Commentando la legge Finanziaria
dello scorso anno, mi appariva chiaro al centro il nodo della soppressione
della tassa sulla prima casa, esteso ai ricchi ed ai ricchissimi, per un
importo complessivo di quasi 4 miliardi (nonché la significativa estensione dell’uso
dei fino contanti a 3.000 €), che oscurava accenni di politiche sociali
positive – periferie, povertà, ecc. - contenute ciascuna in qualche centinaio
di milioni (a parte la prosecuzione degli sgravi fiscali e contributivi su
tutte le nuove assunzioni, che a consuntivo non paiono avere conseguito i
risultati sperati, ed infatti quest’anno vengono riproposti in misura e
modalità selettive, solo per i giovani stagisti e/o solo per il Sud).
Tutte scelte comunque di importo
abbastanza limitato, dati i vincoli esterni (debito pregresso, mercati, Europa)
ed interni (consenso per i ceti di riferimento alla maggioranza governativa)
cui è legato il Governo, tanto per il 2016 quanto per gli anni successivi, ed a
cui tenta di sfuggire scommettendo su una più intensa ripresa economica, che
però permane assai difficile per varie tensioni internazionali (finanziarie,
politiche e militari) e forse improbabile data la crisi strategica di alcuni
aspetti del corrente modello di sviluppo.
Tuttavia alternative facili non
c’erano e non vi saranno, a parte quelle avventuristiche di abbandono dell’Euro
e/o di incremento/non-pagamento del debito pubblico, finchè non maturi una nuova
base sociale e politica che sia valida per aggredire sia l’accumulazione dei
ricchi (patrimoni finanziari ed immobiliari) sia l’evasione fiscale diffusa dei
ricchi&poveri, insieme abbracciati nei settori sommersi dell’economia (che
l’ISTAT riesce comunque a fotografare con una certa precisione); nonché, forse,
valida anche per impostare una equa austerità finalizzata a
orientare produzione e consumi in senso più rispettoso della natura e del resto
del mondo.
Ciò premesso, valutare la
proposta di legge di bilancio per il 2017 (e seguenti) non appare facile, sia
per la complessa articolazione della manovra, sia per la labilità persistente
di alcune cifre (sintomatiche le lamentele lombarde sui fondi per dopo-EXPO e
le rassicurazioni del lombardo ministro Martina), che la persistenza delle
scosse sismiche in centro-Italia rischia di rendere ulteriormente variabili
nelle prossime settimane.
Mi pare comunque di capire che le
principali partite da considerare, in attesa di capire le evoluzioni della
manovra nel suo iter politico a livello europeo e parlamentare, siano:
-
una serie di entrate una-tantum (semi condoni
assai discutibili anche sotto il profilo della par condicio, perché restano per
confronto puniti non solo i contribuenti onesti e puntuali, ma anche quelli in
precedenza sanzionati fino all’ultima maggiorazione di sopratassa), che giustamente
preoccupano la Commissione Europea più dello scostamento del deficit di 0,1 o
0,2%, e che implicano per il 2018 e anni seguenti ulteriori acrobazie oppure
troppo ottimistiche speranze nella suddetta ripresa;
-
un corposo trasferimento di risorse alle imprese
(ed in parte anche alle partite IVA), orientato, più che al sostegno diretto
alle assunzioni (vedi sopra), al sostegno degli investimenti (con qualcosa
anche per la ricerca), sempre nella speranza della ripresa, e con l’avvio di un
minimo di “politica industriale” nella chiave della innovazione (che non è
quella della riqualificazione ambientale, ma
è sempre meglio del “tutto-fa-brodo” del non rimpianto decreto
Sblocca-Italia); a fianco anche maggiori incentivi fiscali alla contrattazione
aziendale integrativa (che personalmente continuo a considerare iniqui rispetto
ai lavoratori meno fortunati), ad imitazione
di un modello che pare abbia riscosso successo in Germania da Schroeder
in poi;tassa
-
un insieme di provvidenze sociali da tempo
attese (correzione degli eccessi dei tagli pensionistici Monti-Fornero;
maggiori fondi e riorganizzazione del contrasto alla povertà; qualcosa per le
famiglie ed anche finalmente per il diritto allo studio), pur in parte
discutibili e discusse nel merito (vedi ad esempio Tito Boeri, che limiterebbe
gli aumenti di pensione ai soli pensionati più poveri), ma indubbiamente
finalizzate ad un recupero di consenso sui versanti sindacali e solidaristici
della società;
-
un timido, ma riconoscibile, avvio di
investimenti pubblici e privati mirati alla prevenzione dei danni sismici ed
idrogeologici (“Casa-Italia”), mi par di capire vicino ai 2 miliardi di €
(anche se tra le opposizioni c’è chi sostiene che tali risorse non sono
indicate), e che forse rischia di essere fagocitato dai crescente fabbisogno
per le emergenze del terremoto.
Su quest’ultimo punto, che ho già
analizzato nel mio articolo per UTOPIA21 di Settembre, e che il Governo ha
promesso di illustrare meglio con una prossima presentazione di Casa-Italia, mi
sembra interessante registrare l’evoluzione della posizione del Governatore
toscano Enrico Rossi, che in settembre
invocava maggiori investimenti in deficit (ed in barba all’Europa), mente il 30
ottobre quantifica l’impegno necessario in 10 miliardi annui, da convogliare
attraverso un apposito nuovo Ministero,
ma da reperire con il fisco, “a costo di chiedere un sacrificio a chi è più
ricco”; in parallelo il candidato-figliol-prodigo Gianni Cuperlo ha proposto
qualcosa di simile, specificando che sarebbe auspicabile tassare appositamente
i grandi patrimoni immobiliari (ovvero, aggiungerei, ripristinare gran parte
della tassa sulla prima casa).
Renzi continua rassicurare che
per il terremoto i soldi ci sono, sfida l’Europa a considerare la sicurezza
delle scuole prima del pareggio di bilancio
(e per uno/due anni a mio avviso
ci può anche stare), ma prima o poi dovrà chiarire se Casa-Italia si fa
davvero, quanto costerà negli anni e se
si potrà finanziarla solo confidando nella ripresa e abbassando le tasse,
oppure aumentando ancora il debito nazionale (o moltiplicando i pani ed i
pesci).
A meno che venga travolto dal
referendum costituzionale e che tale chiarimento ci sia dovuto da altri futuri
governanti (D’Alema-Quagliariello-DeMita oppure Grillo-DiMaio-Muraro oppure
Brunetta-Salvini-Meloni).
Nessun commento:
Posta un commento