domenica 26 maggio 2013

GENTILE PROFESSOR ZAGREBELSKI


Gentile professor Zagrebelski,

ho letto il Suo appello per la manifestazione del 2 giugno a Bologna, e condivido i timori per involuzioni oligarchiche e l’opposizione a metodi impropri di modifica della Costituzione (ed anche della legge elettorale).

Alcuni passi del testo, però, mi sembrano “sopra le righe”, e mi sembra che in questa fase di molto ci sia bisogno, ad esempio di chiarezza (e di speranza, forse) ma non di esasperare i toni del confronto.

La frase seguente, ad esempio, sembra negare al Parlamento la legittimità di procedere a modifiche della Costituzione; a chi tocca allora? Oppure la Carta diventa ai Suoi occhi immodificabile, malgrado l’art. 138 della stessa?

Soprattutto, a chi si propone di cambiare la Costituzione si deve chiedere: qual è il mandato che vi autorizza? Il potere costituente non vi appartiene affatto. Siete stati eletti per stare sotto, non sopra la Costituzione. Se pretendete di stare sopra, mancate di legittimità, siete usurpatori. Se proprio non vogliamo usare parole grosse, diciamo che siete come la ranocchia che cerca di gonfiarsi per diventare bue. Non è la prima volta. E’ già accaduto. Ma ciò significa forse che ciò che è illegittimo sia perciò diventato legittimo?

Ci sono anche buoni motivi per ritenere il Parlamento un po’ meno legittimo di quello che vorremmo: dallo strapotere mediatico di Berlusconi, dagli anni 80 ad oggi, alla vigente e porcella legge elettorale, a probabili casi diffusi di compra-vendita dei voti; ma non mi pare ci siano gli estremi, né giuridici, né politici, né sociali per proclamarne all’improvviso la illegittimità (ad essere conseguenti bisognerebbe allora proclamare una rivoluzione, o almeno una serrata campagna di disobbedienza civile).

Per conto mio non faccio più il rivoluzionario da un po’ di anni (e così molti miei coetanei), e ritengo anche per buoni motivi: Lei intende iniziare adesso? E con Lei tutto il gruppo di Libertà e Giustizia?

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