giovedì 7 luglio 2016

DOVE VA IL PD (a sbattere? come sostiene il gufo Bersani?)


Dice Renzi alla minoranza: se volete cambiare linea e/o segretario chiedete e vincete un congresso.

L’ultimo congresso è dell’inverno 2013-2014, quando Renzi vinse le primarie con 3 milioni di votanti:

oggi il PD fatica a raccogliere 500 mila firme a sostegno del SI al referendum confermativo sulla riforma costituzionale;

nel 2014 il PD vinse le europee doppiando il M5S 40% contro 20%; oggi ha perso 19 ballottaggi su 20 contro il M5S, con percentuali spesso assai severe, comprese Torino e Roma;

i sondaggi danno PD e M5S appaiati attorno al 30% al primo turno e il M5S vincente al ballottaggio.



Praticamente Renzi dice al PD che tutte le riunioni della Direzione ed ogni altro dibattito interno sono inutili, perché – anche se la situazione è notevolmente cambiata -  non si corregge comunque la linea politica senza un congresso (e finché le componenti della maggioranza renziana votano compatte in suo sostegno: ma con le sconfitte si iniziano a sentire diversi scricchiolii).

I temi su cui non solo le correnti della sinistra interna al PD, ma anche esponenti della maggioranza ed autorevoli personalità (tra cui Prodi) e commentatori hanno invano chiesto o suggerito correzioni di rotta a Renzi sono essenzialmente 3:

-          La legge elettorale Italicum (che comunque andrà presto al vaglio della Corte Costituzionale per ricorsi pendenti su misura del premio alla lista vincente e su capilista bloccati, oltre che per previsione della legge Boschi, se questa verrà confermata dal referendum): per Renzi è difficile accogliere la richiesta (fatta propria anche da Franceschini) di tornare al premio alle coalizioni (che a Renzi non piace e che figura ora come “sottrazione di potenziale vittoria” ai danni del M5S), ma potrà esservi costretto da quel che resta del Centro Alfaniano (anello debole del sistema politico, ulteriormente indebolito dalle ultime inchieste giudiziarie, da cui per altro possono scaturire anche più rapide crisi di governo, foriere di governi tecnici o balneari);

-          L’asse delle politiche sociali su lavoro, fisco, pensioni, povertà, periferie, su cui Renzi insiste con le proprie “narrazioni” (tipo “il job act è la cosa più di sinistra, dopo Marchionne”), senza rendersi conto che – giusta o sbagliata che sia la linea del Governo (e a mio avviso è piuttosto sbagliata) – sono proprio le sue “narrazioni” che attualmente convincono assai poco (e non ritengo per colpa delle debolissime “correnti” della sinistra dem);

-          Il ruolo, gli assetti organizzativi e – in molti territori - l’immagine concreta del Partito: è comprensibile che Renzi non voglia mollare sul principio del cumulo di incarichi Premier/Segretario e neppure sul ritorno agli “uffici politici” (anche se il M5S nella sua ancor breve esperienza insegna che litigare in segrete stanze – non sappiamo nemmeno quali - senza l’ombra di “diretta in streaming”, può premiare di più che scannarsi pubblicamente nella Direzione o nella Assemblea Nazionale); ma va anche oltre il concetto di arroganza il non mutare nulla, nemmeno in quella Segreteria che una volta Renzi riuniva alacremente alle 6.30 del mattino, e che – dopo la conquista di Palazzo Chigi – ha cessato sia di produrre linea politica (dove sono finite le consultazioni di massa su scuola e lavoro promesse nella mozione Renzi?), sia di pensare una qualsivoglia forma di riorganizzazione del PD (solida, liquida, gassosa che possa essere: vedi dimissioni di Fabrizio Barca da una inutile commissione di pensatori), sia addirittura di proseguire la famosa “rottamazione”, ovvero promuovendo sul territorio giovani quadri, ancorché Renziani, invece di limitarsi a riciclare vecchi notabili, più o meno vincenti (Paita, DeLuca, Sala, ecc.).

Una realistica riflessione su questi temi, anziché il sordo “Tiremm innanz”, avrebbe potuto aiutare il PD anche nella difficile contesa sul prossimo referendum costituzionale, la cui possibile vittoria non toglierebbe comunque il PD dalle secche su cui il Renzismo lo sta trascinando.

3 commenti:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    il problema non e dove va il pd, ma dove andiamo come italiani,come europei; quello che vedo in giro mi mette se non paura ma apprensione, se i gruppi dirigenti del paese la smettessero di cianciare a vuoto, se la sinistra la smettese di spaccare il capello in quattro, e sparare minchiate inteligenti alla D'Alema, ma cominciasse ad affrontare i problemi reali del paese, che non sono solo le leggi elettorali, ma bensi il lavoro che ripresa si ripresa no sarà sempre con meno occupati, il senso di insicurezza, a torto o a ragione,si vive sulla pelle dei non ricchi, i furti nelle case E nei garage sono una verità, che non l'ha inventata Salvini, il senso falso di invasione di stranieri non si risolve con tirate alla papa Francesco ma affrontandolo nella società, senza pelosità moraliste, se si torna nelle strade ad ascoltare il grido di dolore di generazioni senza futuro, forse, è meglio che fare tante belle discussioni; dicono più cose le canzoni dei rapper metropolitani che i documenti di tanti professori.
    Se no la risposta ce l'hai gia: l insediamento della proconsole grillina nel campidoglio e quello che si chiama insediamento di regime, mancavano le milizie di partito e sarebbe stato un film già visto
    un abbraccio T.C.

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  2. Comunque mi preoccupa di più la destra vera, per le sue potenzialità, già ora in Francia e Olanda e Danimarca e Austria; e Trump! ma anche in Italia, dall'ambiguità o da un possibile fallimento M5S potrebbero sorgere pericoli maggiori dell'attuale Salvini (vedi per altro il successo leghista nel novarese e a Domodossola)

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    1. REPLICA DI T.C.
      il movimento 5 stelle è la nuova destra, possibile che non ci si accorga di una cosa cosi evidente, basterebbe farsi un giro nei loro circuiti comunicativi, per capire di che pasta è fatto il loro elettorato, qualunquismo, razzismo, maschismo, antieuropeismo becero, forse alle origini c'era una qualche venatura progressista, ma nel corso di questi anni è stata emarginata quando non espulsa,
      quelli che vedo sul territorio che si richiamano al movimento te li raccomando, non gli farei gestire neanche un pollaio, e comunque cè poca sinistra ma tanta tanta destra.
      ciao
      T.C.

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