La vicenda delle primarie del PD
per le comunali ha evidenziato diversi fattori di crisi, relativi sia al metodo
delle stesse primarie (per come concretamente praticate), sia allo stato di
salute del Partito Democratico e delle sue componenti (il tutto ben analizzato
nei giorni scorsi da molti commentatori ed in particolare dal vecchio ma sempre
valido Alfredo Reichlin).
Si può infatti constatare che il
Renzismo non si è sviluppato moltiplicando nei territori schiere di giovani
“rottamatori”, ma piuttosto raccogliendo “notabili di mezza età” (Paita,
Orfini, Valente) oppure puntando su singoli nomi, considerati vincenti (o meno
perdenti) come Sala e Giachetti; la sinistra del PD non ha espresso alle
primarie nessuna seria alternativa (a Roma ha appoggiato Morassut, di
ascendenze veltroniane, a Milano Majorino e Balzani si sono brillantemente
neutralizzati a vicenda).
Il dibattito interno, inoltre,
per come è apparso sui media, risulta alquanto asfittico, con la maggioranza
che tende a ignorare i problemi delle primarie (minor affluenza, scorrettezze
lievi e pesanti) e del partito (nessuno ha ancora capito quale idea di partito
abbia Renzi, tranne che comunque non deve disturbare il governo ela sua leadership),
affidandosi a battute più o meno penose (spicca Orfini, che ha attribuito la
minor affluenza ai seggi romani alla emarginazione dei “voti cammellati”) e con
la minoranza che è risultata rappresentata da Bersani (secondo cui Renzi
governa ora con i “suoi” voti, mentre in realtà mi sembra che governi Renzi
proprio per i voti che Bersani era
riuscito a perdere nel 2013 in favore di Monti e di Grillo) e addirittura da D’Alema, la cui credibilità
come “alternativa di sinistra” non merita a mio avviso ulteriori commenti.
Per sapere cosa d’altro nel
merito si siano detti gli oppositori interni a Renzi, nel convegno di Perugia
(senza sorbirmi gli interventi in differita pur gentilmente ospitati su
Unità-TV) ho dovuto cercare sulla pagina face-book di Gianni Cuperlo, dove ho
trovato un appello, come sempre ben scritto, ed anche ragionevole nei
contenuti (riconoscimento di alcuni
meriti di Renzi; conferma delle critiche alle svirgolate di destra del suo
governo; legittimazione del dissenso interno come risorsa utile alla effettiva
vita del partito; richiamo alla necessità di un dibattito serio, dentro e fuori
al PD, per affrontare in modo adeguato la crisi sociale e politica dell’Europa;
ecc.): ma se questi temi e toni non emergono, sovrastati dalle battute
estemporanee dei vecchi ex-leaders, ci deve essere una ragione, che la sinistra
dem dovrebbe sforzarsi di comprendere, prima di lanciare la candidatura di
Speranza alla segreteria del PD (magari in concorrenza con Enrico Rossi, per
ripetere gli autogol delle coppie Cuperlo-Civati e Majorino-Balzani).
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Nel frattempo fuori dal PD è
peggio che mai:
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A sinistra si sbraita o si balbetta, oppure ci
si auto-candida qua e là per meglio esercitare vocazioni minoritarie;
-
A destra (non so se ci riguarda, forse sì?) il
tramonto di Berlusconi assume aspetti tragi-comici (vedi
Bertolaso/Salvini/Meloni, con contorno di Storace e Marchini);
-
A “né di destra né di sinistra” (ovvero
MoVimento 5Stelle) si scopre che non sempre “uno vale uno”, soprattutto se
“casalinga” e poco telegenica come Patrizia Bedori: nei curricula per le
comunarie sarà pregiudiziale la “bella presenza”.
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminaPd; non riesco neppure più a soffrire! Non voglio immettermi in tali ragionamenti sul disfacimento della sinistra destrorsa o della destra sinistrorsa, neppure sulle stelle che vengono illuminate da due divinità, una anche simpatica per quel che ricordo ma l'altra, con quel cappello sempre sulla testa, direi "lugubre". Guardo l'orto.
Se non lo hai già fatto, e conoscendoti credo proprio di si, leggi il contributo di Barbaccetto su Micromega ultimo. Ecco, mi sono illuminato d'immenso, c'è tutto lo scibile di questo "glorioso momento" del "renzismo", della comunicazione assurta ad arte e disciplina, coerente con la stampa (da tempo ormai non libera) e dalla tv anch'essa messa piuttosto bene.
ciao
M.F.
PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminaLeggo sempre le tue considerazioni con attenzione. Non sono certo dissimili dalle mie. Ciao
C.B.
PERVENUTO TRAMITE FACE-BOOK
RispondiEliminaSi stanno sviluppando tutti i mali di un partito che non c'è. Non esiste una base e non esistono più i militanti attivi, sono stati messi a tacere, qualcuno magari anche meritatamente, dalla foga rottamatrice dell'uomo (quasi) solo al comando. Dico quasi, perché se si analizza chi si è portato dietro, c'è da restare basiti da quanta Toscanità c'è dentro il comando del fu partito. Chi pone al proprio fianco solo dei fedeli e succubi scudieri, si comporta come un principe impaurito di ciò che gli può capitare e appena si sgonfierà quella foga iniziale, si troverà, e ci troveremo tutti, col culo per terra. Non mi dimentico che egli è anche il Segretario del PD e in quanto tale, primo responsabile dello sfascio di quel già incasinato partito. Se qualche risultato è stato raggiunto, lo si deve anche all'inevitabile e sofferta ripresa (ma l'Italia è pur sempre l'ultima),delineatasi dopo la più grande crisi economica registrata in Europa e nel mondo. Il compito non è certamente facile, ecco perché sostengo da sempre, che egli non debba essere anche il segretario del PD; dove sono gli anticorpi utili a stimolare un'azione che non sia meramente governativa e pseudo tale? Non si solleva il Paese senza il consenso attivo di ciò che rimane del popolo che produce, questo, un politico di rango lo dovrebbe sapere, a meno che, non sia propenso a fare proprio il motto: muoia Sansone con tutti i filistei.
M.C.
PERVENUTO TRAMITE FACE-BOOK
RispondiEliminaAldo, devo dire che abilmente hai espresso nel metodo stesso del pd, tante parole per concludere che non esiste più la sinistra o la destra, ma solo un berlusconismo travestito, che oggi si chiama renzismo o del “partito della nazione”, per le quali le regole sono “legittimamente e illegittimamente” travolte per dare spazio ad una improvvisazione che porta ad arricchire i ricchi ed impoverire i poveri, i più poveri.
G.P.