LODO CUPERLO
Gentile Cuperlo,
talvolta mi sono permesso di
criticare le Sue posizioni, ma ora potrei complimentarmi perché l’accordo
abbozzato con i vice-vertici del PD rappresenta un indubbio successo politico,
che denuda la pretestuosità preconcetta della sinistra bersaniana nel votare NO
al referendum costituzionale (dopo aver votato SI alla riforma stessa) ed al
tempo stesso pare ottenere dai Renziani l’impegno a profonde modifiche
dell’Italicum (mediazioni cui ultimamente Renzi è talvolta costretto, e già ne
dovette accettare alcune sulla stessa riforma costituzionale – esempio emendamento
Finocchiaro sulla elettività dei Consiglieri-Regionali/Senatori - mentre la sua
linea originaria era assai più spavalda, vedi rifiuto degli emendamenti Damiano
sulla riforma del lavoro e di qualsivoglia limitazione verso l’alto nella
cancellazione della tassa sulla prima casa).
Nel merito del “lodo Cuperlo”,
invece, mi sento di lodare solo parte delle proposte.
Positiva mi sembra la
esplicitazione della scelta dei Consiglieri-regionali/Senatori direttamente da
parte degli elettori, tramite la proposta Chiti, e cioè con schede elettorali
parallele a quelle per l’intero Consiglio regionale, da applicare a collegi
uninominali proporzionali (come era un tempo per i consiglieri provinciali)
Molto migliorativo mi appare
l’abbandono dei capilista bloccati per la Camera (e connesse candidature
multiple) con l’opzione ancora imprecisata dei collegi, che immagino dovranno
essere, come sopra, uninominali/proporzionali (“Provincellum”); (VEDI DETTAGLI
IN NOTA 1)
Non riesco invece ad apprezzare
la riduzione del premio “di governabilità” a quote non decisive per conseguire
una maggioranza assoluta alla Camera, e la sua attribuzione senza ballottaggio,
ma come esito di una stessa unica votazione, cui sarebbero forse già ammesse le
coalizioni. Continuo a pensare (come nella tradizione ulivista e nella
esperienza dei comuni) che il doppio turno sia il modo più trasparente per
conferire sovranità agli elettori, e legittimare un serio premio di maggioranza
alle coalizioni che eventualmente si formano dopo il primo turno (nell’Italicum
si possono introdurre altri tipi di correttivi per evitare la “minoranza
pigliatutto” ed eccessive frammentazioni – VEDI DETTAGLI IN NOTA 2).
Cordiali saluti e soprattutto
molti auguri per il difficile ruolo che La attende, sia politico (come residuo
di una sinistra ufficiale dentro il PD) sia istituzionale (come suggeritore di
una nuova legge elettorale).
Aldo Vecchi
NOTA 1: anche se le candidature
saranno scelte dai vertici dei partiti (salvo eventuali primarie), oggi in
Italia è abbastanza difficile pensare a “collegi sicuri”, per cui dovrebbe
scaturirne una effettiva competizione, diretta rispetto ai candidati degli
altri partiti nel collegio, e indiretta come gara ad ottenere la migliore
percentuale nella concorrenza tra i candidati dello stesso partito nell’ambito
della stessa circoscrizione, il tutto nell’ambito di collegi della dimensione
“umana” di 100.000 abitanti e quindi con spese relativamente contenibili e
maggiori possibilità di conoscenza diretta tra elettori e candidati; con un
certo obbligo per eletti (e futuri candidati) di “coltivare” il collegio (qui
c’è qualche rischio di campanilismo e clientelismo); con maggiori possibilità
di successo per nuovi movimenti anche a scala regionale, ma con limitati rischi
di formazione di ras locali “assoluti”, come sarebbe invece con il collegio
uninominale maggioritario (il rpimo arrivato prende il seggio).
NOTA 2: come ho già avuto
occasione di argomentare, potrebbero essere inserite ulteriori soglie, oltre a
quella (innalzabile) del 40% con cui si vince al primo turno:
-
Introdurre gli apparentamenti al secondo turno
se la somma delle prime due liste non raggiunge (ad esempio) il 60%
-
Introdurre il ballottaggio a 3 liste, oltre alla
possibilità di apparentamento, se la somma delle prime due liste non raggiunge
(ad esempio) il 40%
-
nonché, butto lì come provocazione (e cambiando
però la Costituzione), ridurre il numero dei Deputati in proporzione
(attenuata) alla affluenza complessiva degli elettori (restano senza
rappresentanti i collegi dove vi è minore affluenza
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