giovedì 1 maggio 2014

CHE SUCCEDE? (è un po' che non commento)

Berlusconi, condannato a 4 anni, di cui 3 ”coperti” da indulto ed 1 residuo sempre più coperto dal ridicolo.

Grillo, spara nuove Grillate senza che nessuno gli chieda conto delle precedenti (non doveva crollare l’economia italiana definitivamente nello scorso autunno? e la sinistra finire sepolta sotto la scandalo del Monte dei Paschi?); tra le Grillate nuove, spiccano i presunti effetti della sua presunta vittoria alle prossime elezioni europee, che consisterebbe nello scavalcare di qualche euro-seggio il PD, da cui però la pretesa di guidare il Governo: con quale maggioranza parlamentare, dacché il M5S rifiuta qualsivoglia alleanza? Perché andranno in un milione a chiederlo a Napolitano? E sarebbe Napolitano fuori dalla Costituzione?
(il M5S si oppone, inoltre, alle leggi elettorali di tipo maggioritario: pertanto dovrebbe sentirsi legittimato a governare solo superando il 50% dei consensi, che spero ancora gli italiani giammai vorranno concedere).

Poiché il resto del paesaggio politico è quasi deserto (a parte una nota su Tzipras che esprimerò a fine pagina), non mi resta che contemplare il moto instancabile di Renzi, che procede tra ombre e luci grosso modo come previsto, ma cui vorrei dedicare le seguenti osservazioni su aspetti che mi sembrano un po’trascurati dai commentatori ufficiali:
-          RI-MOZIONI CONGRESSUALI:  la mozione su cui Renzi ha vinto congresso e primarie PD era piuttosto vaga, ma prometteva 2 immediate e specifiche iniziative del Partito: una grande consultazione di massa sulla scuola ed un piano per il lavoro “entro il 1° maggio”; la prima non si è vista (salvo la ricerca di fondi per  urgenze dell’edilizia scolastica), il secondo finora risulta limitato al decreto per una ulteriore flessibilità del lavoro temporaneo e dell’apprendistato e ad un disegno di legge “job act” dai contenuti confusi e dai tempi imprecisati; però pare che nessuno ormai ricordi la mozione dello scorso novembre (soprattutto nello stesso PD)
-           RIFORMA DEL SENATO E DINTORNI: negli ultimissimi giorni Renzi ha mutato toni ed atteggiamenti verso il dissenso interno al PD (e diffuso anche nell’opinione pubblica benevola e neutrale) suscitato a mio avviso dalla rozzezza del testo governativo; mi auguro che - nel merito - possa uscirne una mediazione decente e non subordinata ai ricatti di Berlusconi e - nel metodo - che Renzi impari a ridurre prepotenza e arroganza, a beneficio anche della su stessa capacità di leadership, di cui pare che per qualche tempo non si potrà fare a meno, anche perché fuori incombono i suddetti Grillo e Berlusconi, e dentro il centro-sinistra non incombe proprio nessuno (inutile pertanto fare nomi).
Sul merito delle riforme costituzionali rimando ai miei precedenti post, che mi sembrano ancora attuali.
-          80 EURO: non so valutare l’efficacia macro-economica della decisione sulla ripresa (certamente potrà essere superiore all’impatto della sospensione dell’ICI sulla prima casa dei più ricchi, che abbiamo inutilmente sperimentato dal 2009 al 2001 e nel 2013) e non ho apprezzato gli aspetti propagandistici (ci mancava solo che fossero 40 € prima del voto e altri 40 dopo il voto), ma ritengo che, seppur “a sciabolate”, l’aggressione al cuneo fiscale sul versante dei salari medio-bassi abbia un sostanziale valore di equità, da verificare meglio quando si capirà fino in fondo i tagli con cui è finanziata (in parte sembrano ancora “lineari” a danno di regioni e comuni, con rischi di ripercussioni sui servizi e  sulla sanità).
Tale equità a mio avviso non consiste in un generico scambio “meno tasse, più salari” (di sapore vagamente liberista e di indiretto sostegno anche al profitto aziendale, alleggerendolo della pressione contrattuale, oppure peronista, se finanziato con incremento del debito pubblico), ma nel risarcimento specifico del subdolo e costante incremento del prelievo fiscale sui redditi (soprattutto medio-bassi) maturato negli anni attraverso il cosiddetto “fiscal drag”, cioè il mancato adeguamento di scaglioni ed aliquote dell’IRPEF all’inflazione, pur contenuta, ma non trascurabile; e quindi nella parziale correzione di una abnorme distorsione accumulata a danno della originaria progressione dell’imposta sui redditi.  
La correzione sarebbe compiuta se affiancata, per il futuro, da un adeguamento automatico degli scaglioni.
Personalmente avrei preferito, considerandola ancor più equa, una restituzione di IRPEF sotto forma di detrazioni “universali” per i familiari a carico (molto meglio delle ipotesi di “quoziente familiare”, che rischiano di punire le mogli che lavorano): ma la scelta del Governo in favore dei soli lavoratori dipendenti (incluso il pubblico impiego, privo da anni dei rinnovi contrattuali) consegue risultati simili (anche se molti pensionati purtroppo stanno assumendo impropri carichi familiari), evitando di disperdere risorse tra incapienti e partite IVA, dove situazioni di bisogno effettivo si intrecciano con varie forme di opacità nella dichiarazione dei redditi effettivi, e dove quindi l’auspicabile estensione degli sgravi e sussidi dovrebbe essere più mirata e meditata (anche se non evasori, i lavoratori autonomi possono comunque detrarre molte spese dagli incassi, e dichiarare quindi redditi più contenuti dei lavoratori dipendenti, a parità di tenore di vita).

Tzipras: ho letto che Zagrebelski ed altri si lamentano per lo scarso spazio mediatico a disposizione della loro lista; mi sembra un argomento debole per una sinistra che – pur con apprezzabile internazionalismo, forse però motivato della pochezza dell’offerta politica in loco – ha puntato ancora una volta (vedi Ingroia) sulla personalizzazione e sull’immagine anziché sulla credibilità della proposta.

Mi spiace per gli apprezzati teorici che si sono spesi per la lista, ma mi pare che dietro ci sia ancora troppo poca pratica politica, al di là dei residui del precedente secolo breve.      

3 commenti:

  1. pervenuto tramite e-mail
    QUASI MI SPIACE DI NON POTER FARE, COME COSTUME DI NOI SINISTRI, UN PO' DI POLEMICA, MA "PURTROPPO"SONO COMPLETAMENTE D'ACCORDO CON QUANTO HAI SCRITTO.
    CARI SALUTI M.T.

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  2. PERVENUTO TRAMITE E-MAIL
    Caro amico è comp..Aldo ti confesso che mi ero un tantino preoccupato del tuo assordante silenzio. Per quanto riguarda la valutazione socio-economica-politica la condivido in toto. Nei prossimi giorni in quel Rimini cercheremo di respingere il delirante attacco alla nostra Ggil. Sarà la nostra un doverosa guerra di Resistenza per mantenere la Democrazia nel nostro paese. Non arrendiamoci vendiamo cara la nostra pelle di veri progressisti e democratici. Un grande forte abbraccio. P.B.

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    1. Caro Comp. Paolo,
      giacché via a Rimini, vorrei dirTi che è un po' stucchevole che la CGIL stia lì a piagnucolare perché Renzi non vuole ricevere i sindacati; suggerirei di coglierne il lato positivo, e cioè di apparire meno complici delle politiche economiche del governo stesso; quanto a farsi sentire, cerchiamo altri mezzi, diversi dai tavoli di concertazione (non che io sia contrario ai tavoli in assoluto, ma se non ci sono, è interlocutori. è inutile starci seduti): ad esempio scioperi o nuove forme di lotta e manifestazione, come potrebbe essere anche intasare le e-mail, i twitter e i facebook di Renzi, Padoan e PalazziChigiVari con messaggi convergenti dei singoli lavoratori (ma anche personalmente creativi, ed anche collettivi), sia in risposta ai questionari di Renzi (vedi pubblico impiego), sia "motu proprio" (in particolare noi pensionati, che non possiamo comunque scioperare, avremmo anche il tempo di scrivere parecchio: è sufficiente che l'Organizzazione ci dia il segnale).
      Ciao
      Aldo

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