Ascoltando un passo della
conferenza-stampa del Presidente del Consiglio sul disegno di legge “la buona
scuola” (su cui mi riservo di tornare; mi
sembra alquanto cambiato, ma non in peggio, rispetto al testo base da me al
tempo analizzato) mi ha colpito un particolare: Renzi, che si vanta di trascurare
i sindacati, all’improvviso ha dichiarato di essersi ravveduto, proprio
ascoltando i sindacati, riguardo alla abolizione degli scatti di anzianità per
gli insegnanti, perché altrimenti sarebbero stati discriminati rispetto agli
altri settori del pubblico impiego.
Peccato che non sia vero, perché
– al di fuori di forze dell’ordine, militari e magistrati – gli scatti di
anzianità nel pubblico impiego risultano da tempo soppressi: di nome dagli anni
’80 e di fatto (con il nuovo nome di “progressioni orizzontali” – che comunque
erano ridotte e non automatiche - ) da quasi dieci anni, cioè da quando sono
congelati i relativi contratti nazionali di lavoro (per i dettagli vedi mio
post di dicembre).
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