Malgrado gli sforzi, faccio un
po’ di fatica ad identificarmi con l’Occidente Leale (contro l’Astuto Oriente),
come riassunto da Antonio Scurati in un ambizioso articolo su “La Stampa” del 5
giugno 2016: secondo l’accademico e scrittore, ci sarebbe una continuità nel
modo di concepire la guerra tra il mondo greco-romano ed il moderno occidente,
fondato sullo scontro frontale, e sulla sua mitizzazione, mentre il nemico
orientale, dai Persiani agli Achemenidi ai Parti (e poi via via al mondo
islamico) “predica e pratica la violenza ingloriosa, la tattica dilatoria,
l’attacco fraudolento, ecc. ecc.” .
Rilevo innanzitutto la
scorrettezza scientifica di individuare le due linee di continuità, sia a
Occidente, dove le radici greche e romane si sono mischiate parecchio con i
precedenti celti, con gli antichi influssi sud-orientali – giudaici, fenici,
egizi - e con le successive invasioni da
nord-est – germani, goti, normanni, slavi -, sia a Oriente, dove l’egemonia
“meridionale” degli arabi ed i successivi apporti turco-ottomani (da un oriente
assai più remoto) hanno radicalmente scalzato le antiche culture mesopotamiche
e persiane.
Inoltre, nella stessa didattica
aneddotica della mia infanzia, rammento l’importanza di miti guerreschi,
occidentali e vincenti, alquanto alternativi alla esaltazione del puro scontro
frontale in campo aperto, a partire dal Cavallo dell’Astuto Ulisse (contro il
Troiano Orientale) e dal Taglio dei Papaveri suggerito da Tarquinio il superbo
al figlio Sesto (in pratica l’assassinio politico dei capi delle forze nemiche,
previa fraudolenta infiltrazione nelle loro file), dalla Furba Fuga Tattica
dell’ultimo degli Orazi contro i cugini
Curiazi (un po’ più orientali, della vicina Albalonga) fino a Quinto Fabio
Massimo il Temporeggiatore, che logorò il fenicio-africano Annibale evitando il
più possibile la battaglia campale.
Guardando poi alla storia della
supremazia occidentale nel suo insieme, crescendo ho imparato parecchi trucchi
e slealtà (non sempre rivendicate, ma comunque praticate) contro nemici
medio-orientali ed altri, sia nella fase delle Crociate (ad esempio il
saccheggio della Bisanzio, orientale ma cristiana, nel 1204, e le promesse
infrante dai Re Cattolicissimi di Spagna
ai danni dei Moriscos, dopo la resa di Granada nel 1492), sia in fase
coloniale (da Cortes e Pizarro al generale Custer, dalle Compagnie delle Indie
britannica e olandese alla Guerra dell’Oppio, e giù giù fino al generale
Graziani in Libia ed in Etiopia), sia ancora in fase neo-coloniale (dalla
caduta di Mossadeq a quella di Allende);
e ritengo che appartenga all’Occidente anche la mitologia della
Resistenza anti-fascista ed anti-nazista, che non si fonda certo sulle
“battaglie campali”, mentre purtroppo lo stesso nazi-fascismo è sorto in
Occidente, e si è vantato di olio di ricino e campi di sterminio, verso nemici
inermi.
Ferme restando le slealtà e
ferocie degli opposti campi, penso ce ne sia abbastanza per poter capire,
condannare ed esecrare il terrorismo jihadista sunnita (se questo era lo scopo
di Scurati), senza però mistificare la storia dell’Occidente, che di tale
terrorismo è una delle vittime (insieme a Sciiti, Yazidi, Curdi e chi altro
capita a tiro e pretende di
dissentire).
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RispondiEliminaStampa: vedo che mi perdo grandi occasioni per pensare e ragionare, ma non leggo più,ahimè!, quotidiani se non saltuariamente ovvero quando nella rassegna stampa mattutina evinco qualche significativo riferimento. Ma è peggio per me,ovviamente. Certo è che "l'Occidente" ne ha fatte di cotte e di crude, usando una litote, "non male"; vaporizzare le storie cercando di "raffrescare o climatizzare" le memorie e, appunto, le coscienze, costruendo consapevolezze è pur sempre un ottimo esercizio. Rimango per i miti degli dei e degli eroi.
M.F.