mercoledì 18 marzo 2015

RIPRESA?


Anche sulle assunzioni si intravedono spiragli di ripresa (facilitati dall’accumulo di attese che ha portato molte imprese a rinviarle, contando nel frattempo sui contratti a termine).
E’ presto per capire se chi assume apprezza di più gli sconti contributivi oppure la riduzione delle garanzie: si apre una nuova storia contrattuale, tutta da giocare anche per i lavoratori, seppure su un campo in salita.

Il successo della ripresa promossa da Draghi (e quindi la tenuta di Renzi) dipende da molti fattori, anche esterni (petrolio, Grecia, Ucraina, ISIS, accumularsi delle bolle finanziarie qua e là nel mondo).

Anche se il governo promette un “green act”, per “rinverdire” le politiche industriali (dopo  gli opposti  danni dello “sblocca-Italia”), è comunque chiaro che questa possibile uscita parziale dalla crisi ricalca in gran parte il vecchio modello di sviluppo, molto poco scremato dalla crisi stessa.

Mi pare però di intuire che se il tentativo Draghi-Juncker-Renzi fallisse, le alternative possibili a breve in Europa sarebbero a destra e non a sinistra: Siriza e Podemos avanzano in paesi periferici, e non al centro dell’Europa.

Se invece il tentativo riesce, le contraddizioni “a sinistra” (lavoro, ambiente, vivibilità urbana) restano aperte, seppure con le rappresentanze storiche indebolite e de-legittimate: molto filo però per chi voglia ri-tessere.




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