Nello scontro tra Apple
(spalleggiata da gran parte delle altre multinazionali del settore) e FBI sulla
decodificazione dello Smartphone dell’attentatore stragista in California, al
di là degli aspetti tecnici, mi pare sia in gioco alla radice la questione della
sovranità degli stati nazionali rispetto al potere delle Imprese, che in questo
caso si propongono all’opinione pubblica internazionale come le vere garanti
dei diritti degli individui (mentre di sovente li trascurano ampiamente, siano
essi clienti o lavoratori, impegnandosi parecchio invece per tutelare privilegi
ed evasioni fiscali contro i singoli stati).
Non intendo trascurare la
pericolosità dei poteri polizieschi degli stati, ovviamente crescenti a fronte
di precise minacce terroristiche: ma la difesa delle libertà personali
preferirei affidarla alla dialettica costituzionale, con i contrappesi vecchi e
nuovi della magistratura e della stampa, dei partiti e dei sindacati, dei
movimenti e della rete (intesa come cittadini-utenti).
Anche le Imprese naturalmente
hanno un pesante ruolo in queste dinamiche (ed è “naturale”, anzi ineliminabile
che mirino comunque a garantire i propri profitti): mi pare però inaccettabile
che si rafforzi una loro intangibile extraterritorialità, di sapore medioevale,
al di sopra dei “poveri” stati nazionali (inclusa la grande potenza
statunitense), e che gli stessi USA tendono a imporre all’Europa con la bozza
del trattato commerciale Nord-Atlantico (TTIP), che permetterebbe alle
multinazionali di aprire vertenze giudiziarie contro i singoli (altri) stati
nei “fori” a loro più convenienti contro le leggi “restrittive” delle “libertà
di mercato” (come quella di inquinare l’aria con gli scarichi VolksWagen, ad
esempio ?).
E comunque la cultura
occidentale, che ha inventato il segreto della corrispondenza, ha anche sempre
riservato alla autorità giudiziaria la potestà di violarla, entro limiti
pre-definiti, in danno ai sospettati di atti criminosi, sia al tempo delle diligenze che in quella
della telefonia (le intercettazioni dispiacciono soprattutto alle mafie, ed a
Berlusconi): dovrebbe ora arrendersi solo perché la “corrispondenza” è divenuta tecnologicamente più complicata?
Oppure perché le Imprese si fanno scudo propagandistico dei loro clienti (salvo
magari tradirli in accordi segreti con i segreti servizi degli stessi stati
occidentali, oppure accettando indicibili compromessi con i regimi autoritari)?
PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminacaro aldo,a mio parere la apple finge di difendere la privacy solo per bruto tornaconto economico
L.C.
PERVENUTO VIA FACE-BOOK
RispondiEliminaome è facile capire, la materia è controversa e l'invadenza della tecnologia mediatica ci pone seri problemi sui quali riflettere. Fino a qual punto siamo propensi a cedere la nostra libertà di agire, di comunicare, di tutelarci nella nostra sicurezza, pur di avvalerci delle sempre più avanzate forme comunicative e di supporto alla vita quotidiana? Per il sottoscritto che da anni vive da pensionato, rinunciare ai vantaggi sembra la cosa più facile, ma chi ha un impegno lavorativo basato sulle relazioni ad ampio raggio, un'azienda che opera su vasta area, anche internazionale, tutto il mondo dell'informazione e dei media, per non parlare delle nuove generazioni cresciute con lo Smartphone incollato all'orecchio. Ecco, non so se sarebbero disposti a pensare come un vecchio pensionato. Su questi temi che oltre alle difficoltà e problematiche ben esposte nel ragionamento di Aldo, presenta aspetti esistenziali dagli sviluppi ancora incerti e spesso, contraddittori, non sarebbe male aprire un dibattito ad alto livello, dal quale, ovviamente, io mi estranio per la mancanza di capirne fino in fondo la sostanza e la complessità della materia.
M.C.