mercoledì 15 giugno 2016

ANTONIO SCURATI E LA LEALTA’ DELL’OCCIDENTE


Malgrado gli sforzi, faccio un po’ di fatica ad identificarmi con l’Occidente Leale (contro l’Astuto Oriente), come riassunto da Antonio Scurati in un ambizioso articolo su “La Stampa” del 5 giugno 2016: secondo l’accademico e scrittore, ci sarebbe una continuità nel modo di concepire la guerra tra il mondo greco-romano ed il moderno occidente, fondato sullo scontro frontale, e sulla sua mitizzazione, mentre il nemico orientale, dai Persiani agli Achemenidi ai Parti (e poi via via al mondo islamico) “predica e pratica la violenza ingloriosa, la tattica dilatoria, l’attacco fraudolento, ecc. ecc.” .

Rilevo innanzitutto la scorrettezza scientifica di individuare le due linee di continuità, sia a Occidente, dove le radici greche e romane si sono mischiate parecchio con i precedenti celti, con gli antichi influssi sud-orientali – giudaici, fenici, egizi -  e con le successive invasioni da nord-est – germani, goti, normanni, slavi -, sia a Oriente, dove l’egemonia “meridionale” degli arabi ed i successivi apporti turco-ottomani (da un oriente assai più remoto) hanno radicalmente scalzato le antiche culture mesopotamiche e persiane.

Inoltre, nella stessa didattica aneddotica della mia infanzia, rammento l’importanza di miti guerreschi, occidentali e vincenti, alquanto alternativi alla esaltazione del puro scontro frontale in campo aperto, a partire dal Cavallo dell’Astuto Ulisse (contro il Troiano Orientale) e dal Taglio dei Papaveri suggerito da Tarquinio il superbo al figlio Sesto (in pratica l’assassinio politico dei capi delle forze nemiche, previa fraudolenta infiltrazione nelle loro file), dalla Furba Fuga Tattica dell’ultimo degli Orazi contro  i cugini Curiazi (un po’ più orientali, della vicina Albalonga) fino a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, che logorò il fenicio-africano Annibale evitando il più possibile la battaglia campale.

Guardando poi alla storia della supremazia occidentale nel suo insieme, crescendo ho imparato parecchi trucchi e slealtà (non sempre rivendicate, ma comunque praticate) contro nemici medio-orientali ed altri, sia nella fase delle Crociate (ad esempio il saccheggio della Bisanzio, orientale ma cristiana, nel 1204, e le promesse infrante dai Re Cattolicissimi di Spagna  ai danni dei Moriscos, dopo la resa di Granada nel 1492), sia in fase coloniale (da Cortes e Pizarro al generale Custer, dalle Compagnie delle Indie britannica e olandese alla Guerra dell’Oppio, e giù giù fino al generale Graziani in Libia ed in Etiopia), sia ancora in fase neo-coloniale (dalla caduta di Mossadeq a quella di Allende);  e ritengo che appartenga all’Occidente anche la mitologia della Resistenza anti-fascista ed anti-nazista, che non si fonda certo sulle “battaglie campali”, mentre purtroppo lo stesso nazi-fascismo è sorto in Occidente, e si è vantato di olio di ricino e campi di sterminio, verso nemici inermi.

Ferme restando le slealtà e ferocie degli opposti campi, penso ce ne sia abbastanza per poter capire, condannare ed esecrare il terrorismo jihadista sunnita (se questo era lo scopo di Scurati), senza però mistificare la storia dell’Occidente, che di tale terrorismo è una delle vittime (insieme a Sciiti, Yazidi, Curdi e chi altro capita  a tiro e pretende di dissentire).  

1 commento:

  1. PERVENUTO VIA E-MAIL
    Stampa: vedo che mi perdo grandi occasioni per pensare e ragionare, ma non leggo più,ahimè!, quotidiani se non saltuariamente ovvero quando nella rassegna stampa mattutina evinco qualche significativo riferimento. Ma è peggio per me,ovviamente. Certo è che "l'Occidente" ne ha fatte di cotte e di crude, usando una litote, "non male"; vaporizzare le storie cercando di "raffrescare o climatizzare" le memorie e, appunto, le coscienze, costruendo consapevolezze è pur sempre un ottimo esercizio. Rimango per i miti degli dei e degli eroi.
    M.F.

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