Il discorso di insediamento del
nuovo Presidente della Repubblica è stato giustamente apprezzato, da molti
commentatori, e mi pare anche dalla più ampia “opinione pubblica”, sia per i
contenuti “inclusivi” ed attenti al disagio sociale, sia per il tono, ad un
tempo alto e sommesso.
Mentre mi associo volentieri al
diffuso plauso, ed esprimo gratitudine al peculiare “quadro politico” che ha
portato alla scelta di Sergio Mattarella
come Presidente (quadro in cui Renzi si è
dimostrato capace di governare anche i tempi lenti e paludati del teatro
istituzionale e non solo quelli a lui più consoni degli sfondamenti mediatici,
ed in cui le residue sinistre parlamentari, presenti in Sel e dentro il PD
hanno mostrato una non abituale saggezza), vorrei tuttavia permettermi
anche una critica, rispettosa ma netta, ai limiti del discorso presidenziale
sul fronte “ambientale”.
In tutto il testo compare solo un
generico invito per i concittadini, “ad amare i nostri tesori ambientali ed
artistici”, racchiusi in una specie di cartolina commemorativa, senza alcun
accenno né alle gravi problematiche delle aree di degrado post-industriale
presenti in Italia, né ai limiti planetari (clima, energia, acqua dolce) con
cui si deve confrontare l’auspicio ad un superamento della crisi economica mediante
il ritorno alla “crescita”, acriticamente intesa.
Temo purtroppo che non si tratti
solo di un limite culturale specifico degli esponenti più anziani del sistema
politico (riscontrabile anche negli interventi di Giorgio Napolitano), ma di un
limite di fondo dei gruppi dirigenti di questo paese, che – pur conoscendo le
tematiche ambientali, locali e globali, su cui in caso di necessità possono
sciorinare narrazioni sufficientemente informate – non ne assumono in realtà il
vincolo di priorità che dovrebbe portarli a considerarle trasversalmente sempre
presenti in ogni scelta di politica economica (vedi ad esempio il recente Decreto
“Sblocca-Italia”).
Sempre rispettosamente, come cittadino mi sentirei di eccepire qualcosa
anche sul cerimoniale di tipo monarchico e un po’ ridondante, dell’insediamento
di un nuovo Presidente della Repubblica; capisco che il nuovo eletto non può facilmente
sindacare, e l’uscente parrebbe facesse sgarbo al suo successore, negandogli
gli onori a lui in precedenza tributati, ma tra tutti ci vorrebbe a mio avviso
qualcuno che desse un taglio a pennacchi, auto d’epoca e colpi di cannone a
salve: una Repubblica più sobria mi sembrerebbe più consona ai tempi difficili
che vivono molti concittadini di Sergio Mattarella, come da lui stesso
ricordato.
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminaBravo, Bravo, Comp. Aldo sono in assoluta sintonia con la tua considerazione
P.B.
PERVENUTO VIA E-MAIL
RispondiEliminacaro aldo,
concordo pienamente con le tue argomentazioni specie sulla necessita di maggiore sobrieta da introdurre nelle varie cerimonie ufficiali-
per quanto riguarda la sensibilità ambientale credo di poter affermare che i nostri governanti,anche quando affermano di voler difendere l'ambiente,in realtà, non ci credono sul serio.
L.C.