Trascrivo tre
estratti da “La Repubblica” del 30 e 31 maggio, rilevando che della notizia non
ho trovato traccia su altre testate come “Il Fatto”, “La Stampa”, “LUnità”:
REPUBBLICA
– 30-05-16 – GIULIANO BALESTRERI
Il
Trattato più segreto del mondo diventa pubblico. Da oggi, infatti, parlamentari
e funzionari governativi italiani possono prendere visione dei documenti riservati
relativi al Ttip (il
trattato di libero scambio tra l'Unione europea e gli Stati Uniti) presso la
sala di lettura istituita al ministero dello Sviluppo economico. Esattamente
come è già successo presso il Parlamento e la Commissione europea: "Vista
la grande richiesta di permessi per accedere alla sala lettura" il Mise si
dice disponibile anche a prolungare l'orario di consultazione rispetto a quello
attuale e ad incrementare le postazioni disponibili. Tuttavia restano le
restrizioni imposte a Bruxelles: "Coloro che accedono - spiega il Mise -
sono tenuti a rispettare le regole di sicurezza e a non introdurre nella sala
lettura cellulari, smartphone o altri dispositivi in grado di riprodurre o registrare
immagini o parole". In sostanza si potranno prendere appunti, ma non si
potranno riprodurre in alcun modo i contenuti visionati.
REPUBBLICA
– 31-05-16 MONICA RUBINO CON INTERVISTA ALLA DEPUTATA M5S SILVIA BENEDETTI
Ma come si svolge il "rituale" della lettura? "I carabinieri
ti accolgono all’ingresso della sede del Mise, in via Veneto, e ti accompagnano
in una stanza dedicata con quattro scrivanie numerate -racconta la deputata
cinquestelle- Su ogni scrivania ci sono solo dei fogli e una penna. Prima di
entrare bisogna consegnare tutto, compreso il cellulare. Al massimo ti
concedono di tenere fazzoletti per il naso. Non si possono fare fotografie o
fotocopie, soltanto prendere appunti in modo rapido e sommario. Non è concesso
infatti trascrivere interi paragrafi. Non si viene lasciati soli ma si sta per
tutto il tempo sotto la sorveglianza di un funzionario.”
REPUBBLICA
– 30-05-16 – GIULIANO BALESTRERI
Il testo consolidato [dovrà] avere il via libera del governo
americano e della Commissione europea. Ottenuto l'ok la palla passa negli Stati
Uniti al Congresso - che ancora sta tenendo fermo il Tpp, il
trattato tra gli Stati Uniti e i Paesi del Pacifico -, mentre in Europa serve
il voto favorevole del Parlamento europeo, del consiglio dei ministri e di
tutti i 28 Parlamenti nazionali. Basta il voto contrario anche di un piccolo
Paese come l'Austria o la Grecia per affossare tutto.
COMMENTO
La complessa procedura di questa ipotesi di trattato
internazionale (che include potenziali enormi conseguenze sull’economia e la
vita dei popoli interessati, dall’alimentazione al controllo sui dati, e
indirettamente sui rapporti tra paesi sviluppati e paesi poveri) comporterà
necessariamente la massima trasparenza in fase di ratifica, quando però governi
e parlamenti potranno solo approvarlo o disapprovarlo a scatola chiusa.
A chi giova la questa semi-seria semi-segretezza sulle posizioni
negoziali intermedie (per altro già rivelate da Wikileaks)?
A mio avviso una maggiore apertura della consultazione (almeno
sullo standard che si applica alle direttive comunitarie europee), oltre ad
essere in sè democratica, consentirebbe anche un processo inclusivo utile alla
eventuale approvazione di un buon trattato, riducendo i rischi di bocciatura in
un singolo parlamento, oppure ad un meditato rigetto dell’intera partita, senza
inutili ulteriori contorcimenti, se emergesse con chiarezza una larga
opposizione delle opinioni pubbliche su
alcuni aspetti fondamentali della trattativa (mi riferisco ad esempio alle
pretese americane contro le normative europee di qualità su cibi e salute, con
riserva di approfondire gli altri delicati argomenti nel merito della
questione, come in parte già avviato in passato).
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