VERSO IL XIX CONGRESSO DELLA CGIL
Una riflessione non ortodossa
sulle mozioni per il Congresso della CGIL (che si concluderà a Rimini nel marzo
2023) e sulle contraddizioni “in seno al popolo”.
Da un punto di vista utopico, ed in
particolare per i temi e per le visioni di cui ci occupiamo su Utopia21, il
testo della mozione proposta dagli attuali dirigenti della Confederazione
Generale Italiana del Lavoro, intitolata “Il lavoro crea il futuro” 1,
costituisce una confortevole enciclopedia di conferme (che mancano invece
leggendo i programmi, ad esempio, del Partito Democratico oppure del MoVimento
5 Stelle 2):
-
sia nella critica allo stato delle cose
presenti e delle tendenze in atto, in particolare riguardo alle problematiche
delle transizioni ecologica e digitale,
-
sia nelle rivendicazioni dei correttivi
necessari nelle imprese e nella società, a scala nazionale ed internazionale,
-
sia ancora nell’auspicio di una vasta
partecipazione diretta dei lavoratori e dei cittadini ad un processo di
rigenerazione della democrazia.
Per dare un’idea dei contenuti della mozione,
mi limito ad esporne in Appendice l’Indice (strumento pratico di cui il testo
non dispone), così da facilitarne la lettura.
E segnalo in nota [1] alcuni dei pochi elementi di dissenso
personale (anche in quanto iscritto alla CGIL da 47 anni; ma di recente, come
pensionato, non sempre chiamato ad esprimermi sulle scelte congressuali:
l’ultima volta fu per confermare la segreteria Camusso).
Vorrei però soprattutto segnalare un disagio
che è emerso durante la mia lettura del testo, (e che va al di là della
farraginosità e ridondanza delle 28 pagine del testo stesso).
Secondo la mozione di minoranza “Le radici del
sindacato: senza lotte non c’è futuro” 1 (che - in sole 19 pagine –
ricalca ed esalta l’arco delle analisi e delle proposte dell’altra mozione) il
nocciolo della questione sta nella mancanza di una pratica e di un progetto per
campagne e strumenti di lotta che siano adeguati alla radicalità delle
rivendicazioni, contrattuali e politiche, espresse dalla stessa maggioranza
uscente della CGIL: “C’è uno scostamento enorme tra quello che la Cgil proclama nei documenti
e quello per cui i vertici si attivano, si mobilitano e contrattano ….L’attuale
linea della Cgil si è rivelata nei fatti in continuità con quella degli anni
precedenti, persino più ostinata nel cercare la concertazione….” e “nonostante
le divisioni con la CISL ….continua a presentare piattaforme unitarie e persino
inseguire l’illusione di una unità organica tra le confederazioni”.
A mio avviso invece il problema sta più a
monte, ed è sfiorato – forse in modo superficiale - nel paragrafo “SINDACATO E
SISTEMA POLITICO” della mozione di maggioranza, dove si attribuisce alla “crisi
della politica” la “crisi di rappresentanza e di partecipazione democratica”
(misurabili ad esempio con l’astensionismo elettorale).
La mozione riconosce che “la questione
riguarda anche il sindacato”, ma qui si ferma, e non indaga sulle basi sociali di
tale crisi, sulle ragioni dell’oggettiva penetrazione tra i lavoratori delle
ideologie neo-liberiste o addirittura reazionarie; e quindi sulla difficoltà di
affermare nel concreto le rivendicazioni sindacali, elaborando adeguate forme
di iniziativa e di comunicazione (forse i quadri sindacali se ne preoccupano,
ma non ne traggono argomento per il pubblico dibattito).
Il testo non accenna minimamente – per esempio
- ad una inchiesta su chi siano antropologicamente e sociologicamente [2],
psicologicamente e culturalmente gli stessi 5 milioni di iscritti alla CGIL, il
cui comportamento politico-elettorale sembrerebbe alquanto schizofrenico, se
effettivamente vivessero come proprie le parole d’ordine delle 2 mozioni in campo
in questo congresso. Parole d’ordine che – nello spettro elettorale –
assomigliano solo a quelle della lista RossoVerde [3]
(meno di un milione di elettori, tra cui molti non iscrivibili al sindacato
perché studenti, casalinghe, lavoratori autonomi). Se solo il 10% circa degli
iscritti alla CGIL vota in coerenza con la linea della CGIL, il restante 90%
vota almeno per PD o M5S (abbastanza lontano dalla linea), oppure molto lontano
(destra, centro, astensionismo).
Ho l’impressione che vi sia, più che in
passato, uno scostamento profondo tra il tesseramento sindacale – che rimane
comunque un importante fenomeno di massa – e la partecipazione effettiva al
dibattito sindacale, che probabilmente rimane confinato tra i quadri (in parte
avanguardie e delegati tra i lavoratori attivi ed in parte funzionari
distaccati a tempo pieno e spesso per l’intera vita): una massa genericamente
progressista (forse però de verificare su temi divisivi come l’immigrazione) ed
un vasto ma separato “gruppo dirigente”, che di fatto però non riesce a
dirigerla, e quindi non può proclamare lotte di cui non controlla gli effetti.
Da questa mia impressione, pur da approfondire
(ad esempio, quanti voti vengono effettivamente espressi sulle due mozioni nel
congresso che è in corso?), ne ricaverei che – senza affrontare, come tema politico
e come pratica comunicativa, le “contraddizioni in seno al popolo” - risulti
difficile proporre maggiori radicalità, sia di obiettivi che di forme di lotta,
e che invece sia necessaria un’iniezione di realismo, non per moderare le
aspettative, ma per fondarle sulla effettiva consapevolezza soggettiva della
massa degli iscritti e degli altri lavoratori e cittadini coinvolgibili.
Ad esempio, immagino che milioni di militanti
consapevoli potrebbero influire pesantemente sul sistema dei consumi, con
scelte collettive e scioperi mirati (a costo zero), invece di subire la
quotidiana e persistente egemonia delle imprese capitalistiche, da internet al
risparmio, dal cibo alle assicurazioni.
Altrimenti penso che serva poco una “utopia
per soli quadri”.
Fonti:
2.
Aldo Vecchi -
LEGGENDO I PROGRAMMI ELETTORALI PER IL 25 SETTEMBRE 2022 – su Utopia21,
settembre 2022 - https://drive.google.com/file/d/1cL7-MvXk4xotR4jZiNQvlifC4_6nlBJS/view?usp=sharing
3.
Zygmunt
Bauman “VITA LIQUIDA” - Laterza, Bari 2006
4.
Marc
Augé “L'ANTROPOLOGIA DEL MONDO CONTEMPORANEO” - Elèuthera,
Milano
2005
A PAGINA 4 L’APPENDICE INDICE
DELLA MOZIONE “Il lavoro crea il futuro”:
APPENDICE : INDICE DELLA MOZIONE “Il lavoro
crea il futuro”:
-
LA FUNZIONE STRATEGICA DEL CONGRESSO pag. 1
-
LA COMPLESSITA’ DELLA CRISI pag.
2
-
LA GUERRA, L’EUROPA, IL NUOVO ORDINE MONDIALE pag. 3
-
IL NUOVO ORDINE MONDIALE TRA PANDEMIA E GUERRA pag. 4
-
SINDACATO E SISTEMA POLITICO pag.
5
-
UN NUOVO MODELLO SINDACALE PER L’UNITA’ pag. 6
-
IL RISCATTO DEL LAVORO PER RICOSTRUIRE L’ITALIA pag. 7
-
LE 5 AZIONI PRIORITARIE pag.
8
o
AUMENTARE I SALARI E RIFORMARE IL FISCO
o
STOP ALLA PRECARIETA’ E RIDUZIONE DEGLI ORARI
DI
o
LAVORO
o
IL FILO DELLA LEGALITA’ E LA SICUREZZA DEL
LAVORO
o
NUOVO STATO SOCIALE
o
POLITICHE DI SVILUPPO E NUOVO INTERVENTO
PUBBLICO
-
COMPITI DEL CONGRESSO pag.
10
-
DEMOCRAZIA, LIBERTA’ E CONTRATTAZIONE pag. 12
o
1) La contrattazione come strumento di
democrazia e libertà,
redistribuzione
e ricomposizione del mondo del lavoro e di
rinegoziazione
dei poteri nei luoghi di lavoro e nei territori
o
2) Tempi, salari e formazione: i pilastri
della contrattazione
o
3) Contrattare e governare le innovazioni, il
salto tecnologico
e la
transizione ambientale
o
4) Il nuovo contratto sociale: democrazia,
libertà, partecipazione
-
LAVORO E CONTRASTO ALLA PRECARIETA’ pag.
17
o
1) Contrasto alla precarietà e allo
sfruttamento
o
2) Ricostruzione delle filiere dei diritti
fondamentali,
della
solidarietà e della legalità
-
NUOVO MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE E
POLITICHE
PUBBLCHE PER LA PIENA OCCUPAZIONE pag.
19
o
1) La riconversione ecologica e digitale e dei
sistemi
produttivi:
governo pubblico e strumenti della nuova politica industriale
o
2) Piani e strumenti per le giuste transizioni
digitale e ambientale
o
3) Ruolo degli investimenti. Piena
occupazione. Riqualificazione
dei territori e
delle città
-
NUOVO STATO SOCIALE PER LA COESIONE,
L’INCLUSIONE
E LA PIENA OCCUPAZIONE E RETI PUBBLCHE DI CITTADINANZA pag.
24
o
1) Rispondere alle disuguaglianze sociali e
territoriali
o
2) Sistema organico e universale di tutela e
di cura
delle persone.
Nuovo welfare universale e reti pubbliche
di cittadinanza
e solidarietà
[1]
Pensioni: la CGIL, anche in questa
mozione, elude la questione oggettiva dell’allungamento della vita media; dalla
mia esperienza privilegiata di pensionato ante-Fornero non saprei suggerire un’equa
soluzione, ma in prospettiva, se l’incremento della produttività, anche con il
salto tecnologico della digitalizzazione, potrà consentire progressive
riduzioni del “tempo lavorativo”, mi sembra illogico concentrarle nella fase
finale, irrigidendo l’età di pensionamento, rispetto ad altre opportunità di
riduzione del carico di lavoro nelle altre età. Forse occorre uno sforzo di
fantasia creatrice, immaginando forme diverse di compartecipazione dei singoli
ai bisogni collettivi (che è la ragione ultima del “lavoro”): considerando
ovviamente quanto siano usuranti i diversi lavori.
Alternanza scuola/lavoro (ora “Percorsi per le Competenze
Trasversali e l’Orientamento): concordo sulla necessità che – oltre che sicura-
sia effettivamente integrata nei progetti formativi; ma non mi convince l’oggettivo
depotenziamento insito nel renderla facoltativa nonché irrilevante per l’esame
di stato: ma mi pare che in tal modo si strizzi l’occhio alla pigrizia degli
insegnanti (e degli studenti) affezionati al vecchio modello del sapere
idealista ed astratto, che non si sporca le mani al contatto con il lavoro.
Mentre, come dice la mozione, “il lavoro crea futuro”.
[2]
Rammento le riflessioni di Zygmunt
Bauman sulla “società liquida” 3 e quelle di Marc Augé sulle
molteplici identità dei singoli 4: da applicare all’esempio dalla
distinzione tra “essere lavoratori” ed “essere cittadini”; sfida cui non può
sottrarsi una CGIL oggettivamente “pan-sindacalista”. Il che non è a mio avviso
un difetto, data la varia afasia delle organizzazioni politiche della sinistra
[3] Vuoto per pieno, e leggendo i documenti
programmatici, attribuirei agli elettori della lista Unione Popolare una
maggior vicinanza al sindacalismo autonomo (Cobas ecc.) che non alla CGIL,
inclusa mozione di minoranza.
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