LE CONSULTAZIONI DI matteo@governo.it
Dopo la sbornia del successo
elettorale del PD e di Renzi (su cui non torno, perché già si sono
esaurientemente sbizzarriti tutti gli analisti, compresi quelli che hanno
sbagliato tutte le previsioni: per parte, mia riallacciandomi al mio post “la
grande paura” sottolinerei che Grillo – soprattutto con la sequenza
“VinciamoNoi e poi Marcia-su-Roma e Tutti-a-casa” - è stato il miglior propagandista possibile
per il PD), qualcuno sta ponendo domande sul possibile ruolo dello stesso PD
nel compito di consolidare per quanto possibile il risultato delle europee.
In particolare su “l’Unità” del 2
e del 4 giugno Michele Ciliberto e Giunio Luzzatto, testi interessanti cui
rimando.
Tanto per non perdere l’abitudine
critica (anche a fronte di un PD oltre il 40%, compreso il mio voto spinto
dalla “grande paura”), vorrei commentare la parziale risposta del
Sottosegretario DelRio alle tesi di Ciliberto, sempre su l’Unità (3 giugno):
DOMANDA La vittoria del Pd è molto
figlia di Renzi. Ciliberto sul’Unità domenica però faceva notare che il premier
avrà presto bisogno di un partito forte perché forti saranno le resistenze
conservatrici alle riforme.
RISPOSTA «Renzi ha
scelto soprattutto di restare costantemente in contatto con le persone. È
questa è la metodologia che abbiamo scelto a Palazzo Chigi. Su ogni proposta di
riforma chiediamo contributi e idee alla gente. Sulla pubblica amministrazione
sono arrivate quasi 40mila email. Ecco un partito forte per me è un partito che
ha un legame direi quotidiano con le persone, che cioè non si accontenta di
chiamarle al voto o alle primarie, ma che sta mobilitato anche sulle idee e
sulle proposte. Un partito cioè che non pensa tanto alla sua auto-organizzazione,
ma a non perdere la sapienza che viene dal contatto con vita reale. Non ci
serve un partito magari molto organizzato, pesante, ma che poi si divide in
correnti che hanno lo scopo di sistemare qualcuno su qualche poltrona di
qualche azienda pubblica. Il Pd deve specializzarsi nel contatto continuo con
le persone e non nella divisione delle poltrone. La Cdu, un partito che sta
normalmente al 40%, non è un partito di apparati, ha una struttura molto
leggera»
Ne
emerge che – al momento – lo strumento di consultazione della “gente” e delle
“persone” è direttamente lo stesso Governo: oltre alle 40.000 e-mail sulla
pubblica amministrazione e dopo la raccolta di segnalazioni sull’edilizia
scolastica, ora i Sindaci sono chiamati a scrivere all’ex-collega matteo@governo.it per l’operazione
sblocca-Italia; e si annuncia un analogo ascolto verso gli insegnanti (che
sostituisce, forse, l’iniziativa di consultazione promessa da Renzi durante le
primarie come attività di partito)
La
tendenza è interessante, perché le consultazioni fatte istituzionalmente dal
Governo sono potenzialmente rivolte a tutti, mentre il Partito di fatto rischia
di dividere ed escludere a priori molti contatti.
Osservo
però:
-
che lo Stato già dispone di strumenti
professionali di indagine sociale, come l’Istat, il Censis, l’ufficio studi di
Bankitalia, che hanno il pregio di essere già pagati e di essere regolati da
normative di garanzia,
-
che invece le consultazioni improvvisate da
“matteo@” rischiano di comportare duplicazioni di strutture e costi,
inefficienze e scarsa trasparenza (ad esempio, che fine ha fatto la
consultazione del governo Letta – pur priva di “scrivi ad Enrico” - sulle modifiche costituzionali?),
-
che la questione dell’uso della rete in
politica, nodale per il presente e per il futuro, merita estrema serietà, a
fronte delle estremizzazioni e manipolazioni di Grillo e Casaleggio,
-
che le proposte di DelRio sul Partito “sapiente”
sulla vita reale (“cognitivo” secondo Fabrizio Barca) sono totalmente
indefinite (come si organizza questa capacità di inchiesta? Il partito
“leggero” non ha comunque un mare di tentazioni spartitorie, che a questo punto
in pochi si gestiscono con “leggerezza”, accumulando cariche pesanti?).
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminadevo dire con con "la grande paura" Matteo ha fregato anche me, meno male che Tsipras è passata, mi sarebbe spiaciuto..........e la riterrei utile
si vede che la nostra parte è comunque quella del meno peggio: già, qual'è la nostra parte ?
cari saluti
M.C.