


In tale contesto si poneva anche la norma specifica (comma 6 dell’art. 17 della L. 765/1967), che subordinava le licenze edilizie per edifici superiori a 25 metri di altezza oppure superiori alla densità di 3 mc/mq, anche se previste dai pre-vigenti Piani Regolatori Generali (a quel tempo operanti solo in alcune decine di Comuni), alla “approvazione del piano particolareggiato o della lottizzazione convenzionata, estesi all'intera zona e contenenti la disposizione planivolumetrica.”

Come recitava la Circolare Ministeriale 14 aprile 1969 N.1501: “La norma … ha lo scopo di evitare che densità eccessive o altezze troppo elevate comportino soluzioni tali da produrre inconvenienti per il traffico, ovvero di carattere igienico ed estetico, o, più in generale, urbanistico ed a tal fine rende obbligatorio lo studio e l'approvazione di adeguate indicazioni planivolumetriche per la distribuzione delle costruzioni sul terreno, prima della realizzazione dei singoli edifici.”

Mentre la precedente circolare ‘generale’ dell’ottobre 1967 si limitava ad illustrare i contenuti innovativi della Legge 765 nelle diverse casistiche, la circolare dell’aprile 1969 si spingeva ad interpretare il suddetto comma 6 dell’art. 17, escludendo l’obbligo del Piano Particolareggiato ovvero del Piano di Lottizzazione Convenzionata nei seguenti casi:

  • nelle zone di completamento “non rientrano … nell'ambito di applicazione della menzionata norma gli edifici, pur aventi altezza superiore a m.25 e cubatura superiore a mc/mq.3, da realizzare su singoli lotti inedificati interclusi tra l'esistente edificazione”

  • nelle zone di sostituzione edilizia “… potranno essere rilasciate, di norma, licenze per la realizzazione di singoli edifici aventi misure superiori a quelle indicate dalla legge. Sarà, invece, necessaria l'approvazione preventiva dello strumento esecutivo, qualora si tratti della sostituzione di gruppi di edifici.”

Ci pare dubbia la potestà del Ministro di allargare così nettamente il dettato legislativo: d’altronde se tale potestà fosse inoppugnabile, la stessa legge ‘SalvaMilano’ non sarebbe necessaria, perché basterebbe la vigente circolare.

L’orientamento derogatorio della circolare n° 1501/69, sempre limitatamente ai casi di completamento o sostituzione su lotti singoli, è stato confermato anche dal Consiglio di Stato, a partire dalla Sentenza n° 271/1984.


Ancora più netta, anche perché priva di successive interpretazioni in ‘circolari’, è la norma sulla “altezza massima dei nuovi edifici” che “non può superare l’altezza degli edifici circostanti e preesistenti” nelle zone B, ovvero di completamento, in assenza di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate con previsioni planivolumetriche”, norma contenuta nell’art. 8.2 del Decreto Ministeriale 2 aprile 1968 n° 1444, attuativo della suddetta Legge Ponte.


Va evidenziato che l’obbligo di pianificazione attuativa (piano particolareggiato o lottizzazione convenzionata) comportava e comporta, rispetto ad una semplice licenza o concessione o permesso di costruire:

  • l’assunzione integrale degli oneri di urbanizzazione, compresa la cessione delle aree per la realizzazione dei necessari servizi pubblici;

  • una procedura più complessa e trasparente, con due delibere del Consiglio comunale, di adozione e di approvazione, inframmezzate dalla possibilità di presentare osservazione da parte di terzi (associazioni o semplici cittadini)

  • una visione complessiva dell’inserimento architettonico e paesaggistico dei nuovi interventi, con una progettazione specificamente adeguata al contesto, stante la scala necessariamente vasta dei Piani Generali (a maggior ragione in Comuni di grandi dimensioni).


2 – Demolizioni/ricostruzioni


La legge n° 457 del 1978 “Norme per l’edilizia residenziale”, nel quadro riformista del ‘compromesso storico’, introdusse distinzioni, fondamentali nella nuova tematica del ‘recupero urbano’, tra i diversi tipi di interventi edilizi sui fabbricati esistenti, dalle manutenzioni (ordinaria e straordinaria) al restauro ed alla ristrutturazione edilizia, con una gamma decrescente di agevolazioni procedurali e fiscali, lasciando nel regime ordinario delle concessioni edilizie (oggi ‘permessi di costruire’), assimilandoli alle nuove costruzioni, gli interventi più pesanti, sia di ricostruzione che di “ristrutturazione urbanistica”.

Stanti i crescenti vantaggi per le procedure di recupero, da una certa data attivabili con semplice attestazione del progettista, nonché gli sconti in materia di oneri di urbanizzazione da versare al Comune, il legislatore, dal 2013 (governo Renzi) in poi ha progressivamente (e confusamente) dilatato la definizione di “ristrutturazione”, includendovi ampie possibilità di ricostruzione ‘infedele’ (cioè diversa dalle preesistenze) ed anche di ampliamento.



3 - La riforma regionalista della Costituzione (2001) e la legge urbanistica regionale lombarda del 2005


La riforma del Titolo V della Costituzione – oggi molto discussa insieme al disegno di legge attuativo sulle ‘autonomie regionali’ – ha definito la gestione del territorio come “materia concorrente” tra Stato e Regioni, il che implicherebbe da parte dello Stato la definizione di una “legge di principi” su cui le Regioni potrebbero articolare la specifica potestà legislativa.

Mancando fino ad oggi la “legge di principi” (sempre auspicata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, e mai assunta come priorità da Governi e Parlamento), si è considerato di fatto come tale, per quanto possibile la Legge Urbanistica n° 1150 del 1942, con conseguenti frequenti conflitti tra Governo e Regioni sui limiti praticabili per le nuove leggi regionali.

In tale contesto la Legge Regionale lombarda n° 12/2005 sul governo del territorio, nata con molte ambizioni di rifondazione delle modalità di pianificazione,  non ha comunque intaccato alcun articolo della Legge 1150/1942, innovata dalla Legge Ponte, e quindi nemmeno la norma sull’obbligo dei Piani Attuativi per edifici di altezza superiore a 25 metri ovvero con densità superiore a 3 metri cubi per metro quadro, mentre è riuscita a soppiantare altre norme nazionali, come è ben definito nell’art. 103 “Disapplicazione di norme statali”: tra queste ricade quasi per intero il Decreto attuativo della Legge Ponte, N° 1444/68 (di cui sopra). 



IL (NUOVO) RITO AMBROSIANO


Su quanto stava avvenendo a Milano si usa l’espressione “rito ambrosiano”.  

Nella vicenda in esame, le interpretazioni degli uffici urbanistici comunali sono state in parte formalizzate, come sopra accennato, già a fronte delle prime denunce ed inchieste, con la Circolare n° 1 del 21 luglio 2023 “interventi edilizi con edifici di altezza superiore a 25 metri”, che sostiene la piena validità della legge regionale n° 12/2005, laddove autorizza i Comuni a disciplinare nei Piani di Governo del Territorio i casi di obbligo di successivi Piani Attuativi (Particolareggiati o di Lottizzazione), prescindendo implicitamente dalle prescrizioni della Legge Ponte in materia di altezza superiore a 25 metri :

Valutazione che evidentemente prescinde da quanto da noi esposto nel precedente paragrafo, in cui richiamiamo in proposito l’art. 103 della legge regionale n° 12/2005; ma ancor di più prescinde dagli orientamenti costanti della Corte Costituzionale riguardo al valore vincolante per le Regioni della Legge Urbanistica nazionale: come ben riassunto anche nel Decreto del Giudice per le Indagini Preliminari del 22 gennaio 2024.

Decreto in cui si rammenta tra l’altro che la Circolare Comunale “non ha valore di fonte del diritto né di interpretazione autentica di norme statali”.


Al di là degli aspetti giuridici emerge da questi orientamenti, esplicitati dai dirigenti comunali nella Circolare n° 1/2023, una scelta di fondo dell’Amministrazione Comunale milanese di privilegiare il “fare”, la snellezza procedurale, modernizzare la città, forse portare nelle casse comunali meno soldi, ma tutti e subito; ciò anche a scapito del controllo e della partecipazione, in qualche modo incardinati invece nella opposta strada dei piani particolareggiati.

Successivamente, a fronte dell’incedere delle inchieste giudiziarie, nel gennaio del 2024, con una nuova circolare degli uffici n° 4 del marzo 2024, il Comune di Milano ha assunto una linea più prudente, ridefinendo i casi di applicazione delle interpretazioni suddette.

L’articolo di Alessandro Balducci su “La Repubblica” del 14 dicembre9 racconta efficacemente questa prassi nel suo divenire storico in ambito milanese



GRIMALDELLO PARLAMENTARE: UNA “INTERPRETAZIONE AUTENTICA”, CHE “NON È UN CONDONO”, MA PEGGIO. EFFETTI INCERTI, PERVERSI E PERVASIVI


Con il significativo apporto del Partito Democratico alla maggioranza di Destra-Centro, più centristi minori (e invece il dissenso di Alleanza Verdi-Sinistra e del Movimento 5 Stelle), la Camera dei Deputati ha approvato un apposito Disegno di Legge (ora in attesa di conferma in Senato) di carattere “interpretativo” che interviene sulle norme sopra illustrate con effetti sia sul passato (e sulle procedure giudiziarie in corso) sia sul futuro. 

Si profila in sostanza da parte della maggioranza di destra un utilizzo politico del bisogno di “Salvare Milano” da parte del PD, che ha come posta in palio il via libera a ulteriori deregulation a scala nazionale.

 

Per quanto riguarda le ‘torri’, il DdL n°1987: 

  • da un lato disapplica il comma 6 dell’art. 17 della L. 765/1967, consentendo costruzioni superiori a 25 metri di altezza oppure a 3 metri cubi per metro quadro senza piano attuativo, sulla falsariga della citata Circolare Ministeriale del 1969.

Con una differenza significativa: la Circolare derogava dalla norma in caso di “singoli edifici …” ribadendo che “… Sarà, invece, necessaria l'approvazione preventiva dello strumento esecutivo, qualora si tratti della sostituzione di gruppi di edifici”; il testo Salva-Milano estende la deroga a tutti i casi “di sostituzione, previa demolizione, di edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati”.

  • dall’altro lato disapplica, nei medesimi casi e con gli stessi effetti (cancellazione dell’obbligo di piano attuativo), anche l’articolo 8.2 del Decreto Ministeriale n° 1444/1968, relativo ad altezze in progetto maggiori rispetto degli edifici circostanti e preesistenti, ed inventandosi ex-novo, come attenuante“…ove ciò non contrasti con un interesse pubblico concreto e attuale al rispetto dei predetti limiti di altezza, accertato dall’amministrazione competente con provvedimento motivato”.

Qui senza l’alibi di precedenti Circolari Ministeriali e – in verità – per la Lombardia ad abundantiam rispetto alla Legge Regionale n° 12/2005, che già aveva sollevato i Comuni lombardi da tale obbligo, come sopra evidenziato.

Ed anzi il precedente di un esplicito intervento legislativo in tal senso da parte della Regione Lombardia (con il silenzio-assenso del Governo) indica quanto poco in materia si parlasse di diverse interpretazioni, così da giustificarne ora una ‘più autentica’.

Per quanto riguarda le demolizioni/ricostruzioni, il DdL n° 1987 perfeziona la deregulation del 2013 (con effetti retroattivi fino a tale data), classificando come “ristrutturazione” qualunque intervento di sostituzione edilizia, anche con ampliamenti ed in totale difformità rispetto alle costruzioni preesistenti.


Pare interessante osservare che la strada scelta dalla Camera dei Deputati, differisce notevolmente dall’impostazione esplicitata dal Comune stesso, che come sopra riportato si appoggiava invece sulla presunta prevalenza della Legge Regionale: perché ripescando, nei contenuti la Circolare Ministeriale del 1969,  dà valore di principio alla norme contenute nel Disegno di Legge, e ribadisce il primato della potestà legislativa dello Stato.


È da notare che, pur essendo il testo finale della Camera concordato anche con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), non risulta che la modifica legislativa sia stata preceduta da una adeguata consultazione per verificare la ricorrenza o meno di simili problematiche in altri luoghi, con una rassegna anche delle impostazioni assunte in proposito da altre amministrazioni, comunali e regionali.


La Segretaria regionale del PD, onorevole Silvia Roggiani 10, ha difeso il provvedimento SalvaMilano, dopo aver retrodatato al 1942 le norme da ‘interpretare’, affermando “Questo non è un condono perché un condono si ha quando si infrange la legge. Qui invece i funzionari hanno agito nella convinzione di rispettare le norme, anche con sentenze positive del TAR”.

A parte l’aspetto soggettivo della “convinzione dei funzionari”, i possibili dubbi derivanti da divergenti sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali, per prudenza avrebbero dovuto spingere i Comuni interessati a chiedere ai Legislatori un chiarimento univoco anziché procedere comunque con presuntuosa certezza, ci sembra opportuno precisare che la trovata dell’interpretazione autentica porta agli stessi effetti di un condono sotto il profilo giudiziario, con la tendenziale estinzione di processi e pene, ma differisce in peggio sotto i seguenti aspetti:

  • perversamente: non prevede nessuna sanzione pecuniaria specifica, e neppure il versamento della quota parte degli oneri di urbanizzazione elusa grazie alle scorciatoie procedurali; nel contempo – essendo pienamente retroattiva – espone le amministrazioni comunali che hanno finora proceduto con diversa interpretazione delle norme all’accusa di inutili vessazioni ai danni degli operatori privati;

  • pervasivamente: si applica da ora in poi potenzialmente in tutta Italia (con qualche freno forse nelle Regioni Autonome), con gravi conseguenze ai danni sia di una corretta e trasparente gestione del territorio sia degli introiti per le casse comunali;

  • incertamente: prima ancora di valutare tali effetti, occorre segnalare che – secondo “La Repubblica”11 – alcuni giuristi, tra cui Mantini e Goisis, sollevano dubbi sulla costituzionalità del Disegno di legge SalvaMilano, in quanto il Parlamento non avrebbe piena libertà di scrivere nuove leggi, con efficacia retroattiva, chiamandole “interpretazioni”: se tali dubbi fossero condivisi dai giudici chiamati ad avallare l’affossamento delle inchieste in corso, la questione verrebbe rimessa alla Corte Costituzionale, rimettendo nell’incertezza in tutto o in parte le procedure amministrative e le operazioni immobiliari in questione.


Nel caso, auspicabile, di un profondo ripensamento del Salva-Milano al Senato ed in assenza di un condono, in apparenza più ripugnante, ma risolutivo, resterebbe il gravoso problema del destino dei fabbricati sotto inchiesta, più o meno compiuti, ed in parte anche del risparmio investito da ignari acquirenti (ancor più complessa è la faccenda delle responsabilità penali e contabili personali di costruttori, progettisti, funzionari e dirigenti): è in questa direzione, a nostro avviso, che il Parlamento dovrebbe esercitarsi positivamente, con una visione non limitata a Milano; ad esempio allargando le maglie della cosiddetta ‘giustizia riparativa’ introdotta timidamente dalla recente riforma Cartabia, e cioè con oneri a carico dei responsabili penali. 

In tal senso ci pare interessante, anche se non semplice, il percorso proposto da Luigi Corbani 12 – già Vice-Sindaco comunista negli anni ’80 –  attraverso l’annullamento dei permessi di costruire (oppure autocertificazioni equivalenti), che risultassero illegittimi,  ed il successivo rilascio in sanatoria (in quanto non contrastanti con il Piano di Governo del Territorio), ricostruendo i passaggi mancati dei Piani Attuativi e soprattutto i loro elementi sostanziali (al di là del disegno progettuale, probabilmente non più modificabile), e cioè la quantità di cessioni al Comune (o almeno il convenzionamento per usi pubblici e sociali) di aree e/o alloggi, anche localizzati altrove, e l’insieme degli importi da versare alle casse comunali.

La questione degli interessi diffusi da parte di singoli acquirenti, probabilmente non consapevoli delle complesse questioni in gioco, oltre ad essere in sé una problematica sociale, rischia di essere strumentalizzata politicamente.


Nel caso invece di successo dell’operazione di salvataggio del ‘rito ambrosiano’ (e di salvataggio politico della Giunta Sala), per parte nostra non siamo in grado di valutare quale sarà l’impatto effettivo del SalvaMilano, soprattutto nelle varie declinazioni locali: perché in realtà nell’immediato il libera-tutti sarebbe operativo per le ricostruzioni ‘infedeli’, mentre per le ‘torri’ vale solo dove i Piani Comunali Generali (variamente denominati) consentono già altezze superiori a 25 metri o densità superiori a 3 m3/m2: ed in entrambi i casi (ricostruzioni e torri) Regioni e Comuni volonterosi, se già non lo stanno facendo, possono frapporre qualche argine, limitando comunque a priori volumi, densità ed altezze massimi edificabili. 


Ma il ‘Salva Milano’ indica una direzione di marcia che fa presagire il peggio sulle successive decisioni parlamentari in materia di risparmio di uso del suolo e di rigenerazione urbana, come fa temere la dichiarazione del senatore PD Mirabelli: “… è una norma che chiarisce come, quando si interviene sul costruito, ristrutturando o sostituendolo, non sono obbligatori i piani particolareggiati …. Molte città hanno operato in questo modo per semplificare e incentivare gli interventi sull’esistente, combattendo il degrado, evitare nuovo consumo di suolo e modernizzando il patrimonio edilizio”. 13


Sono i temi affrontati nella recente recensione 14 all’ultimo libro di Giancarlo Consonni, così come nel suo testo: con indirizzi decisamente opposti per ‘salvare le città’ (e non per salvare l’urbanistica o gli urbanisti, e nemmeno i funzionari comunali).


E soprattutto ci sembra grave che tale indirizzo sia per l’appunto avvallato dal Partito Democratico, perché così si va a privilegiare un rapporto privatistico tra costruttori, progettisti e uffici comunali, sottraendo progetti importanti di trasformazione della città al controllo e al confronto pubblico negli ambiti istituzionali (giunte e consigli comunali) e con i cittadini ed i comitati, i quali altrimenti di fatto verranno a conoscenza dei nuovi progetti edilizi solo a cantieri impiantati.

In proposito, proprio la vicenda milanese in esame mostra come una corretta impostazione del confronto pubblico in fase di progettazione potrebbe prevenire conflitti con i “comitati” e interventi giudiziari.


Si apre pertanto un divario tra due concezioni dell’urbanistica: l’una punta su una ‘efficienza amministrativa’ che mal cela il fastidio verso il controllo e la voglia di rimuovere ‘lacci e lacciuoli’, già cara alla destra; l’altra che invece ritiene imprescindibili i valori partecipativi della democrazia, soprattutto riferiti alla qualità urbana e territoriale. 



I PRINCIPALI COMMENTI


Tra i commenti critici, oltre agli Autori che già abbiamo citato (Alessandro Coppola, Elena Granata, Arturo Lanzani, Antonio Longo 1 cui si è aggiunto su “Arcipelago Milano” in termini più sfumati Pietro Cafiero 15) ed a tutto il recinto dei “Comitati”, di cui è più scontato lo schieramento (vedi ad esempio Paolo Pileri 16 su “Altra Economia” e su “Salviano il Paesaggio”), in parte anche preconcetto, ci sembra interessante, perché proviene dall’interno del PD, l’articolo su “Domani” del professor Giovanni Caudo 17, già Assessore a Roma.

Su questo fronte da subito Giancarlo Consonni 18 (su “La Repubblica”) e Fabrizio Schiaffonati (con altri Autori, sulla rivista digitale UCTAT 19). E “da sempre” Sergio Brenna.


Dopo la pubblicazione del testo approvato alla Camera, si è mobilitata la S.I.U., Società Italiana degli Urbanisti, 20 associazione presente soprattutto in ambito accademico, che paventa soprattutto le conseguenze sul resto d’Italia; testo analogo, che ha suscitato più attenzione, per la firma di illustri intellettuali, l’appello dei 140 professori di diverse discipline, tra cui Salvatore Settis e Tomaso Montanari. 21

A seguito di tale appello, si è ampliato il confronto sull’argomento, che è divenuto materia di scontro politico a livello locale e nazionale.


Non ci sembra che le dichiarazioni dell’Assessore Tancredi 22 – già dirigente degli uffici urbanistici comunali  - su “La Repubblica” il 3 gennaio 25) aggiungano molto alle posizioni già espresse in ambito comunale in favore del Disegno di Legge, con in più un po’ di retorica sulle Olimpiadi, mentre si commentano da sé la supponenza di  affermazioni quali: “Resto perplesso da questi urbanisti o presunti tali….che spuntano fuori solo in questo momento”


Si constata invece dalla parte favorevole la discesa in campo, apparentemente compatta dell’Ordine degli Architetti di Milano; favorevoli più ovviamente i costruttori 23 (il testo che segnaliamo include anche un utile riassunto della versione iniziale del provvedimento, presentata da parlamentari del centro-destra. Vedi sopra NOTA H).


Più “conciliante” risulta la posizione del Presidente della sezione lombarda dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, Marco Engel 24 che su “La Repubblica”, pur auspicando tempi migliori, finisce per avallare il provvedimento parlamentare (come fa più diffusamente in pari data sul sito dell’INU nazionale 25).

Ciò a fronte di una chiara presa di posizione, contraria al provvedimento, da parte dell’INU a livello nazionale, già in fase di audizione alla Camera dei Deputati, e come ribadito nella Dichiarazione del 3 dicembre 2024 da parte del Presidente Talia 26 (sul sito INU rilevante anche l’intervento del Presidente della Biennale Spazio Pubblico Pietro Garau 27).


annavailati@tiscali.it

aldovecchi@hotmail.it 






ALLE PAGINE SEGUENTI APPENDICE E FONTI

APPENDICE


PRINCIPALI NORME E PROVVEDIMENTI RICHIAMATI IN QUESTO ARTICOLO:

  • Legge Urbanistica  n° 1150/1942 - https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1942_1150.htm

  • Legge ‘Ponte’ n° 765/1967 - https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1967/08/31/067U0765/sg

  • Circolare Ministeriale n° 3210/1967 - https://www.bosettiegatti.eu/info/circolari/statali/1967_ci3210.htm

  • Decreto Ministeriale n° 1444/1968 - https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1968_1444.htm

  • Circolare Ministeriale n° 1501/69 - http://architettura.it/notes/ns_nazionale/anno_60-69/CIRC.1501-69.html#:~:text=CIRCOLARE%20MINISTERO%20DEI%20LAVORI%20PUBBLICI%2014%20APRILE%201969%20N.1501

  • Costituzione, Titolo V (modifica anno 2001) - https://presidenza.governo.it/Governo/Costituzione/2_titolo5.html

  • Legge Regionale Lombardia n° 12/2005 per la gestione del territorio - https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/lombardia/2005_012.htm

  • Circolare n° 1/21 luglio 2023 del Comune di Milano “Interventi edilizi con edifici di altezza superiore a 25 metri” - https://www.comune.milano.it/documents/20126/434769756/Anno%202023%20-%20Circolare%20n.%201-2023%20del%2021.07.2023/21591f02-5abc-5700-5b2f-9d47cbe7a4a5

  • Decreto del Giudice per le Indagini Preliminari di Milano 22 gennaio 2024 - https://italiaius.it/wp-content/uploads/2024/02/decreto-GIP-Milano.pdf

  • Disposizione di servizio n° 4/20 Marzo 2024 del Comune di Milano - https://www.comune.milano.it/-/rigenerazione-urbana.-disposizioni-per-lo-sviluppo-dell-attivita-amministrativa-in-materia-edilizia-e-urbanistica#:~:text=Milano%2C%2020%20marzo%202024%20%2D%20In,in%20materia%20edilizia%20e%20urbanistica.

  • Disegno di Legge approvato dalla Camera dei Deputati il 21 novembre 2024 “Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia” (ovvero ‘Salva Milano’) - https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/58424.htm





Fonti:

  1. Alessandro Coppola, Elena Granata, Arturo Lanzani, Antonio Longo – NECROLOGIO PER L’URBANISTICA? – su Gli Stati Generali 25 novembre 2024 e su Arcipelago Milano, 3 dicembre 2024 https://www.facebook.com/glistatigenerali/posts/gli-urbanisti-del-politecnico-di-milano-alessandro-coppola-elena-granata-arturo-/1143675954428198.

  2. dibattito Casa Cultura Milano - MILANO: VERSO UNA CITTÀ PER RICCHI - https://www.youtube.com/watch?v=eM9h0u9Jesg

  3. dibattito Casa Cultura Milano - PENSARE LA MILANO DI DOMANI: SPAZI, DIRITTI E INCLUSIONE - https://www.youtube.com/watch?v=H9pquWhuSd8

  4. dibattito Casa Cultura Milano - LA CITTÀ INVISIBILE. QUELLO CHE NON VEDIAMO STA CAMBIANDO LE METROPOLI -  https://www.youtube.com/watch?v=CDgeAQPWUPs.

  5. Lucia Tozzi – INVENZIONE DI MILANO. CULTO DELLA COMUNICAZIONE E POLITICHE URBANE – Feltrinelli, Milano 2023

  6. AA. VV: a cura di Alessandro Balducci -  LA CITTÀ INVISIBILE. QUELLO CHE NON VEDIAMO STA TRASFORMANDO LE METROPOLI – Feltrinelli, Milano 2023

  7. Angelo Rabuffetti – UN BILANCIO DEL PGT DI MILANO DEL 2020 - su UCTAT, 

  8. Alessandro Delpiano – PERCHE’ IL SALVA MILANO AIUTERA’ LA SPECULAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE - su “La Repubblica” ediz. Milano, 3 dicembre 2024  - https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2024/11/27/perche-il-salva-milano-aiutera-la-speculazione-nelle-citta-italianeMilano04.html&hl=&query=delpiano&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  9. Alessandro Balducci – SALVA MILANO I RISCHI E LE OCCASIONI MANCATE    - - su “La Repubblica” ediz. Milano, 14 dicembre 2024 https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2024/12/14/salva-milano-i-rischi-e-le-occasioni-mancateMilano01.html&hl=&query=alessandro+balducci&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  10. Silvia Roggiani – ADESSO INSIEME PER IL NUOVO PGT - su “La Repubblica” ediz. Milano, 23 novembre 2024 https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2024/11/23/urbanistica-il-rilancio-di-sala-non-si-governa-solo-con-i-noMilano01.html&hl=&query=silvia+roggiani&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  11. Redazione di  “La Repubblica”, mi.rom  - I DUBBI DEI GIURISTI: “POSSIBILE RISCHIO DI INCOSTITUZIONALITA’ - ediz. Milano, 22 novembre 2024 - https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2024/11/22/i-dubbi-dei-giuristi-possibile-rischio-di-incostituzionalitaMilano02.html&hl=&query=rischio+incostituzionalit%C3%A0&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  12. Luigi Corbani – IL COMUNE RITIRI I PERMESSI SENZA CONDONI NAZIONALI - su “La Repubblica” ediz. Milano, 4 gennaio 2025 - https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2025/01/04/-il-comune-ritiri-i-permessi-senza-condoni-nazionaliMilano02.html&hl=&query=corbani&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  13. Federica Venni Salva - SALVA-MILANO ALL’ESAME DEL SENATO L’ULTIMO DUELLO  - su “La Repubblica” ediz. Milano, 11 dicembre 2024 -  https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2024/12/11/salva-milano-allesame-del-senato-lultimo-duello-sullurbanisticaMilano05.html&hl=&query=mirabelli&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  14. Aldo Vecchi - ANCORA SULL’UTOPIA DELL’URBANITÀ DI GIANCARLO CONSONNI – su UTOPIA21, novembre 2024 - https://drive.google.com/file/d/1spWyZmlaHhwMQpgdTEsDGaOuoNsIu3x7/view?usp=drive_link

  15. Pietro Cafiero – CHI CI SALVERA’ DAL SALVA MILANO?  - su Arcipelago Milano, 3 dicembre 2024 - https://www.arcipelagomilano.org/archives/64663

  16. Paolo Pileri – “SALVA MILANO”, SFASCIA IL PAESE. SULLA LEGGINA AD-URBEM CHE AFFOSSA CIO’ CHE RESTA DELL’URBANISTICA – su Altra Economia, 25 novembre 2024 e su Salviamo il Paesaggio, 4 dicembre 2024

https://altreconomia.it/salva-milano-sfascia-il-paese-sulla-leggina-ad-urbem-che-affossa-cio-che-resta-dellurbanistica/

  1. Giovanni Caudo – LE MANI LIBERE SULLA CITTA’, COSTRUIRE A MILANO COME NELL’OTTOCENTO – su “Domani” del 5 dicembre 2024 https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/salva-milano-mani-libere-citta-costruire-come-ottocento-tn7b0a1l

  2. Giancarlo Consonni – PENSANO SOLO AI PRIVATI  - su “La Repubblica” ediz. Milano, 8 novembre 2024 https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2024/11/08/consonni-pensano-solo-ai-privatiMilano01.html&hl=&query=consonni&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  3. Fabrizio Schiaffonati – SALVARE MILANO DA CHI? – su UCTAT, novembre 2024 -https://urbancuratortat.org/salvare-milano-da-chi/

  4. Società Italiana degli Urbanisti - https://www.societaurbanisti.it/news/appello-della-societa-italiana-degli-urbanisti-per-fermare-la-proposta-di-legge-1987/

anche su “Domani” del 16 dicembre 2024

  1. “SALVA-MILANO”, LETTERA-APPELLO AL LEGISLATORE NON APPROVARE LA LEGGE -

https://www.genteeterritorio.it/salva-milano-lettera-appello-al-legislatore/

  1. Redazione di  “La Repubblica”  - intervista all’Assessore Giancarlo Tancredi – L’OK AL SALVA MILANO E’ UN ATTO DI RESPONSABILITA’- ediz. Milano, 4 gennaio 2025

https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2025/01/03/tancredi-lok-al-salva-milano-e-un-atto-di-responsabilitaMilano01.html&hl=&query=tancredi&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  1. ASSOEDILIZIA SOLLECITA L'APPROVAZIONE DELLA LEGGE SALVA MILANO ALLA LUCE DELLA SENTENZA DEL TAR LOMBARDIA https://www.monitorimmobiliare.it/monitorimmobiliare/notizia/assoedilizia-sollecita-l-approvazione-della-legge-salva-milano-alla-luce-della-sentenza-del-tar-lombardia_2024-08-27102637/#:~:text=Assoedilizia%20ha%20espresso%20il%20proprio,discussione%20alla%20Camera%20dei%20Deputati.

  2. Marco Engel – SALVA MILANO: PERCHE’ ERA URGENTE FARE CHIAREZZA - su “La Repubblica” ediz. Milano, 29 novembre 2024  - https://quotidiano.repubblica.it/edicola/searchdetail?id=http://archivio.repubblica.extra.kataweb.it/archivio/repubblica/2024/11/29/salva-milano-perche-era-urgente-fare-chiarezzaMilano01.html&hl=&query=engel&field=nel+testo&testata=repubblica&newspaper=REP&edition=nazionale&zona=sfoglio&ref=search

  3. Marco Engel – INTERPRETAZIONE AUTENTICA DELL’ARTICOLO 41 QUINQUIES DELLA LEGGE URBANISTICA NAZIONALE E I SUOI EFFETTI SULLA TRASFORMAZIONE URBANA https://www.inu.it/news/l-rsquo-interpretazione-autentica-dell-rsquo-art-41quinquies-della-legge-urbanistica-nazionale-e-i-suoi-effetti-sulla-trasformazione-urbana/ 

  4. Michele Talia – SCELTE ED EFFETTI PERICOLOSI E NEMMENO RISOLUTIVI https://www.inu.it/news/salva-milano-il-presidente-dell-rsquo-inu-michele-talia-ldquo-scelte-ed-effetti-pericolosi-e-nemmeno-risolutivi-rdquo/

  5. Pietro Garau – SALVA MILANO SI SALVI CHI PUO’ - https://www.inu.it/news/salva-milano-si-salvi-chi-puo-il-commento-di-pietro-garau/










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