- Vanno cambiati i centri per l’impiego
- Va rivoluzionata la formazione professionale
- Troppe norme: ridurre a poche, tradotte in inglese
- Troppi sindacati e troppi sindacalisti (però il sindacato ha ruolo insostituibile): occorre legge sulla rappresentanza e certificare i bilanci dei sindacati
- Viva Internet come fonte di sviluppo
- Piano del lavoro: da scrivere per il prossimo 1° maggio, aggregando idee come
o Sgravi fiscali triennali per le assunzioni di giovani
o Investimento necessario per chi si trova all’improvviso a 50 anni senza lavoro.
Mi pare un elenco senza capo né coda, un po’ cerchiobottista, e privo sia di chiari orientamenti politico-sociali (ha ragione Marchionne oppure Landini?) sia di solidi orizzonti economici (come si esce dalla crisi?) sia di contenuti riconoscibili (troppe norme: quali tagliare?) ed operativi (sugli incentivi alle assunzioni, cosa cambiare rispetto al flop della legge “Giovannini” che ha raccolto circa 10.000 adesioni contro 100.000 finanziate e previste? quale investimento per i disoccupati cinquantenni?).
In
tutto il documento, poi, non ho capito chi sia il soggetto “noi” (“Noi vogliamo
cambiare verso al PD”):
-
non
è il PD (complemento oggetto del cambiamento), - non dovrebbero essere i “renziani”, perché “non esistono” (si è contro le correnti):
- che sia il plurale maiestatis di “IO”?
- oppure l’insieme simpatetico di “Voi, elettori che mi amate e seguite, ed IO che Vi guido”?
Penso si possa cogliere un vago sentore di populismo.
Però piace a molti.
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