Non sto a ripetere quanto ho
avuto occasione di scrivere in precedenza sulla genesi e sui contenuti della
riforma costituzionale, esprimendo le mie riserve e preferenze personali (ad
esempio sulle nomine degli organi di garanzia al riparo dai premi maggioritari,
sul raffreddamento dell’iter legislativo mono-camerale tramite moderni
contrappesi, sulla permanenza delle Province) perché ritengo che esse non abbiano più nessuna importanza,
trattandosi ora di pronunciarsi su una valutazione complessiva della Riforma,
per come il Parlamento l’ha votata.
Vedo invece, nel variegato fronte
del NO, oltre alle posizioni più radicali, che individuano (ma a mio avviso non
dimostrano) nella Riforma Boschi una sostanziale svolta autoritaria pericolosa
per il Paese, ed oltre alle posizioni più strumentali, che puntano soprattutto
all’abbattimento del “regime di Renzi” (agevolate dalla personalizzazione
referendaria, voluta dallo stesso Renzi, ma forse ineludibile nella situazione
che si è determinata), un fiorire di motivazioni di metodo e di dettaglio, che
tendono a sfuggire al quesito frontale se con la Riforma Boschi, presa nel suo
insieme, le istituzioni funzioneranno meglio oppure peggio.
In particolare, assumendo come
riferimento il documento dei “56 costituzionalisti” (tra cui Zagrebelsky,
Baldassare, Onida, Flick, De Siervo, Carlassare, Cheli, Neppi Modona,
Zaccaria), trovo tra le motivazioni per il NO:
- il percorso di formazione della
Riforma, concluso con ristretta maggioranza (al Senato) e non tramite ampie
convergenze;
- alcune imperfezioni nelle
modalità di superamento del ”bicameralismo perfetto”;
- la complessità delle nuove
procedure legislative, differenziate nel coinvolgimento parziale, totale o
nullo del nuovo Senato;
- la compressione delle autonomie
regionali (con esclusione delle regioni a statuto speciale);
- modalità discutibili di taglio
dei costi istituzionali attraverso l’eliminazione di alcuni organi (lo stesso
Senato elettivo, il CNEL, le Provincie).
Gli autorevoli costituzionalisti,
oltre ad adombrare più corrette soluzioni alternative sui 4 temi di merito
sopra-elencati, di cui condividono gli obiettivi sostanziali, trovano insufficienti, a fronte di tali
difetti, alcuni aspetti pregevoli, quali:
- la restrizione dei
decreti-legge governativi, in cambio dei “tempi certi” per l’approvazione
parlamentare dei disegni di legge del Governo stesso,
- la verifica preventiva della
Corte Costituzionale sulle leggi elettorali (con qualche titubanza)
- l’apertura ai referendum
propositivi.
Fa piacere non trovare in questo
documento le grossolanità propagandistiche di altri esponenti del NO, quali
quelle relative alla illegittimità dell’attuale parlamento, a seguito della
pronuncia di incostituzionalità sulla
legge elettorale “Porcellum” con cui fu eletto (argomento che delegittimerebbe anche gli ultimi 10 anni di
legislazione ordinaria), alla sacralità della Costituzione del 1948 (che pure prevede la sua riformabilità per
l’appunto ai sensi dell’art. 138 del testo costituzionale vigente), al
presunto dimezzamento della sovranità popolare perché l’elezione diretta
riguarderà solo i deputati (la cui
valenza però raddoppia) oppure al privilegio della immunità parlamentare
che premierebbe i 95 senatori pescati tra i sindaci ed i consiglieri regionali (con l’argomento che il ceto politico locale
è statisticamente il più corrotto: con tale motivazione allora andrebbero anche
abolite le Regioni e i Comuni).
Tuttavia mi sembra che l’atteggiamento
dei 56 professori pecchi sostanzialmente di narcisismo, evidenziando come le
singole soluzioni normative potrebbero essere meglio articolate e formulate, e
traendone quindi una pagella da vecchio liceo (Riforma respinta perché
insufficiente in 3 materie…), ma
dimenticando che la Riforma in esame è il frutto concreto di questa
rappresentanza politica (come storicamente e non casualmente determinata), ed è
l’unico risultato conseguito dopo decenni di confronti e di scontri
paralizzanti, e che difficilmente a tempi brevi si potrà conseguire un miglior
risultato, partendo daccapo (dopo una sonora bocciatura), con un quadro
politico che difficilmente evolverà verso armoniose condivisioni e sarebbe
inoltre delineato da leggi elettorali contraddittorie, quali l’Italicum
–iper-maggioritario - per la Camera ed il “Consultellum” – iper-proporzionale –
pero il riviviscente Senato.
Per cui, nel mio modesto giudizio
di elettore, la Riforma va “promossa ad ottobre” con “voto di concetto”, anche se insufficiente e contraddittoria
in singoli aspetti, con l’auspicio che i consigli degli esperti aiutino
successivamente a correggerla, pur con i tempi non brevi che comunque
richiedono le rettifiche alla Carta Costituzionale.
Mi riservo di commentare in altra
occasione le volgarità e grossolanità largamente presenti anche nella campagna
per il SI (a partire dal dileggio indirizzato ai suddetti 56 professori).
RispondiEliminaPERVENUTO VIA E-MAIL
Scusa Aldo ma credo che la tua analisi pecchi di ingenuità ideologica. La mia analisi che invece senz'altro pecca di eccessivo pragmatismo é un po' diversa.
Che la la Costituzione necessiti di una riforma é un dato acclarato da tutti e forse é l'unica cosa su cui sono tutti d'accordo.
Il quadro ideale in cui dovrebbe maturare, auspicato anche da Napolitano (vedi crisi di governo), semplicemente non esiste perché gli "eletti" non sono animati da quell'anelito ideale di cui forse sono stati protagonisti i padri della patria.
In modo diverso le forze politiche, altre dal PD, badano soltanto al proprio tornaconto politicio e mediale. Il centro destra é antitetico, o così vuole sembrare, mentre i 5 stelle + sinistra PD sono animati da un'unica ideologia o si fa quello che diciamo noi o altrimenti é tutta merda così possimao dimostrare agli elettori tutta la ns. intatta purezza. Ma in una democrazia le riforme che le fa, la maggioranza o la minoranza?
Un PD al governo, indebolito dalla sua sinistra (ma sarà vera sinistra ?), se vuole fare una riforma é costretto a compromessi. Certamente in politica ci sono alti compromessi e bassi compromessi e questo non é certamente uno dei più alti ma a mio parere và nella giusta direzione magari in un modo un pò sghembo.
In sintesi ritengo che questa riforma porti ad un certo "dirigismo" e qui bisogna mettersi d'accordo sul concetto di democrazia. Il paese é da tempo immemorabile intrappolato in una serie di veti incrociati, compromessi impronunciabili che ne hanno distorto la vita e lo sviluppo. Colpa degli "eletti" di scarso e alto orgoglio ma anche delle masse che li messi lì. Il problema vero é l'opacità della trasmissione del potere agli eletti e la mancanza di trasparenza nella gestione dello stesso ma soprattutto la capacità di scegliere da parte delle masse. Con un percorso più lineare e con responsabilità di governo più chiare, a cui tende questa riforma, é sperabile che le masse crescano nella responsabilità delle scelte; se poi si faranno ingabolare dal Berlusconi di turno impareranno a loro spese cosa vuol dire. E' un'operazione pericolosa perché le masse hanno poca memoria, ma questa é la DEMOCRAZIA, e perché tutto sommato il paese é stato governato da una élite nata per cooptazione ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Indovina come voterò ?
F.D.R.
pervenuto via e-mail
RispondiEliminaVOLEVO RINGRAZIARTI PER AVERMI CHIARITO ALCUNI PUNTI SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE.
INFATTI FINORA BRANCOLAVO NELL'INCERTEZZA: IL CUORE DICEVA NO, LA TESTA DICEVA SI.
COMUQUE PENSO CHE DECIDERO' ALL'ULTIMO: IN ME ,TRA L'ALTRO PESA LA POSIZIONE DELL' A.N.P.I.
ALLA QUALE, COME SAI SONO ISCRITTO.
CORDIALI SALUTI
M.T.
Caro M.,
Eliminatra adesso e "l'ultimo" non escludo di tediarTi con altri commenti, soprattutto se qualche argomento del NO mi sembrasse più convincente di quanto finora emerso, oppure se i toni maldestri della campagna del Si supereranno la mia sopportazione.
Ciao
Aldo
RispondiEliminaPERVENUTO VIA E-MAIL
Grazie Aldo.
M.P.
PERVENUTO VIA FACE-BOOK
RispondiEliminaGreat Aldo
C.C.
RispondiEliminaPERVENUTO VIA E-MAIL
Come sempre le tue considerazioni, oltre che pertinenti, mi sono di grande utilità. Personalmente non ritengo che la
riforma sia un dramma o un tradimento. Per altro gli estensori della Costituzione avevano previsto la possibilità di
modificare la stessa, individuando un percorso che lascia, di fatto, l'ultima parola ai cittadini. Ho comunque delle
perplessità dovute più che altro al ruolo del nuovo Senato e a quello delle Regioni. Ho dubbi più profondi sulla riforma
elettorale e l'esagerato premio di maggioranza, sulle liste "bloccate" alla Camera e sulle modalità di nomina dei nuovi
Senatori. Mi sembra esagerato parlare di svolta autoritaria, ma intravedo il rischio di un eccessivo potere dell'Esecutivo,
con relativo ridimensionamento del ruolo del Parlamento (quindi dei nostri rappresentanti eletti). Sull'altro piatto della
bilancia è innegabile che ci dovrebbe essere un recupero di efficienza decisionale (da ex sindaco so quanto sia importante),
di cui abbiamo evidente necessità e finora rallentata, se non impedita, dal bicameralismo perfetto. Coniugare questi
due elementi (efficienza decisionale e valorizzazione della rappresentanza parlamentare) non è semplice e incute qualche
timore che cerco di affrontare con obbiettività, senza ancorarmi a pregiudizi. Purtroppo il clima venutosi a creare, anche
in virtù delle dichiarazioni dei renziani più renziani di Renzi, rende tutto più complicato e non favorisce una analisi serena.
Per questo apprezzo le tue riflessioni che, scevre da zavorre precostituite, mi aiuteranno senz'altro a separare il grano dalla pula.
C.B.
Vedo che la pula continua ad accumularsi: continueremo a spalare.
EliminaCiao
Aldo
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminaciao
è da un po' di tempo che non esternavi i tuoi commenti, ne sentivo la mancanza.
Condivido sul referendum, sono inorridita dalle strumentalizzazioni.
Un sospiro di sollievo per l'Austria.
R.V.
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminacaro aldo avrei preferito si potesse spacchettare il quesito referendario in 3/4 quesiti. purtroppo non sarà possibile e quindi dovremo valutare con serenità e lungimiranza i pro e i contro della riforma.io sono attualmente impegnato con (OMISSIS) e non mi sono formato una idea definitiva sulla riforma costituzionale.però non appena sento parlare salvini mi viene una voglia irrefrenabile di votare si al referendum di ottobre.è chiaro ke le valutazioni andrebbero fatte con maggiore riflessione ma purtroppo vedrai che di questo passo non sarà possibile fino in fondo
L.C.
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminaperfettamente d accordo con te, grazie per la tua lucida analisi.
T.C.