Talvolta mi chiedo se siano più pericolosi i "renziani della prima ora" (esempio Ichino e Zingales) o quelli dell'ultima (Nicola LaTorre, Franceschini, Fassino...). O forse peggio quelli che ancora non sono renziani, ma saliranno poi sul carro del vincitore in pectore?
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martedì 15 ottobre 2013
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PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminaSe il riferimento è allo spessore politico, allo statista, allora posso esse d'accordo con te sul senso del tuo post ma, con pensiero libero, sono convinto che Renzi non è meglio/peggio dei politici di ieri e non sarà meglio /peggio di quelli di domani.
Per me l'alternativa oggi è "stare a guardare" e le "accuse" di superficialità neanche mi sfiorano...
CC
PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminami piace e condivido
RC
PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminaTutti pericolosi, ma gli ultimi di più!!
R.T.
PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminaIo da deluso ed ignorante mi chiedo se sia l'ultima possibilità.
Ma probabilmente sono pico sognatore.
E spero che i renziani siano comunque peggio che renzi.
Bo. A Firenze Ha tolto le macchine e i bus che lambivano il battistero.
M.P.
PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminarenziani, civatiani, dalemiani, bersaniani ecc ecc., il pd e il suo dibattito congressuale, mi fanno venirte in mente quei film western, in cui in un saloon tutti urlano, sparano, se le danno di santa ragione, mentre il pianista inperterrito continua ha suonare il piano .
ma questi signori del pd, ci sono o lo fanno?
sono sconsolato
hasta T.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIL POST E' STATO PUBBLICATO COME "LETTERA" SU "L'UNITA'" DEL 21-10-2013, CON IL SEGUENTE COMMENTO DI LUIGI CANCLINI:
RispondiEliminaPersonalmente non ho simpatia per
termini del tipo «renziani» o
«cuperliani». Penso, infatti, che i
candidati alla segreteria del Pd
dovranno (dovrebbero) confrontarsi sui
contenuti della loro iniziativa politica e
che chi vince dovrà considerarsi ed
essere il leader (e dunque il
rappresentante) di tutto il partito. Il che
non vuol dire, ovviamente, che la storia
personale non conti e che l’origine
«popolare» di Renzi non debba essere
contrapposta a quella «diessina» di
Cuperlo ma solo che va ormai accettata
l’idea per cui i due partiti che si sono
uniti per dar vita al Partito democratico
ha confluito in una direzione ormai
probabilmente irreversibile in quello che
è il grande fiume della socialdemocrazia
europea e di una forza politica dunque
del centrosinistra: la cui finalità
dichiarata è quella di migliorare, a
favore dei ceti oggi più deboli, il
compromesso storico - sociale
(l’espressione è di Pietro Ingrao) cui la
società italiana era arrivata nel corso del
secondo dopoguerra e che vent’anni di
berlusconismo hanno sbilanciato di
nuovo a favore di chi ha di più.
Scegliendo fra Renzi, Cuperlo, Civati e
Pittella l’iscritto e l’elettore del Pd
dovrebbero pensare che in questa
finalità comune tutti i candidati si
riconoscono e si riconosceranno e che
tocca a loro scegliere chi può farlo
meglio. In questo momento e in questa
fase. Indipendentemente dalla sua storia
e dalla sua tradizione politica.
LUIGI CANCLINI