Berlusconi, condannato a 4 anni, di cui 3 ”coperti”
da indulto ed 1 residuo sempre più coperto dal ridicolo.
Grillo, spara nuove Grillate senza che nessuno gli
chieda conto delle precedenti (non doveva crollare l’economia italiana
definitivamente nello scorso autunno? e la sinistra finire sepolta sotto la
scandalo del Monte dei Paschi?); tra le Grillate nuove, spiccano i presunti
effetti della sua presunta vittoria alle prossime elezioni europee, che
consisterebbe nello scavalcare di qualche euro-seggio il PD, da cui però la
pretesa di guidare il Governo: con quale maggioranza parlamentare, dacché il
M5S rifiuta qualsivoglia alleanza? Perché andranno in un milione a chiederlo a
Napolitano? E sarebbe Napolitano fuori dalla Costituzione?
(il M5S si oppone, inoltre, alle leggi elettorali
di tipo maggioritario: pertanto dovrebbe sentirsi legittimato a governare solo
superando il 50% dei consensi, che spero ancora gli italiani giammai vorranno
concedere).
Poiché il resto del paesaggio politico è quasi
deserto (a parte una nota su Tzipras che esprimerò a fine pagina), non mi resta
che contemplare il moto instancabile di Renzi, che procede tra ombre e luci grosso
modo come previsto, ma cui vorrei dedicare le seguenti osservazioni su aspetti
che mi sembrano un po’trascurati dai commentatori ufficiali:
-
RI-MOZIONI CONGRESSUALI: la mozione su cui Renzi ha vinto congresso e
primarie PD era piuttosto vaga, ma prometteva 2 immediate e specifiche iniziative
del Partito: una grande consultazione di massa sulla scuola ed un piano per il
lavoro “entro il 1° maggio”; la prima non si è vista (salvo la ricerca di fondi
per urgenze dell’edilizia scolastica),
il secondo finora risulta limitato al decreto per una ulteriore flessibilità
del lavoro temporaneo e dell’apprendistato e ad un disegno di legge “job act”
dai contenuti confusi e dai tempi imprecisati; però pare che nessuno ormai
ricordi la mozione dello scorso novembre (soprattutto nello stesso PD)
-
RIFORMA
DEL SENATO E DINTORNI: negli ultimissimi giorni Renzi ha mutato toni ed
atteggiamenti verso il dissenso interno al PD (e diffuso anche nell’opinione
pubblica benevola e neutrale) suscitato a mio avviso dalla rozzezza del testo
governativo; mi auguro che - nel merito - possa uscirne una mediazione decente
e non subordinata ai ricatti di Berlusconi e - nel metodo - che Renzi impari a ridurre
prepotenza e arroganza, a beneficio anche della su stessa capacità di
leadership, di cui pare che per qualche tempo non si potrà fare a meno, anche
perché fuori incombono i suddetti Grillo e Berlusconi, e dentro il centro-sinistra
non incombe proprio nessuno (inutile pertanto fare nomi).
Sul merito delle riforme costituzionali
rimando ai miei precedenti post, che mi sembrano ancora attuali.
-
80 EURO: non so valutare l’efficacia
macro-economica della decisione sulla ripresa (certamente potrà essere
superiore all’impatto della sospensione dell’ICI sulla prima casa dei più
ricchi, che abbiamo inutilmente sperimentato dal 2009 al 2001 e nel 2013) e non
ho apprezzato gli aspetti propagandistici (ci mancava solo che fossero 40 €
prima del voto e altri 40 dopo il voto), ma ritengo che, seppur “a sciabolate”,
l’aggressione al cuneo fiscale sul versante dei salari medio-bassi abbia un
sostanziale valore di equità, da verificare meglio quando si capirà fino in
fondo i tagli con cui è finanziata (in parte sembrano ancora “lineari” a danno
di regioni e comuni, con rischi di ripercussioni sui servizi e sulla sanità).
Tale
equità a mio avviso non consiste in un generico scambio “meno tasse, più
salari” (di sapore vagamente liberista e di indiretto sostegno anche al
profitto aziendale, alleggerendolo della pressione contrattuale, oppure
peronista, se finanziato con incremento del debito pubblico), ma nel
risarcimento specifico del subdolo e costante incremento del prelievo fiscale
sui redditi (soprattutto medio-bassi) maturato negli anni attraverso il
cosiddetto “fiscal drag”, cioè il mancato adeguamento di scaglioni ed aliquote
dell’IRPEF all’inflazione, pur contenuta, ma non trascurabile; e quindi nella
parziale correzione di una abnorme distorsione accumulata a danno della
originaria progressione dell’imposta sui redditi.
La
correzione sarebbe compiuta se affiancata, per il futuro, da un adeguamento
automatico degli scaglioni.
Personalmente
avrei preferito, considerandola ancor più equa, una restituzione di IRPEF sotto
forma di detrazioni “universali” per i familiari a carico (molto meglio delle
ipotesi di “quoziente familiare”, che rischiano di punire le mogli che
lavorano): ma la scelta del Governo in favore dei soli lavoratori dipendenti
(incluso il pubblico impiego, privo da anni dei rinnovi contrattuali) consegue
risultati simili (anche se molti pensionati purtroppo stanno assumendo impropri
carichi familiari), evitando di disperdere risorse tra incapienti e partite
IVA, dove situazioni di bisogno effettivo si intrecciano con varie forme di
opacità nella dichiarazione dei redditi effettivi, e dove quindi l’auspicabile
estensione degli sgravi e sussidi dovrebbe essere più mirata e meditata (anche
se non evasori, i lavoratori autonomi possono comunque detrarre molte spese
dagli incassi, e dichiarare quindi redditi più contenuti dei lavoratori
dipendenti, a parità di tenore di vita).
Tzipras: ho letto che Zagrebelski ed altri si
lamentano per lo scarso spazio mediatico a disposizione della loro lista; mi
sembra un argomento debole per una sinistra che – pur con apprezzabile
internazionalismo, forse però motivato della pochezza dell’offerta politica in
loco – ha puntato ancora una volta (vedi Ingroia) sulla personalizzazione e
sull’immagine anziché sulla credibilità della proposta.
Mi spiace per gli apprezzati teorici che si sono
spesi per la lista, ma mi pare che dietro ci sia ancora troppo poca pratica
politica, al di là dei residui del precedente secolo breve.
pervenuto tramite e-mail
RispondiEliminaQUASI MI SPIACE DI NON POTER FARE, COME COSTUME DI NOI SINISTRI, UN PO' DI POLEMICA, MA "PURTROPPO"SONO COMPLETAMENTE D'ACCORDO CON QUANTO HAI SCRITTO.
CARI SALUTI M.T.
PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
RispondiEliminaCaro amico è comp..Aldo ti confesso che mi ero un tantino preoccupato del tuo assordante silenzio. Per quanto riguarda la valutazione socio-economica-politica la condivido in toto. Nei prossimi giorni in quel Rimini cercheremo di respingere il delirante attacco alla nostra Ggil. Sarà la nostra un doverosa guerra di Resistenza per mantenere la Democrazia nel nostro paese. Non arrendiamoci vendiamo cara la nostra pelle di veri progressisti e democratici. Un grande forte abbraccio. P.B.
Caro Comp. Paolo,
Eliminagiacché via a Rimini, vorrei dirTi che è un po' stucchevole che la CGIL stia lì a piagnucolare perché Renzi non vuole ricevere i sindacati; suggerirei di coglierne il lato positivo, e cioè di apparire meno complici delle politiche economiche del governo stesso; quanto a farsi sentire, cerchiamo altri mezzi, diversi dai tavoli di concertazione (non che io sia contrario ai tavoli in assoluto, ma se non ci sono, è interlocutori. è inutile starci seduti): ad esempio scioperi o nuove forme di lotta e manifestazione, come potrebbe essere anche intasare le e-mail, i twitter e i facebook di Renzi, Padoan e PalazziChigiVari con messaggi convergenti dei singoli lavoratori (ma anche personalmente creativi, ed anche collettivi), sia in risposta ai questionari di Renzi (vedi pubblico impiego), sia "motu proprio" (in particolare noi pensionati, che non possiamo comunque scioperare, avremmo anche il tempo di scrivere parecchio: è sufficiente che l'Organizzazione ci dia il segnale).
Ciao
Aldo