Dice Renzi alla minoranza: se
volete cambiare linea e/o segretario chiedete e vincete un congresso.
L’ultimo congresso è dell’inverno 2013-2014, quando
Renzi vinse le primarie con 3 milioni di votanti:
oggi il PD fatica a raccogliere 500 mila firme a
sostegno del SI al referendum confermativo sulla riforma costituzionale;
nel 2014 il PD vinse le europee doppiando il M5S
40% contro 20%; oggi ha perso 19 ballottaggi su 20 contro il M5S, con
percentuali spesso assai severe, comprese Torino e Roma;
i sondaggi danno PD e M5S appaiati attorno al 30%
al primo turno e il M5S vincente al ballottaggio.
Praticamente Renzi dice al PD che
tutte le riunioni della Direzione ed ogni altro dibattito interno sono inutili,
perché – anche se la situazione è notevolmente cambiata - non si corregge comunque la linea politica
senza un congresso (e finché le componenti della maggioranza renziana votano
compatte in suo sostegno: ma con le sconfitte si iniziano a sentire diversi
scricchiolii).
I temi su cui non solo le
correnti della sinistra interna al PD, ma anche esponenti della maggioranza ed
autorevoli personalità (tra cui Prodi) e commentatori hanno invano chiesto o
suggerito correzioni di rotta a Renzi sono essenzialmente 3:
-
La legge elettorale Italicum (che comunque andrà
presto al vaglio della Corte Costituzionale per ricorsi pendenti su misura del
premio alla lista vincente e su capilista bloccati, oltre che per previsione
della legge Boschi, se questa verrà confermata dal referendum): per Renzi è
difficile accogliere la richiesta (fatta propria anche da Franceschini) di
tornare al premio alle coalizioni (che a Renzi non piace e che figura ora come
“sottrazione di potenziale vittoria” ai danni del M5S), ma potrà esservi
costretto da quel che resta del Centro Alfaniano (anello debole del sistema
politico, ulteriormente indebolito dalle ultime inchieste giudiziarie, da cui
per altro possono scaturire anche più rapide crisi di governo, foriere di
governi tecnici o balneari);
-
L’asse delle politiche sociali su lavoro, fisco,
pensioni, povertà, periferie, su cui Renzi insiste con le proprie “narrazioni”
(tipo “il job act è la cosa più di sinistra, dopo Marchionne”), senza rendersi
conto che – giusta o sbagliata che sia la linea del Governo (e a mio avviso è
piuttosto sbagliata) – sono proprio le sue “narrazioni” che attualmente
convincono assai poco (e non ritengo per colpa delle debolissime “correnti”
della sinistra dem);
-
Il ruolo, gli assetti organizzativi e – in molti
territori - l’immagine concreta del Partito: è comprensibile che Renzi non
voglia mollare sul principio del cumulo di incarichi Premier/Segretario e
neppure sul ritorno agli “uffici politici” (anche se il M5S nella sua ancor
breve esperienza insegna che litigare in segrete stanze – non sappiamo nemmeno
quali - senza l’ombra di “diretta in streaming”, può premiare di più che
scannarsi pubblicamente nella Direzione o nella Assemblea Nazionale); ma va
anche oltre il concetto di arroganza il non mutare nulla, nemmeno in quella
Segreteria che una volta Renzi riuniva alacremente alle 6.30 del mattino, e che
– dopo la conquista di Palazzo Chigi – ha cessato sia di produrre linea
politica (dove sono finite le consultazioni di massa su scuola e lavoro
promesse nella mozione Renzi?), sia di pensare una qualsivoglia forma di
riorganizzazione del PD (solida, liquida, gassosa che possa essere: vedi
dimissioni di Fabrizio Barca da una inutile commissione di pensatori), sia
addirittura di proseguire la famosa “rottamazione”, ovvero promuovendo sul
territorio giovani quadri, ancorché Renziani, invece di limitarsi a riciclare
vecchi notabili, più o meno vincenti (Paita, DeLuca, Sala, ecc.).
Una realistica riflessione su
questi temi, anziché il sordo “Tiremm innanz”, avrebbe potuto aiutare il PD
anche nella difficile contesa sul prossimo referendum costituzionale, la cui
possibile vittoria non toglierebbe comunque il PD dalle secche su cui il
Renzismo lo sta trascinando.
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminail problema non e dove va il pd, ma dove andiamo come italiani,come europei; quello che vedo in giro mi mette se non paura ma apprensione, se i gruppi dirigenti del paese la smettessero di cianciare a vuoto, se la sinistra la smettese di spaccare il capello in quattro, e sparare minchiate inteligenti alla D'Alema, ma cominciasse ad affrontare i problemi reali del paese, che non sono solo le leggi elettorali, ma bensi il lavoro che ripresa si ripresa no sarà sempre con meno occupati, il senso di insicurezza, a torto o a ragione,si vive sulla pelle dei non ricchi, i furti nelle case E nei garage sono una verità, che non l'ha inventata Salvini, il senso falso di invasione di stranieri non si risolve con tirate alla papa Francesco ma affrontandolo nella società, senza pelosità moraliste, se si torna nelle strade ad ascoltare il grido di dolore di generazioni senza futuro, forse, è meglio che fare tante belle discussioni; dicono più cose le canzoni dei rapper metropolitani che i documenti di tanti professori.
Se no la risposta ce l'hai gia: l insediamento della proconsole grillina nel campidoglio e quello che si chiama insediamento di regime, mancavano le milizie di partito e sarebbe stato un film già visto
un abbraccio T.C.
Comunque mi preoccupa di più la destra vera, per le sue potenzialità, già ora in Francia e Olanda e Danimarca e Austria; e Trump! ma anche in Italia, dall'ambiguità o da un possibile fallimento M5S potrebbero sorgere pericoli maggiori dell'attuale Salvini (vedi per altro il successo leghista nel novarese e a Domodossola)
RispondiEliminaREPLICA DI T.C.
Eliminail movimento 5 stelle è la nuova destra, possibile che non ci si accorga di una cosa cosi evidente, basterebbe farsi un giro nei loro circuiti comunicativi, per capire di che pasta è fatto il loro elettorato, qualunquismo, razzismo, maschismo, antieuropeismo becero, forse alle origini c'era una qualche venatura progressista, ma nel corso di questi anni è stata emarginata quando non espulsa,
quelli che vedo sul territorio che si richiamano al movimento te li raccomando, non gli farei gestire neanche un pollaio, e comunque cè poca sinistra ma tanta tanta destra.
ciao
T.C.