cosa dovrebbe essere Sesto se fosse una vera città, e non un paesotto mal governato da una maggioranza in preda a fumi xenofobi:
- un posto dove possono pregare anche i fratelli islamici
- un posto orgoglioso del suo “kilometro verde”, con vista del Monte Rosa, all’uscita dal casello autostradale
- un posto ansioso di ricucire le separazioni storiche costituite da strade e ferrovie, con sottopassaggi pedonali, ciclabili e carrabili (invece di cancellarle dal progetto ex-AVIR)
- un posto dove il PGT non si illustra solo in agosto e dove il passaggio da Media a Grande Distribuzione viene discusso con il rilievo che merita
- un posto dove gli scuolabis non vengono privatizzati prima di capire se la cosa funziona
- un posto dove l’area artigianale degli anni ’80, dopo 30 anni, si possa raggiungere con un comodo sovrappasso ferroviario
- un posto in cui si può passeggiare su un lungo fiume senz’auto, almeno d’estate e alla domenica
- un posto che valorizza la collezione Cesare da Sesto e nomina Marisa Bausola e Gian Barbieri “senatori a vita” delle arti visive, invece di emarginarli
- un posto dotato di un piattaforma ecologica di dimensioni adeguate…
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