Tra lo sciopero generale indetto
da CGIL e UIL del 12-12 e l’assemblea nazionale del PD del 14-12, Civati ha
fatto in tempo a infilare un assemblea a Bologna, interna/esterna al PD, per
esporre un suo (ambizioso?) “patto repubblicano (e del non-nazareno)” in 10
punti.
Però sui giornali e TG si è
parlato di Civati solo per ipotizzare se esce o non dal PD: perché mai lo
faccia o non lo faccia, non fa notizia.
Il che è certo colpa dei
giornalisti, ma anche un po’ di Civati, che se credesse di più ai suoi
contenuti, anziché di preoccuparsi che “lo notino di più se viene o non viene,
oppure viene e sta in disparte”, forse cercherebbe di tradurli in 2 slogan che
bucano il video (ed emergono dal suo blog, che è invece pieno delle ultime
infiorettate polemiche, e dove il testo dei 10 punti bisogna andarselo a
cercare).
E, poiché ho fatto lo sforzo di
trovare i 10 punti, ve li ri-propongo, con
qualche commento in corsivo (nessun
commento = “mi piace”), per capire se per caso si annidino lì le
discriminanti decisive rispetto alla linea-Renzi e per rifondare una sinistra
del XXI secolo.
Oppure no (anche se aderiscono, tra gli altri, Nadia Urbinati e
Silvia Prodi).
Premessa: la sovranità appartiene
al popolo
(ed in Europa gli investimenti
dovrebbero essere esclusi dai limiti di Maastricht).
(il breve passo sull’Europa coincide con quello che già chiede Renzi, e
Civati non spiega come meglio fare per ottenerlo)
1 - Ritorno alla legge Matterella
(modello già in uso per il senato) e primarie obbligatorie per le candidature
uninominali.
A parte l’obbligo di primarie, che forse vanno sperimentate, perché
potrebbero comunque essere luogo di “plutocrazia” e/o clientelismo, non capisco
la bontà intrinseca di una legge maggioritaria a turno unico, che può produrre
un Parlamento frammentato ed ingovernabile; meglio correggere i difetti
dell’Italicum
2 - Legge sulla democrazia
interna ai partiti e tetto alle spese elettorali
3 - Referendum abrogativi con quorum
meno elevati e referendum propositivi
4 - Diminuzione numero parlamentari
e relative indennità e bicameralismo parziale (il Senato resta elettivo, con
minori competenze)
Mi pare meglio dell’attuale riforma del Senato, ma non spiega se
risolve lo strapotere della maggioranza (possibile anche con l’ex-Mattarellum)
nella nomina di Presidente della Repubblica e altri organi di garanzia
5 - Legge conflitto interessi
6 - Istruzione università ricerca
Generico, non spiega cosa propone in più rispetto alla “buona scuola”
di Renzi
7 - Green economy, rifiuti zero,
zero consumo suolo, trasporti pubblici
Mi piace più dello “Sblocca-Italia”, ma mi sembra un po’ semplicistico
8 - Contratto unico a tutele veramente crescenti (fino
all’ex art. 18) e reddito minimo
Non spiega con quali risorse si estende il reddito minimo oltre a
quanto promesso dal Job Act
9 - Diritti, matrimonio anche
omosex, fine vita
Mi piace, ma trascura la cittadinanza ai figli degli immigrati
10 - Legalità, anti-corruzione, de-penalizzazione
droghe leggere (perché qui?) e lotta
all’evasione fiscale
Anche se gran parte delle
proposte “mi piace”, e così credo piacciano a gran parte dell’elettorato
storico di centrosinistra, e questo gradimento possa tradursi in consenso ad
una formazione diversa dal PD (oppure ancora in future alternative congressuali
inerenti al PD), mi pare che per una vera alternativa politica, volta a
rifondare la sinistra in Italia (e non solo a raccogliersi in un club minoritario
delle buone proposte) manchino:
-
uno sfondo approfondito sull’economia internazionale
(sfruttati del terzo e quarto mondo e sfruttatori emergenti, finanza globale,
limiti ecologici e climatici) ed i
rischi di guerra
-
una strategia sociale e politica per cambiare
gli indirizzi di governo a livello europeo (se non si vuole proporre come
Grillo e Salvini e di fatto anche Berlusconi di andarsene o farsi cacciare
dall’Europa)
-
una tattica politica per far passare almeno
qualcuna delle 10 proposte in questo parlamento, o anche nel prossimo,
spiegando con quali elezioni e quali liste ci si vuole arrivare.
Quindi, direi, per ora “oppure no”.
Non c’è una vera alternativa alla
linea e alla retorica renziana, a mio avviso, ma solo una sorta di
“massimalismo minimalista”: obiettivi non estremisti, ma oggi difficilmente
raggiungibili, senza una parola sul percorso per raggiungerli, come se bastasse
enunciarli.
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