lunedì 21 novembre 2022

UTOPIA21 - NOVEMBRE 2022: VERSO IL XIX CONGRESSO DELLA CGIL

 VERSO IL XIX CONGRESSO DELLA CGIL


Una riflessione non ortodossa sulle mozioni per il Congresso della CGIL (che si concluderà a Rimini nel marzo 2023) e sulle contraddizioni “in seno al popolo”.

 

Da un punto di vista utopico, ed in particolare per i temi e per le visioni di cui ci occupiamo su Utopia21, il testo della mozione proposta dagli attuali dirigenti della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, intitolata “Il lavoro crea il futuro” 1, costituisce una confortevole enciclopedia di conferme (che mancano invece leggendo i programmi, ad esempio, del Partito Democratico oppure del MoVimento 5 Stelle 2):

-       sia nella critica allo stato delle cose presenti e delle tendenze in atto, in particolare riguardo alle problematiche delle transizioni ecologica e digitale,

-       sia nelle rivendicazioni dei correttivi necessari nelle imprese e nella società, a scala nazionale ed internazionale,

-       sia ancora nell’auspicio di una vasta partecipazione diretta dei lavoratori e dei cittadini ad un processo di rigenerazione della democrazia.

Per dare un’idea dei contenuti della mozione, mi limito ad esporne in Appendice l’Indice (strumento pratico di cui il testo non dispone), così da facilitarne la lettura.

E segnalo in nota  [1] alcuni dei pochi elementi di dissenso personale (anche in quanto iscritto alla CGIL da 47 anni; ma di recente, come pensionato, non sempre chiamato ad esprimermi sulle scelte congressuali: l’ultima volta fu per confermare la segreteria Camusso).

 

Vorrei però soprattutto segnalare un disagio che è emerso durante la mia lettura del testo, (e che va al di là della farraginosità e ridondanza delle 28 pagine del testo stesso).

Secondo la mozione di minoranza “Le radici del sindacato: senza lotte non c’è futuro” 1 (che - in sole 19 pagine – ricalca ed esalta l’arco delle analisi e delle proposte dell’altra mozione) il nocciolo della questione sta nella mancanza di una pratica e di un progetto per campagne e strumenti di lotta che siano adeguati alla radicalità delle rivendicazioni, contrattuali e politiche, espresse dalla stessa maggioranza uscente della CGIL: “C’è uno scostamento enorme  tra quello che la Cgil proclama nei documenti e quello per cui i vertici si attivano, si mobilitano e contrattano ….L’attuale linea della Cgil si è rivelata nei fatti in continuità con quella degli anni precedenti, persino più ostinata nel cercare la concertazione….” e “nonostante le divisioni con la CISL ….continua a presentare piattaforme unitarie e persino inseguire l’illusione di una unità organica tra le confederazioni”.

 

A mio avviso invece il problema sta più a monte, ed è sfiorato – forse in modo superficiale - nel paragrafo “SINDACATO E SISTEMA POLITICO” della mozione di maggioranza, dove si attribuisce alla “crisi della politica” la “crisi di rappresentanza e di partecipazione democratica” (misurabili ad esempio con l’astensionismo elettorale).

La mozione riconosce che “la questione riguarda anche il sindacato”, ma qui si ferma, e non indaga sulle basi sociali di tale crisi, sulle ragioni dell’oggettiva penetrazione tra i lavoratori delle ideologie neo-liberiste o addirittura reazionarie; e quindi sulla difficoltà di affermare nel concreto le rivendicazioni sindacali, elaborando adeguate forme di iniziativa e di comunicazione (forse i quadri sindacali se ne preoccupano, ma non ne traggono argomento per il pubblico dibattito).

Il testo non accenna minimamente – per esempio - ad una inchiesta su chi siano antropologicamente e sociologicamente [2], psicologicamente e culturalmente gli stessi 5 milioni di iscritti alla CGIL, il cui comportamento politico-elettorale sembrerebbe alquanto schizofrenico, se effettivamente vivessero come proprie le parole d’ordine delle 2 mozioni in campo in questo congresso. Parole d’ordine che – nello spettro elettorale – assomigliano solo a quelle della lista RossoVerde [3] (meno di un milione di elettori, tra cui molti non iscrivibili al sindacato perché studenti, casalinghe, lavoratori autonomi). Se solo il 10% circa degli iscritti alla CGIL vota in coerenza con la linea della CGIL, il restante 90% vota almeno per PD o M5S (abbastanza lontano dalla linea), oppure molto lontano (destra, centro, astensionismo).

 

Ho l’impressione che vi sia, più che in passato, uno scostamento profondo tra il tesseramento sindacale – che rimane comunque un importante fenomeno di massa – e la partecipazione effettiva al dibattito sindacale, che probabilmente rimane confinato tra i quadri (in parte avanguardie e delegati tra i lavoratori attivi ed in parte funzionari distaccati a tempo pieno e spesso per l’intera vita): una massa genericamente progressista (forse però de verificare su temi divisivi come l’immigrazione) ed un vasto ma separato “gruppo dirigente”, che di fatto però non riesce a dirigerla, e quindi non può proclamare lotte di cui non controlla gli effetti.

 

Da questa mia impressione, pur da approfondire (ad esempio, quanti voti vengono effettivamente espressi sulle due mozioni nel congresso che è in corso?), ne ricaverei che – senza affrontare, come tema politico e come pratica comunicativa, le “contraddizioni in seno al popolo” - risulti difficile proporre maggiori radicalità, sia di obiettivi che di forme di lotta, e che invece sia necessaria un’iniezione di realismo, non per moderare le aspettative, ma per fondarle sulla effettiva consapevolezza soggettiva della massa degli iscritti e degli altri lavoratori e cittadini coinvolgibili.

Ad esempio, immagino che milioni di militanti consapevoli potrebbero influire pesantemente sul sistema dei consumi, con scelte collettive e scioperi mirati (a costo zero), invece di subire la quotidiana e persistente egemonia delle imprese capitalistiche, da internet al risparmio, dal cibo alle assicurazioni.

 

Altrimenti penso che serva poco una “utopia per soli quadri”.

 

aldovecchi@hotmail.it

 

 

Fonti:

1.          https://www.cgil.it/la-cgil/democrazia-e-partecipazione/xix-congresso-il-lavoro-crea-il-futuro/2022/06/22/news/materiali_congressuali-2195017/

2.          Aldo Vecchi -  LEGGENDO I PROGRAMMI ELETTORALI PER IL 25 SETTEMBRE 2022 – su Utopia21, settembre 2022 - https://drive.google.com/file/d/1cL7-MvXk4xotR4jZiNQvlifC4_6nlBJS/view?usp=sharing

3.          Zygmunt Bauman “VITA LIQUIDA” - Laterza, Bari 2006

4.          Marc Augé “L'ANTROPOLOGIA DEL MONDO CONTEMPORANEO” - Elèuthera,

Milano 2005

 

 

 

A PAGINA 4 L’APPENDICE INDICE DELLA MOZIONE “Il lavoro crea il futuro”:

APPENDICE : INDICE DELLA MOZIONE “Il lavoro crea il futuro”:

 

-       LA FUNZIONE STRATEGICA DEL CONGRESSO                                        pag. 1

-       LA COMPLESSITA’ DELLA CRISI                                                                    pag. 2

-       LA GUERRA, L’EUROPA, IL NUOVO ORDINE MONDIALE                                   pag. 3

-       IL NUOVO ORDINE MONDIALE TRA PANDEMIA E GUERRA                  pag. 4

-       SINDACATO E SISTEMA POLITICO                                                                pag. 5

-       UN NUOVO MODELLO SINDACALE PER L’UNITA’                                    pag. 6

-       IL RISCATTO DEL LAVORO PER RICOSTRUIRE L’ITALIA                                   pag. 7

-       LE 5 AZIONI PRIORITARIE                                                                                pag. 8

o   AUMENTARE I SALARI E RIFORMARE IL FISCO

o   STOP ALLA PRECARIETA’ E RIDUZIONE DEGLI ORARI DI

o   LAVORO

o   IL FILO DELLA LEGALITA’ E LA SICUREZZA DEL LAVORO

o   NUOVO STATO SOCIALE

o   POLITICHE DI SVILUPPO E NUOVO INTERVENTO PUBBLICO

-       COMPITI DEL CONGRESSO                                                                             pag. 10

-       DEMOCRAZIA, LIBERTA’ E CONTRATTAZIONE                                         pag. 12

o   1) La contrattazione come strumento di democrazia e libertà,

redistribuzione e ricomposizione del mondo del lavoro e di

rinegoziazione dei poteri nei luoghi di lavoro e nei territori

o   2) Tempi, salari e formazione: i pilastri della contrattazione

o   3) Contrattare e governare le innovazioni, il salto tecnologico

e la transizione ambientale

o   4) Il nuovo contratto sociale: democrazia, libertà, partecipazione

-       LAVORO E CONTRASTO ALLA PRECARIETA’                                            pag. 17

o   1) Contrasto alla precarietà e allo sfruttamento

o   2) Ricostruzione delle filiere dei diritti fondamentali,

della solidarietà e della legalità

-       NUOVO MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE E POLITICHE

PUBBLCHE PER LA PIENA OCCUPAZIONE                                               pag. 19

o   1) La riconversione ecologica e digitale e dei sistemi

produttivi: governo pubblico e strumenti della nuova politica industriale

o   2) Piani e strumenti per le giuste transizioni digitale e ambientale

o   3) Ruolo degli investimenti. Piena occupazione. Riqualificazione

dei territori e delle città

-       NUOVO STATO SOCIALE PER LA COESIONE, L’INCLUSIONE

E LA PIENA OCCUPAZIONE E RETI PUBBLCHE DI CITTADINANZA                                                                                                                                                 pag. 24

o   1) Rispondere alle disuguaglianze sociali e territoriali

o   2) Sistema organico e universale di tutela e di cura

delle persone. Nuovo welfare universale e reti pubbliche

di cittadinanza e solidarietà

 



[1] Pensioni: la CGIL, anche in questa mozione, elude la questione oggettiva dell’allungamento della vita media; dalla mia esperienza privilegiata di pensionato ante-Fornero non saprei suggerire un’equa soluzione, ma in prospettiva, se l’incremento della produttività, anche con il salto tecnologico della digitalizzazione, potrà consentire progressive riduzioni del “tempo lavorativo”, mi sembra illogico concentrarle nella fase finale, irrigidendo l’età di pensionamento, rispetto ad altre opportunità di riduzione del carico di lavoro nelle altre età. Forse occorre uno sforzo di fantasia creatrice, immaginando forme diverse di compartecipazione dei singoli ai bisogni collettivi (che è la ragione ultima del “lavoro”): considerando ovviamente quanto siano usuranti i diversi lavori.

Alternanza scuola/lavoro (ora “Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento): concordo sulla necessità che – oltre che sicura- sia effettivamente integrata nei progetti formativi; ma non mi convince l’oggettivo depotenziamento insito nel renderla facoltativa nonché irrilevante per l’esame di stato: ma mi pare che in tal modo si strizzi l’occhio alla pigrizia degli insegnanti (e degli studenti) affezionati al vecchio modello del sapere idealista ed astratto, che non si sporca le mani al contatto con il lavoro. Mentre, come dice la mozione, “il lavoro crea futuro”.

[2] Rammento le riflessioni di Zygmunt Bauman sulla “società liquida” 3 e quelle di Marc Augé sulle molteplici identità dei singoli 4: da applicare all’esempio dalla distinzione tra “essere lavoratori” ed “essere cittadini”; sfida cui non può sottrarsi una CGIL oggettivamente “pan-sindacalista”. Il che non è a mio avviso un difetto, data la varia afasia delle organizzazioni politiche della sinistra

[3] Vuoto per pieno, e leggendo i documenti programmatici, attribuirei agli elettori della lista Unione Popolare una maggior vicinanza al sindacalismo autonomo (Cobas ecc.) che non alla CGIL, inclusa mozione di minoranza.

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