Una riflessione sulla frequente irrazionalità delle decisioni “razionali’, in una società calcolante e secolarizzata.
Tra
gli elementi caratterizzanti del moderno pensiero occidentale si ritiene
abitualmente che figuri la propensione al continuo calcolo sui rischi e sui
guadagni, sia individuali che collettivi.
Una
propensione sviluppata dal Medio Evo e pienamente affermata con la
secolarizzazione della società, conseguente alla rivoluzione industriale.
Tale
considerazione non esclude, a mio avviso, che simili attitudini non contassero
nel mondo antico e nella cristianità, ancorché intrecciate e/o mistificate con
massicci elementi di sacralità e di ritualizzazione, ancorati a visioni del
mondo più riverenti verso l’autonomia di potenze superiori, quali il Fato e la
Provvidenza.
(Annibale
e Scipione, oppure Costantino, ad esempio, si destreggiavano tra aruspici e
segni divini, ma non erano di certo alieni da un uso ‘laico’ dell’arte della
guerra, con valutazioni concrete sulla forza fisica e morale delle truppe
proprie ed altrui, sulla cui scorta decidere attacchi e ritirate).
Non
azzardo giudizi sulle forme di pensiero non-occidentale, che però nell’insieme
mi sembrano attualmente recessive rispetto all’egemonia del tecno-capitalismo,
ampliamente imitato, quanto meno dalle classi dirigenti, in tutti i Continenti,
sia pure con ibridazioni locali.
Rimanendo
quindi alle nostre ‘cattive abitudini’, mi sembra interessante osservare quanto
la razionalità dei calcoli sia in parte esplicita, o addirittura conclamata, ed
in parte invece implicita, perché incorporata nella scienza e nella tecnologia,
cui deleghiamo larga parte delle nostre ‘scelte’, quotidiane od eccezionali,
‘scelte’ permeate però anche da miti e riti, vecchi e nuovi, aventi differenti
radici.
In
questo groviglio, tra “ragione e sentimento”, che è maggiore per i
comportamenti individuali, ed apparentemente minore per le decisioni
collettive, mi pare che resti indubbio il carattere ‘sociale’ di credenze ed
atteggiamenti, anche se gran parte delle ‘libertà di opzione” è di fatto
condizionata dagli interessi aziendali e privatistici, che tendono ad occultare
alcuni valori effettivi (ad esempio il profitto e l’accumulazione) dietro ad
altri valori apparenti (in primis attraverso la pubblicità, ma anche la
propaganda politica e/o religiosa).
Esempi
concreti di attività in cui il calcolo dei rischi e dei guadagni è palese, se
non alla generalità dei cittadini-utenti, almeno agli operatori ‘addetti ai
lavori’, sono la scienza delle costruzioni e la scienza militare, la sismologia
e la climatologia (in quanto associata alla protezione civile), la finanza e le
assicurazioni, la medicina e la organizzazione e sicurezza del lavoro, ma anche
tutte le filiere della produzione industriale e dei servizi.
Nella
misura in cui gli esiti delle impostazioni concettuali e degli algoritmi che
presiedono a queste ‘discipline’ attraversano l’interesse pubblico (dei
lavoratori, dei consumatori o comunque dei cittadini in quanto tali), massima
dovrebbe essere innanzitutto la trasparenza sui dati e sui criteri (ancorché di
competenza privata e/o aziendale), e conseguentemente anche il potere di
influenza e decisione del potere politico (in senso lato, compresi quindi
associazioni e sindacati), in quanto rappresentanza degli interessi collettivi.
Il
che non è affatto scontato né facilmente praticabile; nemmeno quando gli attori
principali di tali sistemi ‘disciplinari’ sono organismi pubblici, come
dimostrano sia i fallimenti dei sistemi collettivistici di tipo sovietico, sia
le difficoltà permanenti anche nei settori pubblici dei regimi democratici
(vedi ad esempio la sanità in Calabria – ma anche in Lombardia… – oppure
l’immondizia a Roma, a Palermo, ecc., o ancora le ruberie sul MOSE del virtuoso
Nord-Est).
Mi
preoccupano infatti quelle che mi sembrano palesi aberrazioni dei sistemi
decisionali pubblici nei seguenti esempi di materie formalmente affidati alla
decisione democratica, e che però a mio avviso sfuggono a criteri di oggettiva
razionalità, mentre spesso purtroppo però godono del ‘favore popolare’:
-
i
limiti di velocità nel Codice della Strada (ma così è in gran parte del mondo),
che non tengono ‘conto’, letteralmente della crescita esponenziale del rischio
al crescere della velocità degli autoveicoli, sia in assoluto, sia in relazione
alle caratteristiche dei mezzi e dei corpi stradali 1 (ricordo un
ministro Ferri che fu presto scaricato per aver ridotto la velocità massima
autostradale a 110 Km/h, per altro analoga a quella vigente in gran parte degli
U.S.A.);
-
i
ritardi di tutte le scelte relative al cambio climatico (rimando all’insieme
dei contributi di Fulvio Fagiani su queste pagine);
-
il
cambiamento intercorso tra un’ondata e l’altra della Pandemia Covid-19,
richiesto a gran voce dall’insieme dei Presidenti di Regione ed accordato dal
Governo e dai suoi consiglieri scientifici (Comitato Tecnico Scientifico) e politici
(Ministri espressi dai Partiti della maggioranza di unità nazionale), riguardo
alle misure di precauzione (i famosi colori: giallo, arancione, rosso),
correlandole non più alla diffusione oggettiva di contagi, malattie e morti, ma
per buona parte al “numero dei posti letto” (ordinari e intensivi): accettando quindi il cinico ragionamento
per cui dove c’è più possibilità di ricovero e di cura, maggiore può essere
l’accettazione del rischio di ammalarsi e di morire: perché il numero dei
morti – dato un certo livello di vaccinazioni, di età medie e di variante del
virus – resta comunque proporzionale al numero dei contagi, e non diminuisce
aumentando i posti letto (diverso sarebbe per una malattia ordinariamente
‘curabile’, cioè dove l’esito mortale fosse solo occasionale ed eccezionale).
L’insieme delle politiche sanitarie relative al Covid-19 si è fatto ovviamente
più complesso con le varianti del virus e le variabili di vaccini, medicinali,
green pass: ma al centro resta quel tipo di calcolo, che mi permetto di non
condividere.
Fonti:
1.
argomento
meglio approfondito, con Aldo Ciocia,
in Aldo Vecchi - CONVERSAZIONI SU CITTA’ E
MOBILITA’ – in Utopia21, maggio 2020 - https://drive.google.com/file/d/1HPuVb7fab3kIdkiAw5rPbSgUj6JG4sAV/view?usp=sharing
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